Pokémon GO, 7 luoghi comuni per una folgorante intuizione
“Ferma, ne hai uno sul piede!”
Stavo per dire “Aaaaargh!”, pensavo di avere dato ospitalità a chissà quale terrificante insetto e invece si trattava solo di un Pòkemon esistente sullo smartphone di chi mi parlava.
Ebbene sì, con il caldo, a luglio, quest’anno sono arrivati in Italia anche i virtual Pokémon, che tutti pronunciano pòkemon, e che noi per non scontentare nessuno scriveremo, d’ora in avanti, senza alcun accento, alla faccia delle discriminazioni!
Il gioco per iPhone e dispositivi Android, ha spaccato: tra chi non ne può sentire il nome senza avere moti di nausea e repulsione, e chi lo adora e non può fare a meno di fermarsi a raccogliere animaletti virtuali anche a pochi metri dall’incrocio, sta di fatto che è già tendenza, ed il numero di download ha bruciato in pochissimo tempo le distanze con i colossi che, fino a ieri, erano WhatsApp e Facebook.
La domanda che ci siamo posti è “Perché”? Cosa spinge un numero così grande di giocatori ad abbandonare le loro tane postazioni indoor per iniziare a spostarsi anche fisicamente nello spazio? Di cosa sono davvero in cerca? Cosa manca alla loro vita che non potevano già conquistare con una miriade di altre app? La riposta l’abbiamo trovata passando attraverso i luoghi comuni che sono fioriti in rete e che, con somma soddisfazione, ci siamo dilettati a scovare per il gusto di infrangerli quasi tutti!
1) Non accettare caramelle dagli sconosciuti
Come faremo a tenere i nostri figli lontani dai maniaci e dai pedofili che possono adescarli ventilando la presenza di pokemon lontano dal nostro sguardo vigile? Il problema è vecchio quanto i social, e sentito, tanto che persino quei due truzzi, due scimmie parlanti, coff coff, due voci assolutamente agli antipodi rispetto al buon gusto e alla morale cattolica di J-Ax e Fedez sono arrivati alla medesima osservazione modificando di pochissimo la prospettiva.

J-Ax e Fedez in “Vorrei ma non posto” si chiedono come faremo ad essere credibili dinanzi ai nostri figli, nonostante le nostre ragazzate. Semplicemente ignorano che l’uomo non è solo la somma dei suoi sbagli
E come faranno i figli a prenderci sul serio
con le prove che negli anni abbiamo lasciato su Facebook
Papà che ogni weekend era ubriaco perso
E mamma che lanciava il reggiseno a ogni concerto
E’ significativo che due personaggi di questa levatura si pongano questo dubbio, ma, la risposta viene da sé che per chi come loro resta fermo alla omfaloscopìa la battaglia è senza speranza, persa a tavolino senza nemmeno essere giocata. Per chi invece nella vita non si tira indietro, soprattutto dinanzi alle sfide in cui è in ballo la vita (eterna) o la morte, l’esempio è l’insegnamento più efficace sia nel bene che nel male.
Magari non vantiamo un passato da immacolati (e spero proprio non da Valyriann!), ma se qualcosa abbiamo imparato da quello che abbiamo vissuto, se abbiamo trovato il coraggio di attraversare la porta della Misericordia, avremo una Sapienza nuova da trasmettere ai figli che vale più di tutte le ubriacature e i reggiseni lanciati ai concerti, perché ci rende immensamente più felici.
2) Pokemon GO e occultismo
Come molti videogiochi, Pokémon è pieno di concetti occulti come pietre magiche, teletrasporto, fantasmi, l’occhio che tutto vede, potere psichico e l’utilizzo di spiriti per ottenere risultati che nel mondo reale sono tutti “doni occulti”. ~ Schnoebelen, ex-satanista
Ok, l’occultismo esiste e bisogna starci attenti, ma a meno che non intendiamo fare del mondo cattolico qualcosa di simile ad una immensa riserva amish, forse è bene rimarcare anche il concetto che c’è distinzione tra il vedere i segni dell’occultismo e praticarli. Non credo sia proprio tutta colpa dell’elettroshock di Pikachu se non siamo più capaci di un serio discernimento tra il Bene e il Male.

