Dio non punisce, ma semplicemente promuove e non promuove.

— Don Guido Bortoluzzi

Dragon Trainer – Il mondo nascosto – Recensione

Una storia per diventare uomini

Il 31 gennaio 2019 è uscito nella sale il terzo, attesissimo e ultimo capitolo di “Dragon Trainer“, “Dragon Trainer – Il mondo nascosto” (tratto dalla serie di libri “Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III” di Cressida Cowell), che chiude la trilogia cinematografica iniziata nel 2010 prodotta dalla DreamWorks Animation.
“Dragon trainer- Il mondo nascosto” se preso da solo non è sicuramente un film impeccabile ed esente da critiche, ma se considerato come conclusione della saga (come effettivamente è) allora è un film perfetto. Osservando la crescita dei protagonisti durante l’arco di tutta la trilogia, possiamo notare delle importanti indicazioni di carattere “vocazionale”.
Ma facciamo un passo alla volta.

La trama

L’ultima avventura di Hiccup e Sdendato

Al termine del secondo lungometraggio avevamo lasciato Hiccup, che dopo la scomparsa del padre ha dovuto prendere in mano il ruolo di capo e Sdentato che ha conquistato il ruolo di Alpha per trionfare contro Drago Bludvist. Passato un anno da ciò, Hiccup si trova ad affrontare le difficoltà del suo ruolo, prendendo decisioni e responsabilità che non coinvolgeranno più solo lui e i suoi amici, ma bensì tutti i cittadini di Berk e i loro draghi, nel tentativo di riuscire a creare una nuova civiltà in cui si possa finalmente convivere in pace. La nuova minaccia è rappresentata dai signori della guerra di cui faceva parte anche Drago Bludvist. Per questo Hiccup si mette alla ricerca del leggendario Mondo Nascosto dei Draghi, luogo misterioso narrato nelle storie dei marinai (a cui lo stesso Stoick credeva). Una terra promessa in cui finalmente uomini e i draghi possano vivere insieme al riparo da ogni pericolo.

Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. ~ Gen 12,1

Grimmel è indubbiamente l’antagonista meglio riuscito dell’intera saga, ma questo non basta a rendere gli scontri di “Dragon Trainer 3” epici come nei due precedenti film

Il principale antagonista di questo film è Grimmel il cacciatore di furie buie, vera e propria nemesi di Hiccup. Preferisce usare il cervello non i muscoli, è un’abile e paziente stratega (come Viggo Facciatruce nella serie tv), ma soprattutto ha affrontato lo stesso punto di svolta del nostro protagonista, facendo però una scelta diversa. Da bambino anche Grimmel si è trovato faccia a faccia con una furia buia indifesa, ma a differenza di Hiccup, ha scelto di ucciderla per conquistarsi così la stima degli abitanti del suo villaggio, diventandone l’eroe. Anche lui combatte usando i draghi, ma invece di addestrarli con la dolcezza li domina con una droga estratta dal loro stesso veleno.
Grimmel non conosce il significato né dell’amore né di una relazione paritaria, ma neanche le cerca. Lui vuole l’ammirazione, il controllo e il possesso. Per questo ha vissuto attuando delle strategie manipolatorie per raggiungere i suoi scopi. Infatti il suo piano per sconfiggere Hiccup è quello di separarlo da Sdentato (intuendo che i due necessitano l’uno dell’altro), usando come sue armi la seduzione e il fascino di una Furia Chiara (femmina della Furia Buia) per allontanare il drago fino ad ora considerato l’ultimo della sua specie.
Questo terzo film porta a compimento la parabola della crescita umana e mette l’ultimo tassello in questo percorso che passa dall’infanzia all’età adulta.

