Welcome to faith
Non credo in… NHK! Ma credo in Dio

Pochi personaggi, ma ben caratterizzati
“Welcome in the NHK“, un anime tratto da una serie di romanzi di Tatsuhiko Takimoto, apparentemente demenziale, leggero, in realtà già da subito esistenziale e psicologico. Oltre che estremamente introspettivo, in quanto ogni aspetto della narrazione viene filtrato dal pensiero paranoico e indolente di Tatsuhiro Satō: un ventitreenne rinchiuso in casa, in una condizione che in Giappone definiscono quella dell’hikkikomoriLetteralmente stare in disparte, isolarsi.. Un sinonimo può essere “NEET”: persona che teme di uscire di casa e che diventa, così, asociale. Brutto dirlo, ma uno dei possibili stereotipi del “nerd”. Sato è un hikkomori: asociale e agorafobico. La sua consapevolezza del problema comincerà con l’incontro di una bella ragazza di nome Misaki che si prenderà misteriosamente il compito salvarlo. Si innescheranno da questo una serie di eventi che porteranno il protagonista ad avere a che fare con altri personaggi, dal vicino di casa Otaku, Kaoru Yamazaki, fino alla depressa senpaiCompagno/a di lavoro/scuola più grande di età. del club di letteratura scolastico. Sato è così costretto a relazionarsi con altri personaggi altrettanto strambi e problematici quanto lui. Paradossalmente, sembrando agli occhi dello spettatore come il più normale.
La storia non è mai fine a se stessa

Sato e Misaki
L’intera storia di “Welcome to the NHK” è un espediente per affrontare varie tematiche che andranno a toccare il tema della comunicazione, a partire da quella dell’intrattenimento fino alla vendita multilivello, dai giochi online fino alla religione. Soprattutto di religione si parla, di fede, fattore sottolineato dal personaggio di Misaki, che apparirà dall’inizio come una testimone di Geova. Bizzarro è che proprio mentre finivo di vedere questo anime mi hanno bussato alla porta dei testimoni di Geova, come succede a Sato all’inizio del primo episodio. Di per sé nell’anime non si cerca di dare un giudizio negativo riguardo tale approccio. Ma vabbè, stando su Cattonerd potete immaginare che almeno il sottoscritto non può essere proprio compatibile con il proselitismo.
Il senso del racconto è tutto qua: chi comunica con noi lo fa in maniera genuina o ha un doppio fine?
NHK: Nippon Hōsō Kyōkai

Nippon Hōsō Kyōkai, sigla NHK, è il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese
Per forza di cose, senza spoilerare un granché, “Welcome to the NHK” prende in esame la domanda delle domande: esiste Dio? E, se Dio esiste, è buono? Oppure è tutto un complotto di un demiurgo cattivo? L’ateismo non è contemplato veramente dall’autore, perché è assenza di comunicazione: il mondo potrebbe non esistere per un motivo in particolare, similmente a un messaggio in bacheca scritto dal caso. Invece no, la comunicazione non è una suggestione, perché se si fa suo di un linguaggio articolato qualcuno ne ha concepito il codice. L’idea che il linguaggio umano sia un fattore accidentale, senza entrare nelle fondamentali disquisizioni tra creazionisti ed evoluzionisti, è poco plausibile.
La risposta…
Data dal finale della storia, positiva ma non del tutto: il vero mistero non è se Dio e i complotti esistano. Anzi, di per sé la domanda non ha senso. Partendo dai complotti, la storia umana è letteralmente dettata da cospirazioni, ma chiaramente non inverosimili o grottesche come quelle dell’odierna dietrologia da web. In realtà prima dell’ideazione di questo termine i cattolici parlavano tranquillamente di complotti massonici a spese della civiltà cristiana. Adesso a prescindere da che parte si possa stare, la comunicazione è stata usata per manipolare l’altrui pensiero. Il mistero di fondo non è rappresentato dall’esistenza di Dio o di una realtà concepita per permettere una comunicazione tra Creatore e creatura, piuttosto che in tutto questo sussista la possibilità del male.
Il complotto

