L’immaginazione è una qualità che è stata concessa all’uomo per compensarlo di ciò che egli non è, mentre il senso dell’umorismo è stato dato per consolarlo di quello che è.

— Oscar Wilde

Il videogioco più post-apocalittico: Fallout

Aspettando “Fallout 4”, ripercorriamo l’intera serie

War never changes ~ frase storica della saga

Vault, poster retro

Fra poco, ma proprio poco, esce “Fallout 4“, il nuovo capitolo della saga. Tutti impazziti: cosplay che si preparano per Lucca; cover per cellulari che girano e si scambiano manco fossero figurine, app che ci anticipano il gioco… e chi più ne ha, più ne metta! Ma cos’è di fatto “Fallout“? Perché in molti l’aspettano? E, soprattutto, perché piace così tanto? Noi di Cattonerd ci abbiamo riflettuto.

La normale vita in una redazione

Fallout, messiahCattonerd, come ogni giornale che si rispetti, ha una direzione. Abbiamo fondatori, editori, redattori e le varie firme. Compreso un CapoDio, così lo chiamano in molti. parecchio paziente, che spesso ci aiuta con qualcosa ben più efficace del caffè, che comunque non manca mai. Come un vero giornale ci si trova, almeno virtualmente, in riunione, per discutere della strategia del giornale. Quindi non è strano che un redattore attribuisca compiti, assegni articoli e accolga le proposte. Così, il buon Alex Pac-Man ha deciso, a suo tempo, di assegnarmi questo articolo su “Fallout”. Dopotutto, parole sue, ho fatto la recensione di “Mad Max“, ho fatto un articolo su “Borderlands“… devo fare “Fallout”, visto che esce.

Cosa tratta questo articolo? Bella domanda. Forse un approccio diverso, almeno spero. Vorrei fare una piccola analisi del cammino di questa saga, ma sopratutto suscitare curiosità o discussione, qualcosa di sempre gradito sulla nostra pagina. Non indugiamo oltre, allora.

Tre Cani: “Io combatto la buona battaglia, usando GNR come un’arma.”

Post-apocalittico

Fallout, il vagabondo solitario

Quello sopra non è Max, ma il Vagabondo Solitario di “Fallout 3” del Vault 101

 

Abbiamo già detto, in alcuni nostri articoli, che i videogiochi attingono da un immaginario collettivo, o addirittura, riescono a crearne uno; “Fallout” si colloca nel primo caso. La via era già stata aperta dal cinema, in maniera palese. Fin dai primi minuti di gioco, infatti, era possibile recuperare un’armatura che faceva apparire il nostro personaggio come un clone di Max Rockatansky. E se non sapete chi è, direi che è il momento di colmare questa mancanza.
“Fallout” era, ed è, un GdR, puro e semplice. Solo molto differente nel mercato in cui venne lanciato. Sorretto da una trama avvincente, vede la peregrinazione del nostro avatar per risolvere quest, esplorare dungeonSotterranei. e migliorarsi, aumentando di livello. E fin qui, niente di nuovo. Le novità la fornivano l’ambientazione: una terra devastata da una guerra nucleare e non magica, non spade ma pistole, non cavalli ma automobili, non monete d’oro ma tappi di bottiglia della nuka-cola. E anziché essere accompagnati da un famiglio o da un aiutante magico, sarà il Pip Boy, una sorta di computer portatile, ad accompagnare il nostro viaggio. Il tutto in uno stile rétro anni ’50, che male non fa.

Sì, sembrava Max Rockatansky. E tutto ci ricordava “Mad Max”

Il primo capitolo verrà sostituito da un secondo, sempre realizzato dalla mitica Black Isle Studios, che quasi lo faceva apparire come un reboot: migliorava i concetti dell’originale, sistemando anche l’avanzamento del personaggio e le meccaniche di gioco, controllando la grafica. Ma la sostanza era la stessa: una terra desolata e una lunga storia da portare a termine, che comunque continuava rispetto alla trama del precedente capitolo.

Io l’ho giocato quando è uscito, quando le scatole erano di cartone e anche negli ipermercati trovavi giochi a prezzi outlet, quando non dovevi preoccuparti troppo di avere la scheda video ultimo modello e quando avere un mouse con due tasti bastava. Bei tempi. Peccato che i miei ricordi si fermino all’ammazzare topi giganti che l’inglese scolastico non bastava per capire il gioco.

Band of brothers

Fallout Tactics

“Fallout Tactis”: la versione “strategica”… che nessuno ha giocato!

Poi arriva lo spin-off, “Fallout: Brotherhood of Steel“, 2004. Uscivo da scuola, mi ritagliavo quei trenta minuti, e giochicchiavo nel PC del negozio nerd di fiducia della città. Non ho mai capito nulla di quel gioco.

E allora, perché questo articolo? Perché, qualche anno dopo, sempre nello stesso negozio, recuperai una collection comprendente i tre giochi. Finalmente avevo la possibilità, ma sopratutto l’età, per capirlo. O almeno penso, visto che non sono mai stato un grande giocatore.
Il gioco comunque in qualche maniera si lega alla trama principale, è un “Fallout” a tutti gli effetti, dalla grafica allo stile. Ma da come ricordo, nessuno se lo è mai filato tanto. Era anche un altro periodo, si stava vivendo la rivoluzione delle console. Forse è per questo che “Fallout”, l’intera serie, viene dimenticato, e gli anni passano.