La maturazione di tutti i personaggi

Finalmente assistiamo anche ad una maturazione del rapporto sentimentale tra Hiccup ed Astrid, che non sono più due due personaggi che si vogliono bene nella stessa avventura, ma complementari e necessari l’uno all’altra

Hiccup non è il solo ad essere cresciuto in questo capitolo ma anche i suoi compagni. In primis c’è Astrid, che già viene vista da tutti come sua moglie (nonostante i due non siano ancora sposati) ed esortata a prendere le redini di questo ruolo, sostenendo, correggendo e consolando Hiccup, facendogli ricordare che non è solo nel suo compito ma che guidare Berk è un giogo da portare in due. Per questo imparerà da Valka, madre di Hiccup, come si è moglie di un capo.
Poi ci sono i vari Moccicoso, Gambedipesce e Testaditufo, ognuno a modo suo è mosso un po’ dagli ormoni e un po’ dal desiderio di diventare adulto, manifestando in maniera a volte goffa e giocosa i tentativi per essere uomini. Per esempio nella ricerca di una compagna non si guarda più solo la bellezza estetica ma anche la maturità. Poi c’è la cura per i piccoli e infine quella capacità di scegliersi dei modelli maschili con i quali confrontarsi e chiedersi: ma io che tipo di uomo voglio essere? Infatti proprio alla luce di quest’ultimo punto Testaditufo è di certo il personaggio che mi ha sorpreso di più, a differenza di sua sorella Testabruta, che invece non sembra aver fatto questo stesso passaggio. La gemella nonostante sia dotata di un coraggio e di una personalità molto forti non riesce però a maturare, presa com’è dal suo sguardo competitivo e d’invidia latente nei confronti dagli altri, in particolare di Astrid. Qui possiamo ricordare un passo di Genesi che cade a fagiolo riguardo ciò:

Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo ~ Gen 4,7

A chiudere il cerchio dei personaggi c’è il solito Scaracchio, sempre buffo e scomposto, che continua in maniera più o meno dichiarata il suo ruolo di addestratore di vichinghi sopperendo anche alla mancanza di Stoick, per aiutare i ragazzi a fare questo ultimo e importante passo per diventare grandi.

Più lacrime e meno sorrisi, ma ugualmente bello!

Attenzione, spoiler alert!

Anche Sdendato trova l’amore… Però lei è un po’ stronz… vabbè, “difficile”! Ma narrativamente funziona, e aiuta il nostro giovane drago a crescere

Il film ha certamente dei toni più blandi rispetto agli altri due, che erano più forti e coinvolgenti sia sul piano del ritmo narrativo, sia della comicità, che della tensione drammatica. Questo terzo episodio è al contrario più lento, romantico e nostalgico. Lo scontro con Grimmel, per quanto sia il migliore degli antagonisti della storia, non arriva mai ad infiammarci a differenza di quelli nei primi due film, perché sembra essere in realtà un elemento secondario o quanto meno finalizzato alla crescita dei due protagonisti. Qui la vera sfida sono le responsabilità e le scelte che Hiccup e Sdentato sanno di dover fare: abbandonare Berk per raggiungere una nuova terra e infine separarsi, rendendosi conto in realtà che entrambi sono assolutamente autonomi e in grado di potersi confrontare con la nuova missione di essere capi del loro popolo.

L’ultima tappa della crescita dei nostri protagonisti è passare dall’amicizia alla sponsalità, dal rapporto confidente e bello con il proprio migliore amico, al rapporto intimo ed esclusivo con la propria partner e sposa. Citiamo ancora Genesi:

Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. ~ Gen 2,24

Conclusione

Forse non tutti ci hanno fatto caso, ma per chi gioca “Monster Hunter: World” è palese: Il mondo nascosto di “Dragon Trainer 3” ricorda un po’ troppo la Landa dei cristalli e gli Altipiani corallini del Nuovo mondo di “Monster Hunter

In realtà l’ultimo film della saga di “Dragon Trainer” offre molte più riflessioni di così. Per esempio viene spiegata una cosa profondissima che meriterebbe un articolo a parte:

Stoick: “L’amore prevede la separazione, ma ne vale comunque la pena.”

Ossia, si espone ciò in cui consiste il vero amore: volere il bene dell’altro senza desiderio di possesso, in modo non solo adulto ma davvero autentico. E non soltanto su quest’altro argomento si sofferma il terzo capitolo della saga. Il tema resta in ogni caso il passaggio dall’età infantile a quella adulta, ma la chiave per crescere resta come amare coloro che abbiamo accanto, cioè quando restare loro vicini e quando allontanarsi per aiutarli nel difficili compito di trovare se stessi. Dunque, come scritto sopra, se pur non perfetto perché meno incalzante, “Dragon Trainer – Il mondo nascosto” risulta impeccabile dal punto di vista narrativo rispetto ai due precedenti film.
Per quanto riguarda la veste grafica, questo terzo “Dragon Trainer” ci regala immagini meravigliose frutto di una regia sapiente (di Dean DeBlois) e una grafica eccellente. Una grande crescita rispetto ai primi due film e per nulla inferiore alle ultime pellicole dei rivali Disney-Pixar.

