Le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato e per coloro che vorranno ascoltare all’affermazione della verità.

— V

Sindrome di Asperger: si può curare con D&D?

Risolvere i problemi di Sheldon con i giochi di ruolo

The Love Spell Potential

I protagonisti di “The Big Bang Theory” mentre giocano a D&D

Abbiamo già parlato di GdR qui su CattOnerD, ma questa volta ne discutiamo con il dottor Marco Scicchitano, psicologo psicoterapeuta e ricercatore clinico, che ci ha raccontato dei giochi di ruolo e del loro uso terapeutico per la sindrome di Asperger.

Intervista a Marco Scicchitano

Cattonerd: “Presentati. Dicci chi sei, perché magari non tutti i lettori di Cattonerd sanno bene quello che fai nella vita. ”
Marco Scicchitano: “Nella vita faccio tante cose, rimaniamo circoscritti al fatto che sono psicologo e psicoterapeuta, tendenzialmente un clinico. In questa veste posso dire che collaboro con Spazio Asperger, un’associazione che ha un notevole riscontro, che tende a vedere la sindrome di Asperger, che è una variante dello spettro autistico,, in maniera molto aderente a quello che penso io. Cioè, tendenzialmente valutare quali sono i punti di forza: Non patologizzare, non etichettare. Collaboro con Spazio Asperger perché mi piace il modo con cui hanno scelto di approcciarsi a queste persone. Affermiamo che la sindrome Asperger non si “cura” come si cura, ad esempio, la depressione o un episodio maniacale o l’ansia. Questo perché non è una malattia ma una neurodiversità: una condizione strutturale che definisce la persona in aspetti anche molto intimi e profondi. Alcune caratteristiche del profilo aspie, come la Teoria della Mente, la flessibilità cognitiva, la gestione emotiva, possono portare la persona ad avere vissuti di disagio e disadattamento ed è importante per questo fare cultura, divulgare, come state facendo voi, informazioni sull’asperger e i suoi aspetti di fragilità così come i suoi punti di forza. Con questa concezione di base, ci siamo concentrati su quelli che possono essere aspetti disfunzionali della persona aspie che possono portare ad esclusione sociale, disagio e sofferenza, per sviluppare laboratori dedicati riabilitativi, palestre sociali. Una di queste difficoltà, ad esempio è la difficoltà nella cosiddetta “lettura della mente”: la teoria della mente è la capacità della persona umana di leggere attraverso il comportamento non verbale, attraverso l’esperienza vissuta, attraverso l’intuizione dell’altro, quello che avviene nella mente dell’altro che ho di fronte, cosa l’altro ha in testa. Permette di capire i sottintesi, l’ironia, il sarcasmo, le aspettative dell’altro e tante altre competenze importanti nella socializzazione Quindi, la “lettura della mente” permette di avere interazioni con gli altri in un modo spontaneo e fluido, perché io, parlando con una persona, mi rendo facilmente conto se si sta annoiando, se è d’accordo con quello che dico o no, e di conseguenza posso calibrare quello che dico a seconda di quello che vedo nell’altro. Se non avessi questa capacità in qualche modo l’interazione risulterebbe un più meccanica. Ad esempio potrei parlare troppo o insistere troppo su di un argomento che invece all’altro non interessa. Oppure potrei parlare di cose che non interessano lui, ma solo me. Ho cercato di essere semplice nella spiegazione, ma non vorrei essere banale dato che la questione è molto seria, dato che può portare i ragazzi asperger ad avere difficoltà rilevanti, pensate alla scuola: sapere tutto di un argomento e rispondere sempre alle domande in merito senza curarsi di quanto spazio si dà agli altri o su quali possono essere i pensieri dei compagni di classe può portare i ragazzi aspie ad essere considerati “secchioni saccenti “, mentre loro, banalmente rispondono a domande in modo onesto e sincero. Il punto è che possono far fatica a leggere la situazione sociale in cui sono immersi. Tendenzialmente sono persone molto intelligenti, capaci, alle quali piace approfondire quello che gli interessa . sono persone oneste, hanno interessi particolari, originali e specifici. Quando gli interessa qualcosa vanno fino in fondo in modo scrupoloso ed analitico e non avendo, diciamo, particolari interessi sociali spendono anche meno energie a socializzare e possono riuscire a canalizzare le energie risparmiate sulle loro attività ed hobby. Hanno una capacità eccezionale di focalizzarsi su quello che gli interessa. Sono quel genere di persone che possono stare tutto il giorno a fare la stessa cosa, approfondendola fino al dettaglio e senza stancarsi”. ”
Cattonerd: “Detta così sembra il ritratto del nerd.
Marco Scicchitano: “Diciamo che quelli che vengono definiti per cultura, “nerd” spesso da un punto di vista di categorizzazione psicologica possono avere un profilo asperger”
Cattonerd: “Tipo Sheldon Cooper di “Big Bang Theory“…”
Marco Scicchitano: “Sheldon è esattamente la trasposizione cinematografica del profilo asperger. Non mi sorprenderebbe venire a scoprire che gli sceneggiatori della serie per creare e disegnare il personaggio di Sheldon abbiano preso un manuale che parla di questa sindrome. Moltissime sue caratteristiche, viste con una chiave ironica, sono esemplari manifestazioni della tipicità aspie. Tra l’altro mi capita di usare video con Sheldon in terapia con i ragazzi che hanno le sue medesime caratteristiche, per farli immedesimare, rispecchiare e possano vedere in un altro errori sociali che magari compiono anche loro…”

