“Doctor Who”, ovvero: Fuggiamo insieme da questa vita
Quando l’insoddisfazione della realtà ci porta a desiderare l’impossibile
Se si potesse svolgere un sondaggio a livello mondiale ad ogni singola persona che abbia visto anche solo una puntata di Doctor Who, alla domanda “Tu andresti via con il Dottore?” risulterebbe impressionante la quantità di quelli che acconsentirebbero a scappare con lui.
E adesso dai, siamo sinceri: chi non si alienerebbe da questa noiosa e triste vita per un po’, ricercando l’avventura con un uomo che ti promette di portarti in luoghi che non hai mai neppure provato ad immaginare, ai confini dello Spazio e del Tempo, con annesso il solenne giuramento di riportarti a casa quando lo desideri, nello stesso giorno e alla stessa ora di quando sei andato via?
Io stessa, mi dico spesso che “Sto aspettando che il Dottore venga a prendermi”, nei momenti di particolare sconforto; ma la cosa più curiosa di cui tener conto, e di cui chiunque conosca questa meravigliosa serie TV è cosciente, è che la consapevolezza dei mortali rischi a cui si potrebbe andare incontro (Vashta Nerada? Ood? Silenti? DALEK?!) non frenerebbe la voglia di partire all’avventura con il Dottore.
Tsukimi Robin è l’autrice di un altro bellissimo articolo sulla popolare serie televisiva (“Doctor Who”: non sono i sani ad aver bisogno del Dottore), in cui si parlava di chi fosse questo misterioso Signore del Tempo da un punto di vista filosofico e teologico. Adesso, però, analizziamo un altro punto di vista particolarmente interessante, o che, per lo meno, ha affascinato moltissimo la sottoscritta:
Perché l’uomo ha il bisogno incessante, quasi fisiologico, di saziare la sua fame di scoperta, di novità, di avventura?
Cosa porterebbe chiunque di noi ad accettare l’invito di un completo sconosciuto, che ci prende per mano e ci sussurra “Corri”, portandoci via dalla nostra vita, forse per sempre?
Ho posto quest’ultima domanda a qualche fan.
Le risposte dei fan
Diletta, 16 anni.
“Sono una persona curiosa, che ha bisogno di una svolta nella sua vita. Ho bisogno di cambiare e di andare via da una vita che non mi piace affatto. La vita con il Dottore sarebbe comunque una sola, ma sarebbe migliore. Non perché otterrei tutto ciò che voglio, o perché visiterei tutti i luoghi nel Tempo e nello Spazio che mi attraggono, ma perché mi sveglierei ogni giorno con il sorriso, pensando che tutto può essere possibile.”
Sara, 15 anni.
“Sarei felice, potrei finalmente riscattare la mia vita, ma riscattarla sul serio. Se non si è fan di Doctor Who non si può capire: abbandonerei la mia vita davvero, ma ne vivrei un’altra meravigliosa, una vita vera. Onestamente, tutto ciò che voglio ora è il Dottore, il mio Dottore, il mio buffo, pazzo Dottore. E volare nell’Universo bombardato di stelle.”
Giorgia, 20 anni.
“Sicuramente, l’assenza o quasi di forti legami nella mia “vecchia” vita. Non mi lascerei alle spalle qualcuno che potrebbe soffrire a non vedermi più. Poi, l’incertezza per il futuro, e l’insoddisfazione per la mia vita presente (che mi può portare a pensare che, magari, lasciare la strada vecchia per la nuova non sarebbe un azzardo così grande). La voglia di un nuovo inizio, il desiderio di uscire dalla routine… la volontà di cambiare davvero la mia vita, ecco.”
Ludovica, 18 anni.
“Odio con tutta l’anima e il cuore la monotonia della vita. […] Io mollerei tutto se un uomo come il Dottore mi chiedesse di viaggiare con lui nel Tempo e nello Spazio. Non dico che non mi mancherebbe la mia famiglia, però dai! Comunque, essenzialmente è questo: curiosità e scappare dalla monotonia.”
