L’amore puro nei manga
Inaspettati esempi di relazioni caste nei manga giapponesi
La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. ~ Risposta del CCCCatechismo della Chiesa Cattolica., n.2337, rivolta a chi erroneamente crede che la castità sia non uso della sessualità.
I manga sentimentaliChe diversamente da quello che si crede, non sono necessariamente degli shōjo. sono da sempre un genere che ammetto di non disdegnare affatto, soprattutto se shōnenManga per ragazzi. o joseiManga per giovani adulti, rivolti di solito a un pubblico femminile.. Perché di questa mia insolita e forse poco “virile” passione? Beh, prima di tutto perché, per quanto non mi piaccia ammetterlo, sono un po’ sentimentale anch’io. Ma la principale ragione è l’amore per le buone storie, a prescindere dal genere a cui appartengono; e una buona storia ruota sempre su quello per cui la nostra specie è stata creata: entrare in relazione con l’altro. Naturalmente il rischio di cadere in patetici sentimentalismi o idealizzazioni da adolescente è particolarmente elevato per i manga/anime che ricadono in tale genere, ma saper riconoscere le opere pregevoli da quelle più infantili e frivole non richiede questo grande sforzo.
Ma, arrivando al punto, cosa rende alcuni mangaChiaramente, non vale per tutti i sentimentali e non si può dire lo stesso per quelli che ricadono nel genere 'harem' o 'ecchi'... il mondo dei manga è piuttosto vasto! sentimentali preferibili ai polpettoni romanticosi che abbiamo qui in Occidente? La risposta vi sembrerà strana, ma è sintetizzata in una parola: castità. Sì, avete capito bene! Diversi manga sentimentali, e mi riferisco soprattutto ad alcune delle opere più note approdate da noi in Italia, come “Kimi ni Todoke”'Arrivare a te' nella versione italiana., “Toradora!“, “My Little Monster“, “Lovely Complex“, il bellissimo “Kiss Never & Cry” e molti altri, per quanto alcuni di loro apparentemente “infantili”, offrono una buona rappresentazione di ciò che dovrebbe essere un rapporto casto così come lo concepisce il Cristianesimo. Qui i fraintendimenti legati al significato della parola castità potrebbero confondere e far saltare sulla sedia più di qualcuno. In vero la castità – almeno, quella della Chiesa Cattolica – non è affatto rinuncia della sessualità, ma è vivere la sessualità nel modo migliore possibile, dove il rapporto sessuale non è in funzione di un piacere fine a se stessoL'edonismo per essere chiari!, ma della piena e totale comunione con l’altro. Questa unione raggiunge il suo culmine nell’atto sessuale e, come afferma la Scrittura, rende i due innamorati “una sola carne“. Il matrimonio non è altro che questo: diventare una cosa sola con la persona amata, in un’unione definitiva che rispecchia la perfezione della Trinità: i due sposi uniti dall’amore di Dio: tre persone in una.
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. ~ Genesi 2, 24
Il Sacramento del Matrimonio è pertanto in riparazione di ciò che l’uomo ha distrutto, per ristabilire la condizione originaria che le ferite del peccato di Adamo hanno compromesso. Ci ha creati a sua immagine e somiglianza… per questo non è bene che l’uomo sia solo! (Genesi 1, 27) E nel momento in cui si sceglie di avere questa totale unione con la persona amata, è per sempre. Non è moralismo ma felicità.
Idealizzazioni sane

Ryuji e Taiga sono i due personaggi più casti della storia degli anime: dal primo bacio in poi si considerano già sposati!
Tornando ai manga, il protagonista maschile un po’ ingenuo e imbranato, che idealizza la sua bella e che arriva al pieno della felicità magari solo nel sfiorarle la mano, al di là dell’evidente discorso legato alle prime cotte che amplificano ogni emozione, descrive perfettamente quel saper fare prevalere la parte più bella e pura di noi per poter vivere di un amore che non è mai bramosia sessuale, ma desiderio di bellezza. È ritornare a immagine e somiglianza di Dio, secondo un amore che nobilita e mai degrada.
Sicuramente non è una strada facile da percorrere, ma le cose più belle non sono mai facili.
Oltre l’infatuazione

La notevole differenza d’altezza rende Risa e Otani un po’ complessati, e se pur perfetti l’uno per l’altra gli impedisce di mettersi in discussione
Forse l’aspetto più interessante presente in questo genere di opere è lo sviluppo legato all’innamoramento dei due protagonisti, che almeno inizialmente si rivelano solo amici che mal si sopportano, del tutto persi per l’amore non corrisposto nei confronti di qualcun’altro che non se li fila o con cui non hanno alcun vero legame. Il sapere imparare ad amare al di là dell’infatuazione, con un minimo di “razionalità”, dando importanza a quello che davvero conta, è un elemento ricorrente in diverse di queste opere. È così in “Toradora!” e in “Lovely Complex”, dove i protagonisti all’inizio sono assolutamente lontani da un sentimento amoroso l’uno per l’altra, ma imparando a conoscersi e ad accettarsi così come sono, con i propri limiti, da quella che all’inizio era un’amicizia tentennante nasce un sentimento per una relazione matura. Se bene sia solo un pretesto narrativo ben collaudato per mantenere vivo l’interesse dei lettori/spettatori, questo particolare tipo di storia evidenzia come sia importante mettere da parte pretese amorose puerili per poter imparare ad amare davvero.
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