“Cogitor ergo sum”, sono pensato, dunque sono.

— Karl Rahner

Gesù è storicamente inverosimile?

Domanda: Gesù è realmente esistito? Può un personaggio nato da una vergine, taumaturgo, esorcista, definitosi Figlio di Dio, morto e risorto, essere storicamente attendibile? Il Gesù dei vangeli non è più logico pensare che si tratti di un mito?

Risposta a caldo

La risposta risiede non tanto nella verità storica di Gesù che prescinde da noi, ma nella nostra capacità di accettare storie lontane dalla nostra esperienza di vita.

Risposta a freddo

Abramo è solo un archetipo narrativo? Un’allegoria sull’uomo di fede che deve affidarsi a Dio, rinunciando ai propri idoli? Volendo sì, ma c’è un rischio di fondo nel vedere “archetipi narrativi” come ragioni ultime che giustifichino la credenza in personaggi associati al reale, siano essi pseudo-storici, mitici o leggendari.

Un altro rischio è quello di credere, ad esempio, che sì, Abramo potrebbe essere esistito, ma essendo stato sostanzialmente un tipico capo tribù interessato ad avere un erede, la sua storia potrebbe non essere affatto frutto della Provvidenza o di una volontà divina. In fondo l’esigenza di avere un legittimo erede è un modo come un altro per assicurare il proprio possesso sui beni materiali conquistati con fatica. Un bisogno ancestrale: l’illusione dell’immortalità attraverso una discendenza. Si potrebbe, nella stessa prospettiva, dire che Carlo Magno non fu mai veramente cristiano, ma solo furbo nello scegliere un cristianesimo da difendere, che la tratta degli schiavi africani è un mito dettato da un senso di inferiorità del popolo nero, che Darwin è raffigurato con la barba come riferimento al Dio Padre dell’iconografia cristiana, eccetera. Magari non adesso, ma tra svariati millenni, senza determinati dati a disposizione, si potrebbero sostenere stupidaggini del genere.

Supernatural

«È un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura» (Mt 14, 26-27)

Gesù è spesso considerato da alcuni inverosimile come personaggio reale non tanto per la storicità su cui discutere in un articolo un minimo serio risulterebbe fuori luogo, ma per l’elemento detto “soprannaturale” presente nella sua storia. Quest’ultimo è spesso codificato secondo i limiti mentali del lettore: miracoli, paranormaleFenomeni non spiegabili sulla base delle conoscenze attuali., preternaturaleOltre il naturale., fatti improbabili e astrusamente concatenati dalla Provvidenza. Beh, l’onestà intellettuale prevede un mix di tutte queste possibili cose. Invero, personaggi quasi contemporanei, come Pio da Pietrelcina, non risultano tanto diversi dal Gesù di Nazareth e vengono così mistificati o ridimensionati anche se vantano tutt’ora numerosi testimoni ancora in vita. Addirittura miracoli o episodi storici di grande portata come il miracolo del sole, avvenuto durante l’ultima apparizione della Madonna di Fatima, con i suoi sessantamila testimoni, restano dei tabù che tra qualche secolo potrebbero essere considerati poco più che leggende per mera ideologia.

Quando riporto per diletto letterario le leggende di San Patrizio, colme di paradossi e situazioni surreali, do per scontato che potrebbero essere vere in gran sostanza. Questo le rende più interessanti e divertenti di un romanzo, in quanto la sospensione dell’incredulità ne risulta amplificata. Molte persone trovano meno interessanti le storie con elementi soprannaturali per tale ragione: non riescono a vedere al di là del loro naso. Le numerose discussioni sulla storicità dei pilastri delle religioni abramitiche (AdamoIl capostipite dell'umanità., Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè) risultano meno interessanti per la difficoltà di accettare che gli archetipi narrativi quasi sempre nascondono personaggi realiCome sostenuto dalla Pontificia Commissione Biblica riguardo l’Autenticità Mosaica del Pentateuco. e, pertanto, plausibili se si accetta una visione della realtà non per forza mediocre. Il problema di fondo è sempre il medesimo: la mediocrità dello scettico o la superficialità del credulone. Poi le terminologie fanno capire che il limite è spesso aggirato da capziosità: Draghi? No! Dinosauri? Sì, ovvio! Kraken? No! Architeuthis princepsIl famoso calamaro gigante, creatura fantastica fino a non molti decenni fa...? Sì, certo! La differenza dov’è? Boh, non saprei.

