Star Wars: Il risveglio della Forza – Recensione
Forza, tornatene a dormire… che è meglio!
Volevo farne a meno, perché non amo fare le recensioni, soprattutto quelle negative, ma “Star Wars” è “Star Wars”, un argomento sacro, religioso, che nel bene o nel male non lo si può ignorare. E mi tocca dire qualcosa che vada al di là dei significati teologici/biblici scovati nella vecchia trilogia.
Altra cosa da precisare prima di continuare a leggere: questa recensione è scritta tenendo conto del punto di vista di quei fan che apprezzano non solamente la saga cinematografica di George Lucas, ma tutto quello che rappresenta l’Universo espanso, con le sue regole base e la sua coerenza. Diciamo pure la sua “teologia”. All’interno della redazione inoltre, ci sono opinioni contrastanti, com’è normale che sia, per tanto questa recensione riflette la mia opione e non quella totale di CattOnerd.
Una vecchia speranza…
Come molti, quando venni a sapere che l’uscita del VII episodio avrebbe messo in discussione tante storie stupende, come “Star Wars: Knights of the Old Republic”, come i romanzi di Timothy Zahn, Sperling & Kupferdi, diverse saghe che hanno dato ulteriormente forma all’Universo espanso, ci rimasi male. Credo che per un fan di “Star Wars” sia come se si venisse a sapere che “Il Silmarillion” non sarà più ufficialmente parte delle storie della Terra di Mezzo. È sconfortante. Ma se è “ufficiale”, fate un po’ come vi pare, non è una cosa che si può ignorare e basta. C’è un “Nuovo Canone” dettato da Marvel-Disney, le altre storie diventano così LegendsOvvero, leggende di cui non tenere conto e da leggersi come non più parte dell'Universo espanso.. Vabbè, andiamo oltre.

La trilogia di Thrawn, da cui il VII episodio si ispira in modo non proprio fedelissimo… cioè, è fedele ai romanzi solo laddove se ne avrebbe fatto volentieri a meno! XD
Dunque, superato il trauma iniziale si cerca di trovare un bicchiere mezzo pieno, e ci si lascia incantare dall’immensa campagna pubblicitaria che la Disney ha messo in piedi per il lancio del film. Sì, ce l’hanno raccontata in tutte le salse: piacerà a tutti, sia ai fan che ai neofiti, soprattutto agli appassionati di cinema, ecc…, ecc… e cosi, in tal modo, si cede al lato chiar… ehm no, alla speranza. Dopo ciò ho stabilito due cose: me la prenderò comoda, senza andare subito al cinema (tanto Cattonerd non si basa sulle recensioni dei film); e non mi farò condizionare da giudizi esterni, di esperti, amici o nemici che siano. Tutta questa fatica, evitando spoiler su Facebook, status di WhatsApp, giornali, riviste, conversazioni e quant’altro, soltanto per giungere nella sala del cinema senza pregiudizi, tranne per il fatto, ovviamente, che c’è un legame affettivo con l’Universo espanso.
E un brutto risveglio!

Finn si sveglia di colpo tutto sudato nel deserto di Jakku e realizza che non vuole più fare l’assaltatore. Sì, motivazioni incomprensibili a parte, ma una volta non si chiamavano “truppe d’assalto”?
Sì, nel mio caso è stato come risvegliarmi nel bel mezzo del deserto di Jakku, un po’ sudato e come accade a John Boyega. Brutta sensazione.
Perché nel momento in cui partono i titoli di coda si palesa la verità: “Star Wars: Il risveglio della Forza” è un copia e incolla del concept originale del IV episodioUn droide dei ribelli contenente informazioni importanti viene trovato su di un pianeta desertico dal giovane protagonista, che intraprende un viaggio che lo porterà a salvare il proprietario del droide e a distruggere un'immensa stazione spaziale che i cattivi considerano come arma risolutiva. Aggiungete a quanto appena detto un dramma familiare di tipo padre-figlio e avrete la trama di entrambi i film., ma gratuitamente scontatoEh sì, copiare per alcuni è lo stesso difficile.. È un film coinvolgente per la bellezza delle immagini evocate, ma privo di una propria identità, troppo incentrato sugli effetti speciali e le continue citazioni rivolte ai fan, che, ahimè, non colmano i buchi narrativi. Vabbè, si proverà a colmarli con i successivi episodi, ma il film lascia inevitabilmente un senso di inadeguatezza di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Alcuni giustificano la cosa, perché attendono con ansia il seguito che salverà capre e cavoli. Tuttavia, abbiate pazienza, se alcune scene sono prive di pathos, perché ancora non abbiamo visto i futuri sequel e spin off, il problema non è nostro ma di chi ha scritto la sceneggiatura di questo VII episodio.

