E’ più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.

— Gmork

Your Name – Recensione

Amando al di là del tempo e dello spazio

Mi ritrovo con gran piacere a fare la recensione di “Your Name” (“Kimi no na wa” nella versione originale), l’ultima opera di uno dei miei autori preferiti: il grande Makoto Shinkai, che ha visto il suo ultimo lavoro considerato come miglior film d’animazione dalla Los Angeles Film Critics Association. Tra le sue produzioni precedenti troviamo opere di rara bellezza e poesia, come “Oltre le nuvole, il luogo promessoci“, “La voce delle stelle“, “5 cm per secondo“, “Viaggio verso Agartha“, “Someone’s Gaze” e “Il giardino delle parole“. Tutte opere di animazione dove il tema più ricorrente è senz’altro quello dei legami, ma in particolare modo dell’amore impossibile o apparentemente tale, ostacolato dal tempo, dallo spazio, dagli errori e dai limiti umani o dalle difficoltà della vita. È così anche per “Your Name”, dove la storia si focalizza di nuovo su questa tema caro all’autore: nessuno si incontra per caso, tutti, da qualche parte, abbiamo delle persone con cui siamo inevitabilmente legati al di là delle distanze; relazioni che per la stessa volontà divina sono capaci, almeno in questo film, di trascendere il tempo e i limiti a cui siamo soggetti in questa vita.

Scambio di corpi


“Your Name” ripropone un concept narrativo già usato in altri anime e fumetti, ma sicuramente in questo caso rappresentato senza malizia e con maggiore bravura e sensibilità. La storia di Taki Tachibana e Mitsuha Miyamizu, due studenti di diciassette anni residenti in luoghi molto diversi, lei in un posto sperduto tra le montagne, nel remoto paese di Itomori, lui nella sovraffollata metropoli di Tokyo. Entrambi, soprattutto Mitsuha, desiderano una vita diversa e si sentono, per così dire, incompleti o alla ricerca di qualcosa. Taki inoltre porta con sé uno strano bracciale di fili di stoffa che non ricorda bene da chi gli sia stato donato.

Taki si sveglia per la prima volta nel corpo di Mitsuha

La storia vera e propria, dopo una bellissima sigla di apertura che in pochi secondi è capace di anticipare tutte le emozioni che da lì a breve il film susciterà negli spettatori, ha inizio nel momento in cui misteriosamente, per una ragione che verrà solo spiegata verso il finale, i due ragazzi cominciano a scambiarsi i corpi durante il sonno, come se fossero in un sogno, vivendo per alcuni giorni l’uno al posto dell’altra. La cosa diventa sempre più frequente, tanto che i due sono costretti a realizzare che non si tratta di semplici sogni, ma della realtà. Questo li porta a scambiarsi messaggi per organizzare le proprie vite per gestire il quotidiano in modo non disastroso. Essendo diventati a tutti gli effetti una sola carne (Gn 2, 24), inutile dirlo, tra i due ragazzi nascerà un rapporto che, inevitabilmente, andrà al di là dell’amicizia. Diverrà un rapporto simbiotico, ma almeno all’inizio non idilliaco, in quanto entrambi, in buona fede, andranno a scombussolare l’una le relazioni dell’altro. Pertanto la storia inizia come una commedia scolastica, piena di momenti divertenti, per poi condurci pian piano verso toni più romantici, fantastici e drammatici.

L’opera di Shinkai è particolarmente apprezzabile per le sue ambientazioni, che spaziano tra templi shintoisti, fino a locali e paesaggi tipicamente giapponesi, trasmettendo il fascino del folklore del Sol Levante forse più di quanto già visto in altri film di animazione ad esso simili. In parole povere, “Your Name” fa innamorare del Giappone!

