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— Cattonerd

Spider-Man Homecoming – Recensione

Sì, un supereroe umile… ma perché felicemente tenneger!

Mettendo da parte l’affetto e la nostalgia per i primi due film di Sam Raimi, di cui si dimentica volentieri solo l’ultimo della trilogia… e buttando con felicità nel dimenticatoio i due Spider-Man di Marc Webb, finalmente possiamo tirare in sospiro di sollievo per il nuovo Spider-Man cinematografico della Marvel. Sì, “Spider-Man Homecoming” è un buon film che forse non si aggiudicherà il primissimo posto tra i film dell’Uomo Ragno, ma che per quanto riguarda l’attuale storyline cinematografica Marvel si rivela sicuramente uno dei migliori prodotti degli ultimi anni.
Ma procediamo con ordine.

Perter Parker… e Tony Stark?

Nonostante il film sia assolutamente “Spider-Mancentrico”, Iron Man riveste un ruolo fondamentale. Beh, per certi versi, lo si può considerare quasi il sostituto di zio Ben…

Il film di “Spider-Man Homecoming” si differenzia di molto dagli Spider-Man precedenti in quanto non vengono mostrate le origini dell’eroe né la morte di zio Ben. Tutto questo viene semplicemente dato per scontato, mentre zia May viene interpretata dalla più giovane e avvenente Marisa Tomei. Dopo un breve riassunto “amatoriale”, cioè Peter che riprende con lo smartphone le scene che lo riguardano nelle vicende di “Captain America: Civil War“, offrendoci così un breve e geniale riassunto di ciò che già è successo, la trama comincia con un Tony Stark ultra protettivo che decide di confinare Spider-Man nel ruolo di “eroe del quartiere” del Queens. Nolente o volente, Peter ritorna alla sua vita da ragazzino un bel po’ sfigato ma con super poteri – da nascondere –, rispettando così uno degli aspetti del personaggio più amato dai Nerd e dai fan dell’Uomo Ragno; e confezionando il tutto secondo la cultura pop degli adolescenti dei nostri giorni. Dunque volutamente un teen movie. Già il fatto che a doppiare Perter Parker per la versione italiana del film sia Alex Polidori, il doppiatore di Finn l’unico umano, il protagonista di “Adventure Time“, non è certamente accidentale. Personalmente l’ho trovata una scelta azzeccata!

L’aggiunta di un migliore amico nerd per Peter Parker è una delle innovazioni più gradite di “Spider-Man Homecoming”

Per forza di cose si aggiunge il personaggio di Ned (Jacob Batalon), il fidato amico nerd, probabilmente ispirato a Ganke dal fumetto “Ultimate Spider-Man”, che ambisce al ruolo de “L’uomo della sedia“, sullo stile di OracoloQuando Batgirl, cioè Barbara Gordon, rimane paralizzata per colpa di Joker continuerà la sua lotta contro il crimine aiutando Batman come hacker, informatica e informatrice. ed altri personaggi che nell’universo supereroistico svolgono il ruolo di fornire informazioni utili ai propri compagni dotati di super poteri. Dopo Tony Stark, Ned diventa l’unico a conoscere il segreto di Peter e la collaborazione tra i due personaggi diverte e regala alcuni dei momenti più esilaranti del film, non essendoci, ahimè, altri personaggi fondamentali quali ad esempio Gwen Stacy o Mary Jane Watson. Beh, ci sarà la bella ragazza di turno ma, senza spoilerare nulla, non avrà un ruolo particolarmente importante. Diciamo che l’aspetto sentimentale di Spidey viene messo in secondo piano rispetto agli altri film e alle varie serie del fumetto. Però non fraintendetemi, c’è la cotta per la bella della scuola, ma vabbè… vedetevi il film e capirete!

Peter Parker: “Posso tenere il costume?”

Tony Stark: “Certo! Per me è piccolo! Solo… non fare nulla che io farei. E non fare nulla che io non farei! C’è una piccola zona grigia nel mezzo… è lì che tu operi! Ma non vuol dire che tu sia un Avenger… se lo stavi pensando!”
Peter Parker: “Oh…”
Tony Stark: “Ok. Non è un abbraccio… sto aprendo lo sportello!”

