La teologia e l’insegnamento morale di Borderlands
In viaggio per Pandora, ma con uno stile da Cattonerd
“Cosa, ma stiamo scherzando?” penso sia la prima reazione di un qualsiasi giocatore che abbia affrontato i pericoli di Pandora, il pianeta su cui sono ambientati i giochi della saga, trovandosi di fronte a questo titolo.
Esistono giochi cacciaroni, strafottenti, ignoranti che dichiaratamente non vogliono fare morale, ma semplicemente divertire e prendere in giro, per rilassare il giocatore dopo le fatiche della giornata.
Vi dirò di più. Non mi piacciono alcune “cristianizzazioni forzate”. Per esempio, quando vedo convegni o letture del tipo “Il messaggio Cristiano in Harry Potter” o qualsiasi altra opera dichiaratamente o implicitamente non cristiana, storco il naso.
Diverso è se l’argomento è affrontato come “valori condivisibili”, allora sì, tutto può essere affrontato alla luce della Rivelazione, si può cercare quei messaggi che sono comuni alla nostra fede. Solo con questa lente, possiamo affrontare il discorso per “Borderlands“.
Ma può un gioco con personaggi dalla dubbia moralità e sessualità, con un linguaggio e temi offensivi, con l’intento dichiarato di non fare morale, darci qualche spunto di riflessione?
Se avete voglia di seguirmi, potrebbero esserci delle piacevoli sorprese.
Pandora: Un inferno per i peccatori

Il desolato pianeta Pandora… una metafora o un deserto dove ritrovare se stessi? No, più realisticamente, un inferno in cui non perdersi!
I personaggi che caratterizzano l’intera saga, sono un concentrato di vizi capitali. Abbiamo i violenti (Brick), i lussuriosi (Moxxi), i superbi (Jack). Tutti però sono accomunati dalla gola, intesa non nel divorare tutto quello che capiti a tiro (beh, per Crazy Earl, sicuramente!) ma nel possedere e nell’acquisire tutto il bottino su cui riescono a mettere le mani. I nostri poi, sono consapevoli della loro condizione, come canta la canzone d’apertura del primo titolo: “Ain’t No Rest For The Wicked“.
Questi peccatori, e aggiungerei impenitenti, possono trovare la redenzione, la salvezza? Non nella religione. Non c’è Dio su Pandora.
O meglio, viene nominato, ma semplicemente per modi di dire, come “mi sia testimone” o “ per amor di…”, forse dovuta anche come scelte di traduzione dallo slang americano. Insomma, non c’è il Dio Cattolico su Pandora.
C’è una religione, come confermano i romanzi. Sbagliata. Fatta di falsi profeti, gli stessi con cui siamo stati messi in guardia nelle Sacre Scritture. Abbiamo portatori di false idee (come ci avvisava Matteo 7, 15-20) in grado di compiere prodigi grandiosi (Apocalisse 16, 13-14). Alcuni esempi? Nel primo capitolo della saga troviamo sette che si affidano a messaggi di dubbia natura; nel secondo troviamo l’ Inceneritore Clayton, un selvaggio psycho che venera Acquila di Fuoco (un travestimento di Lilith, personaggio della saga) come dio, radunando a s’è seguaci pronti a inginocchiarsi davanti ad un idolo. Insomma, i Baal della Bibbia sono presenti anche nel lontano futuro.
I protagonisti giocanti dovranno affrontare queste false religioni. E anche un Cristiano si troverà ad affrontare falsi profeti, pronti a portare alla perdizione i propri fratelli. Il messaggio comune è quindi stato rivelato; e possiamo anche fare un passo in più: il fanatismo è un male a cui opporsi e in cui non dobbiamo mai cedere, anche per la credibilità della nostra Fede.
Il rischio è quello di diventare gli psycho, icona del gioco, presenti in tutte le copertine dei vari episodi della saga. Maniaci impazziti che, convertitosi fideisticamente al culto della cripta, vagano indossando una maschera con il simbolo di essa, massacrando gli innocenti.
Giovanni 15, 13: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici
Può esserci redenzione per questi peccatori? Anche in un mondo distante dalla fede dove si lotta e si uccide per vivere? Noi crediamo di sì, che ci sia sempre posto, e secondo il noto teologo Karl Rahner, esiste un cristianesimo anonimo, che permette di avvicinarsi a Dio anche senza averlo incontrato nelle Sacre Scritture, in quanto è Dio in primis a volere la salvezza di tutta l’umanità.
Dove possiamo trovare la volontà di fare il bene, e realizzarlo, nei cacciatori della cripta? Emblema è il versetto riportato come titolo di questo paragrafo: nel dare la vita per i propri amici.
