Hiroshima e Nagasaki: massacro cristiano?
Giappone, terra di santità nascosta
In questi giorni, mesi, anni di persecuzioni ai cristiani, non possiamo dimenticare ad Agosto due dei più vergognosi eventi che la storia umana abbia mai prodotto. Ma cosa c’entrano con le persecuzioni cristiane a cui assistiamo ultimamente? Nella memoria delle vittime delle atomiche, scopriremo anche la dolorosa storia della fede di uno dei più amati e particolari paesi del mondo: il Giappone.
Il Giappone, la terra del Sol LevanteOvvero dove sorgeva il sole rispetto alla Cina., dei manga, del sushi e della tecnologia. Qualsiasi otaku-nerd non può non apprezzare questo luogo pieno di risorse e immaginazione. Ma questa terra è conosciuta infelicemente per un altro motivo: è stato il paese che sperimentò sulla propria pelle l’orrore dell’atomica.
I nomi di Hiroshima e Nagasaki rimarranno impressi per sempre nella storia degli uomini. Ciò che però non si sa, è che nelle due città vi erano i maggiori centri della cristianità giapponese.
I Kakure Kirishitan
I primi ad andare in missione in Giappone furono i padri gesuiti con a capo San Francesco Saverio, nel XVI secolo.
Per motivi religiosi e politici, dopo un’iniziale accoglienza, lo shōgunIl 'comandante dell'esercito, la carica più alta delle forze armate del paese. Hideyoshi promulgò dei decreti contro i cristiani e la loro predicazione. La situazione si aggravò ulteriormente quando dalle Filippine giunsero anche alcuni francescani che iniziarono un’evangelizzazione più aperta e meno prudente di quanto i gesuiti stessero facendo in seguito al provvedimento dello shōgun. Fu così che verso la fine del 1596, 26 cristiani tra gesuiti e giapponesi, furono arrestati e poi condannati alla crocifissione il 5 febbraio del 1597 a Nagasaki, sulla collina che venne poi chiamata “santa”. Le persecuzioni continuarono e raggiunsero il vertice nella prima metà del seicento, dove furono massacrati
in modi diversi migliaia di cristiani, 205 dei quali furono riconosciuti oltre ai primi 26, e fatti beati da Papa Pio IX.
Nel 2007 Papa Benedetto XVI ha riconosciuto ufficialmente il martirio di altri 188 giapponesi, la cui cerimonia di beatificazione si è svolta nel novembre 2008 a Nagasaki. Alcune storie di questi martiri, raccolte da ogni parte del Giappone, riguardano anche lo sterminio di intere famiglie, donne e bambini compresi. Le persecuzioni furono violente ed atroci. Il Giappone fu così privato delle figure sacerdotali, ed i cattolici giapponesi iniziarono a portare avanti la loro fede in segreto come poterono. Sono i cosidetti Kakure Kirishitan.Che in giapponese significa Cristiani Nascosti
Emblematico di questo è stato uno dei regali che a giugno il premier giapponese, Shinzo Abe, ha fatto a Papa Francesco, il makyoh, ovvero lo “specchio magico”. Era un tipo di oggetto diffuso in Cina ed in oriente, e consiste in una sorta di specchio il quale però, se esposto alla luce, riflette un’immagine che altrimenti rimarrebbe celata.
Questo fu uno degli artefizi con i quali i cristiani poterono continuare a portare avanti il proprio credo. Un altro stratagemma utilizzato era la venerazione di statuette di Buddha che in realtà camuffavano la devozione alla Madonna ed alla Sacra Famiglia. Nel 2015 verrà aperto un museo a Nagasaki dove si potranno vedere i resti di queste testimonianze (qui l’articolo di Aleteia).
La riscoperta dei cristiani
Nel 2015 la Chiesa giapponese celebrerà il 150° anniversario “dell’incontro del padre francese Bernard-Thadée Petitjean, poi vescovo e vicario per il Giappone, con i cristiani giapponesi che si erano resi ‘catacombali’ per 200 anni” come racconta il Vescovo di Nagasaki mons. Giuseppe Mitsuaki Takami.
