Io non credo alle coincidenze…

— Dylan Dog

The Young Pope: la conversione di un Papa

Oltre l’inganno dell’Io ferito

Vorrei usare queste primissime righe per incidere un’importante premessa: questa non è una recensione, ma soltanto una personale riflessione, anche perché va ricordato che Sorrentino (in teoria) non è credente. ;-)
Quindi bando alle ciance, date il benvenuto a Lenny Berardo, Pio XIII: The Young Pope.

Attenzione, da qui in poi spoiler alert!

Al di là delle apparenze

Questa serie TV non è contro la Chiesa. Riformuliamo meglio la frase: quest’opera non è atta a creare scandalo, non critica o mette in ridicolo chicchessia. Anzi, può diventare un ottimo spunto di riflessioni e domande.
Paolo Sorrentino è abile nel porre i propri personaggi in scenari già ben consolidati. Prendiamo “La grande bellezza” come esempio: tutto è ambientato nella mondanità dei VIPs romani, un mondo che conosciamo, del quale non ci meravigliamo (scandalizziamo).
È un semplice archetipo, un qualcosa di già consolidato nella nostra “cultura collettiva” che ci rende più facile concentrare la nostra attenzione sui personaggi.
Cardinali corrotti, giochi di potere, preti che vengono meno ai propri voti: tutte cose già viste e non celate.
Quindi complottisti e anticlericali vari “Keep Calm and take a Bless”, non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Uomini e non leggende

Lenny

Lenny Berardo è il nuovo Papa, ma prima di tutto è un uomo. Viene reso ben chiaro sin dalla prima puntata, dove vediamo il suo corpo nudo, di spalle. Questa condizione d’umanità viene mostrata di tutti i personaggi della serie: l’inizio della seconda puntata dove si vede la preparazione mattutina dei vari cardinali, il dolore di Spencer (Padre Spirituale di Lenny) per il papato mancato, che lo porterà addirittura a tentare il suicidio. Ma l’umanità di Lenny diventa ancora più profonda e presente, tanto da confessare a Padre Tommaso:

Pio XIII: “Io non credo che Dio possa salvarmi […] io non credo in Dio.”

Dobbiamo fare attenzione a questa frase: Lenny non sta dicendo di non crede nell’esistenza di Dio, lui non crede nell’agire di Dio, che Dio possa davvero salvarlo e salvarci.Pio XIII è un Papa in piena crisi di Fede.
Il suo “io” ferito ruggisce. Ferito da quei genitori hippy che lo abbandonarono all’età di sette anni (un’età in cui capisci benissimo se i tuoi genitori ti stanno abbandonando) da Suor Mary, per andare a Venezia. Lui si lascia guidare da questo dolore, guida tutto il suo essere e il suo pontificato. Ma tutto questo entra in conflitto con la vocazione al papato e Suor Mary glie lo ricorda chiaramente:

Suor Mary: “Ascoltami Lenny, da oggi tu devi guidare la chiesa[…]un miliardo di persone dipenderanno da ciò che dirai e farai. Prenderanno decisioni dolorose e gioiose[…] e lo faranno per obbedire a Te in nome di Dio. Ora i tuoi dolori personali, le tue enormi sofferenze, i tuoi ricordi atroci […] dovranno passare in secondo piano ora, sono solo cose mondane. […] Adesso è arrivato il momento che queste pene svaniscano e che diventino irrilevanti, insignificanti, sconfitti, distrutti e sopraffatti dalla terribile responsabilità che il Signore a deciso si affidarti. Da oggi in poi non sei più Lenny Berardo, da oggi in poi sei Papa Pio XIII.”

Lenny lo sa. Sa che questo dolore non deve essere anteposto alla sua vocazione, ma comunque lui non lo accetta, tutto viene costruito su questo dolore, lui cerca un riscatto da quella passata sofferenza. Per lui tutti devono soffrire se vogliono trovare Dio:

Pio XIII: “[…] la fuori tutti devono imparare che sono necessari il sacrificio, e la sofferenza per trovare Dio […] lo devono trovare nel freddo e nel buio della notte. Come ho fatto io.”

Card. Spencer: “[…] Io lo so quest’idee da dove arrivano[…]arrivano dalla tua vita. Sei stato rifiutato dai tuoi genitori così hai passato a tutta la vita a cercare di accoglierli dentro di Te. Loro si sono negati a Te e tu li desideri, vorresti averli […]”

Il suo stesso padre spirituale, Spencer (anche lui nel dolore), lo dice molto lucidamente: “Lenny, tu non sai amare”. Il dolore impedisce di amare. Impedisce di cogliere l’Amore di Dio. Quante volte ci siamo lasciati guidare dal dolore, originato da chissà quale evento della nostra infanzia (o adolescenza), un dolore che impedisce di Amare veramente il prossimo. Nessuno viene risparmiato da questo dolore. Tutto sta in come reagiamo. Due personaggi in particolare, Kurtwell e Gutierrez, incarnano le due principali reazioni. Entrambi hanno subito un terribile trauma in gioventù (l’essere violentati), ma mentre Kurtwell reagisce con il diventare lui stesso carnefice, ponendo il suo trauma come alibi, Gutierrez riesce invece a tramutare il suo dolore in speranza e vita. Una vita che viene finalmente liberata da questo viaggio a New York, dal quale tornerà talmente cambiato da scoprirsi anche più “sapiente” dello stesso Papa (tanto da volerlo come suo personale consigliere).
Noi come reagiamo o abbiamo reagito a questo dolore?

