Keanu Reeves: Colui che è uscito per davvero da Matrix!
Keanu Reeves vive da “sfigato”… ma è uno dei più grandi attori di Hollywood, perché?
Tutti amano Keanu Reeves, noi nerd sopratutto, non solo perché è un grande attore, musicista e regista, ma perché molti dei film che lo hanno avuto nel ruolo di protagonista o coprotagonista hanno segnato la storia del cinema. Ricordiamone solo alcuni: “Dracula di Bram Stoker” girato da “Coppola, L’avvocato del diavolo“, la trilogia di “Matrix“, “Sweet November“, “Costantine“, “La casa sul lago del tempo“, “Ultimatum alla Terra“, “47 Ronin” e tanti altri capolavori cinematografici. Beh, troppi a dire il vero! Reeves vanta una filmografia lunghissima, costellata da un successo dopo l’altro. Ossia, tutti film eccelsi.
La vita di Keanu Reeves
Ormai, da un po’ di tempo, è diventata nota non solo la sofferta storia di questo grande artista, ma la sua fede in Dio, il suo amore per i valori tradizionali e il suo stile vita tutt’altro che da “star”, palesemente contro il sistema di un mondo secolarizzatoAteo, contro Dio, materialista che rinnega le sue radici cristiane ed agevola una libertà fine a se stessa., il nostro, che lui non condivide in nessun modo. Ma anche se probabilmente tutti conoscete la sua storia, ricordiamola velocemente.
Nel video seguente hanno provato a riassumerla in pochi minuti:
Come spiegato in parte nel video sopra, Keanu Reeves viene abbandonato da piccolo dal padre. L’assenza di una figura paterna è, per un uomo, uno dei più grandi traumi che si possano subire. E ve lo dico per esperienza. La madre fa la spogliarellista per mantenere lui e la sorella. Essendo dislessico, Reeves ha avuto innumerevoli problemi ai tempi delle scuole, cambiandone di continuo, ma le difficoltà della vita alla fine gli impedirono di portare a termine gli studi. Nonostante questo suo problema, Reeves ha sempre coltivato la sua crescita intellettuale e ha dimostrato di essere un uomo colto e particolarmente intelligente, oltre che talentuoso come attore, musicista e regista. In ogni caso, almeno all’inizio, per mantenersi, lavorò come affilatore di pattini da ghiaccio, boscaiolo e per un anno fu anche dipendente di un negozio di pasta.
Reeves tentò la carriera dell’attore e suscitò l’attenzione della critica nel 1986 per il film “I ragazzi del fiume“: un drammatico-thriller, basato sulla violenza efferata che può esserci tra liceali.
La sua vita non facile, lo portò a stringere amicizie con altre anime sofferte come lui, tra cui River Phoenix, suo grande amico, che morì di overdose nel 1993, all’età di soli 23 anni. La morte dell’amico, inutile dirlo, segnò Reeves che poi comprese quali furono i veri colpevoli che spingono le persone a drogarsi per disperazione.

Lo si vede spesso vestito in modo semplice, pur non perdendo il suo carisma da 18 punti (se fossimo in D&D)
Nel 1998 incontrò Jennifer Syme, di cui si innamorò. Un anno dopo si fidanzarono e nell’anno successivo nacque la loro primogenita, che morì però pochi giorni dopo per una malformazione cardiaca congenita. Come se la tragedia di per sé non bastasse, i due si lasciarono e Jennifer morì in un incidente stradale pochi anni dopo, probabilmente dovuto ai forti psicofarmaci che la rendevano in quel particolare momento inadatta alla guida. Naturalmente le cure in questione, che influirono sul suo incidente stradale, furono dovute alla forte depressione che affrontò dopo la morte della figlia e alla frequentazione di un ambiente, quello delle “star”, che essendo fatto di eccessi e sballi, beh, non aiuta in nessun modo le persone a tornare in contatto con la realtà o nell’affrontare i problemi della vita legati ai lutti o all’affettività.
Altro fatto di non secondaria importanza: ai tempi in cui si girò il film “Matrix”, Reeves fece curare la sorella malata di leucemia, cosa che lo spinse a fare un atto che tra le cosiddette “star” dello spettacolo sarebbe considerato “follia”: donò in beneficenza circa il 70% dei suoi guadagni a vari ospedali, per la ricerca della prevenzione contro la leucemia.
Come vive oggi Keanu Reeves?
Vive in un normale appartamento, prende la metro e i mezzi per spostarsi come una persona comune, se gli capita l’occasione aiuta le persone in difficoltà che incontra per strada, lo si può addirittura vedere mangiarsi un panino per pranzo seduto sulla panchina di un parco, vive in modo semplice e frugale, senza eccessi, come se non fosse affatto il grande artista che tutti conosciamo ed amiamo. Inoltre, il suo stile di vita non è dovuto a depressione o sciatteria ma ha una presa di posizione contro una società, la nostra, che lui non condivide. È un uomo di fede, che ha vissuto sulla sua pelle cosa significa davvero vivere senza Dio e senza valori.
Forse Reeves è uscito da Matrix?

