La Bibbia a cosa serve?
Domanda: La Bibbia cos’è? Un libro di storia? Una raccolta di miti? Un enorme sottobicchiere? Un dettato divino? Un libro di tuttologia scritto dall’Onnipotente? Ma, più concretamente, la Bibbia a cosa serve?
Risposta a caldo
Ti interessa fare la conoscenza di un Signore che chiamano Dio? Se la risposta è sì, la Bibbia potrebbe tornarti utile! Vabbè, avrebbe pure una seconda funziona: non farci vivere a casaccio. Secoli di macelli, guerre e complotti, forse hanno dimostrato che non siamo così portati per una vita ordinata!
Risposta a freddo
Sembra una domanda scontata, o almeno dovrebbe esserlo, ma spesso parlando con le persone, cristiani inclusi, il fine ultimo della Sacra Scrittura non mi sembra sia del tutto chiaro… La BibbiaUn insieme di testi divinamente ispirati, raccolti in un unico libro che rappresenta la tradizione scritta giudaico-cristiana. è un insieme di libriStorici, sapienziali, profetici, ecc... di differenti generi letterali che convergono su di un unico fine. I fondamentalismi cristiani, e molti altri fraintendimenti legati al cristianesimo, scaturiscono proprio dal dare per scontato il fine ultimo della Sacra Scrittura. E, per essere chiari, quale sarebbe il fine ultimo della Scrittura? È presto detto, forse facile a dirsi ma non a farsi, lo stare in relazione con l’Onnipotente.
Un manuale d’istruzioni

A cosa serve la Bibbia? Se lo sono domandati anche i Simpson, i numerosi episodi della loro serie tv. Ma, a quanto pare, il reverendo Lovejoy non ha mai saputo spiegarglielo…
Quella che dice don Fabio Rosini all’inizio del percorso de “Le dieci parole”, o de “I dieci comandamenti“, sembra una cosa scontata… ma, datemi retta, non lo è affatto! La Bibbia serve a stabilire una relazione con Dio, cosa divenuta difficoltosa dopo la propagazione del peccato originaleUn grave peccato commesso da Adamo, il primo uomo., che ha deturpato la natura dell’uomo con una serie di deficit nelle sue funzioni intellettive e fisiche, e la comparsa di una serie di istinti bestiali contrari alla volontà di Dio, di cui quelli di prevaricazione ed autoaffermazione sono indubbiamente i più devastanti. La Chiesa Cattolica, queste tare ereditarie trasmesse dal peccato di Adamo le chiama “concupiscenza”.
L’uomo decaduto così non è stato più capace di accogliere dentro di sé lo Spirito Santo, di coltivare una spiritualità sana, e conseguentemente questo ha provocato un disordine nella sua realtà affettiva. Il discernimentoLa facoltà della mente di giudicare, valutare, distinguere rettamente; attitudine nel distinguere il bene dal male. Quindi, di capire la volontà di Dio. è infatti saper vivere gli affetti in maniera ordinata.
Per venirci incontro Dio ha così scelto, in un dato momento storico, un popolo adatto ad accogliere la Sua parola. Questo popolo, il popolo ebraico, ha nel corso della sua storia raccolto in una tradizione sia scritta che orale la propria esperienza di Dio. La Rivelazione non è un dettato divino, come pretende di esserlo, che ne so, il Corano, ma un testo divinamente ispirato che induce l’uomo ad un dialogo con il suo Creatore.
Questo Messia non mi piace… avanti il prossimo!
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità. ~ Giovanni 1, 14.
Gesù, il Verbo incarnato, diversamente da quello che alcuni pensano, non scrisse alcun libro, ma istituii una Chiesa. Tuttavia questo lo abbiamo già ampiamente spiegato nell’articolo dedicato alla Sola ScripturaÈ l'affermazione che soltanto la Bibbia possa e debba essere la regola ultima della fede e della pratica del cristiano., “Perché i cattolici non approvano la Sola Scriptura?“. Il Nuovo Testamento è, né più né meno, la raccolta delle testimonianze e dei testi ispirati scritti dai suoi apostoli. Già questo dovrebbe di per sé bastare a distruggere qualsiasi posizione protestante che pretenderebbe di ridurre il Cristianesimo ad una lettura fideistica dei testi sacri. C’è però un altro aspetto che definitivamente dimostra l’insensatezza di qualsiasi approccio fondamentalistaPrendere il testo alla lettera anche quando il linguaggio usato è esplicitamente simbolico. alla Sacra Scrittura: Gesù fu prima respinto e poi condannato dai farisei proprio poiché, quest’ultimi, non soltanto non volevano entrare in relazione con Lui – conoscerlo davvero –, ma avevano esclusivamente a cuore di preservare o confermare la loro lettura integralista e politica riguardo la venuta del Messia.
