Matrix: qual è la vera matrice?
Gnosticismo e realtà virtuale
Fare un film navigando sulle domande esistenziali dell’uomo, usare la sua capacità innata di trascendere il dato visibile, per andare oltre gli elementi dell’esperienza del reale, fu qualcosa di geniale. I Wachowski con la loro trilogia reinventarono il genere fantascientifico, tanto che la critica parlò di una fantascienza pre e post “Matrix“. Sì, per carità, c’è anche chi fa notare che i due fratelli hanno ripreso idee già utilizzate da altri, come Philip Dick per citare un nome tra i tanti autori di fantascienza; e per ammissione degli stessi Wachowski il film riprende concetti volutamente gnostici. In ogni caso, era il 1999 quando il film uscì nelle sale italiane, fu un evento. Eravamo tutti un po’ come “Alice nel paese delle meraviglie“, tutti precipitati nella tana del bianconiglio.
Mi chiedevano gli amici: Hai visto Matrix? Di cosa parla?
Emmm…. hai presente la domanda: ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?
Ma c’è Marzullo?
No, c’è Keanu Reeves!
All’epoca non mi ponevo molte domande. Se un tizio poteva volare, schivare proiettili, trascendere la realtà e stava con i buoni, a me bastava. Ma dopo quasi 20 anni dall’uscita del film ho deciso di rispondere alla domanda:
Cos’è Matrix?

Neo all’interno di Matrix, non è nient’altro che una coscienza che si muove in un ambiente virtuale fatto di dati e calcoli numerici
È un labirinto interpretativo meta-virtuale, poli-spirituale, numerico, filosofico. Un trip di musica, colori, arti marziali…. il rischio di perdersi è molto alto.
L’aria che respiri, il cibo che mangi, gli oggetti che desideri, niente è reale.
Matrix è ovunque. È intorno a noi… È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
Quid est Veritas? Chiederebbe a questo punto Ponzio Pilato.
Già. Se si parla di verità rivelate, si parla di spiritualità, religione, e il film in questione ne “straborda”.
Se c’è un messaggio, c’è un messaggero, se c’è una rivelazione, beh, c’è un rivelatore.
Ma di quale spiritualità parliamo?
Quanto è profonda la tana del bianconiglio?
Il tentativo del film di mettere in discussione lo spettatore, per poi stimolare risposte a ciò che vede, trova senso nell’ossessiva domanda iniziale: Cos’è Matrix? E se mettessimo in discussione l’origine della domanda stessa? Da quale realtà attinge “Matrix”? Si attinge molto alla spiritualità buddista, specialmente per il tema della realtà considerata come una mera illusione, che solo l’illuminato, o in questo caso l’eletto, sa riconoscere come tale.
Questa era facile, il bambino sembra uscito dal “Piccolo Buddha” di Bertolucci. Ma anche a quella cristiana, la profezia dell’eletto, visto come “liberatore”, indubbiamente richiama un po’ l’attesa messianica del popolo d’Israele, concretizzatasi poi in Gesù Cristo. Non a caso Neo viene apostrofato come nostro Signore ad inizio film.
Alleluia. Tu sei il mio Salvatore. Il mio Gesù Cristo personale. ~ Choi
Il film non lascia nulla al caso, ogni frase, ogni parola, sono state volute e pensate dai fratelli Wachowski.
Anche se la città di Zion richiama la biblica Sion (❓), e la nave Nabucodonosor porta il nome del re Babilonese che deportò il profeta Daniele, la matrice del film presenta un cristianesimo gnostico. Ovvero la salvezza per l’uomo avviene orizzontalmente, per mezzo di un cammino di conoscenza del sé; occorre risvegliare la coscienza, ottenendo la saggezza del cuore e l’auto-realizzazione del proprio essere. Questo si concretizza alla fine del film, dove l’eletto diventa una sorta di redentore gnostico che minaccia il sistema, volendo rivelare a tutti la verità.
Filosofia in pillole
MorpheusIl nome del dio del sonno e dei sogni. dirà a Neo:

Neo da solo contro tutti… gli Smith! E Smith non è da solo, perché si è moltiplicato come un virus
Platone affermava l’impossibilità dell’uomo di giungere alla Verità in quanto abitante della realtà.
La nostra fede afferma che questa Verità, che era “inaccessibile” all’uomo decaduto, si incarna e gli va incontro. Un uomo nudo, devastato nella carne, che non possedeva niente se non il Padre, su due assi di legno ha mostrato al mondo la Verità. Tolti i legami con Trinity e Morpheus, il percorso di Neo, per quanto cool, è molto autoreferenziale. Ossia trascendere se stesso per poi trovarsi.
L’uomo è stato creato ad immagine di Dio (Gn 1, 26), questo vuol dire che la vocazione dell’uomo è di essere immagine di un Altro; il suo compimento è dato dalla relazione con la sua origine: Dio Creatore.
Gnosi e Cattolicesimo, due forme di fede che si sono sempre contrapposte, spesso in modo feroce e ad esclusione, come Smith e Neo per tutta la trilogia di “Matrix”… Conoscenza “salvifica” per pochi eletti la prima, universale e relazionale la seconda. O c’è una o c’è l’altra.
Cos’è lo Gnosticismo?