Il resto della trama di “Spider-Man Homecoming” non si basa sul desiderio di Perter di fare colpo sulla ragazza di cui è segretamente innamorato né di diventare l’eroe che zio Ben avrebbe approvato, quindi non c’è nemmeno il superamento di un trauma, ma sul rapporto tra Spider-Man e Iron Man. In parole povere il conflitto del personaggio si riduce a questo: Peter desidera diventare uno degli Avengers, ossia fare colpo sul famoso Tony Stark, ma al tempo stesso non vuole nemmeno snaturare se stesso, diventando quello che ancora non è: un adulto. La storia naturalmente avrà uno sviluppo piuttosto prevedibile, ma il film resta in ogni caso godibilissimo.

Il cattivo che soddisfa

Solitamente i cattivi dei film Marvel fanno ridere, ma in questo caso mi ritengo più che soddisfatto. Michael Keaton ha il giusto carisma che serviva al villain di questo “Spider-Man Homecoming”

Per il ruolo del villainIl cattivo. viene scelto l’Avvoltoio, interpretato da Michael Keaton, che viene sviluppato perfettamente come antagonista per questo nuovo Spider-Man. Abbiamo a che fare con un adulto, smaliziato e privo di fiducia negli altri ma non del tutto malvagio, ossia un uomo vecchio dentro che ha scelto il compromesso, non essendo più incantato dalla vita come invece lo è ancora Peter nella sua fase adolescenziale, piena di speranze, sogni e nobili ambizioni. Il contrasto tra il mondo degli adulti che non sanno più vedere le cose al di là dell’utilitarismo e quello degli adolescenti che sperano di diventare degli eroi (Mt 18, 3-4), non possiamo lamentarci, nello scontro tra Spider-Man e l’Avvoltoio viene reso abbastanza bene. Tra protagonista ed antagonista si crea il giusto rapporto di stima e odio non fatto solo di scontri accidentali, inevitabili o scelte di fazioni (buoni e cattivi), ma di divergenze esistenziali e di vedute profonde legate, forse, anche alla differenza di età. L’unica cosa che però li accomuna è il loro essere outsiderChi sta fuori, ai margini della società., naturalmente diversificandosi proprio per il differente modo di vivere tale condizione. Il tema morale delle responsabilità, cioè di chi siamo davvero chiamati a diventare per amore degli altri, già affrontato negli altri Spider-Man, lo ritroviamo anche qui, tuttavia non così esplicitato o sottolineato da frasi fatte o slogan come avvenuto nei film di Ramini o nei fumetti.

In ogni caso il nuovo Avvoltoio si rivela carismatico e credibile come avversario di Spider-Man e questo non è affatto scontato in un film della Marvel, dove sono proprio gli antagonisti spesso ad essere l’aspetto più carente nella trama e nella sceneggiatura.

Conclusione

Tony Stark: “Mi piace il tuo essere eroe springsteeniano della classe operaia”

“Spider-Man Homecoming” raggiunge l’obiettivo (★★★★), rivelandosi un film con tutte le carte in regola: personaggi ben caratterizzati, scelte innovative e azzeccate, un Peter Parker fedele ai fumetti – eh, nei limiti del possibile! –, una trama che mai annoia, dialoghi avvincenti e arricchiti da quell’ironia un po’ nerd che non guasta mai, oltre ad un comparto tecnico eccellente, all’altezza degli altri film della Marvel. Dunque se ancora non lo avete visto correte nelle sale o rimediate in qualche modo! Si tratta sicuramente di un film che riporterà il nostro Spidey alla ribalta, facendocelo amare per la sua genuinità di eroe non perfetto, perché pieno di pregi e limiti come tutti noi. O meglio, l’amichevole Spider-Man del quartiere!