Bellissimi discorsi di un Papa non scritti da un Papa

Il primo discorso sul balcone di San Pietro di Pio XIII

Solo quattro discorsi pubblici pronuncerà Pio XIII, quattro importanti discorsi che segnano la crescita interiore del protagonista. Il primo è frutto di un sogno, un discorso assurdo nel quale vengono spiattellati tutti i temi più “caldi” (masturbazione, omosessualità, aborto, ecc…) davanti ad una piazza San Pietro ghermita di fedeli (s)bigotti(ti).
Il secondo invece sarà reale, ma diametralmente opposto all’onirico primo, di una durezza disarmante che sconvolgerà la folla quanto l’elezione di Trump come presidente degli USA. 
Lenny è oscuro, imperscrutabile, restio ad ogni tipo di misericordia. Tutto questo troverà il suo apice nel discorso al conclave. Misericordia e perdono vengono lasciati fuori dalla porta. Lenny ha davanti a se solo il suo dolore e questo non porterà altro che un ulteriore dolore. Agisce davvero come un “giovane”, un bambino capriccioso che sa di non poter vincere e quindi decide che nessuno potrà vincere. Una completa chiusura a tutto: in particolar modo verso l’omosessualità (sopratutto nel clero) e verso l’aborto (rendendo inassolvibile il peccato di aborto per le donne che lo praticano). I frutti di questa chiusura non tarderanno ad arrivare: morirà un ragazzo (presunto omosessuale) che aspirava a diventare prete, tutti inizieranno a complottare per spingerlo alle dimissioni, perfino da parte della sua amata Suor Mary.

Ma anche il Papa deve crescere, l’orfano deve maturare e ritrovare una nuova giovinezza. Il discorso africano, nell’ottavo episodio, segna il primo passo di questa crescita, verso la conversione di Pio XIII, verso la nostra conversione. Perché Dio è sempre lì, aspetta il nostro ritorno a casa, come per il figliol Prodigo e quando arriverà quel momento non diremo “eccoti finalmente”, ma “sei stato sempre Tu?” (cit. da “Le lettere di Berlicche“). Quante volte nella vita siamo colpevoli della “guerra”? Quante volte, inconsapevolmente veniamo meno al quinto comandamento “Non uccidere” (oltre il senso letterale), se lo capovolgiamo diventerà “devi Amare”. Dobbiamo diventare sempre colpevoli della pace e iniziare ad amare perché Dio è Amore. E se non c’è Amore non vediamo Dio, Lenny dirà “Datemi la pace e io vi darò Dio”. La sua pace è il ricordo di un giorno sulle rive di un lago in Colorado, con i suoi genitori, con sua madre. La nostra pace è il memoriale di questo Amore, di quando abbiamo sentito questo sconvolgente e insensato Amore per noi.
Quando è stato il momento preciso in cui hai sentito quest’Amore? Mettiamo da parte però il romanticismo, non parlo di visioni celestiali, momenti miracolosi o tramonti sulla vallata. Parlo di quel momento, ordinario, in cui hai detto “ecco, Dio mi Ama. Ama tutto me. Mi Ama oltre il mio peccato”.
Pio XIII sta facendo questo memoriale, è vicino a quell’Amore che pensa possa venire solo dalla madre che lo ha abbandonando, ma lo troverà più in alto, oltre il dolore.

La conversione

Dio è una linea che si apre

L’ultimo discorso è la vetta più alta di tutta l’opera, il momento più emozionante (a mio modestissimo parere).
La prima vera apparizione al pubblico di Pio XIII, esce dall’ombra per mostrare la sua resurrezione, la sua trasfigurazione, il suo tornare alla vita. Non si mostra già risorto, ma nell’atto di risorgere. Nel divenire Risorto. Cristo fa nuove tutte le cose e così ha fatto con Lenny.
Ora il Papa è seriamente provato: il dolore di orfano è aggravato dalla partenza di Suor Mary e dalla morte del suo Padre Spirituale, Spencer (altri genitori che lo abbandonano). Ma lui va avanti, vuole entrare in questo dolore e trovarsi faccia a faccia con esso.
Viaggia fino a Venezia, dove vuole porre la parola “fine” e seppellire due bare vuote.
 Finalmente si mostra, sorride ai suoi fedeli, li abbraccia con lo sguardo e inizia il racconto della Beata Juana. Il discorso racchiude tutti i personaggi (primari e secondari) della serie, racchiude tutti noi. 
Un lunga serie di contraddizioni, di paradossi. Tante circostanze nella nostra vita, momenti in cui ci poniamo delle domande su tutto e su noi stessi, c’interroghiamo e interroghiamo Dio. Siamo una contraddizione, oltre ogni sforzo di coerenza.  La vera domanda di tutto questo discorso non è “Chi è Dio” (alla quale comunque Lenny risponderà), la vera domanda è: chi sono io per Dio?
“Il mio peccato mi sta dinanzi” e allora io come posso stare dinanzi a Dio? Io che non sono mai stato amato, che non sono mai riuscito ad amare. “Io sono una contraddizione. Sono Bene e male”.
Ma Dio non parla, non risponde, non consola. Dio sorride. Perché Dio sa che noi non siamo i nostri peccati, noi siamo molto di più, siamo una Benedizione. Siamo suoi Figli.