Questa immagine è diventata celebre perché ha creato il luogo comune che i Simpson avessero profetizzato l’ascesa dei Pokemon come quella di Trump alle elezioni. In realtà … è solo un fotomontaggio!
Se entrare in chiesa per catturarne uno è per me aberrante, non lo farò e mi impegnerò a far sì che altri cacciatori possano comprenderne i motivi. Se uno non conosce Dio, ed entra in chiesa solo per lanciare la sua poketball … beh è entrato in chiesa(!!!) è una occasione per evangelizzare da non perdere! Magari facendo un po’ il misterioso e dicendo che lì c’è più di una preda, c’è un Cercatore imbattibile che è anche un Allenatore formidabile, con gente che lo segue anche per tutta la vita etc etc…
Al di là di un tono volutamente goliardico, c’è da sottolineare, come abbiamo già fatto in questo articolo, che, i Pokemon e tutti i GdR o RPGRole-
Purtroppo la zizzania è destinata a crescere insieme al grano (Mt 13, 24-30) e la via della santità non taglia via ogni possibilità di tentazione in stile Origene! Siamo umani chiamati a evolvere nella Grazia nonostante le tentazioni. E io resto una peccatrice amata anche se per mia natura mi ritrovo a fare il male che non voglio e non il bene che desidero. (Rm 7, 18-25)
3) Non c’è distinzione tra virtuale e reale

In uno dei più memorabili episodi di “The Big Bang Theory“, Penny perde la sua vita sociale per alcune settimane, del tutto ascimmiata per il mondo dei GdR Online. I nerd… beh, su queste cose sono già vaccinati! E fa sorridere vedere un fenomeno di “dipendenza” così esteso per la prima volta fuori dal mondo videoludico
E secondo voi questo vale solo per un video gioco? Non vi è mai capitato di leggere un libro talmente intenso da impegnare mente, cuore e respiro come se voi stessi foste catapultati nelle vicende narrate? Sì, in effetti in quel momento la vostra anima ludens non era perfettamente consapevole di ciò che accadeva nel mondo circostante, ma ogni tanto una pausa ri-creativa è umanamente necessaria!
È possibile che ci sia smarrimento, ma diventa patologico quando ci si lascia assuefare fino a perdere il senso della realtà che richiede, in alcune circostanze, un surplus di concentrazione o di responsabilità.
4) È causa di incidenti
Non ho nulla in contrario se uno, che è uscito di casa con l’auto e senza una meta precisa, decide di fermarsi, parcheggiare e fotografare un Pokemon a passeggio per la città, anzi magari in quella sosta la Bellezza del creato potrebbe travolgerlo e scoprirebbe che esiste un mondo fantastico che lo attende, oltre lo stretto orizzonte di un display.

Per chi se lo stesse chiedendo, Vaporeon sarebbe quello azzurro al centro…
Non sopporto nemmeno io, invece, chi vuole andare a comandare col trattore in autostrada, chi non sa vedere oltre le proprie impellenze ludiche, e non si rende conto di rischiare un tamponamento a catena quando inchioda in mezzo alla corsia, perché “Vaporeon sta facendo ciao-ciao sul guard rail, e io devo averli tutti!”. Si tratta di imbecilli collettivi, soggetti poco raccomandabili che la patente l’hanno presa con i punti dei biscotti e non aggiungo altro. Per fortuna ci sono casi in cui proprio le amministrazioni pubbliche hanno chiesto ai gestori della app se, per piacere, evitavano di piazzare distrattori-di-masse-non-pensanti in luoghi trafficati.
5) Tanta più gente esce in strada per camminare all’aria aperta e socializzare.
Ahahahahaha!
No, dico, ma secondo voi scambiarsi traffico di bit con lo sguardo fisso sul display equivale davvero ad una relazione sociale? Per me non si avvicina nemmeno lontanamente al gusto di una amicizia nella quale, anche solo quando ci si saluta, ci si guarda negli occhi.
