Shit happens: La colpa, l’innocenza e la Grazia
La vera risposta cattolica alla sfiga
Scrivo questo articolo ispirato dal post del blog di Costanza Miriano “Niente ti turbi, shit happens!”
Facendo un breve riassunto (ma vi consiglio di leggervi il post originale e di seguire il suo blog), l’autrice si è ritrovata davanti ad una maglietta sulla quale venivano declinate le risposte, e le reazioni, delle varie religioni davanti all’assodata realtà che ti possa capitare del male.
Questa verità è sintetizzata in inglese dall’espressione “Shit happens”.
Secondo l’autore della T-Shirt questo mistero della vita è affrontato dal cattolicesimo dando la colpa del male al malcapitato, ovvero:
Se ti capita il male, te lo meriti.
Costanza, da cattolica informata e non certo rimasta all’educazione impartita durante l’infanzia, si pone quindi una semplice domanda, che poi è la stessa che posi a me stesso la prima volta che trovai l’immagine su internet: Come è potuto accadere che all’esterno arrivi questo messaggio?
Eppure al di fuori è proprio così che appare.
Ascoltate ad esempio la canzone di Elio e le storie tese “Dannati forever” da cui ci siamo ispirati per il motto “Fare jogging in un percorso di fede”.
Apri per vedere il video
Questa è l’idea che gira su Dio:
Una divinità che si segna gli errori che hai fatto e te li farà pagare uno per uno.
La cosa più preoccupante è che non sono solo i non credenti a pensarla così, ma anche molti cattolici.
Ma come è successo?
Forse, per alcuni aspetti, dovremmo dire “mea culpa”.
La “Confiteor” e l'”Atto di dolore”

E se poi te ne penti?
Chi tra voi lettori è entrato in chiesa durante una messa senza essere bruciato vivo seduta stante, conosce sicuramente la preghiera penitenziale chiamata “Confiteor” che recita così:
Mentre per quelli di voi che addirittura hanno ricevuto il sacramento della riconciliazione (Se vi state domandando cosa sia, o a cosa serva, e spiccicate qualche parola di inglese, vi consiglio di guardarvi questo bellissimo video) conosce più o meno a memoria l'”Atto di dolore”:
Ed ecco che, ad una prima occhiata, sia chiaro che, in fondo, se shit happens, me lo sono meritato a tutti gli effetti.
Utente random che potresti essere tu: “Ma allora lo ammettete che è così!”
Frena, frena. In realtà dobbiamo fare un distinguo importante, dividendo il male colpevole dal male innocente.
La colpa e l’innocenza
Facciamo un esempio prendendo come riferimento i giochi di ruolo.
Se in combattimento ti esce un fallimento criticoQuando lanci il d20 e ti esce 1 e la tua arma vola via invece di colpire l’avversario, beh, lì la colpa non è certo tua. Così come non è colpa tua se rimani ferito da una trappola che il tuo personaggio non poteva scovare né schivare. Alle volte ti capiterà addirittura di pagare per le colpe di un altro giocatore… magari lo stesso ladroÈ una classe, non un giudizio sul 7° comandamento che ha preferito girovagare alla ricerca di tesori, invece di controllare le trappole per il gruppo.
Se, al contrario, sapevi che il tuo avversario era più forte di te e ti ci sei voluto scontrare uguale, nonostante il Master ti avesse fatto capire che tirava una brutta aria, oppure hai cercato di fare il power playerGiocatore a cui interessa solo potenziare il personaggio e il Master ti ha tolto punti esperienza, beh, lì sì, la colpa è tua e ce devi sta, anche se il tuo personaggio fa una brutta fine e ti tocca rifare la scheda.
Sempre l’utente di prima: “Quindi ammetti che, anche se me lo sono meritato, Dio se le segna le mie colpe e mena giù duro… e perché non fa niente quando invece sono innocente?”
Non è esattamente così, perché c’è il concetto della Misericordia e della Grazia
La Misericordia e La Grazia
Dio non è un Master (concedetemi il parallelismo) sadico, né intransigente.
Noi crediamo in un Dio padre, che ama i suoi figli, che non li tratta come burattini, ma che li lascia liberi, esattamente come un buon padre, per amore, farebbe.
Questa libertà ci può portare a sbagliare, così come a ritrovarci nelle mani il risultato delle nostre azioni. Se avessero ragione gli atei, allora a quel punto non avreste altro da fare che raccogliere i cocci o considerarvi dei falliti, ma per noi, no. Per noi non dovreste disperare lo stesso, perché Dio padre… salverebbe anche Vegeta!