Quando il Dungeon Master è uno psicologo…

Marco Scicchitano: “Per arrivare al punto, un’altra cosa bella di Spazio Asperger è quella di aver creato dei laboratori. Quindi fare cose interessanti con i ragazzi asperger per promuovere quelle capacità che in loro sono meno attive, meno forti, e quindi per aiutarli a star meglio. Nel mio caso, quello del Laboratorio Giochi di Ruolo, l’idea parte dal fatto che io sono un giocatore di ruolo. … ho sempre giocato ai giochi di ruolo.”
Cattonerd: “Per esempio, il nome di qualche gioco di ruolo a cui hai giocato?”
Marco Scicchitano: “Io ho giocato solo a D&D e Pathfinder. Il mio immaginario è completamente costruito intorno al mondo tolkieniano… L’idea mi è venuta perché ho trovato che il punto centrale è questo: se io devo giocare per ruolo un personaggio che prova emozioni, che ha pensieri suoi, che ha comportamenti suoi, altri da me, diversi da me, e che tra loro sono tutte cose coerenti fra loro e con la storia del personaggio (il personaggio deve essere coerente in se stesso), sono effettivamente obbligato, giocando, a esercitare la “lettura della mente”, perché devo essere capace di immedesimarmi in qualcun altro e farlo comportare in maniera coerente. Questo è l’asse portante con cui abbiamo pensato questo laboratorio, di cui ci sono moltissimi altri aspetti che si possono sviluppare… ”

Pregiudizi nei confronti dei nerd…

Nerd & D&D

I giochi di ruolo aiutano a socializzare, ma non necessariamente a trovare la fidanzata…

Cattonerd: “Rispetto al mondo nerd, come mai secondo te in certi ambienti cattolici c’è una barriera nei confronti di queste realtà, come quella dei giochi di ruolo? Quale può essere il motivo?”
Marco Scicchitano: “Secondo me è anche un discorso di cultura – e cattonerd sta facendo invece una proposta importante in questo – perché il mondo cattolico ha come tradizione un bacino culturale diverso. Penso che tendenzialmente abbia una posizione leggermente difensiva rispetto alle proposte che vengono dalla cultura anglosassone, o più genericamente dalla cultura mainstream, perché ci sono effettivamente delle cose che, provenendo da quell’ambito, vanno in qualche modo contro la visione antropologica sana e bella dell’uomo, che invece è quella che cerca e propone il Cattolicesimo. Però, effettivamente, questo è un approccio che può rivelarsi superficiale. Se si va ad analizzare meglio le singole cose è possibile vederle per quello che sono o per quello che possono essere o per la positività che possono portare. Nello specifico penso che questo vale per il gioco di ruolo e il mondo fantasy. Questo perché, ad esempio, il padre del Fantasy, Tolkien è un grandissimo cristiano, cattolico, basta leggere le lettere che ha spedito al figlio Chirstopher e nonostante ultimamente questa aspetto emerge sempre meglio, è stato misconosciuto per tantissimi anni. E penso che si può invertire la rotta, favorendo e facendo conoscere il positivo. Inoltre penso che anche quello che facciamo noi con Spazio Asperger può aiutare, perché comunque la socializzazione è qualcosa che interessa tutti. Il laboratorio che noi facciamo è specifico per le persone asperger, ma in realtà va bene per qualunque persona che ha in qualche modo interesse a socializzare divertendosi. Oltre agli obiettivi target per il profilo Aspie, ha degli obiettivi secondari che vanno bene per tutti, come ad esempio lo sviluppo dell’amicizia fra i giocatori e la pratica dell’immaginazione. Quest’ultima è un altro asse portante del nostro LabGDR, perché nella nostra società l’immaginazione è una capacità umana anestetizzata; siamo talmente bombardati da immagini, da immagini prodotte di altri, già precostituite, che tendenzialmente le persone si mettono poco ad immaginare da soli, a meno che non hanno una predisposizione naturale che li porta a farlo. Attraverso il LabGDR invece, essendo costretti a immaginare il loro personaggio, i mostri, l’ambiente, piano piano ci provano gusto, e descrivo il personaggio, del quale io gli faccio anche descrivere le caratteristiche fisiche all’inizio di ogni seduta di gioco. Esempio “Ok, adesso descrivimi il tuo personaggio, come è vestito oggi, come si sente. Rimmedesimiamoci nella situazione che abbiamo lasciato. Per esempio, stiamo davanti ad una caverna…”

