Il Cristianesimo dei Nerd
La realtà supera la fantasia, ma non ditelo ai mediocri!
La fantasia è rielaborare la realtà. Quest’ultima ce la possiamo immaginare meglio di come è? E perché sempre più persone sono così attratte dalla nerditudineLa cultura dei nerd.? È semplice desiderio di evasione o dietro si cela dell’altro? Per quali ragioni “Cattonerd” suona come un ossimoro? Il credo della meraviglia a cosa si contrappone?
Partiamo dall’ultima domanda.
Diversamente da quel che si tendere a credere, lo scettico non è necessariamente un tipo razionale né razionalista, né il contrario di un credulone, ma un incredulo cronico. Il suo rifiuto dell’incredibile che non ha sperimentato di persona o toccato con mano, è più che altro dettato da una visione miope della realtà. È, usando un’espressione volutamente un po’ forte, da parte sua semplice mediocrità, che riduce la realtà ad un palcoscenico pieno di attori ma senza alcuna commedia da mettere in scena. O, se la commedia c’è, sicuramente sarà di molto inferiore alle nostre aspettative. Detto in altre parole, una sfiducia radicale.
Al contrario di come viene comunemente intesa da fin troppi credenti, la fede non è fideismo ma la consapevolezza che Dio, in quanto irraggiungibile artista, non potrà mai ridimensionare il Suo disegno a qualcosa che la mente umana saprebbe immaginare meglio.
La fantasia in contrapposizione alla realtà, a partire dalla letteratura

Il mondo lovecraftiano in realtà non è ateo, ma ha Dio ostile all’uomo. Volete un mondo senza il bene? In tal caso, resta solo il male
Cercando degli esempi in letteratura per fare capire quanto espresso sopra, mi viene subito in mente Giacomo Leopardi. Quest’ultimo fu indubbiamente un grande scrittore e un sublime poeta, tuttavia il suo “pessimismo cosmico” senz’altro non lo aiutò a farci vedere la realtà con più meraviglia… certo, mi si opporrà, forse tu preferisci uno come Alessandro Manzoni solamente perché sei cattolico! A parte il fatto che trovo “I promessi sposi” un romanzo storico di non facile lettura, se pur ne riconosca la profondità e il grande merito di aver esaltato gli umili, ammetto che non mi rispecchio con l’esigenza di una “certezza storica” dei fatti narrati tipica del pensiero di Manzoni o di chi considera come verosimile solo il genere del romanzo storico. Cioè, lo pseudo-storico “Conan il barbaro” di Robert Ervin Howard è forse meno plausibile solo perché ambientato in un’epoca storica per noi inaccessibile o mitica? Ma è esattamente questo il punto: lo “scetticismo” a cui alludo non è esclusiva degli atei o dei credenti, dei buddisti o dei cristiani, piuttosto equivale ad un modo di essere più che ad un credo ideologico o ad un atteggiamento religioso. Per quanto il Manzoni fosse profondamente cattolico, non sarebbe mai stato capace di concepire, vuoi anche per i limiti della suo tempo, “Il Signore degli Anelli”, il cui tema è sempre quello della Divina Provvidenza. Per lui sarebbe stato un racconto “inverosimile” e Tolkien uno scrittore di fiabe. Il realismo storico del Manzoni se preso integralmente è, in altre parole, limitare le possibilità offerte dall’eternità creata. Lo stesso vale per l’ateo Leopardi, che per motivi analoghi non avrebbe mai potuto immaginare l’universo dei romanzi horror di un altro ateo della letteratura, H.P. Lovecraft, che esplorò fino in fondo il nichilismo cosmico nelle sue estreme conseguenze. Tutti e quattro questi grandi uomini della letteratura descrissero la realtà così come la vedevano. Nel bene o nel male, quello è evidente! Questo li ha resi sicuramente di molto superiori a romanzieri che scrivono, invece, storie in cui non credono veramente e che si limitano a ridurre la narrativa ad un’insopportabile allegoria. Malgrado ciò, a mio modesto parare, J.R.R. Tolkien e H.P. Lovecraft sono anni luce avanti rispetto ai primi due, Leopardi e Manzoni, giacché non soltanto scrissero solo ciò di cui veramente erano convinti, ma, proprio per tale ragione, riuscirono a mostrarci la realtà da una prospettiva – quella del mito storico – ancora più incredibile! (Vabbè, nel caso di Lovecraft, forse assolutamente in negativo! XD )
Se la storia di Gesù non ci fosse, qualcuno dovrebbe inventarla!
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò“. ~ Giovanni 20, 24-25.

Molti si definiscono con orgoglio “scettici come San Tommaso”, “se non vedono non credono!”, senza nemmeno rendersi conto che l’apostolo in questione fece una figuraccia epocale per colpa dell’incredulità!