Non c’è due senza tre

Fallout 3

La locandina di “Fallout 3”

Il terzo capitolo del gioco lo conosco quando il suo tempo è finito. Non solo: mi avvicino al mondo delle nuove console durante il viale del tramonto, a natale usciranno le next-gen, e i negozi sono pieni di prenotazioni, mentre gli appassionati contano i giorni mancanti per il day-one. Così “Fallout 3”, nel 2008, è nei bundle che ti vendono per invogliarti, spesso insieme a titolacci, e c’è chi se lo gioca perché non ha di meglio da giocare. No beh, non è il suo caso, è un gioco che merita. E poi mi piace “Fallout”, mi piace meno come me l’ha spacciato il commesso, come una specie di “Borderlands”. Invece mi ritrovo davanti un “Oblivion“, magari più facile. Sempre con il suo stile, con dungeon scuole o supermercati, coi suoi personaggi insoliti… però “Fallout”. Un padre da ritrovare, oggetti da recuperare, un sistema di combattimento interessante, vagamente ispirato a quello diviso turno del primo capitolo. L’esplorazione (di un’area immensa) però forzata, dove si può saltare e correre, ma muri invisibili e costruzioni o scenari incongruenti ce lo impediscono. Sembrano i tempi di “Soldier of Fortune”! È un male? Trascurabile. Abbiamo un gioco localizzato in italiano, difficile da padroneggiare ma intuitivo, dispersivo ma che anche un casual gamer può finire. No, è un gioco riuscito, insomma. Anche il seguito o il grande DLC “Fallout: New Vegas“, con i suoi temi western e le sue quest più articolate, segue questo filone. Forse si perde un po’ di quella escatologia dei primi capitoli, ma recupera nella giocabilità e coerenza. Ci togliamo le nostre soddisfazioni da giocatori di GdR, basta avere pazienza e voglia, ma senza mai farsi un fegato amaro.

App: Fallout Shelter

Io questo gioco non l’ho giocato, ma agli altri membri della redazione è piaciuto non poco. So che esiste una battuta: l’app che ha avuto il maggior numero di download al suo lancio, e il maggior numero di disinstallazione il giorno seguente. Boh, a me sembra un ottima trovata commerciale, di quelle che piacciono, teniamo i nostri eroi vicini, insomma! Facciamo aumentare l’hype per chi lo sta aspettando. Per una serie di imprevisti, non potrò giocare il prossimo episodio, una cosa che mi spiace veramente.

Fallout Shelter

“Fallout Shelter” è un gioco di simulazione, che ci chiama a vestire in panni del Sovraintendente di un vault. Le prime ore di gioco scoraggiano, ma capite le dinamiche si rivela piuttosto sfizioso… oltre che gratuito!

Mi consolerò con i cosplay e il GdR live. Dopotutto dicono che il post-apocalittico stia tornando di moda. Mi auguro solo per divertimento! XD

“Fallout 4”, come sarà?

Fallout 4, immagine

L’aspetto grafico promette bene. ma i requisiti non sono affatto bassi

Beh, già c’è stato chi si è lamentato della grafica troppo colorata e chi ha avuto da ridire sull’aspetto tecnico non “adeguato” alle prestazioni della next-gen, ma oltre il solito scetticismo che accompagna i giochi più attesi, “Fallout 4” sembra promettere bene. Anzi, potrebbe superare di molto le nostre aspettative. Il gioco avrà il solito approccio open worldMondo aperto e liberamente esplorabile., un’ambientazione più simile a quella dei primi capitoliNell'area di Boston nel Massachusetts. e centinaia di missioni da portare a termine, nei modi (o nel Karma!) più consoni al proprio personaggio. Tuttavia, le vere novità saranno nell’ambito del crafting: non solo si potrà creare e personalizzare ogni parte del proprio equipaggiamento, soprattutto delle armi, ma sarà possibile dare vita a un intero centro abitato nel cuore della Zona ContaminataLe terre devastate dalla guerra nucleare.. Pertanto ci sarà un aspetto di genere simulazione che ci vedrà passare dalle vesti dell’eroe a quelle di capo-villaggio, come già è accaduto in alcune mod di “Fallout 3” e “Fallout: New Vegas”.

Ehi, se desiderate saperne di più sul quarto capitolo, le anteprime non mancano: “Fallout 4 E3 – Tutte le novità!

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Author: Onix

Cultura cattolica Cresciuto in ambiente Agesci, non ho mai avuto modo di soffermarmi sulla mia Fede, ritenendola semplicemente "la cosa giusta da seguire." Un rapporto conflittuale con lo studio mi ha portato a smarrirmi, senza idee per il futuro. La lettura del capolavoro di C.S. Lewis, "Le cronache di Narnia" è stata la spinta per scacciarmi dal torpore in cui mi trovavo. Iscritto alla Facoltà di Scienze Teologiche, sono impegnato come animatore nella mia parrocchia, il che comporta seguire il gruppo giovanissimi, organizzare il campo estivo parrocchiale ... Cultura Nerd In un mondo di Supermen, preferisco Clark Kent. Appassionato di storia e storie, racconto i miei incontri.

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