Una delle scene più forti dell’anime, nell’episodio “Welcome to God”, dove Misaki descrive la sua difficoltà di credere in un Dio come un padre buono alla luce del mistero della sofferenza
Il mistero del male. È questo il dilemma posto dal romanzo, che dunque tanto light novel non è… ciononostante l’autore, per quanto bravo, non può dare una risposta che esuli dal “non è un complotto a nostre spese, ma…” Di per sé che la realtà sia esageratamente dolorosa, inutilmente difficile da decifrare, è innegabile. Dunque non ci basta un “Dio permette il male solo per trarne un bene più grande” (Sant’Agostino). Sato è un hikkikomori, ma questo lo porterà a conoscere Misaki e a salvare la stessa da una realtà di solitudine. Sì, questo avviene, ma non basta.
Del finale di “Welcome to the NHK” non soddisfa proprio la parte conclusiva, che ci dice essenzialmente questo: tutto è finalizzato al bene, ma non ti aspettare un gran finale col botto. Vera o falsa, la conclusione potrebbe risultare scialba.
Perché questa risposta? La resurrezione di Cristo, naturalmente, fa vedere le cose da una prospettiva di speranza e pienezza. Senza il Cristianesimo, risposte positive non ne abbiamo. Ma il vero motivo è che persiste un mistero, quella di una sofferenza umana, di cui non si intravede un senso se ci si accontenta di soluzioni a base di pura filosofia. Si pretende una spiegazione anche pragmatica, almeno per una parte del racconto, che adesso non viene fornita secondo le attuali esigenze di comunicazione. Pertanto che le dietrologie a base di alieni e peccato originale, alla “Assassin’s Creed”, siano così gettonate rispetto ad altro non stupisce. Come ci si può aspettare, “Welcome to the NHK” non dà vere risposte… ma ci prova!
Conclusione

Questa non è una recensione, ma se dovessi dare un voto a “Welcome to the NHK” sarebbe almeno di ★★★ tre stelle. Per i più sensibili, alcune scene ironiche dell’anime risultano un po’ “scabrose”, almeno nei primi episodi. Il manga è pure peggio!
“Welcome to the NHK” resta una black comedyUmorismo nero., ma ci suggerisce di avere fede partendo dall’affrontare i problemi della nostra storia personale. È necessario continuare a porsi le domande, a fare come Giobbe, cercando di non farsi bastare le risposte preconfezionate che banalizzano l’intero discorso, proclamando che “non esistono complotti” o, all’opposto, che “ tutto è un complotto”. Tuttavia, partiamo da questa premessa: l’immagine di Dio non è quella di un architetto che progetta la realtà per farci aderire ad una grande opera di cui siamo inconsapevoli, ma di una persona che si mette insieme a noi nel mistero della sofferenza umana: Gesù Cristo. Lui ci offre un’immagine del Padre senza precedenti (Gv 14, 8-11), l’uomo-Dio sulla croce, per liberarci dallo spauracchio di un Dio dispotico e patrigno. Questo però va sperimentato personalmente.
Commenti da facebook
3 Aprile 2016
An interesting article, but certainly, a problematic choice of series for illustrating the concept.
That series could have been better without certain elements, like the scenes you allude to in the caption under the last image.
4 Aprile 2016
I appeal especially to Those Who have seen the series without understanding the positives. I agree with you, it could be done better. (“Welcome to the NHK” is not an ecchi anime! But it contains some comic scenes definitely a bit ‘dirty… It is not for everyone!)
5 Aprile 2016
I see. The tone seems aimed to people that has watched the show.
More like not for everyone, these type of scenes would be not for anyone. A common instance in various anime shows, and that ruins the potential they could had.
5 Aprile 2016
The ambiguous scenes if they are not designed to eroticism, but to narrative requirements, are lawful. Certainly the very weak people must have more scruples. The Cattonerd philosophy: find the beauty of God everywhere, even in profane things. (Mt 15, 17-20)