Per le donne crocifisse
La schiavitù tra le nostre strade
L’immagine di Cristo sulla croce, di un innocente. L’ingiustizia che si compie nel sadismo di taluni e nell’indifferenza di altri. Un corpo torturato, dilaniato nella carne. Questa è la vita per oltre centomila donne in Italia (senza contare quelle all’estero). Questa è l’immagine che deve farci riflettere, l’immagine di donne che sono crocifisse.
Il problema della tratta delle schiave è reale, non parliamo di fatti lontani, le si può vedere ogni giorno ai bordi delle strade, sotto gli occhi di tutti, eppure è come se non esistessero. Ma per i 9 milioni di uomini italiani che annualmente frequentano il giro della prostituzione coatta, secondo recenti stime, queste donne però esistono eccome.
Sentivo l’esigenza di parlare di questo argomento per via di tutti i luoghi comuni, delle varie frasi fatte, che spesso si sentono esprimere su questa tematica. Purtroppo sono queste falsità, queste scuse, che tengono in piedi la macchina di tortura che vede coinvolti i corpi martoriati e innocenti di giovani donne (molte anche minorenni), le cosi dette prostitute.
Ma chi sono queste donne realmente?
Per porci questa domanda è necessario avere il coraggio di affrontare la cruda verità. L’associazione comunità Papa Giovanni XXIIIFondata da Don Oreste Benzi, è un Ente Ecclesiastico internazionale che opera nel mondo dell’emarginazione in Italia e all'estero. A partire dal 1991, la Comunità è impegnata in un’opera continua e sempre più articolata per liberare dal racket il maggior numero di ragazze schiavizzate. L’intervento intrapreso di questi ultimi anni ha assicurato la libertà a circa 7.000 ragazze ridotte in stato di schiavitù. fondata da don Oreste Benzi, da 25 anni ormai accoglie e aiuta le ragazze che riescono a fuggire dal giro della prostituzione (ad oggi circa 7000 ragazze salvate). Dico “fuggire”, perché sì, il punto è proprio questo: non sono donne libere. Queste ragazze, nelle loro testimonianze, raccontano di come sono portate qui con l’inganno, attraverso la promessa di un lavoro, per ritrovarsi poi violentate, torturate e ricattate.
Don Aldo Buonaiuto, attuale guida dell’associazione, ci spiega:
Ma davvero per tutte è cosi? Sono davvero tutte obbligate? Alla conferenza organizzata da don Aldo qualche settimana fa nella chiesa delle Santissime Stimmate a Roma, erano presenti figure autorevoli, quali il Procuratore della Repubblica di Roma e della direzione distrettuale anti-mafia, Barbara Sergenti, che ci ha spiegato i meccanismi della malavita, e il questore, direttore Superiore della Polizia di Stato Italo D’Angelo. Quest’ultimo, ci ha raccontato la sua esperienza diretta sulla strada e il suo incontro con don Oreste Benzi:
“Io ero un capo di squadra mobile che prima di conoscere don Oreste faceva le cosi dette “retate della polizia“, le retate venivano organizzate con le macchine militari e con quelle della squadra mobile, prima ancora si chiamava “la buon costume”. Si circondava la zona, le ragazze cercavano di fuggire, qualcuna scappava sulla strada, qualcuna scappava lungo la ferrovia, qualcuna è morta sotto il treno lungo la statale adriatica, qualcuna è rimasta per sempre rovinata perché investita dalle macchine pur di scappare dalla polizia. Erano terrorizzate di essere prese da noi e portate in questura, e li che succedeva? Facevamo l’identificazione e poi facevamo il decreto di espulsione. Con don Oreste si è capovolto il mio mondo, si è capovolto perché don Oreste, con il quale sono andato più volte sulla strada insieme a don Aldo, ha iniziato a farci capire che queste ragazze non erano partecipi, ma erano vittime, queste ragazze non avevano solo bisogno di essere consolate, ma avevano bisogno di essere liberate, avevano bisogno di vedere le forze dell’ordine vicino a loro, di essere tutelate […]. La presenza di questo prete, che portava sempre la tonaca, vicino a noi, era una presenza che dava fiducia alle ragazze, don Oreste le avvicinava, le chiamava figlie, cantava con loro”.