In tutto il gioco, i personaggi sono pronti a sacrificarsi per gli altri. Già dal primo, per chi ha letto anche i romanzi, nonostante i dissapori, al momento opportuno venivano accantonati per aiutare l’amico in difficoltà, che si trovasse sotto il fuoco nemico o tra le fauci di qualche mostro.
Molti possono vedere la morte di Roland come il sacrificio per eccellenza dell’intera saga. Questo personaggio nel primo capitolo vuole rimanere in disparte dal gruppo, mentre nel secondo si trova a guidare la resistenza contro l’Hyperion, la società intenzionata a distruggere Pandora, fino a morire durante una missione per fermare Handsome Jack, il villain della situazione. L’obiezione, legittima, viene posta dal fatto che il sacrificio non è premeditato, ma avviene per un inganno di Jack.
Personalmente propongo per la prima ipotesi; Roland sa quali sono i rischi, e non chiede a nessuno di assumerli se lui per primo non si mette in gioco. Quindi sì, il suo è un correre un rischio per gli altri e, come insegna il cristianesimo, non gettare via la propria vita inutilmente, ma essere pronta a donarla.
Non vedo però il suo come il sacrificio per eccellenza.
Il personaggio che meglio rappresenta il versetto dal Vangelo secondo Giovanni è Krieg. Oh sì, un pazzo omicida che, durante il gioco, urla frasi fuori di cabina, tipo“ti divorerò l’anima.”; il tutto mentre brandisce una rudimentale ascia-motosega, in una visuale tinta di rosso.
Bene, questo simpatico personaggio è in realtà due personaggi. Il suo passato non è rivelato, viene ricostruito dalle poche informazioni date dalla casa di produzione e dalle frasi esclamate durante il gioco. Il poveretto era un uomo qualsiasi, non si sa se già toccato dalla follia religiosa degli psycho. Eggià, Krieg è proprio uno psycho, ne condivide abilità e attacchi! Comunque sia, viene sottoposto a temibili esperimenti da parte di Hyperion, mutando e sviluppando una seconda personalità violenta per sopravvivere alle torture subite; fino a riuscire a scappare dal laboratorio, lasciando una scia cremisi dietro di lui.
Il video per presentarlo lo riprende mentre massacra dei banditi, ma poi incontra Maya, un altra cacciatrice della cripta. La difende, mettendo a rischio la propria incolumità, addirittura rischiando di essere ucciso dalla stessa ragazza. Certo, sembra che si sia innamorato di lei, ma il suo… affetto, sarà diretto anche a tutti gli altri personaggi. Il ramo delle abilità di Krieg, cioè come possiamo svilupparlo attraverso i livelli, è chiaramente orientato nell’aiutare gli altri. Addirittura c’è un abilità che permette di sacrificarsi per far vivere un compagno morente.
Ricordate che vi avevo accennato alla doppia personalità? Ecco, quella vera, interna, per tutto il viaggio sarà la nostra coscienza. Mentre la seconda urlerà la propria ira, sentiremo anche richiami a non far del male agli innocenti, a sacrificarsi per aiutare il prossimo e a non fermarsi perché contano su di lui. Anche per Krieg può esserci redenzione.
Tutti i cacciatori credono in questo valore. Se non ci credete, vi invito a riascoltare le storie di Marcus, in particolare la fine dei DLC “Capitan Scarlet e il suo bottino dei pirati” e “Assalto alla rocca del drago di Tiny Tina”.
Genesi 2, 15: Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel Giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse
È un ragionamento forse forzato, però vi sono parecchi indizi su tutta la saga. Tutti i personaggi sono peccatori, come abbiamo visto, ma non sono volutamente cattivi. Vivono uno stile molto western: tu straniero fatti i fatti tuoi, che io mi faccio i miei, altrimenti abbiamo un problema. E lo risolveremo con le pistole, ovviamente.
Ma i veri mostri, i villain, coloro che sono malvagi e si godono della loro malvagità, sono coloro che decidono di distruggere Pandora per i propri scopi. Chiaro, Pandora è un pianeta orribile, una pubblicità lo presenta come “dove i vostri sogni finiscono”, ma merita di essere distrutto?
In questi giorni, dove si parla di problemi quali riscaldamento globale, inquinamento e malnutrizione (il buco dell’ozono sembra ora non andare più di moda!) spesso e volentieri la Chiesa Cattolica ha ricordato il passo della Genesi sopra citato. L’uomo deve essere custode del mondo, creato da Dio. E per custode non intendiamo solamente la parte più naturale, che riguarda flora e fauna, ma anche i rapporti con i propri fratelli.
