Postato Da Alex Pac-Man il Mar 6, 2016 in Massimi sistemi, Prima pagina |
Dal Medioevo all’ateismo
La storia del pensiero occidentale… cosa è andato storto?

Un’epoca incredibile, quasi dieci secoli di storia, che terminarono per un cambiamento di mentalità
È una storia strettamente legata all’esigenza di comprendere la realtà, la vita, attraverso l’uso della ragione. Non si tratta di una caratteristica così scontata. Infatti non tutti i popoli hanno sviluppato discorsi filosofici, scientifici e, soprattutto, teologiciCapire Dio, nei limiti della nostra ragione. così complessi e articolati come quelli della nostra civiltà.
Questo di per sé ha avuto anche degli effetti collaterali… il più rilevante è senz’altro quello degli scontri ideologici, che negli ultimi tre secoli hanno profondamente segnato la storia dell’Occidente. In primis dell’Europa.
Il prof. Franco Nembrini, commentatore della “Divina Commedia”, presidente della Federazione Opere Educative (FOE) dal 1999 al 2006 ed esperto di educazione, ci spiega il percorso che ci ha condotto da una civiltà nettamente cristiana, e medievale, fino alla secolarizzazione repentina delle nazioni del vecchio continente.
Dall’antichità al Cristianesimo
Franco Nembrini: “C’è un punto della storia, che evidentemente dobbiamo capire, assolutamente significativo, che ha così cambiato la storia dell’umanità che gli uomini hanno cominciato a contare gli anni da quel giorno. Ed è la nascita di Cristo, l’avvento del Cristianesimo. Il Cristianesimo ha una natura speciale rispetto all’antichità. La storia umana ha registrato diversi tentativi di raggiungere Dio. Tutti gli uomini prima di Cristo hanno sentito o presentito l’esistenza di Dio, cercando di immaginarLo, di capire chi era e com’era. E sono nate le diverse religioni: tentativi degli uomini di arrivare a definire Dio. Questo mistero non conosciuto, che senza se non considerato rende la vita dell’uomo un deserto.
Il Cristianesimo entra nella storia come un fenomeno diverso dalle altre religioni. Non più gli uomini che cercano di immaginare Dio, ma Dio che entra nella storia degli uomini. Dio che si rivela, incarnandosi e facendosi compagno agli uomini. Da questo giorno in poi gli uomini (europei, almeno!) sentono così rivoluzionata la vita, che cominciano a contare la storia dall’anno zero. Lentamente nei secoli, questo avvenimento, determina la vita degli uomini.”
I tempi di luce

Potete dire quel che vi pare, ma il Medioevo resta il periodo storico più suggestivo di sempre!
Franco Nembrini: “Il Cristianesimo ha generato una mentalità, una cultura, una storia. E nel
Medioevo europeo ha avuto il suo punto di coscienza più alto, più chiaro. Pensiamo a Dante e a uomini che hanno vissuto la fede con una chiarezza e un’intensità che ha dato forma nuova alla vita. A dispetto degli italiani che non vedono e non sentono più nulla, in Italia ogni pietra parla di questa storia. Si riteneva a quel tempo che mai più dopo Cristo si avrebbe potuto rivolgesi ad altri dei o negare la fede.
E invece qualcosa è accaduto… oggi viviamo dopo Cristo, ma senza Cristo. È accaduto ciò che poteva sembrare impossibile: scegliere nessun dio..”
Quando, come e dove è avvenuto tutto ciò?
Come si è potuto abbandonare la verità che si era raggiunta? Nembrini prova a rispondere. E si delinea un discorso che ci offre delle chiavi di lettura notevolmente diverse da quelle della solita scialba e, passatemi il termine, interpretazione anticattolica della storia.
Franco Nembrini: “Per un medievale come Dante al centro della realtà c’è l’uomo. È una menzogna dire che il Medioevo metteva al centro Dio e l’uomo aveva dimenticato, e che soltanto dopo, nell’umanesimo, l’uomo sarebbe stato riscoperto. La questione è un po’ diversa. Per Dante e per il cristiano medievale
l’uomo è rapporto con Dio. Questo è l’uomo.
