I dieci comandamenti del Cosplay
Perché il cosplay non è un hobby ma uno stile di vita

Taiga Aisaka di “Toradora!“
Con l’autunno ci avviciniamo finalmente a uno dei momenti dell’anno più attesi di sempre: quello delle fiere del fumetto (Romics, Fumettopoli, Lucca Comics & Games, ecc…), che non è solo fumetti, anime, gadget, collezionismo, giochi e nerditudineLa cultura dei Nerd., ma specialmente cosplayTermine che deriva dalla lingua giapponese, che indica la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e interpretarne il modo di agire.. È ormai una tradizione consolidata quella di partecipare a tali eventi in cosplay, con quello spirito di immedesimazione tipico dei bambini che, pieni di entusiasmo, cercano di rivivere dentro di sé, quindi di “interiorizzare”, la bellezza percepita dai personaggi delle opere (cinematografiche, animate, fumettistiche, ecc…) a loro più care.
Lo spirito del Cosplay
Del resto lo diceva anche un certo Gesù che per entrare nel regno dei cieli è necessario tornare come bambini (Matteo 18, 3). Vabbè, naturalmente non mi riferisco a quell’infantilismo narcisista da sindrome di Peter Pan, ma a quel saper vivere la vita con stupore, semplicità e leggerezza, rinunciando alla superbia, alla sufficienza, con quell’ardore nel cuore che renda tutto meraviglia.
Per questo chi reputa il cosplay una pratica infantile, perché a suo dire inconsciamente dettata dalla ricerca spasmodica di una possibile identità con cui empatizzare, non ne ha affatto capito il senso e, oltretutto, molto probabilmente è uno di quelli che hanno il brutto vizio di prendersi un po’ troppo sul serio. In vero, il narcisismo è dare assoluta importanza al proprio apparire.
Dunque, quali sono le regole per un buon cosplay? Si arriva alle fiere del fumetto pieni di contentezza per la varietà dei personaggi interpretati dai sempre più numerosi cosplayer, ma, ahimè, non di rado si resta anche un po’ interdetti davanti a certi cosplay eufemisticamente arrangiati.
Quindi sì, l’importante è divertirsi. Ma, attenzione, noi siamo anche dei nerd! E i nerd sanno che se ci si diverte occorre farlo bene, con coscienza – proprio come per tutte le altre cose della vita!
I dieci comandamenti per un buon cosplay

Elizabeth di “Bioshock Infinite”, di Anna Ormeli, è un esempio di quanto la somiglianza con il personaggio interpretato giochi un ruolo fondamentale
Eccoci così arrivati ai dieci comandamenti per saper vivere il cosplay nel modo giusto (è lo stesso motivo per cui esistono i dieci comandamenti biblici: non si prende la vita a casaccio, ma si segue il libretto di istruzioni!).
I COMANDAMENTO: Il cosplay è interpretare un personaggio. Quindi non è una carnevalata, come l’indossare un costume a una festa in maschera, ma cercare di immedesimarsi, riproducendo del personaggio movimenti, atteggiamenti e modo di essere. O almeno provarci! Facendo un esempio, se fate un cosplay di Sasuke Uchiha, ma mantenete il vostro animo gaio e solare, per quanto magari il vostro “costume” possa risultare ben fatto, mancherà al tutto qualcosa di non secondaria importanza. E di conseguenza, se non conoscete il personaggio che intendete “cosplayrare”, non è un problema trascurabile.
II COMANDAMENTO: Non fare il cosplay di personaggi a cui non assomigli! Ossia, se sei un tappo, evita di fare il cosplay di Hanamichi Sakuragi. Se non sei particolarmente bassa, esile, minuta e graziosa, evita di fare il cosplay di Taiga Aisaka o di Menma. Se sei grasso o tarchiato, non fare il cosplay di Lupin IIISe non sai chi è Lupin III, sparati!! In altre parole, ci vuole realismo: per quanto il costume possa essere perfetto, se il proprio aspetto fisico è anni luce distante dal personaggio che si intende rappresentare, l’effetto finale sarà sempre sgradevole.
Mi si potrebbe replicare: ma la maggior parte dei personaggi di film, anime e fumetti, sono praticamente perfettiBelli come il dio Apollo, o giù di lì.… Esattamente! Le persone da copertina di Vogue (come il sottoscritto) hanno una lista molto più vasta di personaggi da interpretare. Ma ovviamente, non è che dovete essere perfettamente uguali, in fondo è anche un divertimento… Altrimenti, esistono sempre i cosplay volutamente trash (lol).
(Lo so, la verità fa male!)
III COMANDAMENTO: La parrucca è tutto! Cioè, costituisce il 50% del cosplay. Purtroppo al riguardo c’è molta superficialità. Puoi anche essere il sosia perfetto di Spike Spiegel, ma dubito fortemente che tu abbia i suoi stessi capelli che sfidano le leggi della fisica. Bisogna tenere presente, e questo vale particolarmente per i cosplay tratti dai manga, che i capelli di un personaggio non sono mai disegnati/creati a caso, ma rappresentano la personalità del personaggio. Su questo si potrebbe fare un articolo a parte. Pertanto, niente parrucche da quattro soldi (comprate dai cinesi); non sperate di ridurre la cosa a “basta che i capelli siano dello stesso colore”, “non ne ho bisogno, i miei capelli in fondo sono simili” o scempiaggini del genere.