La prima nostra avventura su “Borderlands” ci portava su di una Pandora desolata, dove a livello videoludico si sperimentava veramente il deserto. Attorno a noi la desolazione, pale eoliche, fiumi asciutti e una musica adatta ad accompagnarci per tutto il viaggio. Pandora era un pianeta difficile, dove tutti sono predatori e prede allo stesso momento. E tutto questo prima dell’uomo, figuriamoci dopo! Infatti sono le grandi compagnie, la Dahl per prima, poi l’Atlas e l’Hyperion a distruggerla, in nome del profitto, mascherando la cosa con parole quali progresso. Ma non può esserci progresso senza rispetto, come scopriranno presto i protagonisti.
Un’insensata corsa verso l’avidità li porterà a scontrarsi con i custodi di questo mondo, e a orrori tentacolari.
“Borderlands 2” ci mostra una Pandora ormai massacrata dal mito del progresso. Ampi paesaggi pieni di cicatrici che a detta di Mordecai erano già una schifezza, ma non così male. Anche i nostri nemici saranno adatti al tema, con robot e macchinari costruttori modificati per distruggere.
Come sempre però, “Borderlands” si mette contro al fanatismo. Bisogna essere custodi del mondo, ma non esserne schiavi. Così nel pre-sequel spesso e volentieri vengono dileggiate tutte quelle deviazioni animaliste che, ipocritamente, sono tanto brave a difendere gli animali, quanto a disprezzare l’uomo.
Non si può amare solo la parte del creato che ci piace a noi, bisogna amarla tutta, perché tutto sarà ricapitolato.
Kant: Il secondo imperativo categorico è perdonare il prossimo
Il famoso filosofo, tanto odiato da generazioni di studenti dalle superiori, ma che così bene riesce a parlare all’uomo post-moderno, lo affermava chiaramente: “Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo.”
Come cattolici possiamo andare oltre, ricordando nei Vangeli secondo Marco e secondo Matteo, il comandamento di amare il prossimo nostro, e di trattarlo secondo giustizia.
Nel secondo capitolo Jack arriva a sfruttare sua figlia fino alla morte pur di ottenere il potere che desidera. E poco importa che, nel pre-sequel, si dia attenzione agli eventi che lo hanno reso folle e così cattivo; Jack è malvagio perché per lui tutto diviene un mezzo per raggiungere il suo fine. Mondi, risorse, familiari, niente ha valore, tutto può essere distrutto, tanto da renderlo contraddittorio nella sua folle corsa verso il potere, arrivando a giustificare le proprie scelte ingiustificabili e a considerarsi l’eroe della storia.
Un altra differenza sostanziale tra buoni e cattivi è la capacità di perdonare. Jack vuole vendetta per quello che è successo nel pre-sequel. Occhio per occhio, dente per dente (E frase mai più fu azzeccata, se avete giocato!).
Nella sua discesa nel male, la ricerca di vendetta sarà il passo da cui non si torna più indietro.
Diversamente, quand’è che i cacciatori della cripta riusciranno a fermalo? Quando riescono a perdonarsi, a mettere via le proprie divergenze, a superare il passato. I Crimson Lance, esercito di compagnia Atlas del primo episodio, divengono i Crimson Raiders, la resistenza del secondo. Come? Roland, ex-soldato, li perdona, e li invita a Sanctuary, pronto a dare loro un rifugio e un motivo per combattere. Durante il proseguo della trama, Roland deve chiedere aiuto a Brick, il berserker con cui, dopo un aspro litigio e parole offensive, si era diviso. Brick perdona Roland, non ha interesse a pagare un vecchio favore. Per lui è bello tornare, e per l’ex-soldato, è bello riaverlo. (E ora scatta il bacio, come scherza Lilith.)
Conclusione
“Borderlands” ci insegna a diventare persone migliori? No.
Ci trasmette grandi messaggi che cambieranno il nostro modo di vedere la vita? No.
Ha un messaggio Evangelico e si può fare una rilettura morale? No.
Può avere degli spunti di riflessione, con cui fare parallelismi con filosofia e teologia? Spero di averne suggeriti alcuni.
Prendiamo il gioco per come è stato fatto: passare del tempo, magari giocando con amici, senza prendere tutto troppo sul serio, senza frustrazioni alla “Dark Soul” (il gioco è godibilissimo anche in modalità semplice) e senza pretendere troppo.
È la maniera migliore per rispettarlo e per gustarselo al meglio. Ora che due capitoli, con tutti i loro DLC, sono stati portati in next-gen, non avete più scuse.
E se, nelle vostre uscite serali, davanti ad una birra magari scozzese, avete dei discorsi nerd in programma… forse ci sarà spazio anche per un po’ di morale da “Borderlands”!
Commenti da facebook