Ansia? Manie di controllo? Guardate “Kung Fu Panda”!
Lo Spirito Santo vi ispirerà!
A chi ha la fortuna Grazia di Dio di avere dei nipotini (io ne ho uno di 3 anni e uno 21 mesi) sarà forse capitato recentemente di rivedere qualche classico Disney o magari uno dei nuovi tecnologicissimi film d’animazione come “Kung Fu Panda“.
Beh, a me sì e – come direbbe Po – “è stato mitico!”.
Avevo già visto il film poco dopo l’uscita (2008) trovandolo molto divertente, ma, rivedendolo a distanza di tempo, ho potuto cogliere dei messaggi più profondi.
La trama
Per chi non l’avesse visto o non lo ricordasse, questa è pressappoco la trama: la storia è ambientata nella Cina antica, dove un simpatico ma impacciato panda lavora nella spaghetteria del papà, sognando segretamente di diventare un grande guerriero di Kung Fu.
Nel suo villaggio, infatti, ha sede una importante scuola, dove maestro Shifu addestra i valorosi Cinque Cicloni, i guerrieri di Kung Fu più grandi di tutta la Cina, in attesa che Oogway, maestro di Shifu e inventore del Kung Fu, scelga fra di loro il Guerriero Dragone. Quest’ultimo, infatti, è destinato a difendere e portare la pace nel villaggio sconfiggendo il temuto Tai-Lung (prima allievo di Shifu che però ha tradito il maestro per la sua sete di potere).
Sembra soltanto un caso, perciò, quando Oogway sceglie Po anziché uno dei Cinque Cicloni, deludendo loro e destando le ire di Shifu, che tanto si era impegnato nella preparazione dei suoi allievi e ora si ritrova a dover addestrare da zero un panda in evidente sovrappeso. Possibile – si chiede Shifu – che Oogway abbia scelto un “flaccido panda“? Come potrà Po battere Tai-Lung e salvare il villaggio?
Difficile accettare la vita quando le cose non vanno come vogliamo noi…
Quante volte nella vita ci capita qualcosa che sconvolge i nostri piani, vanificando (o almeno questa è l’impressione) tutti gli sforzi fatti fino a quel momento? A chi non è capitato di sentirsi come Shifu? Tutto quello che hai fatto diventa inutile, qualcuno di cui ti fidi sembra ti abbia voluto tirare un brutto scherzo, vorresti che le cose andassero secondo i tuoi piani, ma non succede e ti scoraggi perché pensi che l’unico modo per raggiungere uno scopo è quello che hai in mente tu e le cose stanno andando nella direzione opposta.
Qualche tempo fa, parlando con una amica psicologa, ho appreso che sono in aumento le persone affette dalle cosiddette “manie di controllo“, che avvertono, cioè, una costante necessità di avere sotto controllo (o perlomeno di provare questa sensazione) qualsiasi aspetto della loro vita, andando in contro a gravi scompensi (reazioni aggressive e spesso il suicidio) se qualcosa devia rispetto ai loro piani o quando qualcuno non agisce esattamente secondo le loro disposizioni o aspettative.
Ma, senza scomodare i disturbi della personalità, quante volte non abbiamo accettato la nostra vita, il comportamento di una persona cara o una situazione che stavamo vivendo? La mancanza di tempo per sé, la mancanza di soldi, la mancanza di lavoro, la mancanza di attenzioni o gratitudine da parte degli altri, eccetera (la lista è lunga, praticamente infinita). Quella del desiderio di controllo è una tentazione piuttosto facile in cui cadere. Questo perché spesso delle condizioni ci sono imposte per scelte fatte da altri – che noi possiamo solo subire – e più spesso ancora, semplicemente perché l’Altro non è come noi lo vorremmo.
Ma cosa c’entra questo con un film d’animazione? Beh, c’entra se ci soffermiamo sulle parole con cui amorevolmente maestro Oogway conforta Shifu, confuso e disorientato dalla scelta del suo maestro:
Come reagisce Gesù alla tentazione del controllo? Come reagiamo noi?
Anche Gesù, in quanto vero Uomo, ha subito la tentazione del rifiuto della propria condizione e quella del controllo sugli altri e sulla propria vita, naturalmente vincendola e con essa il Tentatore. Le tre tentazioni del diavolo (Lc 4, 1-13) rispecchiano proprio l’idea che egli cerca di instillarci “Prenditi il potere che ti spetta nella tua vita. Perché soffrire? Ribellati!”. Pensiamo infatti alla prima tentazione: “Sei il figlio di Dio e stai qui a morire di fame? Trasforma questa pietra in pane!”, come a dire “Non hai abbastanza soldi? Trova un modo facile per farli!”. La seconda non è da meno: “La gente non ti crede, ma tu sei il figlio di Dio! Gettati dal pinnacolo del Tempio: gli angeli verranno a salvarti e la gente ti crederà”, ossia: “Non sei abbastanza stimato e considerato? Fai vedere chi sei (magari con la forza e la prevaricazione)”. E infine la terza, la più spregevole: “Inchinati a me e io ti darò tutto quello che vorrai.”