Personalmente sono scettica anche sul salutismo di una passeggiata a piedi con occhio incollato al display. Non sono un medico per affermarlo, ma sono quasi certa che non apporti lo stesso beneficio. Nemmeno sull’abbronzatura. Non so voi, ma io ho provato a luglio a preparare anche esami universitari mettendomi col mio bel tavolino al sole, ma a parte il caldo, non sono andata oltre una colorazione appena percettibile. A parità di ore trascorse all’aria aperta ma senza lo stress da esami, l’effetto è stato notevolmente migliore. Suppongo che il Gran Capo Haestiquaatsi sia pronto per dire la sua in merito, ma mi piacerebbe davvero sapere se altri hanno avuto esperienze analoghe.
6) Condiziona i comportamenti, è in atto una mutazione antropologica
È già diffusa la notizia dell’esistenza di Pokemon-esca e di negozi, che stipulano contratti commerciali a pagamento pur di aggiudicarseli e richiamare così le folle in cerca di avventura nei propri punti vendita. È un po’ la scoperta dell’acqua calda nell’ambito del marketing: hanno semplicemente rivisto una meccanica di attrazione che poi è analoga a quella del volantino del supermercato, solo in chiave global & social.

I QR Code da scansionare ci hanno abituati a dare accesso a qualsiasi risorsa di devices, pur di scoprire quanto è profonda la tana del bianconiglio.
La realtà aumentata certo è più coinvolgente, ma nemmeno questa è una esclusiva della Nintendo. E non venitemi a dire che non sapevate di regalare, col vostro consenso, libero accesso alle risorse dei vostri devices, tutte le volte che avete scansionato un QR Code!
Il problema non è in sé nel donare i propri dati alle multinazionali, cosa che in fondo facevamo già anche semplicemente pagando l’assicurazione, il problema sta nell’uso commerciale successivo di quei dati, spesso volto a legarci a dei comportamenti di acquisto che altrimenti non avremmo.
Però cosa ci impedisce di infrangere questo circuito?
Tutto posso in Colui che mi da’ forza. ~ Filippesi 4, 13
Bisognerebbe tuttavia avere chiaro chi è “Colui” di cui si parla tanto, altrimenti anche questa soluzione è fuffa…
7) Amplifica la portata del controllo sociale del Grande Fratello
Le informazioni volontariamente immesse nella rete, con tanto di geolocalizzazione, in effetti si prestano a forme di controllo visivo e comportamentale ancora più invadenti lì dove i mezzi di Street View o il classico tracciamento virtuale non possono arrivare.
La app è studiata per essere irresistibile così come lo sono stati i vari social in auge prima di questa. Ma a questo punto possiamo dare una risposta univoca sul perché ha così successo? Su cosa fa realmente leva?
Conclusioni
Probabilmente è vero che cerchiamo ambiti dove sentirci eroi gratificati a rischio (quasi) zero, ma volontariamente ignoriamo il costo della perdita del nostro tempo e della nostra libertà per incatenarci alla ricerca di qualcosa che …non esiste! E se anche vogliamo considerare il virtuale come una realtà che ci porta pur sempre a popolare un Pokedex, persino San Paolo concorderebbe con la massima che…
Certo mettere la ricerca di Dio sullo stesso piano di quella di Mewtwo non è il massimo per chi non vuole percepire la differenza tra “reale” e “inesistente”, però se ci fermiamo a pensare, un sistema tipo “Jesus Go” non sarebbe poi tanto differente.
Chi cerca Gesù lo trova! Per le strade, nei negozi, nelle albe e nei tramonti, sui campi da calcio come tra i letti di ospedale, nella gioia e nelle sfighe epocali è possibile che un cercatore attento riesca a intravedere quel Mistero d’Amore che si è manifestato in maniera evidente una volta, e poi è rimasto con noi tra le pieghe del tempo per non lasciarci mai soli.
Qui in palio c’è la felicità, la vita eterna e la certezza granitica che siamo figli di un Sogno che ci vuole veder crescere da Eroi, ma di quelli veri, e ci ama anche a prescindere dal raggiungimento del livello epico! I Pokedex e le pokeballe virtuali, invece, sono destinate a scomparire al primo reset di classifica.

