Flavors of Youth – Recensione
Riascoltare la vita come in un nastro registrato
“Flavors of Youth” (Sapori della gioventù) è un film di animazione diviso in tre episodi, un po’ come lo fu “5 cm per secondo“, prodotto dal grande Makoto Shinkai e com. (CoMix Wave Film). La storia, diversamente da altri anime, è ambientata in Cina e ha per tema la bellezza dei ricordi della gioventù rispetto la vita presente. Naturalmente il grande Shinkai vuole dirci molto di più e non punta esclusivamente alla fattore “nostalgia” di un periodo della vita che per alcuni può essere stato “idillico” o quanto meno importante.
Gli spaghetti di riso

Odori e sapori sono capaci di rievocare ricordi dell’infanzia o dell’adolescenza che si credevano perduti
La prima storia ha per protagonista un giovane che si è trasferito a Pechino che vive un profondo senso di insoddisfazione, perché i sapori genuini del suo paesello di campagna sembrano essere andati perduti insieme a molte delle sue prime emozioni giovanili. La storia, per quanto piacevole, raccontata interamente in prima persona, in realtà è finalizzata solo a focalizzare il tema che verrà davvero affrontato in modo esaustivo nelle due successive narrazioni.
Una piccola sfilata di moda

Due sorelle: una modella di successo e una liceale aspirante stilista
Nella seconda storia la protagonista è una donna di Canton, che si è fatta strada nel difficile mondo delle fotomodelle e delle sfilate di moda. I genitori sono morti e l’unica sua parente è la sorella minore, che va ancora a scuola e di cui si prende cura. Il mestiere della protagonista è spietato, dove la giovinezza e un corpo perfetto sono gli unici attribuiti per poter continuare a lavorare. Questa concorrenza tra modelle le fa perdere di vista le sue vere priorità: la relazione con la sorella minore e l’amicizia con il suo manager. Naturalmente, senza spoilerare, succede qualcosa che la riporta la donna sulla giusta strada e che le fa capire che la perfezione a cui ambisce è solo deleteria per lei e per chi la circonda.
Amore a Shanghai

Tre amici profondamente legati, che verranno separati da un malinteso dovuto alla poca onestà di uno dei personaggi con i propri sentimenti
Qui siamo nella città di Shanghai, in continua modernizzazione e cambiamenti urbanistici. Il protagonista è, non a caso, un giovane architetto che ritrova in uno scatolone una vecchia musicassetta. Quando era più giovane, ai tempi della scuola superiore, lui e Shaoyu, il suo primo amore, utilizzavano un’audiocassetta per scambiarsi dei messaggi vocali. Per una serie di malintesi che non vi anticipo, la vita separa i due e lui capisce, tramite l’ultimo messaggio che non aveva mai ascoltato ai tempi delle scuole, che la ragazza lo aveva messo al primo posto. La storia d’amore, di cui non vi svelo il finale, conclude il cerchio narrativo di questo film di animazione, ricordandoci come anche il più piccolo errore possa avere conseguenze radicali per la vita di una persona e dei suoi affetti.
Cosa vuole dirci Shinkai questa volta?
Il tema propende sui ricordi legati alla giovinezza. Stiamo vivendo la vita dando priorità a ciò che davvero conta? E cos’è che conta davvero? Siamo sempre in un anime, e non si può che tornare a parlare della questione che più sta a cuore ai giapponesi: le relazioni umane e la loro crescita rispetto alla nostra esistenza. Del resto cos’altro può contare nella vita? Dio lo troviamo imparando ad amare il nostro prossimo senza riserve. Dunque c’è poco altro da aggiungere, “Flavors of Youth”, al di là delle atmosfere un po’ nostalgiche, raggiunge il punto della questione: ricordi, carriera, sogni e aspirazioni hanno senso se ci servono per amare coloro che ci vengono messi davanti sul breve sentiero della vita – concetto ben rimarcato nel finale, ambientato non a caso in un aeroporto. Il resto, c’è poco da fare, è deleteria vanità o stupido orgoglio. Se non cresciamo imparando a dare priorità agli altri, la vita si rivela un po’ come un nastro registrato di cui ci siamo perse le parti più importanti da ascoltare.
Conclusione

L’amore tra i banchi di scuola… che nostalgia!
“Flavors of Youth” è tecnicamente ben realizzato, anche se non raggiunge gli standard, ormai altissimi, di altri film di Makoto Shinkai né dal punto di vista grafico né per la poca originalità della sceneggiatura. I personaggi sono indubbiamente ben caratterizzati, le atmosfere contribuiscono a farci apprezzare il tema trattato, ma non ci troviamo di fronte ad un capolavoro dell’animazione. Non si può, anche essendo gradevolissimo, dargli più di ★★★. Tuttavia con questo non stiamo affatto dicendo che non sia un ottimo anime. Anzi, perderselo sarebbe da stolti, essendo sicuramente un delle opere più interessanti reperibili al momento su Netflix. Sopratutto l’ultima storia, da sola è in grado di riportarci nelle atmosfere tipiche dei racconto di Shinkai.
Commenti da facebook