I genitori di Lenny

Qui inizia la conversione di Lenny (l’ultima puntata), qui inizia la nostra conversione, quando ci troviamo di fronte allo sconvolgente Amore di Dio. Questa sconcertante Verità ci scandalizza. Come fa Dio ad Amare me quando neanche i miei genitori lo hanno fatto, ama me che non riesco a dare amore, neanche a me stesso, che “faccio il male che non voglio” e del quale non riesco a pentirmene, perché in fono, questo male, lo sento come una giusta e meritata vendetta.
Noi siamo come Lenny. Rimpiangiamo e rincorriamo quell’Amore, convinti di essere incompresi da tutti, perfino da Dio, che lui si sia dimenticato di noi. Come posso credere nella salvezza di Dio se permette questo dolore?
Lenny fino all’ultimo ricerca quell’Amore, fino a morirne (forse). Viene abbandonato dai genitori, viene “abbandonato” da Suor Mary (partita per l’Africa), finalmente ritrova i suoi genitori a Venezia e viene abbandonato, addirittura ripudiato, una seconda volta, sopratutto dalla madre. Proprio in quel momento, nel punto più alto del proprio dolore, Lenny vede l’Amore. Con lo sguardo verso il cielo, tra la morte e la rinascita Lenny si trova davanti l’Amore. Non vede Dio, non vede Cristo, vede Maria, con le braccia spalancate: una linea che si apre. Una Madre che non rinnega i suoi figli, che con Dio li Ama e gli sorride.

Conclusione

Arrivati a questo punto ci si chiede se in fondo Sorrentino non sia un cristiano in incognito. “The Young Pope” a mio parere è una delle opere televisive/cinematografiche più Cristiane degli ultimi 10 anni se non di più.
Affronta con profondità la crisi di fede, la crisi umana, la violenza e l’abbandono (lo stesso Sorrentino è orfano, quindi potremo ipotizzare ci sia molto d’autobiografico) con poesia e leggerezza, come pochi sanno fare e lo fa prendendo il punto di vista più “alto” ecclesialmente parlando.

Pio XIII

C’è ancora molto da parlare di questa serie, la quale tocca e mette in luce tanti importanti argomenti (sociali e spirituali). Non me ne vogliate se alla fine ho scelto di parlare solo di lui, Pio XIII, perché in fondo rappresenta ognuno di noi, incarna il nostro dolore e il nostro percorso di conversione. Un Papa, un uomo, ma prima di tutto un figlio. Un figlio ferito da un Amore negato. Lenny Berardo è quel piccolo bambino dentro di noi, che chiede a gran voce vendetta.
Feriti, abbandonati, violentati, umiliati, squalificati, gettati via, mai abbastanza amati, mai all’altezza. Tutta la vita in cerca di quell’Amore che ci è stato negato.
Ma quest’Amore lo ritroviamo in Dio.
Dio Padre e Madre che ci sorride e ci accoglie a braccia aperte. Una linea aperta verso noi.
Siamo buoni, siamo malvagi. Siamo ricchi, siamo poveri. Siamo belli, siamo brutti. Siamo forti, siamo deboli. Siamo intelligenti, siamo stupidi. Siamo giovani, siamo vecchi. Siamo veri, Siamo falsi. Siamo capaci, siamo incapaci.
Non importa.
Dio sorride.
Sorride a noi, siamo Amati da Lui ingiustamente e questo ci sconvolge.
Nei nostri peccati ci Ama. Ci Ama da e per sempre.
Quando arriviamo ad accettare questo non ci resta che restituire questo Amore.
Gratuitamente avete ricevuto, Gratuitamente date.

Lenny vede la Maria nel cielo

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Commenti

1 Commento

  1. Molto bello, grazie. Non ho visto la serie (non ho la tv) ma nei tuoi argomenti sento forte l’eco del percorso dei dieci comandamenti (specie il IV e il V). Sbaglio?

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Author: RedDot

Cultura Cattolica: nato in una famiglia Cristiana, ma convertito soltanto all’età di 17 anni, dove ho iniziato il io cammino di fede. Sempre alla ricerca di Dio in tutte le cose della vita, astratte e non, ma sopratutto nel dialogo con l’altro. Cultura nerd: Nerd è bello e io amo tutto ciò che è bello. Appassionato di videogiochi e giochi da tavola. Adoro il cinema, sopratutto quello “impegnato”. Per quanto riguarda i fumetti mi limito nel dire che il testo più importante dopo la Bibbia è Rat-man. Ma sopratutto sono un nerd della musica (qualsiasi!)

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