Ed infatti fu solo allora ad Oura nel venerdì santo del 1865, avendo da poco riavuto il permesso i missionari di tornare, che i cristiani superstiti uscirono allo scoperto andando da lui per poter salutare Gesù e Maria. Finalmente poi con l’art. 28 della Costituzione del 1889, in Giappone viene proclamata la libertà religiosa.
Il cristianesimo può così riprendere a crescere senza più pericolo. Nagasaki ospitava la più grande e antica comunità cristiana (soprattutto cattolica) giapponese come riporta Wikipedia, mentre tratto dalle memorie del cardinale Giacomo Biffi troviamo che “Dallo Schmidlin veniamo a sapere che nel 1929 di 94.096 cattolici nipponici ben 63.698 sono di Nagasaki”. Ma cosa ancor più sconvolgente è la domanda con la quale chiude la riflessione sul Giappone:
“Possiamo ben supporre che le bombe atomiche non siano state buttate a casaccio. La domanda è quindi inevitabile: come mai per la seconda ecatombe è stata scelta, tra tutte, proprio la città del Giappone dove il cattolicesimo, oltre ad avere la storia più gloriosa, era anche più diffuso e affermato?”.
Ovviamente non morirono solo cristiani, e seppur alcuni sostengano che Nagasaki fu un obiettivo secondario deciso sul momento, tuttavia rimane curioso il perché tra tante altre città si sia comunque ripiegato lì per il bombardamento, e questa domanda apre comunque non pochi dubbi.
Il 6 ed il 9 Agosto 1945
Alle 8:15 del mattino, l’Enola Gay sgancia la prima atomica della storia sulla città di Hiroshima. Muoiono sul colpo tra 70-80.000 persone, più le vittime successive delle radiazioni.
Il 9 Agosto alle 11:00, a Nagasaki, si ripete lo stesso orrore. Tra gli 80.000 morti in totale, ci sono 1/3 dei cristiani giapponesi, di quella che era la più fiorente comunità cattolica del Sol Levante.
Ma due fatti strani avvennero, due grandi segni che alcuni riconducono direttamente alla Madonna.
Maria, Regina della Pace
Ad Hiroshima fecero clamore gli 8 gesuiti che sopravvissero illesi e senza conseguenze per le radiazioni. Furono testimoni oculari di quell’abominio. Il padre gesuita Pedro Arrupe racconterà l’esperienza drammatica che lui ed i suoi compagni si ritrovarono a dover condividere:
Un altro dei sopravvissuti, Padre Hubert Schiffer, esaminato circa 200 volte da più scienziati, racconta:
Ed a quanti chiedevano loro spiegazioni sul come mai fossero sopravvissuti, padre Schiffer rispondeva “Noi crediamo che siamo sopravvissuti perché vivevamo il messaggio di Fatima. In quella casa noi pregavamo e vivevamo il Rosario.”
Altro fatto sorprendente accadde a Nagasaki. Di tutti gli edifici rasi al suolo, il “Mugenzai no Sono”,“Giardino dell’Immacolata”, convento francescano fondato da San Massimiliano Kolbe, rimase miracolosamente in piedi. Pare che San Massimiliano Kolbe (che fu grande devoto della Beata Vergine Maria) fosse stato sconsigliato dall’erigere lì il monastero,ma volle comunque farlo costruire in quel punto nonostante i consigli ricevuti. Grazie a questa posizione, protetta dal monte Hikosan, questo luogo di rimase integro.
In questi anni, a Medjugorje, piccola località sperduta della Bosnia Erzegovina, per coloro che ci credono la Vergine sta portando avanti quanto detto a Fatima, e si è presentata come Regina della Pace. Noi non sappiamo che tempi ci aspettano, cosa accadrà. Con Hiroshima e Nagasaki però non vogliamo ricordare solo l’aberrante e vergognoso sterminio. Ricordiamoci di questi miracoli, che ci aiutino a pregare pieni di fiducia la Madre della pace, a pregare per chi oggi viene ucciso brutalmente dalle guerre, dalle persecuzioni, per i nostri fratelli nella fede e per quelli che non lo sono. E soprattutto per chi al mondo ne ha più bisogno: coloro che la pace proprio non la vogliono.
Fonti: www.santiebeati.it, www.chiesa.espressonline.it ,www.tempi.it, www.30giorni.it, Wikipedia
Commenti da facebook