Ed ora non si può non parlare di lui, San Tommaso apostolo, lo scettico per antonomasia, che pretese di toccare le piaghe del Cristo per poter credere nella Resurrezione della carne. Il suo peccato di incredulità fu a mio avviso grave per diverse ragioni. Prima di tutto lasciò sottintendere che, in fondo, in quel Gesù di Nazareth che aveva seguito per tre anni di fila e con cui aveva stabilito un grande rapporto di amicizia, se pur con tutti i miracoli, i prodigi, le cose incredibili che aveva fatto, che aveva detto, ecc…, in ogni caso l’aveva sparata grossa annunciando di risorgere dai mortiEppure Gesù di gente ne aveva fatta risorgere, tra cui Lazzaro.. E, se ci pensate bene, diede dei cazzari anche agli altri apostoli, che in teoria dovevano essere per lui cari amici, persone di cui fidarsi ciecamente. In pratica, venne fuori che Tommaso non confidava fino in fondo in nessuno! Vabbè, bisogna pure ammettere che credere nella Resurrezione della carne non è una cosa facile, perché ci costringe ad abbattere tutti i nostri schemi mentali, che sicuramente oggigiorno sono ben più strutturati rispetto quelli di un uomo del primo secolo dopo Cristo. In ogni caso, l’incredulità non è razionalità ma il prodotto di una visione mediocre, che confina la realtà ad un genere narrativo piuttosto scialbo e limitato.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!“. ~ Giovanni 20, 26-29.

Ogni storia ben scritta esige la resurrezione del protagonista, che così facendo salva se stesso e gli altri. Questo vale anche per un antieroe come John Costantine
In passato leggevo queste parole di Gesù un po’ come un contentino per quelli che pur non trovando facile credere in determinate cose senza poterle constatare, alla fine sarebbero stati “beati”… cioè, ricompensati! In realtà il corto circuito si innesca se non si capisce che chi crede è già beato, perché non ha bisogno di certificazioni! Ovvero, ha sperimentato la potenza della bellezza che si nasconde dietro la verità della resurrezione della carne, la verità di Cristo, e non può più farne a meno. Gesù è il Messia, perché se esiste un salvatore non può che essere come Lui. Cioè, se io fossi Dio come entrerei in relazione con l’uomo? Attraverso una storia bellissima, finalizzata a cancellare ogni fraintendimento o immagine distorta della mia persona; una storia commovente, che distruggesse ogni squallore umano attraverso un’azione d’amore perfetta. Se il mondo non esiste tanto per disgrazia, ma è un’opera di un autore perfetto e sublime, viene da sé che non potrebbe essere che quella di Cristo la manifestazione di Dio Padre per la redenzione dell’uomo.
Il cristianesimo torni ad essere… nerditudine!
Conseguentemente a quanto espresso sopra, come disse il grande Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. È un po’ il motivo per cui la definizione più esaustiva di Cristianesimo è “entrare in relazione con colui che è l’origine di ogni bellezza: Dio“. Il Cristianesimo è stato bellezza per secoli. Certo, ci sono stati anche tra i cristiani “uomini bru(t)ti” che hanno ridotto la relazione con Dio ad una religione, ma per quei pochi che invece hanno saputo trasmettere la bellezza di Dio, tutte le terre dove approdò la Chiesa cambiarono profondamente. Almeno, storicamente è così.

“Santo Gandalf”, fan art di Jay Johnstone
Questo spiega perché la rinascita dell’arte, quella del RinascimentoIl periodo artistico, quindi non dico l'ideologia umanista che pone l'uomo al posto di Dio., sia stata possibile in Italia e non altrove. Lo stesso vale per la scienza, la tradizione musicale, le massime espressioni della letteratura e molto altro ancora. Fino a quando i cristiani hanno prodotto bellezza, come la “Divina Commedia”, la “Pietà di Michelangelo”, “I Miserabili” di Victor Hugo, la musica sacra, le cattedrali gotiche e che più ne ha più ne metta, il Cristianesimo si è progressivamente esteso. Nel momento in cui l’arte, l’intrattenimento e tutto ciò che si prefigge di comunicare e trasmettere la bellezza, quindi di fare cultura, sono venute meno da parte nostra, questo processo di espansione non soltanto si è interrotto, ma ci è stato addirittura scippato da altri a nostro discapito (Mt 5, 13-16). Molte persone “culturalmente cristiane” hanno saputo continuare a trasmettere, anche solo inconsapevolmente, la bellezza del messaggio di Cristo nelle loro opere, ad esempio “Star Wars” di George Lucas o “The Walking Dead” di Frank Darabont ne sono un esempio, ma questo non è stato sufficiente ad invertire il processo. Anzi, lo ha amplificato nel momento in cui non si sono più associate determinate cose al Vangelo – ma ad un più anonimo “bene” – e molti cristiani, come reazione opposta, hanno iniziato ad arroccarsi in un fondamentalismo avvilente o in un cristianesimo “sociale” ed “ideologico”.