La locandina parla da sé… non era possibile nel ’70 immaginarsi di più!
Dando uno sguardo al passato, “Una nuova speranza” non fu un film perfetto. Come molti film anni ’70, non era esente di dialoghi forzati e scene imbarazzanti di cui si avrebbe fatto volentieri a meno, ma segnò la storia del cinema per aver dato vita ad un cosmo immaginifico senza precedenti. E c’era tutto: la fiaba, l’epopea cavalleresca, la spiritualità, la fantascienza, il fantasy. Era il viaggio dell’eroe in una galassia lontana lontana. I due sequel“L'impero colpisce ancora” e “Il ritorno dello Jedi”. furono realizzati soltanto per amplificare ciò che Lucas aveva messo in gioco nel primo film. Non si può dire lo stesso de “Il risveglio della Forza”, un film forzatamente retro e pieno di nonsense o incongruenze difficili da risolvere, che già precludono alcune strade interessanti. Per esempio “La minaccia fantasma” risultò un film tedioso, quasi brutto, ma fu in ogni caso innovativo e non intaccò gli splendidi presupposti necessari per arrivare a quello che si rivelerà uno dei migliori film della saga di Lucas, “La vendetta dei Sith”: la caduta di Anakin Skywalker e la nascita di Dart Fener, descritta in modo credibile, epico e spirituale, nel rispetto della cosmogologiaLa conoscenza delle leggi sia fisiche che metafisiche che regolano l'universo, in questo caso quello di George Lucas, concepito come un insieme ordinato. di “Star Wars”, in un film che fu capace di creare un punto d’incontro credibile tra le due trilogie. E, per di più, di mantenersi “escatologicamente” coerente con le regole già prefissate dalle narrazioni precedenti.
Nell’insieme, avendo sperimentato e raccontato tutto quel che si poteva tirare fuori dall’universo creato da Lucas, nessuno sentiva il bisogno di questo VII episodio. Difatti la notizia di un nuovo “Star Wars” destò nei fan più preoccupazione che altro.
Un film insoddisfacente, a prescindere dagli altri sei
Pertanto, pure se “Il risveglio della Forza” fosse stato un racconto fantascientifico nello spazio stellato non necessariamente legato a “Star Wars”, pure se si trattasse di un remake-reboot (eh, magari lo fosse!!!) o di uno “Star Wars” non canonico (cioè di uno spin off), in ogni caso avremmo a che fare con un film problematico contente, a mio avviso, alcuni errori incontestabili sia riguardanti le regole dell’universo di Guerre stellari che la sceneggiatura.
- Non c’è un’introduzione adeguata che giustifichi la continuity della storia o che spieghi il proseguimento della battaglia tra il bene e il male terminata ne “Il ritorno dello Jedi”. Piuttosto ci si limita a dire che le due principali fazioni (Ribellione e Impero) hanno nuovi nomi: Resistenza e Primo Ordine. La sensazione che tutto sia stato scritto solo per prolungare una saga perfettamente conclusasi è fortissima fin dall’inizio.
- C’è una totale assenza di crescita psicologica dei personaggi, principali e non, che restano pressoché gli stessi dall’inizio alla fine. Non c’è un conflitto interiore, reale o fittizio che sia. Facendo degli esempi, nel film non viene mai accennata ad una possibile ragione che abbia indotto Finn ad ignorare per la prima volta gli ordini dei suoi superiori. “Era la cosa giusta da fare”, quella che gli altri centomila assaltatori non fanno. Ancora, non c’è una spiegazione credibile per cui Kylo Ren tenti di emulare ad ogni costo Dart Fener o per l’odio così smodato che nutre nei confronti dei genitori. (Cioè, hai per padre Han Solo e per madre Leila Organa e ti lamenti pure? Mah..)
- Ne consegue che non sappiamo nemmeno se, dove e quando sia avvenuta una tragedia familiare che giustifichi il comportamento dell’antagonista. Dunque, l’antagonista non funziona, perché appare inverosimile. Per quanto Kylo Ren sia in parte fedele all’idea dei romanzi da cui è tratto, ovvero un bamboccio che gioca a fare il sith, il suo sbattere i piedi per terra e pretendere di eguagliare il precedente cattivo desta nello spettatore una delusione notevole. E poi diciamocelo, il cattivo non dovrebbe destare ilarità, come invece accade….
