“You God” e “Racconti nascosti nei sogni” – Recensione
La fantascienza, finalmente cristiana!
Andiamo a recensire oggi due raccolte sicuramente non convenzionali: si tratta di racconti di fantascienza… Cristiana! Una dicotomia impossibile? Una forzatura? Per molto tempo sì, nonostante gli esperimenti del sempre presente Lewis e il suo “Lontano dal pianeta del silenzio“. Però la stigmatizzazione di una fantascienza “atea” è, e rimane, qualcosa di dato di fatto, che è così, senza porsi domande se possa esistere una fantascienza religiosa, cioè dove il Divino, la Rivelazione, possa irrompere con tutta la forza del suo messaggio. A parte qualche autore che si poneva in aperto contrasto, la religione è divenuta un qualcosa che non c’è, e basta.
Forse si gioca qui la geniale idea di Annarita Petrino, classe 1977, che con le sue raccolte di racconti brevi “You God” e “Racconti perduti nei sogni”, permettere a questo messaggio di attraversare lo spazio stellato, le guglie di distopie, addirittura le calcolatrici CPU di robot e automi.
Un palco credibile
Spesso e volentieri la fantascienza, ma anche il fantasy, subisce un problema a causa di autori poco attenti: essere in-credibile. Non si può credere a quello che si sta leggendo, viene gettato tutto così, nel calderone, senza una logica. La giustificazione? Fantascienza baby, parafrasando Mr. Torgue.
Ecco, Annarita non cade mai in questo errore. Ora, è vero che non vogliamo spiegazioni nel minimo dettaglio alla Jordan, a noi lettori basta semplicemente non essere presi in giro, e l’autrice in questione lo ha capito benissimo. Tutti i suoi racconti sono credibili, non ci sono forzature o stonature. L’impianto regge, come si suol dire.
Ci sono distopie, ci sono oggetti e macchine, ci sono scoperte rivoluzionarie. Ma non è un futuro astruso, è il nostro futuro. L’autrice ci guida, ce le dimostra con poche pennellate ma efficaci. Per dei racconti che vogliono sviluppare dei messaggi, la base è fondamentale, per non renderli ridicoli. E questo obiettivo è stato raggiunto. Possiamo proseguire.
La presenza e l’assenza di Dio nelle stelle

Si può smettere di credere in Dio osservando le stelle? Molti racconti di fantascienza lo hanno velatamente sostento, senza però essere mai convincenti
Non c’è Gesù, non interviene nel nostro futuro. A volte, nemmeno viene nominato. Manca? Sì, manca. Non aspettatevi di incontrare i santi, gli angeli o il Cristo. Non aspettatevi nemmeno delle trattazioni teologiche o filosofiche. Qui non ci sono. Dio è come adesso, non è interventista, non possiamo vederlo, solo conoscerlo. E gli uomini sono come adesso. Si sentono distanti da lui, lo percepiscono, c’è la tensione che ci spinge a cercarlo, ma nessuno l’ha mai visto.
Però rimane la religione, questa realtà consolatoria che muove i protagonisti dei racconti. A volte è una religione ufficiale, infatti troviamo preti e suore; a volte un “semplice” segno, come una croce al collo. La struttura religiosa rimane, sfida le distopie, si fa carico delle sofferenze del prossimo. Se nel futuro non possiamo incontrare direttamente Gesù, sicuramente manterremo la nostra fede, ci dice Annarita.
Questo è ciò che appare nella lettura, non c’è Dio, c’è la religione. E un lettore occasionale può benissimo apprezzarla così. Ma, se i nostri personaggi forti sono sorretti dalla religione, questa, dove si sorregge? Da Dio, evento primario e che dona un senso alla realtà, per quanto distopica o oscura possa apparire. Vediamo meglio questo punto.
Racconti edificanti

La copertina di “You God”…
Leggo sul blog di Annarita, che consiglio a tutti di visitarlo, che la nostra autrice è un insegnante. Un educatrice. Bene, sappiamo che non è solo un lavoro, ma una missione, l’educare. E di questa missione Annarita si è fatta carico con volontà e credendoci fino in fondo, come si può percepire nei racconti.
Non sono racconti per tutti, ma questo non è un male. Non sono fatti per vendere e per commercio. Ogni racconto è come una freccia, scagliata per raggiungere un obiettivo. L’autrice non vuole gettarli, mira precisamente al centro.
Si possono leggere per svago? Sì, sono ben scritti, in maniera semplice e comprensibile, senza giri di parole. Una buona povertà, insomma, evangelica da un certo punto di vista. Ma chiaramente non sono destinati principalmente a questo.
Ogni racconto ci dà un insegnamento morale, etico, religioso. Ogni storia, ogni prova passata dai protagonisti, novelli Giobbe, ha un senso, che emerge per il lettore in maniera chiara.
C’è un bene, c’è un male. C’è un giusto, c’è uno sbagliato. In un momento dove il “grigio” viene valorizzato, questa scelta di suddividere il mondo tra “bianco/nero” può far venire l’orticaria a molti, soprattutto per i propugnatori del relativismo etico.
I protagonisti sono chiamati a fare delle scelte, a confrontarsi con delle realtà forti e opprimenti, a soffrire e a volgere il loro sguardo verso quello di Dio, che non li ha mai abbandonati. E ri-specchiandosi, ri-scoprendosi, ri-prendendosi, capiscono cosa devono fare. Il “grigio” viene attraversato, ma la destinazione è sempre il “bianco”. Se non per i personaggi, sicuramente per il lettore.
Educare significa avere le idee ben chiare, come dimostra Annarita. Non si può cedere a compromessi, non si può scherzare quando si va a formare la mente degli uomini di domani, la coscienza dei ragazzi. Così bisogna che capiscano cos’è il bene, e come possano raggiungerlo.
Coraggiosamente la nostra autrice prosegue per la sua strada, sbandierandola in ogni racconto, facendo emergere come vincitori gli uomini e le donne che hanno scelto la religione cristiana.
Conclusione
Ora è chiaro dov’è Dio, dove si trova in questa “fantascienza cristiana”? È ovunque. Nei protagonisti, nella base dell’opera, negli insegnamenti dell’autrice. Dio è sempre presente. E con questa presenza abbiamo raggiunto quel che si prefissava il genere: fare fantascienza, ma farla cristiana, cioè alla luce della Rivelazione.
Non ho citato direttamente i racconti dell’autrice, perché voglio lasciarvi un piacere che ho avuto modo di assaporare. Quello della scoperta. Non ho ricevuto anticipazioni, Lars Daryawesh mi ha chiesto se volevo recensire racconti di fantascienza cristiana… e ho accettato! Avvicinandomi al buio, ho avuto una gradita sorpresa. Mi sono limitato a darvi un parere, e magari incuriosire, per chi vuole avvicinarsi a questi racconti.
Concludendo, a mio avviso i racconti sono meritevoli, ma mi permetto solamente un paio di osservazioni. Il messaggio Cattolico presentato in questa maniera può lasciare il lettore spiazzato se non ha già fatto sue le verità di Fede. Alcuni racconti sono meno curati rispetto agli altri, cosa non sbagliata in un antologia, è un invito a svilupparne il potenziale.
Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di racconti premiati svariate volte, premi oggettivamente meritati.
Insomma, libri che meritano di essere letti e di essere regalati.
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