Pertanto Gesù è storicamente inverosimile? No, ovviamente! Ma per alcuni non sono esistiti nemmeno i dinosauri… per altri il Kraken ancora non esiste…

Altro dettaglio: non credendo più nella storia si diventa amanti esclusivamente del fantastico. Una volta se un racconto non era “vero” (Bibbia, Omero, Dante) risultava noioso. Dante Alighieri credeva nei novissimi, altrimenti la “Divina Commedia” nemmeno l’avrebbe scritta. Se non ci credi davvero non puoi raccontarlo, non ne sei all’altezza.

L’uomo… non ricorda

La saga videoludica di “Fallout“, ambientata in un mondo post-apocalittico, parte proprio da un importante presupposto: l’uomo non impara dai propri errori e un olocausto nucleare è un destino certo

La guerra… la guerra non cambia mai. ~ Fallout, frase storica della saga.

Un altro problema legato alla necessità della storicità è la sua limitatezza: oggi viviamo nell’illusione che il metodo storico-critico possa perdurare in eterno. Invece basta perdere una delle fonti primarie per trasformare un personaggio storico come Napoleone Bonaparte in una figura leggendaria. Tra centomila anni si potrà ancora parlare di Gesù partendo da una memoria storica? No, perché il problema dell’uomo non impara dagli errori, o come nel detto di “Fallout”, “La guerra… la guerra non cambia mai”, è psicofisico. Nemmeno un vampiro immortale dei romanzi di Anna Rice ricorderebbe ogni esperienza vissuta a una distanza di tempo così grande. Allora, se le cose stanno così, perché la realtà è fatta in questo modo? Nichilismo a parte, la risposta prevede l’antropologia cristiana: l’uomo è composto di una realtà non solo sensoriale e fisica, ma anche spirituale. Sarebbe in quest’ultima la soluzione, la “memoria eterna”. Pertanto non è possibile credere nella salvezza orizzontaleL'uomo che cambia l'uomo o Dio che cambia l'uomo fornendogli una conoscenza prima inaccessibile. dell’umanità, ipotizzata tutt’ora da illustri teologi e filosofi. Questa è inutile gnosiLa salvezza grazie alla conoscenza.. Nel cattolicesimo, l’uomo non si salva al di là delle relazioni che può stabilire. Ergo, la salvezza collettiva dovuta a chissà quale conoscenza acquisita è impossibile, perché la memoria umana è limitata. Ma ci salviamo perché Dio è nella storia, perché noi possiamo essere con Lui una cosa sola (Gv 17, 20-21). Veniamo salvati per il soprannaturale che irrompe nella storia e che fa parte di noi. Il soprastoria.

Conclusione

Gesù: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!” (Gv 20, 29)

Gesù storico, così come viene descritto nei vangeli, è un figura incredibile che oltrepassa di molto la nostra fantasia. Possiamo considerare ciò che supera i nostri schemi necessariamente come inverosimile? La risposta non è una sottigliezza, ma un qualcosa che condizionerà ogni aspetto della nostra esistenza.
Dunque, Gesù è inverosimile? No, naturalmente! Ma su Cattonerd la risposta non potrebbe essere diversa.