Il diavolo sa di trovare in noi un terreno fertile, perché purtroppo l’Uomo non sa o spesso si dimentica di quanto Dio lo ami, quindi ha paura per sé, per i suoi cari e per la sua vita. Come Shifu, abbiamo paura di non farcela, temiamo di aver sbagliato tutto e che i nostri cari paghino i nostri errori, abbiamo paura di deluderli, di metterli in pericolo o di non poterli aiutare.
Cosa facciamo allora per combattere la paura? Preghiamo? Macché! Ci facciamo tutti i nostri piani e ci rifugiamo in quelli, cercando di seguirli alla lettera per sentirci più tranquilli. Solo che poi succede qualcosa (o non succede) ed ecco lì che risprofondiamo nella paura e nella sofferenza e non abbiamo la forza e l’umiltà di accettare la situazione e di chiedere semplicemente aiuto a Dio (che nel frattempo aveva già in serbo per noi un piano – diverso probabilmente – ma di sicuro centomila infinite volte meglio del nostro).
Le armi contro l’ansia e la tentazione del controllo
A volte è davvero difficile resistere a queste tentazioni, fondamentalmente perché noi non siamo Gesù Ma Dio sa benissimo che noi non siamo perfettiLe conseguenze del peccato originale ci rendono deboli, fragili., ecco perché ci ha dato non una ma due importanti armi contro la paura e lo scoraggiamento: lo Spirito Santo e le Scritture!
Forse non avete mai letto o sentito dire che c’è una frase, nella Bibbia, che è ripetuta 365 volte dalla Genesi fino all’Apocalisse, una volta per ogni giorno dell’anno. Sapete qual è? “Non temere”. Fico, eh XD ? Praticamente è come se Dio ci dicesse ogni giorno: “Non avere paura del domani, ci penso io. Devi solo camminare vicino a Me giorno per giorno e fidarti.”
Il segreto è fidarsi di Dio
In tutta la storia dell’Uomo, da quella del Popolo d’Israele alla vicenda umana di Gesù, Dio non ha fatto altro che dire “Fidati di me, non dei tuoi piani. Se ti affidi a Me, non hai da temere per la tua vita”. Eppure l’Uomo fa fatica a fidarsi di Dio e cerca di crearsi delle “sicurezze”. Come il popolo d’Israele nel deserto conservava la manna per paura di rimanere senza, nonostante Dio avesse detto loro di non farsi scorte perché Lui gli avrebbe dato ogni giorno quello di cui avevano bisogno! Non si sono fidati e Dio ha fatto marcire le scorte che si erano fatti, continuando comunque a nutrirli come aveva promesso, nonostante la loro diffidenza (Esodo 16, 1-20). Ecco che fine fanno le nostre “sicurezze” e i nostri mezzucci: marciscono! Dio voleva far capire al popolo d’Israele (e quindi anche a noi) che a poco servono i nostri piani se non ci affidiamo a Lui!
«È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. Ecco che cosa comanda il Signore: «Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda». […] Avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì.
In seguito, giusto per essere sicuro XD, Dio manda pure Gesù a dirlo esplicitamente! E Gesù lo ripete continuamente, come un mantra. Lo dice a Giairo (Mc 5, 36), a cui era morta la figlioletta: «Non temere, soltanto abbi fede!», ai discepoli spaventati dalla tempesta (Mt 14, 27): «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» e poi nel mio punto preferito (Mt 6, 25-34):
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? […] Non preoccupatevi dunque dicendo: «Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?». Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.
Lasciamoci consolare dallo Spirito!
E lo Spirito Santo? Beh, diciamo che è quello che ha trasformato gli apostoli, poveri pescatori impauriti, sfiduciati e vinti dal dolore dopo la morte di Gesù in dei perfetti poliglotti che hanno girato tutto il mondo per annunciare la Buona Notizia! Lo Spirito Santo è il Consolatore per eccellenza (Gv 14, 15-17)
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi sempre, lo Spirito di verità […].
Insomma, pregando nella tentazione possiamo offrire a Dio la nostra sofferenza e chiederGli di mandarci il suo Spirito, che come Oogway fa sottoforma di un alito di vento che trasporta foglie di pesco, spirerà su di noi nel momento della prova a consolarci, sostenerci e incoraggiarci. É gratis, dobbiamo solo chiederlo, credendo in Lui
Commenti da facebook
11 Dicembre 2014
E in Kung Fu Panda 2 Shifu rende testimonianza di quello che è successo nel primo film
http://youtu.be/8lAKfUD169U
11 Dicembre 2014
Si, è vero
12 Dicembre 2014
Grazie!