Noi tutti abbiamo conosciuto la solitudine più profonda e abbiamo imparato che l’unica soluzione è l’amore, e che l’amore nasce con la comunione.

— Dorothy Day

Santità, uno stile di vita

Ma i santi sono supereroi?

Domani si celebra la santità di due grandi figure della storia della Chiesa, l’amato Giovanni Paolo II e il buon caro Giovanni XXIII, due Papi che hanno fatto la storia, e con le loro vite hanno illuminato le tenebre di molti cuori. Ma molto spesso il termine “santità” è visto con reverenziale timore, una parola che crediamo sia lontana dalle nostre esistenze, qualcosa di irraggiungibile… Oppure, no?

Il papa non era un supereroe

Papa Giovanni Paolo II non era un supereroe

Santità, quella sconosciuta

Questi due papi sono stati innanzi tutto uomini, non di certo supereroi, eppure molto spesso i santi sono visti come creature leggendarie. Iniziamo a ridare al termine “uomo” la dignità che gli spetta, anche perché non è mica tanto facile essere uomini nel vero senso della parola, e questi due lo sono stati. Ma come? Non avevano super poteri, eppure hanno fatto cose eccezionali. Non sono state persone più dotate di altre, ogni persona ha le sue peculiarità e le sue debolezze, eppure se qualcuno ci dice “Anche tu puoi essere santo!” strabuzziamo gli occhi d’istinto ed esclamiamo: “Chi?! Santo io? Io no di certo!”. Probabilmente anche questi due Papi non credevano che un giorno sarebbero stati canonizzati, eppure… ma cosa avevano di diverso da noi queste persone? Cosa li ha resi santi?

Io santo proprio no

Come dicevo, noi non crediamo di poter essere santi, perché pensiamo di non avere né la forza né le capacità, costruiamo un recinto intorno a noi fatto dei nostri limiti. In fondo crediamo che non metterci in gioco per il prossimo ci preservi dalla sofferenza, insomma, che ci porti alla serenità. Nella nostra società che vive nel benessere, tutto questo sembra quasi possibile, e senza accorgercene ci ritroviamo ad avere come priorità il nostro “star bene”. Ma in fondo che c’è di male? Tutti vogliamo essere felici, solo che a volte pensiamo che basta stare nel nostro piccolo mondo, protetti da un recinto fatto di sicurezze, che ovviamente è illusorio, non viviamo, sopravviviamo, e non capiamo che la vita è la fuori.

Puntare in alto

I santi, questo l’avevano capito, e questo recinto l’hanno oltrepassato, e non perché fossero degli esaltati con manie di grandezza, hanno semplicemente scoperto che Dio era dalla loro parte, che li amava così com’erano, tanto da avere per loro un progetto grandioso e si sono affidati a Lui. Hanno puntato in alto.

Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

E quindi cosa avevano di diverso da noi questi due grandi uomini? La risposata in realtà è: niente, non avevano nulla di diverso! Essere santi, come dicevamo, non è roba da supereroi, non bisogna per forza aver fondato un ordine, aver costruito un ospedale, essere andati in missione nel terzo mondo o esser stati dei grandi predicatori. Certo, può anche succedere, ma non è ciò che definisce la santità. La santità è l’attualizzazione della nostra vocazione nel quotidiano, è sapere affidarsi a Dio nella vita di tutti i giorni, si può essere santi in ufficio, facendo i genitori, andando a scuola, ecc…
Giovanni Paolo II disse: “Non abbiate paura di essere santi”. Bisogna avere il coraggio di uscire fuori dal proprio recinto, perché essere felici per assurdo non significa non soffrire e stare sempre bene, essere felici significa amare cosi tanto da correre il rischio che succeda. Se accetti questo la vita cambia, perché fuori da quel recinto c’è tutto un mondo. Bisogna mirare ad una meta ben più ambita: Dio ti chiama a fare cose grandi, ad una missione, ad amare davvero, alla felicità vera. Con la consapevolezza che ciò che viene da Dio, non è merito nostro, a Dio basta il nostro “sì”, e ciò che si compie in lui richiede impegno come tutte le cose, ma accade senza sforzo. “Le opere di Dio si fanno da sè” come diceva San Vincenzo De Paoli. In fondo sono sue!

Vorrei avere le ali di un’aquila e spiccare voli sempre più alti verso di Te, che sei l’Altissimo e non accontentarmi delle basse quote. Vorrei essere musica che giunge ai tuoi orecchi e portarti la gioia. Vorrei, vorrei… quante cose vorrei essere, ma io sono quella che sono e sono quella che Tu hai voluto. (Dal diario di Santa Scorese)

Vi allego anche il video della celebrazione tenutasi nella Basilica di San Giovanni in Laterano in Roma: “L’eredità dei santi”, incontro per giovani in preparazione della Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II del 27 aprile 2014. (Al minuto 1:01:50 trovare la catechesi di don Fabio Rosini, responsabile delle vocazione della diocesi di Roma; ve la consiglio caldamente, buona visione!)

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Author: Debby Pac

Cultura cattolica: “L'essenziale è invisibile agli occhi”, questa frase tratta da “Il piccolo principe” riassume il sentore che mi ha accompagnata fin dall'infanzia. Essere cattolica, fa parte di un percorso, fatto di alti e bassi, di dubbi e scoperte stupende, è stato (ed è), una continua ricerca, dove alla fine scopri di essere tu quella “cercata”, e ogni giorno diventa una scoperta di questo amore cosi immenso e di se stessi. Cultura nerd:Sono una graphic designer e un'illustratrice, ho studiato in una scuola di fumetto e disegno fin da quando ho memoria. Questa passione è stata accresciuta dagli anime e dai manga e sono una fan sfegatata di Miyazaki. Crescendo mi sono appassionata anche ai fumetti occidentali, sopratutto francesi, e amo Leo Ortolani. Sono cresciuta con i videogiochi Nintendo (scroccati a mio fratello) e in fine mi piacciono i giochi da tavola o di carte (Lupus, Citadels, C'era una volta, ecc..).

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