Il Vangelo secondo Tetris
“Se pensi di poter trovare tracce di Dio in tutto, le troverai anche in Tetris”
Challenge accepted
Una piccola premessa

It’s gonna be legend… wait for it… holy! Legend-holy!
Questo articolo nasce da una sfida goliardica, lanciatami da Pietro Spina di NintendOn durante una piovosa giornata milanese, mentre aspettavamo di partecipare come ospiti alla trasmissione “NerdHouse” . Gli stavo parlando di CattOnerD e di come uno dei nostri scopi fosse quello di trovare un messaggio cristiano (senza forzature eh! n.d.r.) anche nelle opere “pagane” d’oggi. Un po’ come fecero i primi Padri della Chiesa, e Santi vari, alle prese con popolazioni che, pur non avendo mai sentito parlare di Cristo, in qualche modo avevano preparato per Lui una strada nel loro cuore attraverso la loro cultura. Colpito e divertito dal nostro proposito, Pietro sé ne uscì con questa frase:
Pietro: “Ok, allora dimmi che messaggio cristiano c’è in… Tetris!“
Colto alla sprovvista non ho saputo cosa rispondere, ma il mio cuore a sentir quelle parole ardeva (Lc 24,32), e gli promisi di farci prima o poi un articolo su… ed eccoci qui!
Tetris in breve

San Pietroburgo prega per noi
Nato nel 1894 dalla mente del russo Aleksej Pažitnov, il gioco si riassume in un survival dove bisogna evitare che lo schermo si riempia a causa dei vari mattoncini che cadono dall’alto. In che modo? Governando la caduta del tetramino di turno, incastrandolo con i precedenti, tentando di formare delle file orizzontali complete. Quest’ultima operazione farà scomparire le righe perfette di mattoncini, liberando così dello spazio vitale.
Tutto qua. Semplice? Non proprio. Vi spiego perché.
Un gioco “impossibile”
Nella modalità di gioco originale, l’A-Type, si parte con lo schermo vuoto, e i mattoncini cadono uno ad uno, aumentando di velocità ogni volta che si elimina una riga. Il gioco quindi termina quando il player non riesce più a gestirne la caduta e l’ultimo tetramino raggiunge il bordo alto dello schermo. “Sì ma se uno è bravo può andare avanti all’infinito!”, direte voi, “Eh no”, rispondo io! Alcuni matematici, che non avevano niente da fare, hanno scoperto che esiste una combinazione di tetramini impossibile da incastrare, e che quindi porta alla sconfitta certa del giocatore di turno! L’unica cosa che si può fare quindi, anche ammettendo che a giocarci ci sia Jimmy Woods, è solo sperare che quella combinazione arrivi il più tardi possibile, portando così a casa il punteggio più alto mai ottenuto.
Insomma, “hai da perde'”, c’è poco da fare, “stacce”!
La teologia di Tetris

Venne tra di noi per salvarci. Gesù? No! Il tetramino verticale!
Ma veniamo a noi, e che non si dica che sto tergiversando perché in un gioco così semplice è impossibile vederci qualcosa di cristiano! Tsk!
Ci ho riflettuto per giorni, poi ho pensato ad altro, e poi, quando mi sono ricordato della sfida, ho avuto un’illuminazione… la conversione!
No, non ho fumato incenso, né ho buttato giù troppo vin-santo. Mi spiego:
Antropologia umana
Nel corso dei secoli l’uomo ha cercato di spiegare l’uomo all’uomo. Molti si sono arrischiati nel tentare di delineare l’oscuro profilo antropologico dell’Homo sapiens sapiens. C’è chi lo ha definito un semplice animale. C’è chi lo ha chiamato un animale particolare, o una creatura sui generis. Chi pensa sia un prodotto degli alieni, chi del caos. C’è poi chi ha detto che è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, ma che poi qualcosa è andato storto. E in questa ultima categoria, c’è chi, come i calvinisti, ha deciso che ormai l’essere umano è profondamente corrotto e che solo l’intervento di Dio lo può salvare dallo schifo che è; senza che sta scimmia pelata possa fare nulla, anzi! il Creatore ha già deciso tutto, quindi la pseudo scimmia deve solo abbozzare e sperare di essere tra i raccomandati con il biglietto in tasca per il Paradiso.
Per il cattolicesimo, al contrario, l’uomo è fondamentalmente buono, capace cioè di amare come Dio, ma il peccato originale® l’ha corrotto, e lo spinge a mancare il suo scopo (peccando per l’appunto), tramite parole, opere e omissioni.
Il Battesimo
Quando un catecumeno viene battezzato, riceve in dono una veste bianca, perché rappresenta uno stato di completa assenza di peccato. Infatti il Sacramento del Battesimo, oltre ad essere l’accesso alla vita nello Spirito, è anche capace di pulire via il peccato originale® (senza eliminarne l’effetto… questa ve la spiego tra un po’), e i peccati personali commessi. Bello vero? Ma torniamo a Tetris.
La schermata vuota del gioco rappresenta quindi lo stato di ognuno di noi appena ricevuto il Battesimo. “Bella pe’ noi” penserà qualcuno “Il Peccato Originale è stato tolto, quindi ormai siamo un tutt’uno con Cristo e siamo automaticamente santi!”. Ti piace vincere facile eh? Ponzi ponzi popo… Eh no, il buon Dio, come ogni padre dovrebbe fare, lascia ai suoi figli la possibilità di camminare con le proprie gambe, e anche di farsi male cadendo. Perché la libertà è bella, ma ha un costo, ovvero quello del rischio. Se sei libero puoi scegliere; se ami lasci libera la persona amata. Questo è il rapporto che il Padre vuole avere con noi, ci lascia liberi di scegliere, perché ci Ama.
La Confessione