L’uomo è desiderio, tensione e rapporto con l’Infinito e l’Eterno. Cioè con Dio.”
Un po’ come quando si gioca D&D o ai GdR medievali e/o fantasy in generale: la comprensione della cosmogonia dell’ambientazione in cui ci si muove è fondamentale. Si può interpretare un personaggio (giocante) scollegato da questo? Sì, volendo si può. Ma è come vivere nella Terra di Mezzo senza conoscerne nemmeno minimamente i retroscena: “Il Silmarillion“. In altre parole, non essere al corrente del senso profondo della storia di cui si fa parte: il tema del racconto.
Franco Nembrini: “Ma da un certo punto in poi accade che l’uomo decide di mettersi al centro dell’universo, da solo. E di considerare Dio semplicemente un aspetto della realtà.
Progressivamente, quel Dio messo ai margini della realtà viene messo fuori dalla realtà. Ma
un Dio fuori dalla realtà, che non c’entra niente con la vita, è come se non esistesse. Non c’è più.
È il passaggio dal Medioevo all’umanesimo, all’illuminismo, all’ateismo moderno.
Si può anche disegnare in un altro modo.”
Quel rifiuto della fede… un po’ snob!
Franco Nembrini: “Nel Medioevo, quando Dante era ancora vivo, la gente imparava a memoria canti interi dell’
Inferno e del
Purgatorio. Contadini illetterati conoscevano a memoria la “Divina Commedia”. Ancora oggi, in Toscana, se ne trovano. Perché anche un contadino sentiva raccontata la propria vita, la propria fede e i propri sentimenti. Questo fino a quando la classe intellettuale prese sempre di più le distanze dalla fede vissuta dal popolo. E così c’è il popolo, nel senso della popolazione rurale e contadina europea, che va avanti a vivere la stessa fede fino a mio padre, in una vita semplice e concreta, e c’è la minoranza intellettuale. Lo stesso Dante, come qualsiasi uomo medievale, deve avere vissuto una vita simile a quella di un nostro contadino. Il mondo intellettuale prende sempre più le distanze dalla cultura e dalla fede cristiane. Elabora un nuovo pensiero, sempre più lontano dal pensiero religioso: umanesimo, rinascimento, illuminismo, positivismo. Fino all’ateismo contemporaneo.”
Paradise Craft
Ecco, io faccio nuove tutte le cose. ~ Apocalisse 21, 5
Questo fin quando lo fa Dio è logicamente possibile e, aggiungo, auspicabile. Ma se viene preparato a tavolino da altri, con un certo desiderio di voler attuare un cambiamento a tutti i costi, si forzano eufemisticamente le cose, nello spirito di “Tanto peggio per i fatti se non si accordano con la teoria”, frase attribuita al filosofo Hegel.
Franco Nembrini: “Tutto questo per dire che finalmente possiamo fare a meno di Dio. L’uomo è uscito dalla stato di minorità. C’è un momento preciso in cui questa cultura decide che è ora di cambiare il mondo, non c’è più bisogno di aspettare un paradiso nell’Aldilà, noi costruiremo il paradiso su questa terra.
Robespierre diceva: “noi costringeremo gli uomini a essere felici”.
Il primo grande tentativo di cambiare la storia da parte di questa cultura, cioè di costruire il “mondo nuovo”, comincia nel 1789, e si chiama “Rivoluzione francese”.

Libertè, egalitè, fraternitè… et têtes coupées!
Mi impressiona sempre pensare che è come se in venticinque anni il male avesse fatto un esperimento, terribilmente violento e veloce. E in una parabola terrificante, nell’arco di venticinque anni esatti, è passato velocemente attraverso l’illusione di un mondo nuovo, che avrebbe portato libertà, eguaglianza e fraternità. È passato attraverso il terrore, la ghigliottina; e ha realizzato la prima grande tirannia su scala mondiale: l’Impero napoleonico.
