Non crediamo nel caso, perché il nostro dado è un d10.

— Cattonerd

“Star Wars VII”: niente neofiti, solo fan!

Di fare trailer e di creare hype

L’altra mattina mi sono svegliato, ho fatto colazione, e giustamente, controllatina a Facebook. Che è esploso, tutti impazziti per l’uscita del trailer di “Star Wars VII“. Perdiana, capisco benissimo. Ma chiariamo: a me “Star Wars” non piace.

Se siete rimasti ancora sull’articolo anziché chiudere, vi ringrazio. È che vorrei essere onesto, tutto qui. Non sono di quelli che lo tacciano da film per sfighez con le armi che fanno phew phew phew (Mr. Torgue non approva) con lo yeti rintronato. No, semplicemente non ne sono un fan, tutto qui, piuttosto preferisco l’altra trilogia, quella di “Indiana Jones” (quadrilogia, suggeriscono). Negarne l’importanza sarebbe però ridicolo, bisogna essere onesti del lavoro di George Lucas, uno che di cinema se ne intende.

Bene, e vedendo questo trailer, mi è venuta una piccola riflessione da condividere.

Cosa è un trailer?

Star Wars VII, personaggi

Per foto come questa, si cade letteralmente in brodo di giuggiole! E c’è già chi si è innamorato di Daisy Ridley

Per Wikipedia, il sito più amato dagli studenti che svolgono ricerche, un trailer è un breve filmato promozionale che deve suscitare interesse in chi lo guarda verso il film in questione, tramite le sequenze più emozionanti. E… da questo punto di vista, abbiamo no vinto, abbiamo anche convinto.

Il problema arriva dopo. Un trailer, per alcuni esperti e anche per la stessa wiki, se continuiamo la lettura, dovrebbe spiegare senza anticipare troppo, la trama. E forse è questo il problema, dove sbagliamo. Da quando è uscito il teaser, da quando si è cominciato a parlare de “Il risveglio della Forza“, ho solo visto gente che corre a destra e manca come polli senza testa. Perché lo fanno? Boh.

E quindi cosa vogliamo fare? Un articolo che critica un film prima che questo sia uscito? Una critica ad un trailer? No. Se avrete la pazienza di seguirmi fino alla fine, potreste capire la mia riflessione.

In principio, il prestigio

Qualcuno di voi ha visto “The Prestige” di Nolan? Io sì e, se tutto va bene, è il suo unico film che mi piace fino in fondo. Beh ecco, partiamo da una citazione:

Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata “La Promessa“. L’illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino, o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare se sia davvero reale, sia inalterato, normale. Ma ovviamente… è probabile che non lo sia. Il secondo atto è chiamato “La Svolta“. L’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ora voi state cercando il segreto… ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Per questo ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo “Il Prestigio“. ~ John Cutter

The Prestige, locandina

“The Prestige”, un bel film sui prestigiatori che ci aiuta capire il segreto di ogni buon trailer

Parafrasiamo il tutto. Vi si vuole vendere un prodotto cinematografico, scusatemi il becero terra-terra che ne svuota la magia. Prima di tutto cosa vi si promette qualcosa: uscirà il film, e sarà bello. Magari si mette qualche recensione di un critico che ha già avuto modo di vederlo. Magari vi si ricorda quanti premi oscar o della critica ha vinto il suo regista o la saga, se ne è un capitolo. E come nel trucco di magia, deve essere qualcosa di ben capibile. La trama deve dispiegarsi davanti a voi, dovete capire il percorso, la questLa ricerca, di un fine o una missione da portare a termine. in termini GdR, su cui si va a parare. Lo schema è classico, avrete sicuramente fatto alle medie lo studio delle favole e del loro intreccio, no? Protagonista, oggetto risolutivo, antagonista… tenendo a mente questo schema semplice, non si può sbagliare. Al massimo si può modificarlo, il protagonista non è solo uno ma è una vicenda corale, l’antagonista non si rivela. Però lo scheletro è lo stesso.

