Vedete questo film…”Se Dio vuole”!
Quando l’amore passa anche per il peggior nemico
“Se Dio vuole” è una commedia italiana uscita nei cinema il 9 aprile e ancora presente nelle sale cinematografiche. Mi ha subito colpito il titolo, volutamente lasciato in sospeso, come ammette il regista Edoardo Falcone:
Di solito si usa dire “Se Dio vuole” seguito da qualche nostra speranza: “Se Dio vuole…ci sposeremo. Se Dio vuole…l’esame andrà bene.” ecc, ecc… ma più che altro è un intercalare, spesso anche tra chi ci crede davvero in Dio. Ma pensandoci, ce lo siamo mai chiesti cosa vuole Dio per la nostra vita? Ci interessa davvero? Questi e altri interrogativi, si celano a mio parare in questo titolo. E difatti “Se Dio vuole” è un film che lascia interrogativi più che dare delle risposte.
La trama
Ho amato questo film già dal trailer, e devo dire ha soddisfatto le mie aspettative. Sceneggiatura brillante, grandi risate, colpi di scena ed eccellenti interpretazioni, rendono il film davvero godibile. Marco Giallini interpreta magistralmente il ruolo di un cardiochirurgo rinomato, Tommaso. Un uomo impostato, sicuro di sé, arrogante, che vedrà piano piano sgretolarsi le sue certezze; e questo grazie soprattutto alla conoscenza di don Pietro, interpretato dal grande Alessandro Gassmann, uno di quei preti che “non te le manda a dire”, un po’ alla “Don Camillo”. Tutto comincia quando Andrea, il figlio di Tommaso, riunisce la famiglia per dare una notizia importante. “È gay!” pensa Tommaso, ma la cosa non lo sconvolge, “l’importante è amare” ripete convinto. Ma quando scopre che il figlio vuole diventare sacerdote, non è più cosi comprensivo. Lì inizia il calvario del nostro medico, che si accorgerà di non conoscere realmente suo figlio, di avere una moglie depressa, oppressa da una vita borghese e dalla totale indifferenza del marito, una figlia che non si sente accettata e, soprattutto, il protagonista si accorgerà di non essere cosi perfetto come credeva. Ovviamente come finisce la storia dovrete scoprirlo da soli.
Gli opposti si attraggono?
Che dire, sicuramente il connubio “Peppone – Don Camillo” funziona sempre. Tommaso è la nostra parte cinica, scettica, stantia, quella che non riesce a credere al buono che c’è nel mondo, e non possiamo fare a meno di rispecchiarci in lui almeno un po’. Don Pietro è la speranza, il bene che ha vinto sul male, un uomo che rappresenta il cambiamento stesso e che crede fermamente in un Dio che lo ama. Gli opposti, uomo di scienza- uomo di fede, si incontrano-scontrano , e questa unione, come da copione, è esilarante.
Ma ecco quello che mi ha colpito maggiormente: cosa riesce poi a unire queste due figure cosi speculari?
“Se Dio vuole” alla fine, non offre dei moralismi triti e ritriti o sentimentalismi stucchevoli, è semplicemente la storia di una amicizia sincera che nasce tra due persone nonostante siano molto diverse, ed è questo il punto nevralgico. Don Pietro in tutto il film non fa mai prediche, non fa la morale a Tommaso nemmeno quando potrebbe, si limita a offrigli la sua amicizia e a farsi pian piano conoscere. L’unica volta che nel film si parla di Dio esplicitamente, è quando il sacerdote, ma solo verso la fine, racconta la sua personale esperienza di conversione. Non a caso, il cambiamento del “Peppone” della situazione, avviene di pari passo all’acquisizione della fiducia verso don Pietro. Tommaso, scossone dopo scossone, è costretto a rivedere la sua vita, si rimette in discussione, e prova a instaurare rapporti autentici con la sua famiglia. A mio avviso, questo aspetto, offre spunti di riflessione veramente importanti. Ad esempio, ve la butto li, che Dio non è un concetto astratto? Che la fede non è ideologia? Che Dio si incontra realmente nelle persone? La testimonianza più grande che si può dare di Dio dunque non è a parole (non solo), ma nell’amore concreto. E quello si incontra attraverso le relazioni, attraverso le amicizie vere, sincere, dove ci si impara a conoscere e dove ci si spende davvero per l’altro. Forse il segreto dell’incontro tra questi due modi di vivere opposti, apparentemente inconciliabili, è proprio nell’imparare a conoscersi e magari giungere a stimarsi/rispettarsi. Mentre purtroppo molto spesso, quando si incontrano persone ostili al nostro pensiero (e a noi cattolici capita spesso), si finisce nel fare discussioni, quasi sempre, sterili. Certamente lo scambio di opinioni fa bene per crescere, e può essere utile a sfaldare nell’altro dei preconcetti infondati (dall’una e dell’altra parte), ma questo può accadere solo se in primis c’è una stima alla base del rapporto (ecco spiegato perché molto spesso, sopratutto in rete, ci si ritrova a fare discussioni davvero inutili. Ovvio… non ci si conosce!). “Quello che sei grida più forte di quello che dici” come diceva il buon don Oreste Benzi. È una citazione che ho già ripetuto altrove, ma credo che qui sia d’obbligo.
Quando la realtà supera… i film!
Concludo con questa nota a margine:
Personalmente quello che mi ha colpito è la somiglianza di don Pietro a dei preti di mia conoscenza, ad uno in particolare, al quale infatti si sarebbe ispirato il regista:
Infatti non ho potuto fare a meno di provare una sensazione di familiarità per tutta la durata del film.
Don Pietro è uno che sa parlare alla gente, ai giovani, ha una simpatia dirompente, insomma è un trascinatore di folle. Come dicevo, ho conosciuto sacerdoti così, e il film, vi assicuro, mostra solo un pallido ritratto di come sono realmente. Perché al di là dell’aspetto “spettacolare” un po caricato, ad esempio nell’entrata di don Pietro con applausi alla Zelig (mi riferisco alla scena in cui il sacerdote fa una catechesi ai giovani), come mostra in seguito anche il film, sono persone che davvero dedicano interamente e senza riserve la propria vita al prossimo. Anch’io ero un po’ Tommaso, e mi sono dovuta ricredere. Ho visto cose che voi umani non potete immaginare! …Ho visto folle di ragazzi riversarsi in una chiesa, o in un edificio, e per ascoltare chi? Un sacerdote che parla in romanaccio, che ti fa morire dal ridere che nemmeno fossimo al cabaret, ma nello stesso tempo ti racconta qualcosa di molto serio, di un incontro con qualcuno che gli ha cambiato la vita. Ho visto persone cambiare vita (e intendo in meglio) e credo che questo sia il miracolo più difficile in cui riuscire a credere. Ovviamente, dopo quello di veder cambiare in positivo noi stessi, e su questo non c’è alcun dubbio… possiamo dire che sicuramente Dio lo vuole.
PS: Per chi fosse interessato a gli incontri da me citati, consiglio il sito www.lapartemigliore.org
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