Firenze 2015: Abitare come Dorothy
Il terzo verbo del Convegno Ecclesiale Nazionale Firenze 2015 arriva, logicamente, dopo uscire e annunciare. Come si fa ad andare ad abitare con qualcuno se prima non si “abbandona la propria casa” e non ci si è presentati per farsi conoscere?
Con il verbo abitare si scopre poi la parola “ospite“, che è davvero molto interessante. Ospite infatti non si riferisce solo all’invitato, ma anche a colui che accoglie l’altro dentro la sua casa. Se di primo acchito può sembrare un errore della nostra lingua, al contrario nasconde una saggezza profonda. Quando si abita insieme, non importa di chi è la casa, è compito di ognuno trovare la sintonia per far sì che l’altro possa stare bene. Quando si abita la stessa casa, diventiamo ospite l’uno dell’atro. L’invito che ci viene proposto è forse proprio questo: al di là dei ruoli quello che conta è il bene comune.
E per raggiungere il Bene comune, come ricorda il verbo Annunciare, dobbiamo puntare all’essenza della relazione. Spesso invece, come Marta (Lc10,38-42), ci occupiamo più delle faccende di casa o dell’etichetta che dell’ospite di cui dovremmo prenderci cura.
Dorothy era una bambina che sognava di scappare via, e come a volte capita, i desideri sbagliati si rivelano tali solo quando si sono avverati. Ma nel viaggio che intraprenderà nel fantastico mondo del Mago di Oz, alla disperata ricerca di tornare a casa propria, incontrerà tre personaggi a cui cambierà – e che le cambieranno – la vita. Questa crescita avverrà perché ognuno di loro entrerà nella storia dell’altro, arrivando a stare là dove le loro paure, le loro ferite e i loro bisogni chiedono a gran voce che qualcuno li accolga. L’empatia che mostreranno l’un l’altro andrà ben oltre i facili consigli o il mero aiuto. Perché abitare, prima di ogni altra cosa, vuol dire entrare in relazione, abbattendo i muri e “costruendo ponti”.
E come Dorothy abiterà pienamente la sua casa nel Kansas, così noi siamo invitati, partendo da Firenze, ad abitare la società italiana come Chiesa.Lo Spaventapasseri alla ricerca di un cervello, il Leone alla ricerca del coraggio e l’Uomo di Latta alla ricerca del cuore, possono ricordarci le tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità. Grazie a queste virtù donate dallo Spirito Santo abitare la vita del prossimo diventa il luogo dove possiamo incontrare sinceramente Cristo. E se davvero non c’è posto più bello di casa nostra, non ci sta forse suggerendo Dio che dovremmo considerare la vita del nostro prossimo come casa nostra? Andiamo ad abitare quindi, e rendiamo ogni casa il posto caldo e accogliente in cui vorremmo vivere anche noi.
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21 Novembre 2015
Un’ottima osservazione, non avevo mai immaginato il Mago di Oz con questa interpretazione.