Dungeon Master boy

Cattonerd: “Tu fai il Dungeon MasterLa persona che conduce, guida e narra le avventure nel gioco di ruolo di “Dungeons & Dragons”.?”
Marco Scicchitano: “Sì, io faccio il Dungeon Master: “Come si sente il tuo personaggio? Che cosa pensa? Che cosa ha intenzione di fare? Come è vestito, ecc…”. Tutte queste proposte che gli faccio li stimolano moltissimo per quanto riguarda l’immaginazione. L’immaginazione, si sa, è una qualità della mente umana che va a cascata ed è pervasiva su moltissimi altri ambiti. Per cui è utile nello studio, nel lavoro, è utile in matematica e utile nel problem solving. Nei ragazzi è una cosa utile in generale e noi possiamo stimolarla divertendoci. Qualsiasi cosa che stimola l’immaginazione è bene per l’uomo, D&D compreso.
Cattonerd: “Ti consideri cattolico e nerd? E qual è stato il tuo percorso spirituale?”
Marco Scicchitano: “Io sono cattolico da sempre. Ho avuto la mia fase di allontanamento, però ho una forte tradizione familiare, che ha radici abbastanza radicate ed un’esperienza concreta nella mia vita personale ”
Cattonerd: “Da subito hai visto un modo per poter conciliare le due cose (essere cattolico e nerd)?”
Marco Scicchitano: “In verità io non sono mai entrato nella dimensione nerd. Però mi piace molto. Le persone nerd, non so come dire, mi piacciono molto. Proprio perché conoscono un sacco di cose, approfondiscono molto; hanno un gusto per le cose, per cui sviluppano passione per argomenti particolari e producono e diffondono conoscenza. Le persone come Sheldon a me piacciono da morire.”

L’amore personale

Cattonerd: “Ma ti è mai capitato di trovare dei messaggi cristiani ad esempio in romanzi, film, cartoon e fumetti e cose “profane” che ti hanno appassionato?”
Marco Scicchitano: “Tolkien tantissimo, ma a parte Tolkien ho approfondito ultimamente anche per interesse lavorativo dato che molti adolescenti lo amano, la saga “Twilight”. Ho letto tutta quanta la serie, dove ci ho trovato elementi cristiani. E lei, Stephenie Meyer, è cristiana. L’ultima cosa che ho visto è “Interstellar” (a cui abbiamo dedicato un articolo: “Interstellar: Dobbiamo tornare a guardare in alto” NdR). “Interstellar” è un film che non so se definire “cattolico”, ma ha un elemento che lo rende molto cattolico.

Attenzione Spoiler!

L’elemento che non è cattolico è che non c’è Dio e non c’è la trascendenza. Tutto quello che all’inizio sembra essere trascendentale, tutti i messaggi che arrivano alla bambina, Murphy; tutto quello che chiama a qualcosa di altro, poi si scopre essere un circuito autoreferenziale chiuso, e l’uomo che parla con sé stesso. Questo necessariamente appiana la dimensione spirituale dell’uomo. Però c’è un elemento che, secondo me, è molto cattolico: quella della dimensione dell’amore personale, che è molto importante perché è quello che fa il Cattolicesimo, non dando troppa importanza per esempio a elementi ideologici del cambiamento della società. La Chiesa dice che l’umanità si salva amando le persone, non amando l’umanità. È l’amore personale che salva l’uomo. Questo è evidente nel film di “Interstellar”, per cui il protagonista, Cooper, si scontra con due personaggi che invece hanno, come il Professor Brand e Dr. Mann (che sta nel mondo gelato), questa idea di salvare l’umanità in generale, e che si scoprono poi essere delle persone che in qualche modo non reggono, perdono la speranza, la forza. Quella che regge e tiene è un’altra cosa: l’amore personale. Il protagonista parte perché ama i suoi figli, e torna perché ama i suoi figli, e attraverso questo salva tutta l’umanità. ”

Ringraziamo ancora Marco Schicchitano! Se siete interessati all’argomento, o volete più informazioni riguardo all’associazione Spazio Asperger… scrivetecelo nei commenti!

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Author: Alex Pac-Man

Cultura cattolica: Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi e tutto ciò che riguarda la protologia, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. Cultura nerd: Le mie prime idealizzazioni furono plasmate dai capolavori di Shigeru Miyamoto, quali "A Link to the Past" e "Ocarina of Time", che, magari sarà azzardato dirlo, racchiudono in sé un po' tutta l'essenza del mito. Il mio essere un nerdone comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.

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