IV COMANDAMENTO: I dettagli contano! Puoi pure essere identico nell’aspetto al dio Thor, ma se te ne vai in giro con un martello da fabbro o delle cespugliose sopracciglia nere alla MarrabbioLa versione italiana del padre della protagonista di 'Kiss Me Licia'., farai comunque ridere i polli o almeno i nerd appassionati di Marvel…
Mi si dirà: il problema di fondo sono i soldi e il tempo necessari per poter curare i cosiddetti “dettagli”. Infatti, se non hai né tempo né denaro (nessun nerd ha denaro, ma misteriosamente ci riesce sempre, quindi niente scuse), dedicati ad altro! Ad esempio, la briscola è un passa tempo assai più economico e veloce.
V COMANDAMENTO: Non ti accontentare, mai! Più precisamente, sii perfezionista nell’acquisto di accessori o parti del tuo cosplay. Questa regola vale soprattutto per coloro che il cosplay non se lo fanno da sé, ma lo acquistano su internet. Cioè, se non te lo vuoi fare da solo, almeno impiega abbastanza tempo nella ricerca delle singole parti del costume; e, se non ti va nemmeno di fare quello, è grave!
VI COMANDAMENTO: Datti il tempo necessario. Il cosplay improvvisato, pure se “semplice”, è sempre un cattivo cosplay. Vabbè, il tempo necessario è direttamente proporzionale alla complessità del cosplay che si è scelto di realizzare. In linea di massima, un cosplay decente e non particolarmente elaborato, va ottimisticamente pianificato almeno un mese prima.
VII COMANDAMENTO: Orientati in base al fattore termico ambientale. Se decidete di fare il cosplay di Lion SaberUn personaggio di 'Fate/stay night': una famosa visual novel, divenuta anche un manga-anime di successo. in piena estate, fidatevi di me, è una brutta idea. Così come lo è fare la principessa Leila in costume a dicembre! Sembra una cosa scontata, ma l’esperienza insegna il contrario…
VIII COMANDAMENTO: Non usare mai, nemmeno sotto minaccia, la fodera di raso. La ragione è semplice: è il materiale più brutto dell’universo che si possa usare per un costume, o per qualsiasi altra cosa, oltre che difficilissimo da lavorare. I cosplayer professionisti raccomandano di starne alla larga come dai libri di Fabio Volo e Federico Moccia.
IX COMANDAMENTO: Sii sempre paziente e disponibile. Il cosplay richiede molta, ma molta disponibilità e non poca pazienza nel lasciarsi fermare ogni dieci secondi dai numerosi perfetti sconosciuti che non vedono l’ora di farsi fotografare insieme a uno dei loro personaggi preferiti. In tal senso, la vana gloria aiuta molto. (Non è una regola così scontata, ma ha senso solo per chi realizza cosplay di una certa qualità, che “acchiappano” il grande pubblico.)
X COMANDAMENTO: Non fate cosplay di gruppo con principianti o con persone che non seguono le nove regole sopracitate (o che non sono disposte a seguirle fino in fondo). Se tu segui le regole ma gli altri no, che senso ha?
(Ehi, su quest’ultima regola, non prendetemi troppo sul serio! )
Commenti da facebook
13 Settembre 2014
Alex, in questo articolo ti sei superato… ma non so se in bene o in male!
10 Novembre 2017
Mamma mia che rigidità… Il cosplay dovrebbe essere una cosa per divertirsi in santa pace, ci sono sì le strafighe che ti fanno sbavare coi cosplay perfetti, ma se uno vuole fare una cosa come viene tanto per passare una giornata divertente non sopporto come ci sia questa sorta di nazismo a rompergli invece magari di apprezzare che hanno un interesse comune… Vedasi anche pagine come “cosplay fatti con il culo”, che io sinceramente brucerei vive visto che fanno bullismo del tipo più infimo. E vedere che proprio voi cattolici, che dite tanto di accogliere tutti, siate i primi a fare questa discriminazione, mi fa capire molto su quanto la vostra religione sia di fatto un meccanismo di autoillusione al quale aderite solo per comodità e per giustificare la vostra apatia nel non fare nulla per rendere migliore la vostra vita. Fammi indovinare, avevi molti obiettivi un tempo ma hai rinunciato, e magari ora ti dici che è perché prima erano cose sbagliate e il tuo dio ti ha fatto capire che ci sono cose più importanti? E ora magari ti dici che il tuo scopo è “crescere nella fede” o qualche minchiata simile? Meh…
PS: Il vostro sito buggato nemmeno mi ha pubblicato il commento, fortuna che lo avevo copiato essendo lungo
26 Settembre 2019
Cristiana, personalmente in passato cosplay di cui vado fiero ho avuto modo di realizzarli, proprio puntando sulla somiglianza fisica con alcuni personaggi più che sulla meticolosità dei dettagli. Comunque non prendertela troppo, è un articolo volutamente scritto per minaci del cosplay e per farsi quattro risate. Ovviamente, prendere tali “comandamenti” troppo sul serio ha degli “effetti collaterali”… (Il problema dei commenti è stato risolto da un bel po’… spero!)