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7 Commenti

  1. Effettivamente questo film dopo le varie tamarrate scontate che sono stati il 99% dei film MCU, un po’per concetti di fondo sbagliati del mondo supereroistico, un po’perché poi dei supereroi questi prodotti prendevano solo il lato più superficiale e commerciale fatto per attrarre i fake nerds, quelli che un fumetto non l’hanno mai letto in vita loro e che 20 anni prima ci avrebbero presi in giro perché leggevamo ste cavolate sui supereroi, bisogna dire che almeno con la sua genuinità questo film sa sorprendere in positivo. In fin dei conti il suo non essere ancora un Avenger è la qualità migliore di Spidey: ancora gli è consentito di essere umile e non un “eroe”. In questo mondo che venera eroi a rotta di collo, in fin dei conti il migliore di tutti loro è proprio quello che sa essere semplicemente un “amichevole Spiderman di quartiere”.

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  2. Quando ce lo fai un bell’articolo su Zelda: Breath of the Wild? Sono proprio curioso di sapere se, oltre al fatto che è uno dei giochi più spettacolari mai fatti, riesci anche a trovarci un aspetto cristiano!

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    • Eh, mi dispiace, chiedo venia, ho giocato tutti i “The Legend of Zelda”, ma, ahimè, non “Breath of the Wild”. Ma se mi regalate una Switch risolviamo subito! Dunque, in attesa di ciò, dovrebbe farla qualcun’altro della Redazione… ma chi? Forza, fatevi avanti! Volendo potrei fare un mini saggio sulla “teologia” della saga zeldiniana, che trovo tutt’altro che incompatibile con quella cristiana. Però, forse, lì mi beccherei una scomunica! XD

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  3. Parlando di supereroi umili, molti descrivono Luke Cage come tale ma a me è sembrato un coatto arrogante da strada nella sua serie. Te come lo paragoni a questo Spider-Man?

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    • Il Luke Cage del fumetto lo conosco poco, solo tramite i cosiddetti “crossover”, perché non ho mai letto la serie a lui dedicata. Spider-Man a parte, non sono un gran lettore della Marvel, preferisco la DC Comics. Invece ho goduto molto della serie Marvel uscita per Netflix, a cui abbiamo dedicato un articolo qui su Cattonerd. Tuttavia si discosta di molto dal fumetto. Nel telefilm Luke Cage è più umile e meno stronzo, e non fa il mercenario. In sostanza, parte come un menefreghista frienzonato da Jessica Jones e finisce, a forza di sensi di colpa, a fare l’eroe dopo la morte del suo mentore (vale per il 90% degli eroi). E, cosa di non secondaria importanza, non porta una maschera! Nell’insieme, ciò che lo accomuna a Spidey è solo il suo essere outsider o ai margini. Mi piace molto il filone dei telefilm Marvel dedicato agli eroi metropolitani, che trovo molto più interessanti di quelli epici e spaziali del cinema, ma questo perché amo Batman, l’eroe metropolitano per eccellenza.

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      • Ma non viene friendzonato Luke Cage, semplicemente c’è la tipica cosa del supereroe che non vuole mettere in pericolo le persone a lui vicine e quindi Jessica se ne distacca.

        Comunque credo il tizio sopra si riferisse a Luke come “Power Man”, la sua testata in cui originariamente è un mercenario, mentre in Alias (di cui il telefilm Jessica Jones è una mediocre trasposizione) dà il meglio di sé.

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        • Lui e Jessica nei fumetti di sposano, nel telefilm più che altro capisce quanto sia anaffettiva e rinuncia alla loro relazione di – scusate la volgarità – scopamici. Soprattutto dopo l’amara scoperta dell’omicidio della moglie di Luke da parte di Jessica.

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Author: Alex Pac-Man

Cultura cattolica: Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi e tutto ciò che riguarda la protologia, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. Cultura nerd: Le mie prime idealizzazioni furono plasmate dai capolavori di Shigeru Miyamoto, quali "A Link to the Past" e "Ocarina of Time", che, magari sarà azzardato dirlo, racchiudono in sé un po' tutta l'essenza del mito. Il mio essere un nerdone comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.

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