Dai Catholic-meme alla GMG di Cracovia, i Pokemon possono essere cristianamente considerati per quello che sono: un fenomeno di costume buono per scherzarci su, senza prendersi troppo sul serio.

Commenti da facebook
5 Agosto 2016
Fate voi: io ho sempre pensato che il mondo dell’immaginazione (il mito, la Storia ormai passata, le creazioni letterarie e anche quelle forme ingiustamente bollate come “minori” come videogiochi e cartoni animati) interagiscano colla realtà sul suo stesso piano, perché sono reali nella mente e nella considerazione delle persone, al punto da essere dei modelli, dei modi di interpretare, degli amici, ecc.
Mi hanno quasi dato del pazzo per questo e adesso danno la caccia a Charizard mentre io continuo a leggere Tolkien, a fantasticare su commedie, a leggermi biografie di eroi ormai invecchiati e a pensare che alcune “persone” che stimo non le ho mai conosciute e altre hanno vissuto solo sulla carta patinata.
6 Agosto 2016
Mi hai improvvisamente ricordato una vignetta di Zerocalcare! http://www.bestmovie.it/wp-content/uploads/2015/09/Zerocalcare-BMbigbangtheory.jpg
Il punto di discrimine secondo me non è tanto su quanto sembrano reali, ma su quanto lo sono. Noi possiamo appassionarci a quello che ci sembra realtà ma spesso la realtà, quella fatta di interazione con le persone e le cose nella loro concretezza, è differente da come la pensiamo. A questo punto è necessario essere capaci di distinguere tra ciò che è tecnologicamente programmato da altri uomini per dare sempre le stesse risposte a determinati input (intelligenza artificiale), e ciò che invece è animato dalla unicità, originalità e irrepetibilità con cui è stato creato direttamente dalle mani di Dio, e qui ci siamo noi, l’Uomo e l’Universo che si aprono, tutt’oggi, a infinite possibilità esplorative, interpretative e di crescita.
E’ vero che la mente umana può creare infiniti mondi, tuttavia ciò che è Reale ha l’ultima parola su tutto e arrivare a mettere il Reale in secondo piano rispetto all’Immaginario significa ridurre il proprio orizzonte.
6 Agosto 2016
Il nostro reale è già abbondantemente immaginario: bandiere, denaro, ideologie sono frutto della mente eppure hanno guidato cose di una “realtà” schiacciante, così come il mito. Coi mostrini l’epopea semplicemente si ripete in farsa (Per la Patria, per dire, uno rischia la vita magari, anche se è un’idea suggerita da uno che ha scritto un libro o redatto un inno, che mezzo secolo prima non esisteva. Ma rischiare di farsi male per un animale immaginario creato senza grandi pretese quindic’anni prima per un videogioco è tutt’un’altro livello di vacuità)
6 Agosto 2016
Inoltre scusate ma che bisogno ho di un cellulare per andare a caccia del Sarchiapone quando Walter Chiari lo gestiva benissimo anche senza? Cos’è, un alibi per evitare l’internamento? Che poi a me i giochi di battaglie e i mostri immaginari sono sempre piaciuti, sennò non sarei qui, ma rivendico la facoltà di non essere succube di quelli inventati da altri (per giunta fuori dalla “pocket dimension” controllata di un gioco)
8 Agosto 2016
“rivendico la facoltà di non essere succube di quelli inventati” … sei semplicemente fantastico! Il nòcciolo, in fondo, è quello.
10 Agosto 2016
Come sosteneva il grande Tolkien, c’è una fantasia che non è affatto sterile evasione, ma che se vissuta nel modo corretto ci offre le coordinate giuste per tornare nella realtà, come avviene ad esempio leggendo le storie ambientate nella Terra di Mezzo, che in fondo è solo in modo differente per chiamare l’Europa, poi c’è una fantasia sterile, che fa solo evadere dalla realtà, allontanando così dalla Verità. Quest’ultimo tipo di evasione è quella di chi fa narrativa, videogiochi inclusi, senza offrire ciò in cui realmente crede. Personalmente includo i Pokemon nella seconda tipologia, ed è uno dei motivi per cui non mi hanno mai un granché attratto, nemmeno da ragazzino. Preferisco dare la caccia ai draghi o ai mostri leggendari in “Monster Hunter” o giocare D&D nella Terra di Mezzo.