Qual’è la verità quindi? don Aldo dichiara:
Perché allora si trovano alcune interviste o dichiarazioni di prostitute che affermano di stare sulla strada volontariamente? La risposta è che molte ragazze sono costrette a mentire, e lo fanno anche in modo piuttosto convincente, tale è la paura delle minacce di ritorsione su di loro o sulle proprie famiglie.
Nel seguente video trovate qualche testimonianza, seppur accennata. Altri video, notizie e documentazioni li trovate sul sito Donne crocifisse o sulla pagina facebook
“Trattate male” un Graphic Novel su una storia vera
Mi fa piacere parlare anche del lato “nerd” in un argomento cosi serio. Anche i fumetti infatti possono raccontarci storie serissime e denunciare problemi reali, ed è questo che fa il graphic novel “Trattate male” edito dalla Round Robin Editrice. Ci parla di una storia vera, scritta dalla giornalista Laura Bastianetto e accompagnata dai suggestivi disegni di Valerio Chiola, illustratore e fumettista.
La storia è questa: “Durante un naufragio nel 2009 nel canale di sicilia, un gruppo di nigeriani si dispera: ha perso il suo “carico” di ragazze avvenenti pronte a prostituirsi sulla Bonifica del Tronto, tra le Marche e l’Abruzzo. Eì solo un piccolo intoppo per un’organizzazione ben collaudata che in quattro anni ha assoggettato, sfruttato e ridotto in schiavitù giovani nigeriane. Secondo l’ufficio delle nazioni unite sulla droga e il crimine, la Nigeria è tra i primi otto paesi al mondo in cui è maggiormente diffuso il traffico di esseri umani. “Trattate male” è la ricostruzione di un’indagine avviata nel 2007 dal ROS dell’Aquila e del processo che ha portato a una sentenza esemplare. Per la prima volta con la confisca dei beni sequestrati agli aguzzini, sono state risarcite 17 donne nigeriane con una provvisionale immediata di 50mila euro.”
E tu da che parte stai?
Venerdì 26 febbraio ci sarà una via crucis di solidarietà e preghiera per le giovani donne vittime della tratta (prostituzine coatta e violenta) organizzata a Roma dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Pastorale Vocazionale della Diocesi di Roma. Partirà dalla Chiesa di Santo Spirito in Sassia alle 19,30. Le “stazioni” previste sono 7, da Borgo Santo Spirito alla Chiesa Nuova, passando per Ponte Sant’Angelo, con altrettanti momenti di preghiera, meditazioni e testimonianze delle vittime salvate dalla tratta. Noi di Cattonerd ci saremo, e voi da che parte state?
Commenti da facebook
24 Febbraio 2016
Grazie per questo bellissimo articolo =) “La presenza di questo prete, che portava sempre la tonaca, vicino a noi, era una presenza che dava fiducia alle ragazze, don Oreste le avvicinava, le chiamava figlie” Questo passaggio mi ha commossa. Proverò senz’altro ad esserci alla fiaccolata di venerdì, grazie per averla segnalata.
25 Febbraio 2016
Si vede anche nel video quella scena
27 Febbraio 2016
Quello della prostituzione è un bel problema, ma se per strada è già più facile avvicinarle per aiutarle, quelle che sono obbligate a farlo in casa e vengono pubblicizzate tramite annunci in rete come si fa?
Lo vedo molto ma molto più complicato…
25 Novembre 2018
Questa è la risposta migliore a quelle persone che – credendosi intelligenti – vorrebbero riaprire le case chiuse.
28 Novembre 2018
Sarebbero da prendere a fucilate le persone che vogliono legalizzare la prostituzione, rendendo così legale qualcosa di abominevole!