“Dragon Trainer – Il mondo nascosto” è un film delicato, bello ed emozionante. Insieme ai due capitoli precedenti ci mostra come entrare nella scoperta della vocazione, che altro non è che portare a pieno compimento la nostra vita.
Prima di tutto riconoscere noi stessi, la nostra unicità, i nostri doni e i nostri desideri più autentici. Benedire le nostre origini e i nostri limiti. Rischiare camminando su strade non battute da altri, perché nei fatti è la nostra vocazione, perché non stiamo fotocopiando la vocazione di qualcuno. Avanzare facendo delle scelte: privilegiando qualcosa accettando di perdere il resto. Infatti Hiccup è cresciuto così, potando, perdendo un pezzo alla volta le cose della vita vecchia per entrare nella vita nuova: la gamba, il padre, l’isola natia, e infine l’amico quasi indispensabile: Sdentato (Gv 15, 2). Muovendosi tra i suoi limiti e i suoi fallimenti, per diventare grande e libero, sé stesso: un uomo nella sua pienezza.

Dare un voto a “Dragon Trainer – Il mondo nascosto” non è facile. Non è epico come gli altri, ma se analizzato separatamente dai primi due merita in ogni caso ★★★★, ma se si tiene conto di come tutta la storia sia stata chiusa in un cerchio quasi perfetto forse sarebbe giusto dargli il massimo: ★★★★★, in quanto davvero non si poteva pretendere di più dal finale e dal profondo messaggio che veicola.

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3 Commenti

  1. Aggiungo un’ultima cosa: sì, il secondo “Dragon Trainer” era più epico ma aveva molte più lacune: scelte forzate di vari personaggi per far morire il povero Stoick e maturare Hiccup, più un antagonista insipido e un livello di comicità non paragonabile al primo. Dunque il terzo capitolo e “meno epico” solo perché la narrazione conclusiva di questa saga ha altre priorità, cioè portare a pieno compimento lo sviluppo dei protagonisti, assolutamente raggiunte dal finale. Forse il primo film resta il migliore, ma alla luce di tutto il percorso narrativo non poteva essere diverso questo terzo e ultimo capitolo della storia di Hiccup e Sdendato.

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  2. Bellissimo articolo!
    Collegandomi anche al commento di Alex, che parla di comicità e di epicità, trovo che sia anche giusto questo “diminuendo” in quanto in questi film si parla di crescita, e la crescita inizia già nel titolo: “how to train a dragon” che tradurrei con: “Come crescere un drago”.
    Nel primo episodio si parla della gioventù del protagonista, nel secondo l’adolescenza e le ribellioni, nel terzo l’età adulta e la presa di responsabilità.
    In quest’ottica, è normale che il primo film sia più “epico e spensierato”, come il secondo il più introverso dei 3 ed a volte forzato.

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    • Sì Simo, sono d’accordissimo. Il vero tema di “Dragon Trainer” è la crescita. Però credo che il secondo capitolo con qualche accorgimento in più sarebbe risultato altrettanto bello rispetto al primo e al terzo film. Per esempio è stata sfruttata pochissimo la differenza tra i “vichinghi”, ormai addomesticatori di Draghi, e il resto dell’umanità che teme ogni rettile sputa fuoco. Cioè, usare un drago come strumento di guerra nel mondo di Hiccup e Sdendato sembra quasi “ordinaria amministrazione” negli ultimi due capitoli, quando nel primo film sembrava impossibile! Anzi, lo scontro tra Stoick e Hiccup si basava tutto su questo nella prima storia. Nel secondo film più che lo scontro con il gruppo di barbari che vuole usare i Draghi come armi, personalmente avrei scelto un regno medievale classico, dove il drago è un mostro temuto e cacciato o associato al male. Questo avrebbe reso più interessante anche lo scontro finale con un cacciatore di draghi nel terzo film, ribaltando il punto di vista come nel primo.

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Author: Kolka

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