Homer e la sua confessione
Così, mentre ci gongoliamo del nostro vestito bianco, arrivano i primi peccati. Dall’alto dello schermo scendono inesorabili, ci riempiono, e ci appesantiscono. I nostri errori tolgono luce allo schermo, limitano i nostri margini di manovra. Il primo peccatuccio sembrava una cosa da niente – lo muovo e lo rigiro come voglio -, ma più aumentano e più le cose si complicano. Non c’è spazio, non c’è aria… e quanti di quelli di noi che ci hanno giocato a Tetris alla fine hanno rosicato facendo cadere gli ultimi tetramini più velocemente possibile per terminare quell’agonia?
Ecco, questo è lo stato in cui ci lascia il Signore. Certo, vista così non sembra così buono il Padre. Ma c’ha dato un dono: La riconciliazione!
Quando ci apprestiamo al Sacramento della Confessione, è come infilare di colpo i mattoncini nel posto giusto. Mano a mano che riconosciamo i nostri peccati, e mettiamo ordine, essi spariscono e lo schermo si svuota!
Se dovessi descrivere la sensazione che ho provato dopo alcune riconciliazioni davvero sentite (eh sì, non sempre ci si va con lo spirito giusto!), affermerei questo:
È come quando appare il tetratramino lungo, e di botto fai sparire 4 righe tutte in un colpo solo!!! AH! Che boccata d’aria fresca! Lo schermo si illumina e tutto il mondo sembra un posto migliore
Però non è che il gioco finisce qui eh! La vita va avanti, e mentre segui Cristo può capitare di inciampare, alle volte di finire anche a faccia per terra! Ma ci si rialza, si incastrano i mattoncini, e si riparte.
Game over, o no?
Tutto molto bello… ma ci siamo dimenticati un dettaglio: Quella famosa combinazione che porta all’inevitabile “Game over”. Anche se nel cammino cristiano funziona in maniera opposta all’A-Type – ovvero più ci si tiene “liberi” e più i mattoncini rallentano -, arriverà il momento in cui il gioco deve terminare.
Ecco, non voglio chiudere dicendo che andremo tutti all’inferno (“in eteEErnoooo” citantdo Elio) eh, ma anzi vi voglio dire che esiste un altro modo di finire il gioco:
Essere richiamati dal Padre che ci invita ad andare a tavola! (Matteo 22,1-14 / Luca 14,15-24).
Chi ignorerà la chiamata, convinto che la vita sia un gioco dove conta solo vincere dimostrando di essere migliori degli altri, sarà costretto prima o poi a perdere, e nulla avrà se non una cena fredda da consumarsi in solitudine. Se invece sapremo darGli retta, lasciando stare il Game Boy sul letto, potremo correre tra le sue braccia, mangiare insieme a Lui, e raccontanrGli di quanto bello è quel gioco che ci ha regalato così tanto tempo fa da sembrare che sia passata una vita… eterna.
Commenti da facebook
16 Marzo 2016
Bellissimo articolo!