E poi l’arrivo di una cometa…

I paesaggi di “Your Name” semplicemente sono ciò che di più bello si è mai visto in un film di animazione

La trama subisce una svolta nel momento in cui una cometa sta per passare sopra il cielo del paesello di Itomori, e questo evento – apparentemente scollegato dalla vita dei due protagonisti – coincide con l’interruzione del misterioso fenomeno in cui i due si scambiano i corpi. Questo porterà allo stupendo climaxLa parte della narrazione che conduce al finale. della storia, perché Taki scoprirà (spoiler) che la città di Itomori è andata distrutta tre anni fa proprio per colpa del frammento di una cometa e che di Mitsuha non vi è più traccia. Eh sì, Taki non viveva nel presente di Mitsuha, ma nel suo passato. Inizierà per Taki una ricerca disperata per salvare Mitsuha e cambiare così il destino di entrambi.

Tecnicamente perfetto

Taki Tachibana e Mitsuha Miyamizu, rappresentati nei loro rispettivi ambienti

Makoto Shinkai ha sempre realizzato opere animate in modo incredibile, con paesaggi ed inquadrature capaci di far sentire lo spettatore li presente, nel bel mezzo della storia. Ma in “Your Name” si è indubbiamente superato. Inutile dirlo, dai paesaggi dell’industriosa città di Tokyo fino agli incantevoli panorami montani che circondano la casa di Mitsuha, beh, ogni cosa è rappresentata in maniera sublime, perfetta e poetica con disegni pulitissimi, animazioni fluide, delicate e un character design semplice, ma efficace. Lo stile dei personaggi è bello e morbido, e ricorda quello dello Studio Ghibli. Altro pregio, non ci sono punti morti e il film, diversamente dalle precedenti produzioni di Shinkai, non procede con lentezza ma con il giusto ritmo, risultando coinvolgente dall’inizio alla fine. Anche i paradossi temporali sono ben studiati e resi in modo realistico, senza alcun buco narrativo. Inoltre, per gli spettatori più attenti, non mancheranno citazioni prese dalle opere precedenti di Shinkai, come la caffetteria frequentata da Taki, che si chiama come una delle sue opere, ovvero Il giardino delle parole, o inquadrature e situazioni tra Taki e Mitsuha che sembrano prese direttamente da “5 cm per secondo”, con quella stessa sensazione di trovarsi l’uno di fronte all’altra, incrociandosi casualmente per strada, vicini ma lontani perché separati dall’impossibilità di riconoscersi o di ristabilire quel legame apparentemente andato perduto.

Bellissima anche la colonna sonora, affidata al gruppo rock dei Radwimps che ha già lavorato per Shinkai in diverse occasioni, che ha ricevuto il 2° premio nella categoria Miglior colonna sonora ai Newtype Anime Awards, indubbiamente perché perfetta per questo film, oltre alle bellissime musiche pop giapponesi che scandiscono i momenti più topici e romantici della storia. Almeno gli otakuAppassionati di cultura giapponese. resteranno soddisfatti!

L’amore che trascende il tempo

La J-POP ha di recente anche pubblicato la light novel di “Your Name”, che si potrà comprare a prezzo scontato se conserverete il biglietto del cinema

La cosa che conforta, come lo stesso Shinkai dirà all’inizio del film (quindi, non è uno spoiler!), è che questa volta non si tratterà di un finale triste o “incompleto”, come lo è stato per altre sue opere, più tra tutte “5 cm per secondo”, ma sarà invece finalizzato alla speranza. Se infatti le opere precedenti di Shinkai risultavano belle ma dolorose per l’impossibilità di poter, talvolta, in questa vita raggiungere quell’unione di amore a cui l’essere umano anela fin dal suo concepimento, in “Your Name” questa volta si è voluto mostrare quella che Shinkai forse ha negli ultimi anni di vita maturata come convinzione personale: niente succede per caso. L’intelligenza divina ha stabilito ogni nostra relazione, sia essa di amicizia o di amore. E c’è per tutto il film una vera e propria Divina Provvidenza, ovviamente rappresentata secondo la sensibilità della cultura giapponese, che colloca vincoli di attrazione e di complementarietà reciproci, affinché le anime predestinate ad amarsi si cerchino in eterno, oltre i limiti dello spazio e del tempo. In una prospettiva trascendente, come quella in fondo sottintesa anche in “Your Name”, pure la storia di amore tra Takaki Tōno e Akari Shinohara, i due protagonisti di “5 cm per secondo”, perdurerà in eterno, oltre i limiti di questa breve vita? La risposta che suggerisce Shinkai in questo film sembra positiva.