4 Aprile 2018
A me Pokémon GO ha fatto vomitare fin dall’uscita, è veramente un esempio di pessimo game design. Però devo dire che, almeno in questo articolo e nei commenti, snobbate un po’ troppo la (vera) saga di Pokémon, mi riferisco ai capitoli per console e non a questo insulso spin-off con il quale avete fatto un po’ troppo di tutta l’erba (alta) un fascio. A livello di mitologia, di world-building, e in un paio di casi anche di livello delle storie, non ha secondo me nulla da invidiare ai migliori esponenti del fantasy, specialmente se contate come sia una serie che riesce ad essere godibilissima sia per i bambini che per gli adulti. Se pensate alla fantasia che ci vuole a creare tutti quei mostri, alle ambientazioni suggestive, alle bellissime musiche… si parla veramente di RPG eccellenti, che hanno saputo creare a partire dalle leggende giapponesi e non un folklore affascinante e con un’anima propria. In caso non mi crediate, provate a giocare per bene Pokemon HeartGold/SoulSilver, Bianco/Nero, Bianco2/Nero2 o Ultrasole/Ultraluna. Oltre a quanto già detto, molti di questi capitoli offrono anche dei personaggi con una crescita personale e dei messaggi positivi, ottimi da proporre a dei bambini e che in alcuni momenti possono toccare anche il cuore di chi è più grandicello.
E scusate se ho assunto un tono un po’ arrogante, ma mi spiace vedere un sito come Cattonerd, generalmente aperto verso ogni tipo di hobby “n3rd”, sminuire così i Pokémon con un tono quasi da vecchi che devono per press di posizione dire: “ma che sono queste cavolate che fanno quelli più piccoli di noi, non vanno prese troppo sul serio” (non che non ce ne siano di cose da criticare delle recenti generazioni, ma assumerlo a prescindere è tutto il contrario di quello che fate di solito poi!).
Spero quindi che sappiate trovare in Pokémon quella bellezza che, a mio avviso, è dello stesso tipo che potete trovare nelle opere di Tolkien o Lewis! Basta armarvi di 3DS e di un gioco
31 Maggio 2018
A me non pare. La polemica semmai è anti-tecnologica. O meglio contraria ad un’esasperazione modaiola della tecnologia. In effetti in un’altra occasione mi sono inviperito, anch’io con fare consapevolmente “sapienziale” (occasionalmente “saccenziale”) contro i giochi in realtà mista/realtà aumentata come un’ alienazione o una stramberia o giù di lì (e in effetti P. GO è durato come una farfalla: poco).
Un mio amico mi ha ricordato con una notevole tranquillità che bisogna portare pazienza per le mode e i giochi “del momento”. Pochi restano, credo io, ma c’è sempre una generazione che l’ha vissuto in pieno e che quindi ne ha ricavato tutto a livello di “mito personale”: loro vanno anche oltre le intenzioni dell’autore e hanno tutto il diritto di considerarle (solo loro) un punto fermo e una fonte di spunti. In particolare ha aggiunto che non esiste solo il gioco e la realtà aumentata è una grande facilitazione per progettisti, architetti,
arredatori, nel passaggio dal progetto alla realizzazione (vera!)
Quanto alla serie originale, dipende tanto da chi cura il singolo capitolo di un franchise. In altri universi narrativi ho visto difformità di trama e soprattutto di tono/lettura di eventi già trascorsi che mi hanno sconcertato. Ma se metti una storia-canovaccio (il viaggio della crescita, di fatto) in mano a uno che ci mette buona volontà è difficile che non ne venga fuori qualcosa di “illuminante”. Il bersaglio io l’ho letto come molto più specifico: solo Pokemon GO perché è l’unico a voler puntare sul frivolo, sulla distrazione e sull’abbattere la quarta barriera, peraltro in modo continuato e immagino con un potenziale di dipendenza. Insomma, i problemi sono specifici del mezzo (cellulare connesso e sovraimposizione alla fotocamera) e non del contenuto (i Pokémon, che non sono certo popolari per GO, semmai è stato un temporaneo rilancio).