Gods of Egypt – Recensione
Di gente che perde pezzi, cavalieri dello zodiaco e combattimenti al rallentatore
Sono sempre stato onesto: non sono un vero recensore. Non ho le capacità, non ho gli studi e, spero, non ho la presunzione di atteggiarmi come se lo fossi. Metto stelline, lascio giudizi, ma il mio scopo non è di decidere cosa è bello e cosa non è bello. Parto sempre dal presupposto che non esistano film belli o film brutti, ma che meritino o non meritino il nostro tempo. Tale giudizio non si basa su qualità riconoscibili per gli studiosi del settore, ma piuttosto incidono con i nostri gusti personali, le nostre aspettative e, cosa non solo giusta ma doverosa, quel qualcosa dentro di noi che ci porta a dire, ma non sappiamo spiegare: sì, mi piace.
Un esempio lampante? Quando hanno trasmesso “La grande bellezza” , che di premi ne aveva vinti parecchi. Dopo pochi minuti, sui social, capeggiava la battuta studiata a tavolino, nelle sue varie declinazioni: a me pare più la grande schifezza.
Quindi, il mio compito è farvi capire se tale film possa meritare o meno il vostro tempo, tenendo sempre conto che posso sbagliare e non vi conosco uno per uno, cosa che non mi dispiacerebbe, comunque. Alla fine sarete voi il giudice e le stelline le metterete voi. Oltre a questo, mi impegno a fare un discorso dove vengono motivati i miei punti di vista, vado a ricercare le fonti, e non sono buttati così, tanto per. Proprio perchè non voglio sprecare il vostro tempo, e darvi delle recensioni per cui è valso. Quindi non troverete un “è unammerda” come troppo spesso si legge nei social. Per quanto un film possa essere bello o brutto, voglio iniziare una conversazione costruttiva sulla cosa, sperando continui nella nostra pagina Facebook, e non categorie lapidarie.
E ora andiamo a recensire sto’ “Gods of Egypt“.

Sindrome da Exodus: tipici egiziani
I peplulm, cinema da vecchi
Conversazione avuta qualche tempo fa, da il classico tacciagiudizi cacca/stupentemente fantasticoso megabello. Il mio buon Taku a tale affermazione ride in faccia al pesonaggio, con un “ohohoh” che in realtà significa: sei un pagliaccio. Ora, alcuni peplum, sopratutto quelli fatti per calcare la moda del momento, non riesco mica a guardarli, ed è giusto così. Sono figli della loro epoca, e fatti per accattivarsi i gusti che c’erano, dai colori ai dialoghi. Già per noi oggi, rivedere “Il Signore degli Anelli” di Jackson, potrebbe non convincerci come i primi anni di visione. Però, nonostante passi il tempo, le scene dove il forzuto di turno scaglia macigni di polistirolo alla gente, o ferma mostroni a sganassoni, sono sempre belle da vedere.
Anche il recente cinema ci ha provato, ovviamente “contaminandolo” con il gusto moderno: “Scontro fra titani” (quello in stop-motion) con la sua medusa inquietantissima che rovinò i sogni di tutti i bambini dell’epoca; il remake che si ricorda solo per Liam Neeson che urla “LIBERATE IL KRAKEN!”, The Rock che prima fa “Il Re Scorpione“, poi Ercole e sì, speriamo tutti faccia anche Sansone, sarebbe perfetto. No, ma Dwayne che accoppa filistei con una mascella d’asino? È il suo ruolo, vi prego, fate questo film.

Leonida con gli Immortali. OMG! 300 3 CONF1RM3D!
Vi ricordate il discorso vale/non vale? Ecco, “Immortals” è l’emblema di ciò che ritengo spreco per il mio tempo. Vero è che stavo dipingendo i serramenti nel giorno in cui l’ho visto. Però la sera son stato malissimo, veramente. Lo ritengo nei peggiori film visti nella mia vita. Ed è una lista veramente corta. Comunque son scemo io e non l’ho capito, visto che c’è chi lo definisce un capolavoro di neofigurativismo o degno di un quadro rinascimentale. Cioè sì, Kubrik non aveva capito nulla con Barry Lyndon e Pasolini non erano abbastanza realisti. Andiamo oltre, che è meglio.
Comunque sto “Gods of Egypt” è un peplum fatto dai giovani per i giovani. C’è tutto lo schema classico: il personaggio di natura divina che deve riscattarsi, l’aiutante indiota ma simpatico, il cattivo che è veramente cattivo, e le belle ragazze, infarcito di mitologia, quel che ci piace e ci torna utile, senza badare alla correttezza. Soldi sono poi stati spesi per gli effetti speciali. Abbiamo tutte le carte in regola. Cosa, ditemi, cosa può andare storto?
Tante, troppe cose
Mah, magari la coerenza narrativa? Distratto io, ma la morosa, dall’infinita pazienza nel supportarmi in ogni mia avventura sgangherata, mi ha fatto notare, tra uno sbadiglio e l’altro, come alcune frasi siano sconclusionate, fuori luogo, saltino di palo in frasca. Le battute son gettate così, non fanno ridere.
Ecco, il verbo adatto: gettato. La trama è un “metti questo”, “dai, metti anche questo!” “Non ci sta!”, ” Sì, se lo stringi.” Ecco, e questo per molte parti del film. “Oh, e cosa mettiamo ora”, “Boh? Allunghiamo, metti amore, l’amore e le botte piacciono”, “Fatta vesciu!” è la parte rimanente. Non è che una sceneggiatura funzioni proprio così. Prendi “Mad Max“: gente che va da A a B per tutto il film. Ma in maniera coerente, folle, ma studiata in ogni minimo dettaglio. Pensata dunque, non gettata.
E questo si vede nel film, in un altalenarsi di momenti belli e fatti bene, ad altri gettati come riempitivo.