Codici informatici o sinapsi che compongono la complessa struttura che consente la comunicazione delle cellule del tessuto nervoso? In entrambi i casi, sono informazioni, numeri, equazioni che compongono un sistema. Quel sistema è l’inconscio di una persona, che può essere riprogrammato, anche se l’idea non ci piace per niente. Naturalmente non alludo al determinismo! La realtà metafisica garantisce la libertà, di cui non facciamo uso
Pertanto, essendo schierato contro un sistema globale che non condivide, più di una volta l’attore ha rilasciato dichiarazioni forti come la seguente, nota sia per la pagina Facebook dell’artista che per alcune dichiarazioni analoghe confermate in altre interviste:
In poche parole, Reeves si schiera contro l’ideologia del vincente e/o del materialista (che spesso coincidono o conducono nella stessa direzione: la vanagloria, sia di destra che di sinistra), molto forte nella società americana, ma ben presente anche da noi in Europa mascherata da altre ideologie.
Reeves tocca vari altri punti dolenti, che ormai anche tra i cattolici sono diventati dei tabù. Il primo è l’abbigliamento femminile, le donne ridotte a oggetti non chissà dove, cioè nelle pubblicità, negli spot e/o nei film pornografici, ma da loro stesse, nel quotidiano, che mettono in mostra il loro corpo non solo perdendo la propria dignità, ma contribuendo a una società dove conta solo l’aspetto esteriore e dove la fedeltà, che parte dall’interiorità (Mt 5,27-32), è distrutta da quei mariti che mettono in mostra il corpo della propria sposa come se avessero un oggetto da esibire. Ehi, non stiamo dicendo che le donne devono vestirsi da suore, sia chiaro, ma che devono amare se stesse, non mettendo in mostra il loro corpo come se nulla fosse, assecondando un mondo dove la bramosia sessualePiaccia o no, il 99% degli uomini ha l'autocontrollo mentale di un cane in calore... e non guarda una donna in pantaloncini senza dare sfogo alle più depravate fantasie., che scaturisce anche dal decadimento dei costumi, ha fatto danni spaventosi nella nostra società sul piano affettivo. Del resto, cattolicamente parlando, la Madonna a Fatima profetizzò cent’anni fa, nei segreti, queste mode immorali delle donne, lasciando intendere che sarebbero state una delle principali cause della scristianizzazione.
Reeves alla fine non è riuscito a sposarsi ed a mettere su famiglia per colpa dei problemi sopracitati, ma nonostante tutto dichiara un’altra cosa scomodissima per la mentalità corrente qui in Occidente: non voler costruire una famiglia, mettendo al primo posto altro: divertimento, carriera, denaro, sicurezza o successo, è sbagliato. Per carità, anch’io come Reeves sono uno sfigatissimo scapolo, e non amo gli ambienti cattolici che mi colpevolizzano per questo o che credono che un uomo sia realizzato solo se papà o prete, ma non amo nemmeno quelli dove si afferma che la paternità e la maternità sono optional nella vita di una persona. Dietro molti discorsi di un “femminismo integralista”, spesso, scorgo solo problemi personali di chi si giustifica con l’autodeterminazione e le pari opportunità per mettere al primo posto idoli dovuti a lacune personali che li hanno portati a mettere davanti a tutto se stessi e le proprie ambizioni piuttosto che una vita affettiva piena e bella. La vita invece è fatta per amare, il resto è vanità. E se lo diciamo noi, io e Reeves, scapoli ancora in attesa del grande amore, significa che non siamo di parte.
L’anima gemella? ~ Gli chiede un giornalista
Sfigato VS Mondo

Neo contro un intero sistema invaso dal virus Smith. Lo sfigato è un po’ così… cioè, uno contro tutti! E non è così eroico o figo come in “Matrix” , perché quando non rientri nel “programma stabilito”, se sposi una causa che tutti odiano, soffri e prendi su di te una croce
Infine Reeves si schiera contro quel mondo che consciamente o inconsciamente esalta il vincente e pone tutti gli altri, i “falliti” o chi è solo controcorrente rispetto al pensiero dominante (cattolico o anticattolico che sia), come degli sfigati! Badate bene che questo modo di vedere il mondo a parole è condannato da tutti, ma nei fatti si agisce in modo opposto. E non c’è psicoterapia o percorso spirituale che tenga, l’inconscio (il cuore) se non cambia detta sempre le nostre azioni.
Conclusione

Cosa rappresentano le pillole rosse e blu di “Matrix”? Lo sappiamo tutti… o in realtà crediamo solo di saperlo?
Cos’è “Matrix”? È la mancanza di consapevolezza: una realtà fittizia, dove si è anestetizzati e prigionieri. Il nostro mondo magari non sarà un megaprogramma capace di generare una realtà virtuale gestita da IAIntelligenza artificiale., ma per tutto il resto è sicuramente un gigantesco inganno in cui il pensiero dominante, mosso dai poteri forti, ci impone cosa pensare e fare anche solo a livello inconscio e subliminale. Reeves con le sue dichiarazioni e il suo stile di vita ha dimostrato di essere uscito dal sistema, cioè nel mondo ma non del mondo (Gv 17, 14). La “pillola rossa” altro non è che la sofferenza. Quando il mondo ci ferisce profondamente siamo anche noi, come Neo, davanti ad una scelta: restare nell’inganno, raccontandocela per il resto della vita, o scegliere la dolorosa strada del risveglio, in vista di una rinascita che parte dell’interiore e metterà fine a ogni nostra falsa sicurezza. Più scomode saranno le domandeSu Dio, su noi stessi, sugli altri e sulla realtà che ci circonda. che ci porremo, più sarà grande la nostra consapevolezza con l’aiuto di Dio.
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