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3 Commenti

  1. Bellissimo articolo, certo forse leggermente troppo sul tecnico-teologico in alcuni tratti ma ha espresso bene il senso: la gente semplicemente non riesce a spiegarsi certe cose secondo la propria mentalità mediocre, e quindi finge che non siano che leggende. E poi saremmo noi Cristiani a usare la fede per “dare false spiegazioni alle cose”…

    Comunque, riguardo la salvezza dell’uomo che dipende solo dalle sue relazioni, bellissima e importantissima considerazione, mi hai ricordato il mitico anime Neon Genesis Evangelion, che al contrario di tutti i filmacci americani in cui la salvezza dipende dallo scoprire chissà quali verità (non lo sanno manco loro), ci mostra come attorno ai personaggi succeda il finimondo di dei, apocalissi e chi più ne ha più ne metta, ma nonostante ciò la salvezza individuale (o meno) di ogni personaggio sta nel saper essere un padre, nel saper amare senza usare l’altro, e in generale a come si è relazionato con il suo prossimo. C’è molto un’enfasi su questo aspetto e chissà, se anche quando lo vidi nei primi anni 2000 non avrei saputo fare questo paralello, fin da subito questo concetto seppe risuonare, anche se non a livello conscio, in me in quanto simbolico del modo in cui Dio padre si relaziona con ognuno di noi personalmente, e anche di una certa contrapposizione tra film mentali sul poter imbrigliare e comprendere il divino, con tutti i piani dei colleghi del padre di Shinji, e la realtà dell’unico vero Dio che in fin dei conti vuole solo aiutarci a raggiungere la vera felicità, come nel finale fa Shinji stesso.

    E niente, grazie per aver stimolato questa riflessione con il tuo illuminante pezzo! Sei veramente un grande quando si parla di teologia e argomenti affini!

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  2. Grazie per i complimenti! In realtà sono soltanto un pragmatico del cavolo che vuole arrivare subito al tema del racconto, non amando chi svilisce la bellezza della narrativa intesa non come evasione dal reale ma, citando il buon Tolkien, nel trovare le giuste coordinate per decifrare la realtà. Non scherzo affatto quando dico che trovo più teologia in Batman che nell’esegesi moderna! XD Comunque… cosa dire? Hai trovato un bellissimo spunto su cui scrivere un futuro articolo: il messaggio di “Neon Genesis Evangelion”, che in tutta onestà non sono mai riuscito a cogliere bene proprio perché gli elementi apparentemente gnostici ed esoterici mi confondevano molto da ragazzino. Anzi, pure adesso… Ohi, se vuoi, scrivilo tu!

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    • Sono lusingato ma non credo di potercela veramente fare XD

      Sai, sono veramente contento che la mia affermazione ti sia piaciuta, ma onestamente mi ritengo solo un nerdazzo che sta pian piano scoprendo la Bellezza di Dio, non me la sentirei ancora di evangelizzare (o evangelion-izzare in questo caso XD) facendo un discorso più complesso, specie poi se con un’opera già intricata come evangelion!

      Sarà che io ho sempre avuto attorno idee confuse di Dio, e solo ultimamente sto finalmente riuscendo ad avere un rapporto sincero con il Signore, e in parte devo anche ringraziare il vostro sito che è una piacevolissima lettura nonché un bel modo di andare al punto delle cose senza bigottismi, ma proprio per questo non vorrei rovinarlo con una mia analisi ingenua! Se però scriverete voi l’articolo prima o poi, voglio darvi un consiglio (chissà che magari sapendo ciò non ci tirate fuori una figata di riflessione teologica): di neon genesis evangelion tutti i simboli gnostici/esoterici sono in realtà facciata, solo a livello estetico, e per capire cosa vuole dire bisogna più che altro pensare a ciò che si dicono i personaggi e alle riflessioni “umane”. Come ho detto nel mio commento precedente, il discorso è che per ognuno di loro a contare sono le relazioni con le altre persone, e non i vari Adam, Lilith o cavoli vari.

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Author: Alex Pac-Man

Cultura cattolica: Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi e tutto ciò che riguarda la protologia, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. Cultura nerd: Le mie prime idealizzazioni furono plasmate dai capolavori di Shigeru Miyamoto, quali "A Link to the Past" e "Ocarina of Time", che, magari sarà azzardato dirlo, racchiudono in sé un po' tutta l'essenza del mito. Il mio essere un nerdone comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.

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