“Dalle mie parti, mi chiamano lo sterminatore di Re”
Abbiamo attori esperti e adatti per un cinema hollywoodiano semplice (non brutto, ma inteso come non impegnato) e c’è Gerardo Maggiordomo, molto apprezzato dalle ragazze, che di film del genere è avezzo. Poi c’è Jaime Lannister, che fa quel che gli riesce meglio: perdere pezzi del proprio corpo. Infine un ragazzino imberbe che sta simpatico come la zia che vedi solo a natale, non ti porta la busta, e per tutto il tempo ti chiede: “e la scuola? E la fidanzata?”. Ah c’è pure Barbossa, talmente incartapecorito che non l’avevo riconosciuto, fortuna che la morosa me l’ha fatto notare. Poi Ruperto Sewell (come lo traduco? Pozzocucire?), anche lui reduce da Capolavori quali “Hercules il guerriero” o “La leggenda del cacciatore di Vampiri”, (Oh, nella scala de: vale/non vale, per me sono Capolavori) ma stanco e svogliato, che sbadiglia pure in qualche scena! Tutti son stanchi, sembra che recitino perchè devono, non vedo quell’amore, quella voglia di lasciare un segno, di rendere proprio il personaggio. E questo limita parecchio.
Quando ho proposto la recensione, Blanche Princesse mi ha chiesto se era una trashata. Le ho risposto sì, che lo era. E per questo poteva piacermi parecchio. Ma se c’è un cinema ignorante, lo fa con criterio. Qui niente. Oltre al fatto che molte cose puzzano di copiatura, come una mummia stantia; badate bene, non citazione ma copiatura. Per i giocatori di “Warhammer“, i serpentoni non vi ricordano quelli di Khemri?
Conclusione (Tempo sprecato?)
Ecco la domanda cruciale. Tempo sprecato o non sprecato?
La risposta è la terza: non rischiate.
Sono uscito dal cinema comunque soddisfatto, entrando senza alcuna precomprensione di sorta, senza volermi aspettare nulla. Semplicemente guardare, vedere un po’ di botte, e qualche effetto speciale meritevole. Non sono stato deluso. La sensazione è questa: hai i soldi contati, devi sia cenare, sia andare al cinema. Anziché Sushi e film, o pizza e film, ti accontenti di un panino del Mc. Che esci che non sei soddisfatto ma, se non era servito freddo ghiacciato come va di moda ora, comunque non ti è dispiaciuto e riesci a fare tutto.
Come dicevo prima, effetti speciali ben realizzati ma poco curati. Le armature da cavalieri dello zodiaco sono inguardabili nei primi scontri, poi magicamente negli ultimi sembrano curate nei dettagli, e hanno il loro senso. Purtroppo anche queste soffrono del problema di “Pacific Rim” coi robottoni: studiamo solo due personaggi che hanno armature interessanti, il resto del gruppo si accontenti di un accessorio.

Dovrebbe essere il punto centrale dello spettacolo, invece non convince
Non vale i vostri soldi della prima visione, andate a vederlo quando c’è qualche promozione al cinema, tipo biglietto ridotto del lunedì o porta un amico. Meglio ancora: aspettate che esca il dvd, aspettare ancora che qualche grullo lo compri, aspettate che lo veda, aspettate che ve lo presti. E poi guardatelo, sapendo che potete lasciarlo perdere quando volete, per passare ad altro.

Mandare a quel paese gli spettatori con la classe di Gerard Butler strafatto.
Comunque, è la degna conclusione
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