Firenze 2015: Annunciare come Aslan
È il secondo verbo scelto dal Convegno Ecclesiale Nazionale Firenze 2015, e non poteva essere altrimenti! Non usciamo certo per divertirci o per sgranchirci le gambe!
Usciamo per annunciare quanto di bello abbiamo ricevuto, per donarlo gratuitamente al prossimo.
Sì, ma come?
Papa Francesco ha detto: “Come pastori siate non predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo, morto e risorto per noi. Puntate all’essenziale, al kerygma“.
Con questo invito alla semplicità del messaggio, il Papa ci sprona a puntare al cuore delle persone. L’essenziale è comune a tutti.
Scollandoci di dosso tutti gli schemi da cui partiamo, possiamo arrivare a toccare la parte più profonda di chi ci troveremo davanti. E non importeranno le differenze che ci dividono perché, come ci ricorda San Paolo, “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.
Proclamate il Vangelo ad ogni creatura
Chi è Aslan? Non parla mai di sé, non si annuncia mai, non fa sermoni. Aslan semplicemente è. Con il suo sacrificio, con i suoi occhi che incutono un po’ di timore ma che in fondo sono nobili, pieni di amore, ci parla di molto altro. Noi sappiamo che il grande C.S. Lewis ha voluto immaginare come sarebbe stato Gesù in un altro mondo, in un mondo fantastico. E così è nato il Leone, il Re di tutti gli esseri. Aslan è Cristo e rivela Dio con la sua stessa vita, con le sue stesse azioni: esse annunciano da sole il messaggio d’amore di Dio.
Anche noi siamo chiamati ad annunciare Dio con la nostra vita, in ogni “mondo”, ovunque ci dovessimo ritrovare, davanti a chiunque. Cosa annuncia tacitamente Aslan? Che l’Amore è oltre le colpe, “tutto copre”, e che vince la morte. Cosa siamo chiamati ad annunciare con la nostra vita? Che Cristo è più forte della morte, di ogni dolore, che la vita vale la pena di essere vissuta perché Qualcuno ci ha voluto bene e ci ha salvato. Annunciamo con i nostri occhi, con i nostri sorrisi, con le nostre mani… e, se proprio serve -come qualcuno disse – anche con le parole!
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