Vi ricordate la puntata in cui il principe dei Sayan si sacrifica per salvare il mondo da Majin Bu? L’avevo citato anche in questo articolo (Che ce posso fare… quella scena mi è rimasta nel cuore). Ricordo ancora con quanta tristezza sentii (in realtà ho letto prima il manga… ma evito di fare l’otaku hipster) le parole “spietate” di PiccoloJunior nella trasposizione italiana che lo informavano che non sarebbe mai finito in Cielo insieme a Goku perché ormai aveva commesso troppi crimini (esattamente come recita Elio). Ecco, il Dio padre invece avrebbe riconosciuto l’avvenuto cambiamento e il pentimento sofferto del proprio figlio, e lo avrebbe accolto a braccia a aperte, rimettendo ogni sua colpa, come in Luca 7,47. La cosa più bella di questa storia, è che Vegeta non è arrivato al punto di sacrificarsi per i suoi amici perché è sempre stato buono, anzi, era perfido e senza scrupoli. Cosa dunque lo ha fatto cambiare? Il non essere rimasto indifferente all’amore e al perdono ricevuto da quelli che considerava suoi nemici! Questa metamorfosi è descritta perfettamente in nella parabola riportata il Luca 7, 41-43.

Il sacrificio di Vegeta
Questa è la Misericordia divina secondo il cattolicesimo: Il peccatore che, aprendosi all’Amore, viene cambiato dall’Amore stesso… mica pizza e fichi!
Utente di prima: “Sì, tutto molto bello… ma se non ho fatto niente, che me ne faccio della Misericordia? Le cose brutte mi capitano uguale”
Vero, ma c’è di più. Come recita Sant’Agostino “… (Dio n.d.r.) essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene“.
Dio, che non usa il male né i peccati degli altri per il vostro bene, se vi affidate a Lui, può trasformare quel male e quei peccati contro di voi in bene.
Cito de André “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior“. Questo Dio è capace di farlo… non importa quanto sia grosso e puzzolente il letame che vi sia capitato addosso, neanche foste nella macchina di Biff dopo l’ennesimo inseguimento finito male per cattuare Martin. Quel letame, dicevo, Dio lo trasformerà in concime!
Non parlo di teorie… la storia della Chiesa è piena zeppa di situazioni che, umanamente, avrebbero portato alla disperazione ed invece si sono trasformate in luce, non solo per i protagonisti, ma per le generazioni a venire. Prendete ad esempio la storia di Chiara Corbella, madre che, nonostante avesse un tumore, si è sacrificata con il sorriso per salvare la vita del figlio che aveva in grembo. Ma potrei citarvi i santi, alcuni con passati loschi e caotici, altri martoriati da sfighe allucinanti, e altri finiti martiri e uccisi ingiustamente. Ma anche storie ordinarie di tutti i giorni là dove il sapere che c’è un Dio che ci ama porta Speranza e coraggio difronte ogni difficoltà. Se ti capita del male nonostante tu sia innocente, Dio saprà trasformarlo in Grazia per te e per gli altri.
Su Skyrim molti (troppi…) PNGPersonaggio non giocante dopo essere stati colpiti da una freccia al ginocchio, non potevano far altro che vivere una vita da sfigati nel malinconico ricordo delle avventure passate. Inigo Lopez, ragazzo scapestrato e allo sbando, nel 1521, venne colpito ad una gamba, non da una freccia, ma da una cannonata. Grazie alle uniche letture, quelle dei santi, che gli tennero compagnia durante i lunghissimi mesi passati a letto e tra dolorosissime operazioni senza anestesia, divenne Sant’Ignazio da Loyola. Chi è? Colui che diede il La per la fondazione dell’ordine dei gesuiti e che, proprio durante quei mesi di riposo coatto, scoprì le basi degli Esercizi Spirituali che ancora oggi aiutano credenti, e non, a mettersi in sintonia con il vero Io, aiutando le persone a liberarsi da falsi desideri e paure.
Se ancora avete dei dubbi, vi potrebbe aiutare l’esempio del Master… un bravo Master sa come trasformare un vostro pasticciaccio o un brutto tiro di dadi in qualcosa che riesca comunque a far diventare la vostra avventura epica. Più il master è bravo e ci tiene a voi, e più saprà sempre come sistemare tutto, e Dio è un Master (sento odore di scomunica ahahah) onnipotente e che vi Ama completamente.
C’è una bella differenza però con i giochi di ruolo: il personaggio lì muore, qui non viene perduto.
Per noi la morte non è la fine di tutto, ma qualcosa che il Padre sconfigge ( tipo Ken il guerriero, però Dio lo fa meglio), per permetterci di ricongiungerci a Lui.
Nella speranza che non siate quei tipi di persone che guardano soltanto americanate e i vari “Vacanze di Natale in…”, vi consiglio la visione del film “Diario di un curato di Campagna” di Bresson. Tornate pure per discuterne insieme
E ricordate: Se “shit happens”, sappi che insieme a Dio diventerà concime fertile.
Commenti da facebook
28 Agosto 2015
Io non sono cattolico, sono solo uno dei tanti battezzati che è approdato a una (confusa e incompleta) spiritualità personale ma devo farvi i complimenti per la qualità e l’accessibilità dei vostri articoli quando una buona metà del mondo considera eresia anche solo parlare dei vostri temi invece che salmodiare le certezze del Dio Denaro.