Guardiani della Galassia: L’abbraccio di Groot
“Io Sono”
Premetto che mi muoverò non solo nella fantascienza, cosa di per sé già avventurosa e imprevedibile, ma anche nella fantaspiritualità, pericolosamente in bilico su una cresta che da una parte dà sul burrone dell’assurdo e dall’altra sullo strapiombo del ridicolo.
Ma conscio dei pericoli che corro, confidando sulla clemenza di Nerd pronti a quasi tutto, mi accingo a raccontare alcune cose che mi sono passate per la mente godendomi “Guardiani della Galassia“, film uscito nell’autunno scorso, di papà James Gunn e di mamma Marvel.
Non è una recensione
La mia non è una recensione, ma una serie di suggestioni che mi sono spuntate come rami intorno ad un unico personaggio, e neppure, apparentemente, tra i più importanti: il legnoso e monotematico Groot.
Una veloce trama senza spoiler per inserire il personaggio nella struttura narrativa del film. L’antieroe Peter Quill trova una sfera misteriosa, scoprendo che il cattivone Ronan la vuole per distruggere l’universo mondo. Per contrastare Ronan, a Quill si aggregano una serie di personaggi eterogenei, tra cui il nostro uomo-albero.
Il resto lo lascio alla vostra visione e, come anticipato, mi soffermo su Groot.Il quale a dire il vero si presenta in modo assai poco eroico. Fa coppia con Rocket, un procione parlante e straparlante che di professione fa il cacciatore di taglie. Groot ne è lo scagnozzo muto e goffo, ingombrante e monotono nel suo parlare che consiste un un’unica frase: “Io sono Groot”. Insomma, un personaggio insignificante e patetico.
Epperò man mano che le avventure procedono, Groot pare assumere un ruolo tutto particolare. Dopo aver ripetuto alcune volte la sua monofrase, con intonazioni diverse, ma che non permettevano di cogliere altro che le parole pronunciate, ad un certo punto si scopre che….
Rocket è in grado di capire ciò che Groot intende dire, anche se lo dice sempre con i soliti tre vocaboli. E le cose che ‘dice’ sono sempre assai significative! Sprona al coraggio (“dobbiamo salvarli”), evidenzia l’amicizia (“sono gli unici amici che abbiamo mai avuto”) fino al momento in cui…
Groot dà la vita per salvare gli amici.
Un abbraccio che rimanda a qualcosa di più alto
E l’immagine di Groot che apre le sue braccia legnose e circonda gli amici mi ha rimandato a tante suggestioni, dall’Arbor Vitae Crucifixae di Ubertino da Casale al Cristo del Fazzini dell’aula Paolo VI, fino al culmine delle ultime parole, per la prima volta diverse: “noi siamo Groot”.
E che dire degli ‘Io sono’, richiami di ben Altri ‘Io sono’ (Es 3,14)?
E infine la ‘resurrezione’…
Beh, forse ho esagerato, ma provate a godervi il film. E’ proprio il caso di dire ‘buona visione!’.
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