The Last Witch Hunter – Recensione
L’ultimo cacciatore di streghe
Solitamente, quando una pagina nerd deve “buttare fuori un articolo che prenda tanti like” e non ha niente di pronto, ricicla su due cose: o la lettera della mamma cattolica contro i giochi di ruolo (così tutti possono scatenarsi in, per l’appunto, una caccia alle streghe) o recupera la solita storia del vip che è nerd. Vedi la buon’anima di Robin Williams, che chiama la figlia Zelda, o The Rock che non approva i giochi di ruolo, preferendo i board game. Il più citato, in questi casi, è Vin Diesel, oramai è il segreto di pulcinella il fatto che sia appassionato giocatore di D&D. Cosa volete farci, esiste anche il gossip nerd!
Detto questo, due cose non dovrebbero stupirci: il fatto che compaia in un nerdlike movie e che tale film sia un occasione sprecata.
La trama. No spoiler. Tanto la sapete già
Beh, si può facilmente spiegare la trama senza spoiler, non c’è nulla che il trailer non dica già. C’è Vin Diesel che mena come un fabbro per tutto l’inizio del film, solo che capisci poco: manco in Ironclad i combattimenti erano così confusi. Ecco, questo prologo altro non è che un avventura di D&D standard: gli avventurieri hanno una quest, arrivano nell’area circondata di blu della mappa, qualche NPCO PNG: Personaggio non giocante; in lingua inglese, Non Playable Character, abbreviato in NPC. muore, sconfiggono i mostri che droppano oggetti.
Però Vin, per una magia, si troverà a combattere i mostri anche in questo tempo, pertanto dovrà tagliarsi la barbozza da berserk (sì, i barbari possono indossare armature pesanti già dalla 3.5La terza edizione e mezzo di D&D. E della 4.0 è meglio non parlarne proprio!; Crom non approva. Ma Crom non approva nemmeno la 3.5 se è per questo!) e indossare completi gessati anziché pellicce. Sarà aiutato da una sarabanda (in realtà pochissimi) di aiutanti, fino ad arrivare allo scontro finale. Sapete già chi vince.
Veramente, vi aspettavate qualcosa di diverso?
Tu non sai niente, Vin Diesel

Forte ma sensibile, Vin Diesel è il barbaro hipster-barbuto che vorrebbe interpretare ogni nerd in D&D… Vabbè, almeno meglio del bardo
Parliamo degli attori. Sembrerebbe che, da quando hanno lasciato il SET dell’unica trilogia de “Il Signore degli Anelli“, il cast si sia dato al saccheggio, per dirla in termini terra terra. Un peccato a cui, siamo sinceri, nemmeno noi Cattonerd avremmo potuto resistere. Così, se Viggo Mortesen si è portato a casa Andùril, Elijah Wood si è preso l’unico anello. Ma quello vero, eh! So che è una battuta vecchia come il cucco, ma guardatelo! Non è invecchiato di una virgola. Che ruolo ha? Il suo solito, con gli occhi da cucciolotto bastonato, senza infamia e senza lode fa’ il suo personaggio, e si ferma qui, come Michael Caine, che alla fine è Alfred maggiordomo di Batman, solo che ha preso i voti.
Il cattivo è stato semplice sceglierlo. Il regista avrà detto: “ehi, portatemi qui il bassista di qualche gruppo folknordicpaganvegan metal, che lo schiaffiamo dentro. Ci vuole il bardo, il bardo è bello, non è inutile!” Il risultato si vede: no ma dai, dovrebbe veramente farmi paura? A me non dice nulla, zero assoluto. Come la classe del bardo. {GdR off} non è vero, è una classe bellissima. Il problema è che pochi giocatori sanno interpretarlo, oltre al classico: vado dall’oste a chiedere se posso suonare nella sua locanda o uso “ispirare coraggio” {GdR on}
Rimangono, prima dei veri protagonisti, gli NPC. Ed è la definizione giusta, PNG, personaggi non giocanti. Per chi ha conoscenza di qualsiasi GdR, o meglio MMORPGMultiplayer Online Role-Playing Game, ovvero gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa., sa che il loro compito è stare lì fermi impiantati, con un bel punto esclamativo lampeggiante sulla testa. Vengono interrogati, danno oggetti, muoiono male ebbasta. Potevano essere di più? Non per come è strutturato il film, e anzi, sono adatti a questo, incastrandosi nella logica perfettamente. Dopotutto, a che altro servono i PNG?