Ma poi Napoleone è stato sconfitto… e i regnanti e le chiese di allora, non capirono niente. Pensarono, semplicemente, che si potesse fare finta di niente. Questa è stata, secondo me, la tragedia culturale dell’Europa: facciamo finta che non sia successo, che sia stata una brutta pagina della storia. Dimentichiamola. Torniamo al passato.
L’Europa chiamò “Restaurazione” questo terribile equivoco, che si potesse tornare al passato, al 1789, a prima della Rivoluzione. Ma chi non conosce e non capisce la storia è destinato a ripeterla. E, così, questa parabola se capita avrebbe potuto evitare un disastro. Invece è ricominciata! Solo che quello che era accaduto in venticinque anni, in modo così concentrato, si è ripetuto nell’arco di duecento anni. Le rivoluzioni, il terrore, i gulag e i campi di concentramento. È impressionante perfino la coincidenza delle date. Questo periodo terribile è esattamente in duecento anni. La Rivoluzione francese (1789) e la caduta del muro di Berlino (1989).
In questi duecento anni la parabola si è ripetuta in modi diversi, all’Est in modo violento e all’Ovest in modo diverso, ma non meno radicale: una rivoluzione culturale, secondo la filosofia del grande teorico del comunismo italiano, che fu Antonio Gramsci. La conquista del potere per via pacifica, attraverso gli strumento intellettuali, piuttosto che attraverso la rivoluzione armata.

Il ’68, l’anno dell’incaz… ehm, scusate, dei giovani arrabbiati!
In Italia e in Europa occidentale quella famosa cultura che da dopo il Medioevo ha preso le distanze dalla fede, fino a diventare dichiaratamente nemica dell’esperienza religiosa, compie la sua rivoluzione anche in Occidente; e irrompe nella vita del popolo in modo violento, in quel fenomeno storico del ’68. Negli ’60 e ’70 avviene la rivoluzione. Questa cultura entra improvvisamente nella vita della gente, attraverso la televisione, il giornalismo e la Scuola di Stato. Così saltò in modo violento il rapporto tra due generazioni. Una generazione di padri, che voleva dare la fede ai propri figli, si trovarono di fronte a figli che non erano più in grado di riceverla.
Cos’è che non capirono questi genitori? Era accaduta una cosa senza precedenti, che non erano divisi dai loro figli da venticinque anni, ma che a separarli si erano infilati cinquecento anniDall'umanesimo al secolo scorso, cinquecento anni di antiteismo. di storia. Una distanza incolmabile.”
Conclusione

Si ripete, sempre, l’ambizione di autosufficienza. Sì, dalla prima storia in assoluto, quella della Genesi
La stupefacente analisi fatta da Franco Nembrini esplicita l’errore filosofico di sempre: la pretesa indipendenza dell’uomo, da Dio e da qualsiasi verità ultima di tipo relazionale e spirituale. Un atto di ribellione scaturito più che dal desiderio di ragione, dall’ego che prevarica la realtà con progetti utopici e ideologici colpi di mano, costruiti a tavolino negli ambienti intellettuali ed elitari. I cristiani da parte loro non furono in grado di rispondere adeguatamente a tutto ciò, di cambiare linguaggio e di offrire delle immagini capaci di mostrare l’inconsistenza dei nuovi miti, materialisti e atei. Si rispose, tutt’altro, dando per scontate molte cose che, nei fatti, erano ormai estranee alle nuove generazioni. Queste nuove e suggestive dottrine, sia socio-politiche che parareligiose, trovarono la loro forza nell’illusione di un benessere immediato, che come al solito si rivelò vantaggioso solo per altri potenti, magari meno in vista dei monarchi del cosiddetto Ancient Régime, e in un tentativo di raffigurare la realtà in modo apparentemente più plausibile, razionale e meno lacunoso.
