Il calice di Cristo… e se fosse di mithril?
Un’ipotesi, forse un po’ troppo “nerd”, sul calice di Cristo
Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio.” ~ Marco 14, 23-24

In “Indiana Jones e l’Ultima crociata” il Graal era una comunissima coppa di legno… Lo ammetto, io avrei fatto la fine di Donovan
La reliquia più sacra di sempre, il calice di Cristo, noto nella tradizione medievale come “GraalTermine usato per la prima volta da Chretien de Troyes, nel romanzo incompiuto 'Perceval'“, è in assoluto l’oggetto che più ha dato origine a suggestioni letterarie e cinematografiche, ispirando cult della storia del cinema quali “Indiana Jones e l’Ultima crociata” o della letteratura come “Gli assassini del Graal” di Paul Doherty.
Ma domandiamoci: per quanto al centro di numerose leggende e racconti fantastici, esiste la possibilità che il calice di Cristo sia stato davvero un manufatto fuori dal comune? Per quanto mi riguarda, se si tratti di un oggetto simbolico o reale non è affatto di secondaria importanza, e di speculare su qualcosa che non è mai esistito non mi entusiasma particolarmente. Essendo la storicità di Cristo un dato assodato – vabbè, ci hanno provato a dire di no, ma per la storiografia è certo! – che sia esistito un “Calice dell’Ultima Cena” per la prima celebrazione eucaristica è fuor di dubbio. Quindi, dato per assodato che sia esistito, non resta che scoprire quali siano le sue caratteristiche. Ma non fraintendetemi! Non alludo certo a possibili proprietà miracolose o preternaturaliCiò che è fuori dalle leggi naturali, qualità attribuite di solito alle reliquie più sacre, ma più che altro alla sua sostanza.
Era d’argento?
O almeno cosi riporta la testimonianza di un certo ArnolfoRiportata nel libro di Richard Barber, 'The Holy Grail: Imagination and Belief', Harvard University Press, 2004., un vescovo franco che intraprese un viaggio in Palestina, secondo cui la leggendaria coppa si trovò per un certo periodo in Terra Santa in una chiesa tra la basilica del Golgota e il luogo del Martirio.
Il calice è d’argento, ha la dimensione di una pinta gallica e ha due maniglie lavorate su ciascun lato…
Fin qui niente da eccepire, era un calice “d’argento” di medie dimensioni.
Ma, arrivando al dunque, si trattava di semplice metallo?
Formato di un metallo misterioso…
Un’altra descrizione del calice di Cristo ci è fornita dalla Beata Anna Katharina Emmerick, nota mistica cattolica del XVIII secolo che ebbe in dono delle visioni sulla vita di Gesù Cristo, tra cui una descrizione del famoso calice:
Partiamo dalla premessa che non possono prendersi alla lettera, e quindi sostituirsi alla parola di Dio, le rivelazioni private (naturalmente, approvate dalla Chiesa!) riguardanti le vicende del vangelo. Del resto se così non fosse, tali rivelazioni avrebbero lo stesso valore dei vangeli canonici. È sostanzialmente lo stesso per le opere d’arte sacre: immagini ispirate, ma condizionate dalla forma mentis dell’autore. Tuttavia, diciamolo, non è nemmeno lecito o saggio ridimensionarle a semplici “romanzi” sul vangelo, più o meno ispirati. A dimostrazione di ciò c’è la storia del ritrovamento della Casa di Maria, che fu riportata alla luce proprio grazie alle visioni della Emmerick.
Conclusioni
Quindi se partiamo dal presupposto che quanto sostenuto dalla Emmerick possa corrispondere al vero, abbiamo sul calice di Cristo a disposizione le seguenti informazioni: era costituito di un metallo misterioso, indistruttibile, che nessuno era riuscito a fondere, forgiato in un’epoca remota antidiluviana, ma forse nell’aspetto sembrava d’argento… Cos’altro vi ricorda? Beh, non so a voi, ma a me ricorda proprio lui, l’argento di Moria: il mithril!!!

L’armatura di mithril indossata da Frodo
Per chi non lo sapesse – ma se davvero avete tali lacune c’è da chiedersi cosa cavolo ci fate su Cattonerd – il mithril è un “metallo elficoScoperto e lavorato dagli Elfi, ma utilizzato anche dai Nani.” dalle incredibili proprietà “magiche” – quelle elencate poco sopra.
Tutto questo per dire che, in fondo, la fantasia potrebbe non essere poi così lontana dalla realtà.
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