Dio vomita i tiepidi… cioè, i mediocri!
Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca. ~ Apocalisse 3, 15.
La morte di questa capacità di vedere tutto con meraviglia, di sapere osservare la realtà con gli occhi di un bambino (Mt 18, 3), è, da questa prospettiva, quella che la Sacra Scrittura definisce “tiepidezza“. È l’accontentarsi delle cose così come superficialmente ci appaiono; vedere tutto da un punto di vista di sufficienza o di incredulità, come se niente possa essere al di là delle nostre aspettative. Non esiste modo migliore per uccidere la bellezza, se non quello di non essere pretenziosi dalla realtà o disincantati dell’eternità creata.
Attenti, ciò non vale solo per chi non crede!
Dal mio punto di vista, facendo un esempio un po’ al limite del mondo pseudo-cristiano, ben più tiepido, quindi più imperdonabile, è un cristiano fondamentalista che nega l’esistenza di un Tirannosauro o dei dinosauri solo perché fare altrimenti equivarrebbe ad ammettere la possibilità del cambiamento/evoluzione delle forme di vita sulla terraPrima esisteva un'ecosistema di grandi rettili, i dinosauri, adesso di mammiferi. Dunque non mi riferisco al Neodarwinismo!, a discapito delle teorie creazioniste. O meglio, del creazionismo puroTutto è stato creato a colpo secco, e Adamo spuntò da sotto un cavolo!. Io invece, proprio in quanto cattolico, non solo credo nei dinosauri come dimostra la paleontologia, ma reputo un mondo senza i grandi rettili che hanno creato suggestioni immortali come “Jurassic Park” di molto meno stupefacente. Anzi, come Tolkien, anch’io considero fondamentale la figura del drago. Pertanto posso dire di credere a Draghi, Elfi, Kraken e Giganti. Un universo diverso, sarebbe inaccettabile!
Vabbè, quest’ultima cosa l’avevo già ribadita ne “Se la Terra di Mezzo esistesse davvero?“.
Conclusione
Tutto questo mega-discorso per sottolineare come lo stare in relazione con Dio sia soprattutto sperimentare quella bellezza che cambia radicalmente e in meglio ogni prospettiva della realtà. Dunque, la storia dell’umanità è una carneficina…? eh sì, ma se tutto questo fosse permesso in vista di un bene più grande? Se la risposta è sì, questa è fede! Il contrario, piaccia o no, è mediocrità!
Commenti da facebook
14 Luglio 2015
Più che un articolo un manifesto! Complimenti! E non lo dico perché io condivida tutte le tue posizioni ma perché questo tuo è uno scritto ben fatto e denso, ricco d’idee ben argomentate.
PS: Uno dei punti che non mi convincono affatto è la “cristianità” del Rinascimento: esso nasce da un clima paganeggiante che si agita sotto un cattolicesimo di pura forma. Qua e là sfocia pure qua e là nel satanico/prometeico (non quanto il Romanticismo, ok) e comunque nell’umanesimo inteso radicalmente come sottrazione dell’uomo all’ autorità indiscutibile (qualunque sia). Completano il quadro l’immoralità (amoralità? edonismo?) dilagante, la mistica dell’uomo forte (Machiavelli) e persino il ribaltamento da “uomo immagine di Dio” a “uomo Dio potenziale” (che sono due contrari che sottilmente possono essere presi per sinonimi). Quando ci fu la cappa plumbea della Controriforma il Rinascimento si quietò. Tutto questo non depone a favore della tesi che il Rinascimento avesse come sua anima principale la dottrina cristiana né il sentire cristiano.
14 Luglio 2015
Innanzitutto, grazie Marco per i complimenti!