Una strega in giacca di pelle… che sembra uscita dal Mondo di tenebra!
Sicuramente, se siete stati al cinema – e non l’avete fatto voi – qualcuno in sala avrà urlato “ma è Ygritte!” (come se già non lo sapesse.) Stessa storia di quando siete andati a vedere “Terminator Genesys” e avete visto Emilia Clarke. Beh, io Rose Leslie (che Wikipedia mi dice discenda dagli Stuart, quindi ha sangue nobile!) all’inizio la odiavo, ora la adoro. Cioè guardatela, in una scena diciamo “toccante” e non faccio spoiler: recita male come il disagio, sembra svogliata e non ci crede per nulla, nonostante uscisse da un momento in cui la sua paura era convincente, viva. Si comporta così per tutto il film, passando da momenti di ottima recitazione ad altri dove “non ci siamo proprio”. Nella scena finale però vince e convince. Cos’è successo? Si è presentata svogliata sul set, ha recitato male nelle prime parti, e il regista l’ha, per usare un termine tecnico cinematografico, incarnata? Non saprei, però spero di rivederla presto sul grande schermo. (ndr: “Il trono di spade” lo seguo solo cartaceo.)
L’ultimo Vin Diesel

Kaulder, un contadino che dopo la morte della moglie si prende il 1° livello da barbaro. In fondo l’unico requisito è l’incazzo facile
Arriviamo a Vin, che se la ride e se la gode per tutto il film. Il suo film. Vin, con cui ti faresti volentieri una birra (voci autorevoli –400calci– ci dicono sia veramente una persona alla mano) o un giro in macchina. Vin che ha la macchina costosa, i vestiti firmati, le armi da gangsta. Ogni attore, dopotutto, a un certo punto della sua carriera, deve avere un film che lo esalti, costruito a tavolino per lui, dall’attore alla trama, e non viceversa. Pitt ha avuto “Troy“, Gibson “Braveheart“, “The Rock Hercules”, Cruise “L’ultimo samurai“… come vedete ho citato film più o meno riusciti, nonostante il talento e la dedizione degli attori (Che Dwayne passava ore in palestra e a vedersi i vecchi peplum, Cruise si alzava un ora prima della Troupé per allenarsi con il suo maestro di scherma personale). Perché qui c’è poco da fare, è sempre un azzardo; per quanto un attore possa essere bravo o adatto al ruolo, se il resto del circo è in precario equilibrio, tutto cade, e sono soldi buttati, sopratutto se avevi previsto un sequel.
E qui casca l’asino, caro Vin, anche perché io sto con Russell e preferisco la birra belga. Te la ridi te gigione, io di meno, anche se rimaniamo ancora amici. Reciti bene, ma ogni inquadratura sembri strizzare l’occhio allo spettatore, come a dirgli: “hai visto che bomba? Ho detto io di farlo!”. Non ci divertiamo troppo, mi spiace dirtelo, ci stufiamo alla fine. Il tuo personaggio è insipido, non lo ricorderemo. Scommettiamo? Chi di voi ha visto il film mi risponda subito: come si chiama il personaggio interpretato? Fine, stop! Avete pensato Vin Diesel, vero? Non ve lo ricordavate? E vi pare poco! Direi che possiamo chiuderla qui.
Mi hai pure multiclassato barbaro-mago. Questa non dovevi farmela Vin. Sei proprio figlio della 3.5!
Lasciarsi ispirare

Il manuale di Vampire già si presentava in uno stile anni luce lontano dal fantasy di D&D, che nostalgia!
Nei primi anni ’90, tutti i nerd, che non sapevano nemmeno di essere nerd, giocavano al già citato D&D, ma non sapevano cosa sarebbe accaduto: la scheggia impazzita White Wolf. A maghi ed elfi, contrapponeva avventure più cupe e mature, se vogliamo; ai castelli e selve oscure la giungla urbana. Perché? Per accaparrarsi quel pubblico prettamente americano che non aveva un passato storico medievale. Siete mai stati a San Marino o in qualche castello dalle vostre parti? Qualche rievocazione storica? Dopo non eravate carichi e pronti per giocare? Ecco, la WW puntava a questo, ma in ambienti conosciuti, portava in luce (o meglio, esplorava le tenebre) del moderno gotico. Un successo strepitoso, dal celebre “Vampiri la masquerade” a “Maghi, il risveglio” e per i Cattonerd, “Hunter”, dove si poteva interpretare un cacciatore di mostri. (Poi c’erano le copie parecchio trash, come quella dedicata ai Frankestein e alle mummie… roba che “Mummies Alive” era più credibile!)
Bene l’avventura di Vin è questo, può tranquillamente essere una giocata di Mondo di tenebra. Non solo, citerò altre due fonti: in “In the Name of the King” (l’inizio è questo, un film ispirato a un videogioco, un grande spreco per Jason Stathman e per Leele Sobieski, di cui vi consiglio l’interpretazione come Giovanna d’Arco) e “Highlander“, solo che mancano le musiche dei Queen. Se avete visto questi due film, e quello che stiamo recensendo, avete già capito tutto.
Conclusione
Il film è godibile, se volete andare al cinema, e non sapete cosa guardare, direi che può andare, basta non avere troppe pretese. La trama parte da A, voi sapete che arriva B, e prende quel percorso, con una recitazione adatta che non osa, ma va data una nota di merito per Rosie. Anche se siete nerd pesanti, non sarete così esaltati dalle citazioni, ma del resto lo sapevate già. Ecco, forse si può riassumere tutto in: “tu sai tutto, John Snow!”
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