Conclusione

Una delle locandine di “Your Name”

Tirando le somme, “Your Name” non può che prendere il massimo dei voti: ★★★★★, perché davvero non si poteva chiedere di più da un film di animazione con queste premesse. La storia è bella, capace di emozionare e di toccare profondamente l’animo di chiunque apprezzi racconti dove l’amore per l’altro non è semplicemente qualcosa di romantico, istintuale, accidentale, ma una vera e proprio vocazione per ognuno di noi. In parole povere, “Your Name” è un capolavoro che merita il grande successo che ha riscosso in Giappone. Lo consiglio davvero a tutti, non vi deluderà.

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4 Commenti

  1. Il film è indubbiamente bello per quanto riguarda le musiche, i disegni e la regia, ma c’è una cosa che mi frulla per la testa: non trovi che il concetto presente nel film, dell’amore predestinato, vada un po’contro il messaggio, che poi ha anche Toradora, di voler conoscere appieno una persona per poter intraprendere una relazione matura? Alla fine qua i due personaggi si parlano solo tramite le note lasciate sui cellulari, un po’come se chattassero, e non dirmi che parlarsi tramite chat è un buon modo per conoscersi o siamo al crepuscolo dell’umanità, siamo seri.

    A discolpa di questo film si potrebbe però dire anche che i due hanno la possibilità di vedere l’ambiente dove l’altro vive, com’è la sua famiglia, come sono i suoi amici… che è importante sì nel conoscere a fondo qualcuno!

    Quindi, cosa ne pensi alla luce di queste considerazioni?

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    • Saburo… ma sei Luigi? Sì, rispetto a “Toradora!” la storia di “Your Name” è un po’ surreale… ma i due protagonisti diventano un tutt’uno sostituendosi all’altro nella quotidianità. Quindi non credo che “Your Name” suggerisca che l’amore è infatuazione. Anzi, se non entri nella realtà dell’altro, beh, c’è poco di cui innamorarsi. In ogni caso… secondo me l’amore è veramente “predestinato” come in “Your Name”, cioè voluto dall’Alto. Basta riflettere sul fatto che ognuno di noi è stato pensato da Dio da molto prima del proprio concepimento biologico. Siamo creature destinate all’eternità… e pur ammettendo tutti i limiti umani e psicologici, i vincoli di attrazione e complementarietà reciproci non sono accidentali ma, se virtuosi e autentici, fanno parte della nostra realtà affettiva creata non soltanto per la terra, bensì per il cielo. Per esempio, Maria era predestinata a Giuseppe! (Tiè, esempio forse un po’ esagerato…) I legami di ogni sorta, da quelli amorosi a quelli di amicizia, sono amori accidentali che Dio concepisce per ogni persona: l’uomo è relazione, quindi viene creato rispetto a dei legami per cui è stato scelto fin dal principio. Ovviamente nella vita siamo liberi di scegliere, anche male, distruggendo amicizie, mancando la vocazione nel peggiore dei casi, per di più questi vincoli sono offuscati, deformati o diventano addirittura amori impossibili per colpa del peccato del mondo, della debolezza umana, del disordine affettivo presente in tutti noi. Beh, alcuni più degli altri… Shinkai nelle sue prime opere ha sempre trattato di questi ultimi, cioè degli amori falliti, disgraziati, ma sinceri, perché eterni. Nell’ottica della vocazione cristiana, un po’ come dice don Fabio Rosini, Dio è come il TomTom: ricalcola il percorso e ci mette davanti un’altra persona che Lui ha pensato per noi, quindi in questo senso l’anima gemella non esiste, ma ogni relazione umana, come sosteneva pure Tolkien, troverà il suo lieto fine nel paradiso come sinonimo di “seguito di ogni racconto rimasto in sospeso”. “Your Name” conclude un po’ il discorso di Shinkai cominciato “Oltre le nuvole, il luogo promessoci” e arriva al punto della questione: se assecondiamo la Provvidenza (o il cielo per i giapponesi!) possiamo anche superare i nostri limiti, in questo caso il tempo e lo spazio, e raggiungere la persona amata. Ma c’è un altro dettaglio da tenere presente: deve essere un atto di umiltà che parte da entrambe le persone, perché la vocazione sponsale la si vive in due! In “5 cm per second” viene mostrata la sterilità di chi vive questa cosa in modo idolatrico e senza speranza, perché uno dei due personaggi (non dico quale!) non crede manco un po’ a quel cielo che scruta ogni notte.