Perché Gesù parlava in parabole?
Si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro per mezzo di parabole?”. Rispose Gesù: “Perché a voi è dato conoscere i segreti del Regno dei Cieli, mentre a quelli non è dato. Infatti, a chi ha sarà dato e avrà in abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quel poco che pure ha. Per questo parlo loro per mezzo di parabole: essi guardano senza vedere e ascoltano senza intendere né capire”. Così si realizza per loro la profezia di Isaia che dice: “Ascolterete ma senza comprendere; guarderete ma senza vedere. Perché la mente di questo popolo si è fatta ottusa; si sono turati gli orecchi e hanno chiuso gli occhi per non dover vedere con gli occhi, udire con le orecchie, capire con la mente e ritornare a me (dice il Signore). Io li avrei guariti!”.
Detto in altre parole, Gesù dice che se ci riconosciamo bisognosi di aiuto Lui è qui, pronto a rivelarci il Regno dei Cieli, ma se crediamo di avere già la verità in tasca o se non ci interessa realmente di conoscere Dio, per paura di rompere nostri schemi o rinunciare alle nostre convinzioni, allora ogni dialogo muore sul nascere.
Uno dei passi più esplicativi del Vangelo dove Gesù mette pienamente in evidenza l’ottusità dei suoi interlocutori è senz’altro Giovanni 8, 51-59 :
Discussioni analoghe se ne fanno ancora oggi, quando ci si imbatte in qualcuno che riduce la parola di Dio ad una nozione o ad un precetto. Per dirne qualcuna, quante aspre discussioni con quelli che pretendono il “creazionismo duro e puro”, asserendo che il mondo fu creato per davvero in sei giorni, o con i vari protestanti a cui se si fa vedere una statua della Madonna danno di matto per paura di peccare di “idolatria”! (Tra poster ed action figure, la mia “idolatria” non ha eguali! ) Per non parlare di islamici, anticristiani e chi più ne ha più ne metta, che si attaccano ad interpretazioni letterali o capziose della Bibbia o di altri testi, per sostenere le cose più assurde! O per trovare un cavillo che screditi il cristianesimo. Se riportassi per iscritto le discussioni, a tratti demenziali, che ho avuto modo di fare con i vari fideisti in cui mi sono imbattuto nel corso della vita, se ne ricaverebbe una collezione di sceneggiature sufficiente a dare vita a quattro o cinque stagioni di una sitcom.
Detto questo, fateci caso, Gesù di rado faceva asserzioni, ma rispondeva alle domande che gli venivano poste con altre domande o, al limite, con similitudini; e usava volutamente un linguaggio non immediatamente chiaro per spingere il proprio interlocutore a non ridurre il rapporto con Dio ad un “dammi la soluzione, che vado di fretta!” o “dimmi quello che voglio, che altrimenti non mi tornano i conti!”.
Conclusione

Il finale di “My Last Day“: dopo la morte, il buon ladrone incontra Gesù… il paradigma del primo santo della Chiesa: un’intera vita di sbagli, dubbi e rimpianti che trova finalmente un senso nell’incontro con Dio
Come posso scoprire lo scopo e il significato della mia vita? Cosa devo fare per trovare la mia strada? In quale modo posso avere una vita pienamente felice? Perché esiste il male e come affrontare le inevitabili difficoltà della vita? Queste e ad altre essenziali domande esistenziali possono ricevere una risposta solo dall’autore della vita. Ma, ricordiamocelo, il vero fine di ogni domanda non è quello di dissolvere un dubbio, ma di portarci ad un rapporto con il nostro interlocutore. In questo caso, Dio. La Sacra Scrittura è per dare inizio ad una relazione interpersonale, un vincolo di interdipendenza, tra noi e Dio. Diceva Santa Teresa d’Avila, tutto passa, solo Dio resta. Pertanto non possiamo equivocare: Il fine della vita è l’incontro con il Padre; un’esperienza divenuta astrusa dalla propagazione del peccato originale, ma ancora possibile grazie alla parola che Gesù Cristo ci ha donato. Ricordatevelo, perché si tratta dello spartiacque della nostra felicità eterna.
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