Così arriviamo alla svolta. Il trailer deve mostrarvi qualcosa di straordinario, qualcosa per cui dovete andare al cinema. Ecco che si dipana la trama, avete già la vostra linea guida, il vostro filo d’arianna. Le immagini che vedrete servono a confermare qualcosa che sapete già. Sapete che un oggetto sarà al centro del numero di magia, ora lo facciamo sparire. Il trailer vi mostra delle immagini che voi dite: sì, è giusto, va bene, hanno senso. Voi volete essere ingannati nella magia, nei trailer invece volete sapere la linea da seguire, e volete conferma di questa linea.

E infine il prestigio. Avete la trama di base, avete la svolta. Vi manca il prestigio. La cosa per cui batterete le mani o per cui sarete soddisfatti e direte: sì, andrò a vedere questo film. Sapete cosa andrete a vedere e sapete già che li vale i soldi del biglietto. (O almeno sperate, che di delusioni se ne prendono tante.)

Ciao, quel mostro tricefalo che risponde al titolo di Disney/Lucasfilm/Marvel prende questo modus operandi e sbam! Lo strappa, ribalta tavoli e brucia tutto in zelante fervore iconoclastico. Perché a lorsignori, giustamente, frega niente di darvi uno schema. (Qui si potrebbe obiettare sul fatto che i titoli Marvel ora siano tutti dei copia-incolla, non voglio pronunciarmi a riguardo ma provate a fare un giretto sui blog e sulle pagine di cinema .) Loro vogliono il vostro Hype e, perdiana, lo hanno preso.

Nuovo schema, vecchia storia

Vediamo un video. Prego regia:

Ecco, e qui si può chiudere. La Collins e gli altri sceneggiatori che stanno dietro alla saga di “Hungher Games” hanno capito tutto. Messaggi sul web, video con gli stessi attori del film. Il target è un pubblico giovanile, quindi si usano i social, terra del raggiungere immediato, dove spopolano i video virali. E tra giapponesi con San Gennaro e gatti che suonano il pianoforte con le bacchette (cit.), si vuole rendere virale qualcosa. Tutti condividono qualcosa di già visto, per il gusto di condividere.

Guardate il buon Donald Sutherland, che di buono ha ben poco. Non fraintendetemi, per me è un grandissimo attore, solo che de facto, se devi far fare a qualcuno il cattivo, chiami lui (visto che Lee non è più disponibile). Magari può apparirvi stanco nella recitazione, forse perché in fondo in fondo vorrebbe recitare anche in ruoli da buono (sì, ne ha fatti, ma l’etichetta di cattivo del cinema rimane), stessa sorte toccata a Kirk Douglas. Ecco, il suo faccione da presidente Snow tanto candido ma dal cuore nero, cappeggiava e girava per tutti i social. Subito poi il contro video, dove si invitava gli ascoltatori a prendere parte alla resistenza. Voci dai distretti e controvoci, era dai tempi di Lost e il programma Namasté che non si viveva qualcosa di simile.

Presidente Snow

“Il mondo starà a guardare”. Snow, in fondo, combatteva Katniss a colpi di stati su Facebook

Tu sei coinvolto. Non sei più lo spettatore, sei parte della storia, puoi fare la tua scelta (beh, non in questo caso, è ovvio. Chi si schiererebbe con Capitol City?)… quasi puoi fare la differenza. Abbiamo una gratificazione prima che inizi il film. Il social è dove ognuno è protagonista, su Youtube chiunque può aprire un canale, un ragazzo appassionato di cinema può dire la sua su pagine Facebook e può essere letto. Il protagonismo warholiano raggiunge il suo apice, la sua profezia del quarto d’ora si realizza e ci fa sentire realizzati.

E se magari non ci sentiamo coinvolti a questo livello, la Disney usa lo stesso bombardamento mediatico. È cominciata da una foto in cui alcune persone erano sedute attorno ad un tavolo per scatenare l’hype. Poi abbiamo avuto al cinema tutta quella serie di anticipazioni, con presentazioni di personaggi e spezzoni dei vecchi film, di recupero della storia. Ogni teaser, ogni informazione, è stata fatta uscire nel momento giusto. Ci rendiamo conto che esiste un app che conta il tempo rimanente all’uscita del film???

Ecco che il trailer perde la sua utilità, non c’è più bisogno di lui. Bisogna trovare nuove strade, usando quel che ci viene offerto dalle tecnologie e dalla moda. “Improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo” diceva Clint Eastwood in “Gunny“.

Gli incassi al botteghino confermano questa strategia.