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      • Capisco, detta così ha molto più senso!

        Riguardo 5 cm per second, ho apprezzato come mostrasse la vera fine che fanno relazioni “idolatriche” (per usare il tuo termine) in cui si mettono le proprie fantasie prima del conoscere a fondo una persona. Perché sarà pure vero che Dio ci ha predestinati a poter vivere relazioni sincere, ma noi dobbiamo viverle in modo profondo e non con un romanticismo scialbo e illuso! Altrimenti potremmo scambiare un abbaglio per la Verità che lui ci ha preparato, che potrebbe dunque passarci sotto il naso.

        Oltre le nuvole… l’ho veramente visto troppo ma troppo come uno “worst of” di Your Name, non sappiamo nulla sulla loro relazione ma ci dobbiamo sorbire un’ora di lamenti angst su come si mancano a vicenda. L’ho visto veramente troppo come un modo infantile di vivere le relazioni, con questi due che non si vedevano da anni ma continuavano ad avere queste fantasie derivate poi da una storiella da scuole medie (stesso discorso per La voce delle stelle… inguardabile imho). Poi oh, magari in realtà sono io che non capisco, ma mi sembrava veramente superficiale il modo in cui i tre protagonisti si relazionavano tra loro, l’unica cosa che mi ha un attimino sorpreso è stato il simbolismo della torre, che quando viene distrutta il ragazzo dice “ora siamo liberi di ricominciare”, mi ha fatto pensare alla torre di Babele e alle idolatrie del vitello d’oro, come a dire che superata la “torre”, dunque i loro sogni adolescenziali che poi erano fesserie, ma anche forse il modo malato di relazionarsi tra loro, a quel punto erano liberi di ricominciare in modo più sano e maturo. Solo che su questo mi viene da chiedermi quanto sia stato pensato da Shinkai e quanto abbia elaborato io per giustificare il tempo perso nella visione del film xD

        In ogni caso è un piacere discutere di queste cose, perché secondo me ci sta un limite sottilissimo tra l’amore di cui Cristo ci ha parlato e le illusioni che ci fabbrichiamo, quindi penso sia bene discuterne anche in maniera minuziosa!

        E no, non sono Luigi, anche se è il mio personaggio preferito dei videogiochi di Super Mario! xD

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        • C’è un mio amico, che si chiama Luigi (cioè, è reale!), che la pensa come te su Makoto Shinkai. Dunque, nel dubbio… ho chiesto! Comunque sia, il discorso che fai è davvero molto interessante e ne condivido molti punti. Infatti, secondo me, il tema dell’amore idolatrico e vissuto non nell’ottica dell’eternità inizia da “5 cm al secondo” più che da altre opere di Makoto Shinkai e termina – bene – in “Your Name”. Si vede l’evoluzione del pensiero dell’autore, che trova pian piano un senso dell’esistere e dell’amare che può essere solo vissuto bene in una prospettiva di eterna relazione. In generale, questo tema è ricorrente nelle opere giapponesi, e su determinati argomenti emerge la sensibilità di un popolo che ha sete di bellezza o di eternità. Quando il Giappone sarà tutto cattolico, e sono convinto che un giorno questo accadrà, i giapponesi saranno capaci di produrre opere assai più belle e profonde delle nostre. Anzi, già adesso menano forte!

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Author: Alex Pac-Man

Cultura cattolica: Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi e tutto ciò che riguarda la protologia, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. Cultura nerd: Le mie prime idealizzazioni furono plasmate dai capolavori di Shigeru Miyamoto, quali "A Link to the Past" e "Ocarina of Time", che, magari sarà azzardato dirlo, racchiudono in sé un po' tutta l'essenza del mito. Il mio essere un nerdone comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.

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