Resta adesso ai nuovi cristiani cambiare linguaggio, diventare sale della terra (Mt 5,13) e fare scoprire ai non credenti che lasciarsi guidare da Dio non è niente affatto una fregatura. Non è contrario alla ragione. Anzi, è l’unica e bellissima vocazione dell’uomo da cui si può partire per l’edificazione di un nuovo cielo e una nuova terra (Ap 21, 1).
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Commenti
8 Marzo 2016
Come giustamente ci ha fatto notare un nostro lettore, il prof. Franco Nembrini è stato acuto nel mostrare i limiti e le colpe dei regimi laicisti, ma lo è stato di meno per quello che riguarda le azioni fatte con la collaborazione o il supporto della Chiesa che hanno portato nell’uomo europeo un desiderio di cambiamento. Come coautore-curatore dell’articolo ci tengo a precisare che il fine del discorso del prof. Nembrini era sfatare il mito che vedrebbe il Medioevo come un’epoca storica in cui l’uomo era messo ai margini, in favore di un fanatismo religioso da cui l’umanità si sarebbe liberata solamente con l’Umanesimo, la Riforma protestante, l’Illuminismo, le rivoluzioni, il Risorgimento (tutte definizioni già di per sé di parte e tendenziosamente anticattoliche). Pertanto si critica la pretesa degli utopismi e del desiderio di voler costruire a tutti i costi il paradiso in terra, che poi puntualmente si rivelò sempre un inferno. Dunque si condanna l’intellettualismo elitario, quello massonico o ideologico che sia, dei vari regimi laicisti, fino al superuomo del ‘900, ma non si assolve i cristiani dalle loro colpe, clero incluso, che non furono solamente più capaci di rispondere alle domande sollevate dal progredire della ragione, ma che reagirono nel modo peggiore possibile nei confronti di questo cambiamento di mentalità, come lo stesso Nembrini del resto fa notare nell’articolo: “L’Europa chiamò “Restaurazione” questo terribile equivoco, che si potesse tornare al passato, al 1789, a prima della Rivoluzione. Ma chi non conosce e non capisce la storia è destinato a ripeterla.” Dall’Illuminismo in poi il Medioevo fu demonizzato, identificato come un periodo buio, ignorante, dove l’uomo non veniva messo al centro e dove la ragione non veniva valorizzata. È una menzogna che anch’io considero becera ideologia, e la Divina Commedia da sola basta e avanza a sfatare tale leggenda nera. Tutto qui.
10 Marzo 2016
Vorrei precisare che la Chiesa non ha effettuato una Restaurazione, perché lo Spirito Santo che la guida ha sempre suscitato santi, carismi e risorse per rispondere alle domande dell’uomo. Inoltre il luteranesimo è stato sottovalutato nell’articolo, come momento di rottura del quadro teologico, antropologico e, quindi, politico e culturale del Medioevo, il sacerdozio universale ha infatti impresso una forza disgregante nella comunità dei fedeli che è la vera radice del relativismo occidentale… Se sbaglio attendo chiarimenti.
14 Marzo 2016
La Chiesa in quanto corpo di Cristo non ha mai operato il male, ma come giustamente hai sottolineato tu, lo Spirito Santo ha sempre suscitato santi e opere di bene nel corso di tutta la storia del Cristianesimo. Se una persona è davvero un tutt’uno con Cristo non può mai agire prescindendo dall’amore di Dio. Però un non cattolico che ci legge non coglie facilmente questa differenza tra la Chiesa corpo di Cristo e la Chiesa in quanto istituzione umana, composta da uomini fallibili e peccatori che nel corso della storia, talvolta, hanno commesso madornali errori o non pienamente compreso ciò che in quel momento andava fatto per il bene comune. Seguendo l’esempio di San Giovanni Paolo II, l’apologia cattolica prevede sempre un mea culpa, altrimenti è ideologia. Tornando all’esempio della Reustarazione, fu appoggiata dai cattolici. Ora non se ne vuole fare una colpa a nessuno. Anzi, se fossi nato in quell’epoca forse anch’io, in quanto cattolico, avrei fatto lo stesso. Ma questo evidenzia la miopia dei cattolici di fronte il cambiamento di pensiero che in quel momento ormai aveva segnato la storia occidentale. Riguardo al Protestantesimo, d’accordossimo con te. Senza Lutero non ci sarebbe stata la Rivoluzione francese. Ma se una parte dell’Europa diede retta a un personaggio come Lutero, personalmente non lo considero un fatto accindentale, ma una conseguenza più che della corruzione del clero piuttosto del paternalismo della Chiesa, che fino al secolo scorso vietava ai fedeli un approccio diretto con la parola di Dio. Ovvero la Sacra Scrittura. Oggi leggere la Bibbia è per noi una cosa normale, ma fino a non molto tempo fa era pressoché proibito per la maggior parte dei fedeli. La paura dell’eresia ha generato più eretici che altro.