Le due pillole di colore differente che Morpheus offre a Neo rappresentano proprio questo: la scelta tra due realtà: una falsa e di prigionia, l’altra liberatoria ed autentica
Può essere considerato una convergenza di valori ideologici, ma inconciliabili fra loro. Ovvero, elementi cristiani, uniti confusamente a elementi delle religioni misteriche e filosofie orientali. Mentre la Gnosi, nella sua mera eccezione, indica un cammino umano di conoscenza verso un’auto-coscienza salvifica (che non ha quindi bisogno dell’incarnazione del Figlio di Dio). Lo Gnosticismo invece consiste in un progressivo distacco dalla carne e dalla materia (malvagia) verso la luce dello spirito che conduce alla divinità. Anzi, ci si auto-divinizza da soli. Infatti Matrix è il mondo malvagio in cui l’uomo è costretto a vivere, in opposizione al mondo reale, in cui gli esseri umani sono “liberi” dal loro stato di prigionia.
“Svegliati, Neo”
Questa frase racchiude in sè il senso del film. Neo lotta contro il problema dell’essere imprigionato in un mondo “materialeIn realtà in 'Matrix' avviene l'esatto contrario: il mondo virtuale è la prigione, quello materiale è la 'salvezza'. Ma di base resta il concetto che esista un 'mondo prigione' e un 'mondo salvifico'.” che in realtà è una simulazione virtuale, basata su una percezione illusoria chiamata “la Matrice”. Il problema del sonno nell’ignoranza in un mondo illusorio funge da parabola per il nostro mondo reale. Infatti i testi di Nag Hammadi riducono il problema fondamentale dell’essere umano in: non vedere, dormire, ignoranza, sogni, tenebra/notte. Mentre la soluzione è essere svegli, quindi: conoscenza (gnosi), essere destati dal sonno, luce/giorno.
Dualismo Spirito e Materia

L’Architetto di Matrix altri non è, quindi, il classico demiurgo cattivo che ha imprigionato il genere umano in una realtà di prigionia, in perfetto stile gnostico
Il gioco di luci nel film mostra visivamente il dualismo fra spirito e materia, realtà e finzione.
In Matrix c’è una gradazione di colore verdastra, a indicare proprio il vivere in uno stagno, si respira un aria malsana, chimica, artefatta.
Al contrario fuori dal programma abbiamo una colorazione azzurra, un richiamo alla purezza, alla freschezza, alla libertà. Questo è il piccolo esodo che compiono i fuoriusciti da Matrix verso una terra promessa, in attesa di un liberatore.
Il percorso di Neo
C’è un passaggio sostanziale fra Thomas Anderson e Neo l’eletto. Il primo richiama il più famoso vangelo gnostico di Tommaso, dove il dubbio si fa presente, credere o non credere… di essere l’eletto. Neo (da “new”) invece, è avviato verso una presa di coscienza che si concretizzerà in qualcosa di nuovo. Gli gnostici sostenevano che alcuni uomini portavano in sé una “scintilla divina” (ossia, uomini inconsapevoli della loro “natura divina”) che doveva essere liberata per permettere loro di intraprendere il cammino verso la salvezza spirituale e la liberazione dalla materia-prigione. Questo è il percorso interiore di Neo verso una forma di “conoscenza totale”, in grado di trascendere la dicotomia soggetto-oggetto. Anzi, ogni dicotomia, perché conoscenza assoluta dell’Assoluto.
Lo gnostico, infatti, è colui che, in virtù di un’illuminazione o di un’iniziazione-rivelazione (a seconda che prevalga l’elemento dell’intuizione interiore auto-salvifica o della comunicazione esteriore ad opera di una figura di salvatore) è in grado, ritrovando e ricuperando il proprio sé, di ristabilire definitivamente la propria identità originaria, ricongiungendo arché e telos, inizio e fine, origine e compimento.
Conclusione

Arrivati a un certo punto, nel terzo film della triologia, Neo è capace di alterare la realtà (e di volare!) anche al di fuori di Matrix
“Matrix” è una cyberevasione dalla realtà, acrobazie mentali verso una falsa conoscenza. L’amore è il vero sapere, è lui che da colore alla realtà, impartisce gusto alle cose e ci libera dall’apparente non senso della vita. Infatti, una conoscenza fine a se stessa a cosa serve? Ha forse migliorato la recitazione di Keanu Reeves? Non mi sembra, tolti cappotto e occhiali è lo stesso in ogni film.
Se i Wachowski schierano Laurence Fishburne (Morpehus) come iniziatore del cammino di Neo, dal canto nostro abbiamo Santo Ireneo di Lione (venerato come santo sia dagli ortodossi che dai cattolici, e famoso per aver combattuto l’eresia gnostica). Lo so cosa state pensando: Laurence Fishburne è più figo. XD Forse è vero, ma vi assicuro che l’Adversus haeresis di Ireneo sta alla gnosi e allo gnosticismo come la Kryptonite sta a Superman.
Per il Santo la Salvezza avviene soltanto accedendo alla Rivelazione di Dio per mezzo della carne di Cristo, Mediatore di Dio e degli uomini, grazie alla parentela con tutti e due; essa è offerta a tutti gli uomini e rappresenta la “vera conoscenza” rispetto alle false gnosi fondate solo su orizzonti umani e filosofici, dove l’uomo pretende di salvarsi da solo, senza stabilire alcuna relazione con l’origine della sua esistenza.
Mi spiace per i Wachowski, ma la figura del Messia che dà testimonianza alla Verità, beh, è ben lontana da Thomas Anderson, alias Neo. Gesù salva tutti, anche quelli che sono impossibilitati a conoscere i “segreti dell’universo”.
Ok, ammetto che quando uscì il film anche io ho tifato per Keanu Reeves, comprato un cappotto lungo nero e gli occhiali della Sunglass Hut , ma solo perché Hugo Weaving non aveva ancora interpretato Elrond ne “Il Signore degli Anelli“. Sono sempre stato dalla parte degli Elfi.
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