Il suono di ciò che amiamo
Quando l’ascolto diventa “selettivo”
Con la “StarWars-mania” che dilaga non c’è da stupirsi se in una famiglia un po’ nerd accadono cose come queste: al supermercato il muletto sposta un pallet passando dietro di noi e si sente un suono tipo “wooooshhh”, cosi il piccolo (mio figlio) esclama: «Mamma hai sentito? E’ il suono di un Caccia-TIE!!!»

Il TIE fighter, in italiano caccia stellare TIE o più semplicemente Caccia TIE, è un caccia stellare presente nell’universo fantascientifico di Guerre stellari.
Wooooshhh = “cri-cri”?
La riflessione semi-seria non riesco a non mettercela, perché l’aneddoto mi sembra analogo (anche se di per sé è sicuramente meno edificante) alla storia del grillo del signor Jean Henri Fabre.
Di lui si narra che nel mezzo del baccano di Londra, fatto di mezzi di trasporto, strilloni, vociare di persone e mercanti, riuscì a percepire il cri-cri di un grillo in modo tanto nitido da trovarlo fisicamente nascosto in un ciuffo d’erba. (Qui il racconto completo.)
Interrogato su come fosse possibile, lui rispose che:
La riprova la diede facendo cadere una moneta per terra e notando quanti si voltavano a cercarla nonostante il medesimo baccano di sottofondo.
Tornando a noi, il piccolo a 5 anni e mezzo ha una passione sfegatata per la galanteria dei cavalieri, i jedi e le “Pugnae Astrali” (w la crew di “feudalesimo e libertà”!), quindi si spiega come riesca ad associare i TIE ad un suono che noi ignoriamo quasi del tutto. Lui ama “Star Wars” e tutto può riferirsi a quello che sa di quella saga.
All’ascolto dell’infinito
Un domani nel suo cuore si accenderanno nuove passioni, e la sua capacità di ascolto inizierà a captare tutt’altre sonorità. Già adesso ritiene irresistibile l’intrigante suono che fanno i mattoncini lego quando vengono riversati sul tavolo e le sigle dei suoi cartoni preferiti, mentre al contrario la sveglia del mattino può buttare giù dal letto un intero condominio e al contempo restare dolcemente ignorata da lui. Forse un giorno, ripercorrendo qualche pezzetto di strada dei suoi svalvolati genitori, arriverà anche lui a diagnosticare un danno all’hardware di un PC dal suono che fa all’avvio, o a distinguere il rullìo di un dado D&D da un qualsiasi tamburellare sulla tavola.
Ciò che amiamo cattura la nostra attenzione, tutto il resto è rumore senza significato.
Andando più avanti verrà il momento in cui il desiderio di Infinito inizierà a parlare alla sua vita ed allora non solo la capacità di ascolto, ma tutto il suo esistere si volgerà ad amare qualcosa o qualcuno purché in esso sia evidente la promessa di un “per sempre”.
Per un adulto che ha incontrato Dio almeno una volta nella sua vita, le domande diventano così un po’ più impegnative: quanto sono capace di mettermi in ascolto di ciò che amo? Sono davvero consapevole della esistenza di un Amore Immenso che mi circonda Sempre? Quanto sono capace di individuare quella Presenza che si manifesta persino nell’Assenza?
Tanto per ritornare un po’ al faceto, allego al post anche un header a tema, fatto da me e mio figlio. Spero vi piaccia.
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