Satoru Iwata: ci lascia un grande dei videogiochi
Il mondo dei video giocatori è in lutto
Nelle precedenti ore ci ha lasciato Satoru Iwata, CEO di Nintendo, stroncato all’età di 55 anni da un cancro biliare. Poiché completamente inaspettata, la notizia ha scosso l’intero mondo videoludico, totalmente impreparato ad una notizia del genere.
Mr. Iwata iniziò la sua carriera in un piccolo studio di sviluppo che collaborava con Nintendo negli anni ’80, chiamato HAL Laboratory (noto soprattutto per le serie di Kirby, di Mother/Earthbound e Super Smash Bros.); sebbene la sua fosse stata per la maggior parte del tempo una posizione di supervisione, negli anni si prestò anche come programmatore, raggiungendo ottimi risultati tra le altre cose. Chiamato all’interno di Nintendo stessa nel 2000, ottenne il ruolo di amministratore delegato dell’azienda due anni più tardi, quando Hiroshi Yamauchi, la cui famiglia sin dalla fondazione di Nintendo (quand’ancora era una compagnia di carte da gioco) e fino a quel momento aveva sempre tenuto le redini dell’azienda, annunciò il suo ritiro dal business dopo aver raggiunto la veneranda età di 75 anni.
Il nuovo CEO si ritrovò a capo di una Nintendo stanca, piegata dalle politiche aggressive dei competitors, e a dover di conseguenza svolgere l’arduo compito di dare un senso alla strada intrapresa dalla compagnia, prima con Nintendo 64, poi con Gamecube, la storica console del 2001 apprezzata da un fin troppo ristretto pubblico (ma di buon gusto, aggiungerei).
Iwata seppe saggiamente tracciare una nuova direzione all’azienda, consegnando al mondo quelle due meraviglie che furono il Nintendo DS prima, il (il, IL, è maschile per l’Amor di Dio!) e il Nintendo Wii, dopo. Con queste due console, la grande N trovò successo in una serie di obiettivi: proporre nuovi sistemi di controllo alternativi, grazie al touchscreen e al motion control (dei quali all’epoca si aveva una percezione totalmente diversa, ve l’assicuro). Allargare il pubblico di riferimento, facendo salire a bordo del carrozzone dei videogiocatori fasce di consumatori che mai prima ne avevano fatto parte. Strizzare l’occhio alla clientela affezionata, rendendo le proprie console appetibili anche a chi ne possedeva già un’altra di riferimento tra PlayStation ed Xbox, per merito anche del prezzo di mercato più accessibile rispetto alle concorrenti.
Con queste operazioni, Iwata lasciò dietro di sé anche molte polemiche tra i fan di vecchia data di Nintendo, intensificate particolarmente con il successivo avvento del 3DS e del Wii U che, pur cercando di riprendere le filosofie dei predecessori, attualmente non stanno passando un gran bel periodo (mi riferisco soprattutto al secondo dei due).
Quel che però è importante, è che il contributo di Iwata ha sagomato una Nintendo che nonostante le difficoltà ha saputo rimanere dritta e fiera in piedi sulla propria strada (in maniera anche un po’ ingenua e presuntuosa, in certi frangenti), portando ad uno step successivo quel concetto al quale noi videogiocatori di data un po’ più vecchia siamo tanto nostalgicamente affezionati, quello di Nintendo Difference.
Grazie di cuore Iwata-san
Commenti da facebook
30 Ottobre 2015
Satoru era un grande.. lo scopro solo ora con due anni di ritardo…