Affrontare la porta dello specchio magico
Trovarsi faccia a faccia con il proprio Io
Capolavoro degli anni ottanta, “La storia infinita” è un film tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende, seppur con molte differenze, il film infatti racconta solo la prima parte della storia (si, vale la pena leggerlo!).
Come tutti voi saprete (difficile non aver visto il film) Atreyu a un certo punto della storia deve giungere al cospetto dell’Oracolo, ma prima deve superare alcune prove. La prima è la porta delle Sfingi, il cui sguardo incenerisce gli eroi il cui cuore non è abbastanza puro. La seconda porta è lo specchio dell’anima, dove sarà faccia a faccia con il proprio Io. È una porta che in pochi hanno il coraggio di affrontare.
– Dovrà affrontare la porta dello Specchio Magico. Si troverà faccia a faccia con il proprio io.
– E con questo? Cosa vuoi che sia per lui?
– Tutti sono convinti che sia facile. Ma sovente i buoni scoprono di essere crudeli, eroi famosi scoprono di essere codardi. Posti difronte il loro vero io, pressoché tutti gli uomini fuggono urlando. (“La storia infinita”)
Ma cosa significa guardarsi dentro? E cosa c’entra con il Cristianesimo?
Ognuno di noi cerca di costruirsi un’immagine attraverso conferme esterne: successi, carriera, popolarità, c’è chi punta sulla simpatia, chi prova a fare il figo, e chi si rifugia nella cultura. Insomma, ognuno cerca di alimentare la propria autostima come meglio può, ricercando il proprio sé all’esterno. Ma in realtà è solo una “sicurezza” fittizia, perché se basiamo la nostra opinione su ciò che sta al di fuori, siamo anche in balia di fattori esterni, subendone anche tutte le conseguenze. Per fare una citazione biblica, costruiamo la nostra casa sulla sabbia.
Guardarsi dentro è difficile, la verità è che anche noi fuggiremo urlando, perché per farlo bisogna avere il coraggio di affrontare le proprie miserie e debolezze. Ma purtroppo, molto spesso, il coraggio di far questo lo si trova solo quando la vita smonta le nostre false certezze e prendiamo un bel palo dritto in faccia; e li davvero ci ritroviamo impantanati nelle paludi della tristezza. Affacciarsi allo specchio della propria anima, è un atto di umiltà necessario per avere un autentico rapporto con Dio, poiché dobbiamo scendere nei nostri abissi prima di imbatterci nell’immagine del Padre.
Atreyu nello specchio vede riflesso un ragazzino intento a leggere un libro, e Bastian si accorge con stupore di essere parte della storia che sta leggendo. Bastian è però un bambino molto insicuro e introverso, viene bullizzato dai suoi compagni di classe (nel libro è anche cicciottello, e questo lo rende ancora più insicuro). Ma Bastian è il creatore di fantasia e solo lui può salvarla. I significati di questa storia, sono tanti e sicuramente varrebbe la pena approfondirli, ma qui mi volevo soffermare solo su questo particolare.
La conclusione
La sicurezza vera viene dall’accettare le proprie ombre, ma la sconfitta del nostro feroce Gmorg interiore è una lotta che deve essere combattuta giornalmente, nel costante mettersi in discussione e attraverso l’onestà con noi stessi. La nostra sicurezza deve fondarsi in Dio, nella consapevolezza di essere amati da Lui in quanto suoi figli, nonostante le nostre povertà. Per rendersi indipendenti dal giudizio degli uomini, dobbiamo affrontare i nostri mostri, gli insuccessi, le nostre ferite e le nostre paure, perché è la che troviamo un sé formato da Dio, che sa resistere a ogni tempesta esterna. Solo con Dio, unico punto fermo della nostra esistenza, possiamo costruire la nostra casa sulla roccia.
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