- L’altro antagonista, il nuovo Palpatine, non ci trasmette alcuna soggezione. Come fa notare Emilio Ranzato dell’Osservatore Romano, è il risultato più goffo e pacchiano che si poteva ottenere dalla computer graphic. Sottoscrivo.
- La figura di colui che guida il protagonista (Rey) dal mondo ordinario di Jakku al mondo straordinario della Forza è del tutto assente. Manca il ruolo del mentore, che per questo genere di racconti è fondamentale. Han Solo e la versione femminile e piratesca di Yoda, Maz Kanata, non bastano a colmare l’assenza di una figura Jedi di riferimento.
- L’errore di sopra snatura, così, l’intera ambientazione e rovina la figura della protagonista: Rey non soltanto non viene iniziata alle vie della Forza, ma si scopre dalla sera alla mattina dotata di super poteri che è in grado di padroneggiare e che annullano il misticismo dell’intera saga. Nonostante l’alta sensibilità alla Forza ereditata dal padre Anakin, dovuta al grande numero di midi-chlorian, Luke impiegò due film per diventare uno jedi. Rey semplicemente nasce imparata di tecniche che non sono il risultato di semplici intuizioni o istinti preternaturali, come del resto evidenziato dalla scena del condizionamento mentale sui soldati del Primo Ordine. Vabbè, già sappiamo che Rey si rivelerà uno dei bambini addestrati da Luke, ma la sua amnesia per ora ci appare piuttosto vacua.
- Altra consequenziale paradossalità, che dimostra quanto detto sopra: vengono dissacrate le spade laser, un tempo armi sacre e invincibili che solo gli Jedi potevano sperare di usare. Sia ben chiaro, questo non per questioni sentimentali o religiose, ma logistiche: una spada laser è un’arma sbilanciata, pericolosa e astrusa da utilizzare. Senza un addestramento nelle vie della Forza adoperare una spada laser equivale ad un metodo veloce per amputarsi da soli qualche arto. Adesso nello “Star Wars Light” della Disney due perfetti sconosciuti non soltanto ne fanno uso senza difficoltà alcuna, ma riescono addirittura a tenere testa a un sith addestrato, anche se ferito. Anzi, qua si va ben oltre e si scopre l’esistenza di “bastoni tecnologici” capaci di respingere il colpo di una spada laser, ma di cui gli assaltatori del Primo Ordine sono inspiegabilmente sprovvisti. Ovvero, ce ne sta uno ogni 10.000 truppe!
- Kylo Ren uccide Han Solo, ma la scena non ha alcuna enfasi. Vediamo solamente un personaggio a cui siamo affezionati venire ucciso da un antagonista insulso, nel tentativo di copiare il dramma familiare de “L’impero colpisce ancora”. Non stupisce, non esalta, dà solo fastidio.
- Nello stesso modo viene messa in ridicolo la Morte Nera, di cui Starkiller è un duplicato più grande e con il medesimo errore di progettazione: basta colpire il solito canale nel mezzo per fare saltare tutto quanto!
Se a tutto questo ci aggiungiamo il fatto che non stiamo parlando di un film non pretenzioso, ma del sequel della trilogia cinematografica più amata di sempre – eh, una cosuccia da niente! – le cose non migliorano…
E Lucas cosa ne pensa?
Queste sono le dichiarazioni di George Lucas in un’intervista a “The Hollywood Reporter”, rimbalzate per tutto il web. Tuttavia ritrattate pochi giorno dopo (la Disney deve essersi risentita…). Al di là del gossip, il film diretto da J.J. Abrams e sceneggiato da Michael Arndt non convince nemmeno il padre di “Star Wars”.
Conclusione

Molti sono inclini a credere che Rey sia della famiglia Skywalker, ma per ora si tratta di un’interpretazione speculativa. Rey ci piace molto e avremmo voluto saperne qualcosa riguardo l’attesa della figura paterna che rivede in Han
Tirando le somme, “Star Wars: Il risveglia della Forza” è un film godibilissimo per le sue immagini mozzafiato, con un design volutamente vecchio stile, pieno di revival e citazioni, ma con inesattezze e scene sgravate, che oltre a far perdere l’epicità propria della saga, lo rendono indigesto ai fan più esigenti e a coloro che dal VII episodio non si aspettavano un reboot. Purtroppo, non basta nemmeno un robottino adorabile che rotola (BB-8) a salvarlo (anche se, accidenti…non puoi non amarlo!). Escludendo i poco carismatici John Boyega e Adam Driver, la scelta degli attori è senz’altro azzeccata, soprattutto per la bellissima Daisy Ridley. C’è da dire poi, che la presenza di Han Solo e Chewbecca ci regala bei momenti di felicità. In conclusione, nonostante si tratti di un colossale omaggio ai fan di “Star Wars”, “Star Wars: Il risveglio della Forza” non risulta appagante, soprattutto per il prezzo da pagare: la dissoluzione del precedente canone di Guerra stellari.