Ci tengo a risponderti, perché rileggendomi in effetti in quel passaggio dell’articolo che sia frainteso il mio pensiero è più che comprensibile. In realtà condivido quello che scrivi riguardo il Rinascimento, che già nella sua accezione è senz’altro anticattolico – si lascia sottintendere che sia stata necessaria la rinascita dell’uomo e dell’arte dalla morte conseguita dopo l’affermarsi della fede cristiana in Occidente. Anzi per dirla tutta, anch’io reputo abbastanza luciferina la filosofia umanista che operò qualcosa che il paganesimo non aveva mai fatto: ripetere lucidamente l’errore filosofico di Adamo che tentò di prevaricare Dio, ponendo se stesso al centro. Dunque sono assolutamente d’accordo con te. In un linguaggio un po’ illuminista-massonico, ogni capitolo della storia che studiamo a scuola è finalizzato ha mostrare questa emancipazione dell’uomo dal Dio despote del Cattolicesimo. Degli esempi: Medioevo (mille anni di storia un periodo di mezzo?! Vabbè…), Rinascimento, Illuminismo, Risorgimento, ecc…, ecc… Però noi più che opporci a queste terminologie di “rinascenza” anticattoliche secondo me dobbiamo farci furbi e non dobbiamo cadere in forme di antagonismo, con sermoni apologetici, controstoria, o quant’altro, ma, ignorando volutamente gli errori filosofici che si celano dietro tali terminologie, dobbiamo limitarci a far notare ciò che resta oggettivamente roba nostra. Nel caso del Rinascimento, gli artisti e i pittori che ancora oggi creano file chilometriche davanti i musei d’Italia e nelle chiese cattoliche erano tutti dei cattolici. Quindi l’arte del Rinascimento, dalla Cappella Sistina allo Sposalizio della Vergine, è tutta roba cristiana! Questo è da sottolineare. E senza la cultura cattolica che si diffuse in quel periodo storico semplicisticamente e dispregiativamente definito “Medioevo”, non sarebbe mai stato possibile avere un periodo così florido per il mondo dell’arte e della cultura. Oltretutto per quanto subdolamente iniziò a diffondersi una filosofia luciferina come quella umanista, che poi portò l’illuminismo e le altre successive ideologie di matrice gnostica, l’Europa restò profondamente cristiana fino al periodo delle rivoluzioni. Tuttavia, pure dopo, tutto quel che uscì di buono dall’Occidente post-cristiano, come il nerdissimo “Star Wars”, fu un frutto della cultura cristiana, che in fondo da sempre prende ciò che c’è di buono di quella “pagana”.
16 Luglio 2015
Ciao, mi è molto piaciuto l’articolo che condivido quasi in pieno. Se non fosse stato a suo tempo per Paladine (alias Fizban, alias Zifnab) non avrei mai avuto la curiosità di cercare Dio, e con l’esperienza concordo anche nel fatto che la realtà supera la fantasia.
Vorrei però tirare una lancia (non quella di Longino però) a favore di San Tommaso. Sono propenso a credere che (visto quella che è stata la mia storia, abbastanza simile) le parole del Vangelo sono state un pò fraintese (visto anche che comunque è Santo). E’ vero che disse “se non vedo non credo”, ma se fosse stato uno qualunque, come i mediocri di oggi o come il ricco che seguiva i comandamenti e dava la decima ma non voleva lasciare tutto, se ne sarebbe andato via, e non Lo avrebbe mai visto. Invece è rimasto perché voleva credere, Lo ha cercato e Lo ha trovato. Sono tanti oggi quelli che dicono “se non vedo non credo” solo per scaricarti, ma poi non sono nemmeno curiosi di sapere se è Vero. Infatti Gesù non gli dice “non sei beato perchè hai creduto solo dopo che hai visto”, per essere riconosciuti Santi è necessario prima essere riconosciuti Beati. Invece “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!“ ci sono i due punti, nella punteggiatura, i due punti hanno la funzione di spiegare, chiarire, dimostrare quello che è stato affermato nelle frasi precedenti (Treccani), San Tommaso in fondo (anche se non a parole) credeva, altrimenti non sarebbe mai andato a cercarLo.
Come il figlio che dice di No, ma a lavorare nella vigna ci va:
“Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?» Mt 21,31
Chiaramente, questo comporta una cosa: un Cristiano prima o poi Lo vede se Lo cerca, non è mica necessario morire per incontrare Cristo Risorto. E’ stato mandato apposta dal Padre, non per questo la sua Fede cambia di valore.
Perdonami, ma a San Tommaso ci tengo particolarmente (non si era capito è? ) e vederlo così umiliato (anche dopo aver passato la Porta) da tante persone oggi per cavilli linguistici un po mi rattrista.
16 Luglio 2015
Perdonami anche per la mia di punteggiatura, ho scritto frettolosamente un po a “coda di gatto” .
17 Luglio 2015
Eh sì Riccardo, forse in quella parte dell’articolo potevo avere più tatto ed accortezze nel prendere l’esempio di San Tommaso apostolo per condannare lo scetticismo fine a se stesso. In realtà, se vista da un’altra prospettiva, San Tommaso ha fatto un po’ come Giobbe quando si arrabbiò con Dio Padre, che invece di farsi “indottrinare” dai tre amici (il fideista, il teologo e il filosofo) dispensatori di catechesi apologetiche preconfezionate, pretese di incontrare realmente il Signore di persona. “Signore, voglio toccare con mano!”. È l’immagine dello scettico che rinuncia alla ricerca di Dio, perché tanto reputa tale incontro impossibile, che molti associano a San Tommaso apostolo per giustificare la propria incredulità. Metterò magari un tooltip per sottolineare questa cosa. Grazie di cuore per la fraterna correzione!