12 Aprile 2016
Allora, io eviterei di dare giudizi religiosi ad episodi storici. Non ci sono “colpe” da attribuire soprattutto per eventi passati. Detto questo Nembrini ha ragione nel parlare di Uomo al centro dell’Universo senza il rapporto con Dio. Ma questo non avviene per superbia o per ribellione ma per reazione (come sempre). L’uomo pre-illuminista è povero, maltrattato, senza diritti e prospettive. Chi comanda può fare di lui quello che vuole. Gli rimane la fede che però, al contrario del medioevo, non sortisce effetti, non da alcuna speranza e, peggio, gli viene addirittura scippata da chi causa la sua condizione. Dio è con gli altri, non più con lui. Da qui il centro dell’universo cambia, non è più Dio in rapporto con l’uomo, ma solo l’uomo, o meglio neanche lui. Ciò che viene messo al centro dell’universo è la realtà reale. Tangibile, misurabile. Nasce l’illuminismo e con se nasce la scienza. Le superstizioni vengono vagliate, misurate, abbattute. Le dicerie verificate. I problemi ragionati. Per questo ogni restaurazione era follia oramai e per questo si originò tanta violenza: quello che era dato, inamovibile, tabù era oramai banale. Non tanto Dio che non fu proprio affrontato, quanto il timore di Dio da cui derivava il timore dell’autorità che utilizzava Dio. E’ quel timore (o meglio la sua assenza) che ha permesso tutto quanto è successo dopo sia nel bene che nel male. Secondo me ovviamente.
22 Ottobre 2016
Sono in parte d’accordo con quanto asserisci Giambattista, eccezion fatta per la nascita della scienza come diretta conseguenza dell’Illuminismo. La scienza non è altro che una metodologia, ovvero un protocollo per analizzare una realtà coerente e razionale, laddove il fenomeno analizzato rientra all’interno di uno schema osservabile. Questo approccio con la realtà è stato possibile a partire dal Cristianesimo, in quanto il fatalismo del paganesimo o delle altre dottrine ha sempre rappresentato un ostacolo per la conoscenza. Il primo che condannò tabù e superstizioni, quasi dalla sua immediata nascita, fu il Cristianesimo. Il metodo scientifico, del resto, è stato formulato da Galileo Galilei, un cattolico convinto e tutt’altro che di pensiero umanista. Sì, litigò con il Papa, ma per questioni più “teologiche” che scientifiche. E del resto anche la teologia è un metodo razionale per indagare il divino. Anche la medicina, quella vera e propria, nasce in seno alla Chiesa. Inoltre non dimentichiamoci che l’Illuminismo non coincide con lo scientismo. Molti dei padri dell’Illuminismo erano tutto tranne che dei materialisti. Infatti poi si arrivò a tante altre correnti di pensiero che di scientifico avevano ben poco. Ad esempio, il positivismo. In ogni caso il giudizio religioso è inevitabile, in quanto ogni storia non prescinde dalla fede degli uomini.
15 Marzo 2017
Ah yes, nicely put, evyoerne.