Commenti da facebook
8 Gennaio 2016
Articolo condivisibile in tutto!
Giusto per aggiungere conferme alla teoria che vede Rey figlia di Anakin: http://www.melty.it/star-wars-7-l-identita-di-rey-rivelata-in-un-video-di-disney-infinity-spoiler-a185333.html
Poi butto lì pure una mia teoria, sui prossimi episodi:
Kylo ha un conflitto interiore che lo vede tentato dal lato chiaro della forza, tanto che ha paura di cedere e questo lo porterà a diventare il buono; Rey invece quando capisce come usare la Forza, ha uno sguardo duro come quello del nonno quando cede alle lusinghe del lato oscuro, e quindi diverrà la controparte cattiva.
…oppure, molto più semplicemente, porteranno gli eventi ad esser sempre più borderline, così che ognuno possa potersi trovare ora dalla parte del bene, ora dalla parte del male. D’altronde, non credo che la Disney voglia indicare come riconoscere il bene ed il male, piuttosto ti dice: “creati la tua morale” (come ha fatto anche nel film Maleficent)
10 Gennaio 2016
Simone, ti dirò, hai quasi probabilmente anticipato parte della trama del VIII e del IX episodio. XD … La cosa che fa arrabbiare non è tanto il fatto che gli autori de “Il risveglio della Forza” siano stati scontati, essendo ormai sempre più difficile creare qualcosa di originale, ma l’incoerenza rispetto la profondità spirituale che, al di là della qualità dei film precedenti, è sempre stata rispettata in “Star Wars”. Questo aspetto non è affatto secondario e non viene colto da chi non ha apprezzato davvero la saga di Lucas. Da qua tutte le diatribe tra nerd e non nerd, fan e non fan, ecc…, che vedrebbero i primi come bigotti troppo esigenti, ormai non più capaci di stupirsi, e i secondi come obiettivi, meno rompiballe. Per alcuni versi hanno ragione entrambe le parti, dato che nell’insieme si respira grazie a questo film una minima parte della profondità e della bellezza di “Guerre stellari”. Comunque sì, è molto Disney… e questo non è necessariamente piacevole se combinato con l’universo di Lucas. Speriamo sfruttino le critiche per correggere il tiro!
8 Gennaio 2016
Mi aggrego anch’io!
Non sono proprio una fan di Star Wars. Diciamo che sono legatissima alla prima trilogia; la seconda invece, nonostante fosse incentrata su Anakin e i suoi perché, mi ha lasciata piuttosto tiepida (non delusa o scontenta, proprio tiepida!). Lo scrivo per chiarire che non aspettavo episodio VII “al varco”. Il film è carino, simpatico, e fa un sacco di strizzatine d’occhio a te che conosci pure gli episodi precedenti. Però corre, corre una cifra! (SPOILER) E così il pilota della resistenza ci mette un nano secondo a fidarsi di Finn-Assaltatore-Pentito-che-però-sa-combattere-quindi-non-può-essere-alla-sua-prima-battaglia, Rey scopre la Forza nella pausa tra una tortura e l’altra, Han fa una carezza veloce al figlio prima di precipitare, e poi via, di corsa a far combattere con le spade laser un Kylo Ren ferito e con addestramento incompleto (ok, ma comunque un pochino addestrato era, oppure ho capito male io?) contro Finn-Assaltatore-che-s’impressiona-per-il-sangue-ed-è-alla-sua-prima-battaglia e la novellina Rey.
E che dire di Kylo Ren, fervente fanboy del compianto Darth Vader/Fener? Quale potrà mai essere il background di un kattivo che ogni tre per due sfodera la spada e spacca tutto? Le sue reazioni sembrano suggerire qualcosa di drammatico, tipo che voleva un motorino e papà Han e mamma Lei(l)a gli hanno detto qualcosa come “quando sarai più responsabile”, lui allora se l’è presa ed è passato al lato oscuro.
Polemica a parte, io sono fiduciosa. Questo era un episodio difficile: dovevano presentare nuovi personaggi e salutare quelli vecchi, ricreare una situazione di crisi da poter sciogliere, qualcosa di potente che reggesse il confronto padre-figlio degli episodi precedenti… dai che magari aggiustano il tiro, coraggio!!