Io sono Lucas e faccio quel che voglio io

Per spiegarvi questa situazione, voglio partire da un esempio. Se non lo state già facendo, vi consiglio caldamente di seguire l’ottimo blog di cinemaI 400 Calci -Rivista cinema da combattimento“, dove parlano di cinema a livello professionale. Bene, in un articolo riguardante un altro capolavoro, “Ritorno ad Oz“, si parlava della genesi travagliata del film. Riassumendo, la Disney vuole bloccare tutto, licenziare  il regista Walter Murch che forse, ma proprio forse, sta andando fuori dal seminato. Così si presenta il nostro George Lucas, a garantire per l’amico. In quel tempo tutti si fidavano di Lucas, era un guru visionario, ben diverso da quello che che abbiamo visto in questi anni.

lucas triste

Sono passati quanti? 38 anni dal primo film? E ora Lucas è nella Disney. E forse hanno voluto vendicarsi, o meglio, imparando dal modo di fare. Noi siamo la Disney, e facciamo quello che vogliamo. Un po’ come Miller, solo meno poetico. Abbiamo avuto trailer e bombardamenti mediatici che tagliavano fuori metà delle persone che andavano al cinema o che ora si connettono ai social. Perché non danno niente per chi non è un fan della saga. Non vediamo più un prestigio che possa interessare l’occasionale spettatore. No, “Star Wars” sta arrivando belli miei, ma solo per chi appartiene già a questo mondo.

Al posto di proporre una novità nella trama, vi sbattiamo in faccia Harrison Ford invecchiato, mettiamo di nuovo la principessa con i pretzel i testa, zwooom e spade illuminate. Noi suscitiamo in voi una nostalgia, un tendersi quasi metafisico ad un’altra realtà. Seminiamo indizi che vi faranno andare in brodo di giuggiole (Oh, hai visto l’ultima locandina? Ecco l’importanza del soldato imperiale scontento!), vi basta una mano cibernetica che accarezza un robot e bam! Siete fregati.

Se siamo nel momento della continuazione delle saghe; abbiamo avuto “Mad Max“, “Jurassic Park“, “Terminator” e ora “Star Wars”, la differenza sostanziale rispetto ai primi capitoli, è che se ne sbattono dei trailer. La Disney, più di tutte. Non ne ha bisogno, ha già quello che vuole. Di più: mentre si cercava di vendere “Jurassic Park” come un film godibile per tutti, anche per chi non fosse fan della saga o voleva portare il figlio al cinema per fargli vivere le sue stesse emozioni, intervallando con citazioni al sollucchero per gli affeccionados, la Disney se ne frega di questo, lei vuole i fan classici, ha un fenomeno di culto fra le mani, non ha bisogno di esterni.

Il mio discorso non era polemico, era più per vedere come stanno cambiando i tempi, da come siamo passati al “presto al cinematografo” al “click e condividi”. Il mio augurio è di gustarvi al massimo questo nuovo capitolo di una saga che ha fatto storia, scuola e che riesce ancora a rinnovarsi.

Star Wars, romanzi

Sì, naturalmente si allude solo ai fan dei film. I fan dell’Universo espanso se la sono già presa in… ehm, in saccoccia da quel dì!

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1 Commento

  1. In sostanza , sarà un altro film superfluo su Guerre Stellari che non aggiunge nè toglie niente alla trilogia classica. Lo guarderò lo stesso perchè sono un fan, ma so già cosa diranno alla fine e ci scommetto sopra. Poi posso anche sbagliarmi eh ma non credo.

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Author: Onix

Cultura cattolica Cresciuto in ambiente Agesci, non ho mai avuto modo di soffermarmi sulla mia Fede, ritenendola semplicemente "la cosa giusta da seguire." Un rapporto conflittuale con lo studio mi ha portato a smarrirmi, senza idee per il futuro. La lettura del capolavoro di C.S. Lewis, "Le cronache di Narnia" è stata la spinta per scacciarmi dal torpore in cui mi trovavo. Iscritto alla Facoltà di Scienze Teologiche, sono impegnato come animatore nella mia parrocchia, il che comporta seguire il gruppo giovanissimi, organizzare il campo estivo parrocchiale ... Cultura Nerd In un mondo di Supermen, preferisco Clark Kent. Appassionato di storia e storie, racconto i miei incontri.

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