Il desiderio di una vita vera
Chiaro come il Sole: il Dottore risponde al desiderio di una “vera vita”.
Qual è la vera vita? Quella che a detta delle tre ragazze che sono state intervistate e – a mio parere – di moltissime altre persone che condividono il loro pensiero, ci permette di allontanarci da questa che possediamo ora.
« Trascinami dietro a te, corriamo! » recita il Cantico dei Cantici (Ct 1, 4): la sposa è attratta dal suo sposo, la sua promessa di gioia e felicità eterna, per tutta la vita. È una similitudine interessante.
Perché è interessante? Perché nella Bibbia, questa sposa rappresenta la gioia di annunziare il Vangelo, di mettersi al servizio di Dio, ‘sposandosi’ con Lui, nell’assoluta certezza che in Lui non c’è inganno, non c’è tradimento, non c’è un solo attimo che non sia di pura gioia.

Gesù viene rappresentato come ancora di salvezza dai paleocristiani
Questa vita che il nostro Dottore propone, e ciò che veramente ci attira così tanto da essere disposti ad abbandonare tutto per lui, è in realtà il nostro desiderio di una vita vissuta per cose grandi. Ma attenzione, questo desiderio può diventare un problema: invece di farci lavorare dal di dentro delle nostre vicende e apprezzare i doni che abbiamo, diventa disprezzo e fuga dalla realtà. Ma perché siamo così spinti a scappare? È la nostra incredulità a fregarci, l’idea che la vita che abbiamo ora possa diventare migliore di quanto immaginiamo solo se fuggiamo da essa: siamo stanchi della nostra famiglia, siamo stanchi dei nostri genitori, del lavoro, dello studio, di una situazione in generale che ci fa stare particolarmente male, facendoci soffrire nel profondo.
E quindi il Dottore rappresenta un’ancora, un appiglio, una speranza di vita nuova… e proprio pensando a lui, viene in mente che c’è qualcuno che potrebbe farci vivere un’avventura mozza fiato ed allo stesso tempo all’interno proprio della nostra strana e spesso soffocante vita. Esiste un Dottore che invece di farci visitare mondi sconosciuti ed affascinanti, rende nuovo ed affascinante proprio quella noiosa vita quotidiana in cui spesso siamo come incastrati. È Cristo, lui ci fa sapere che è il nostro “Dottore”, in qualche modo: non abbiamo bisogno di scappare da nessuna parte se non incontro a Lui, afferrare la sua mano, lasciarci sussurrare “Vieni con me” e spalancargli le porte, senza paura.
Ma ogni cosa prima o poi finisce… o forse no?
Ricordiamo inoltre che, per quanto possiamo amare questa serie tv (a meno che Moffat non ci delizi con altri dei suoi super buchi spazio-temporali nella trama!) prima o poi la storia del Dottore giungerà alla sua fine. Prima o poi, anche lui terminerà, come ogni cosa esistente.
Prima o poi, com’è accaduto con Rose, con Martha, con Donna, con i Pond e con tutti gli altri che lo hanno conosciuto, il nostro viaggio con lui finirebbe, e torneremmo – nel migliore dei casi − alla vita di ogni giorno, immersi nelle nostre faccende, nei nostri soliti problemi, nella nostra solita routine.
Allora, possiamo alzare gli occhi al cielo e sperare malinconicamente nell’arrivo di un qualcosa che ci svolti la vita… o pregare che il nostro ‘Dottore’ personale, Gesù Cristo, la riscuota e la stravolga una volta per tutte, affinché noi possiamo finalmente apprezzare e ringraziare di possedere questa piccola, inutile ed insignificante vita di adesso, che crediamo non valga poi molto.
… E ora scusatemi, vado a vedere l’episodio 3×12!
Commenti da facebook