Le terrificanti avventure di Sabrina 2 – Recensione
“Le terrificanti avventure di Sabrina” decisamente stupidisce per la possibilità di vedere la strega più famosa dei fumetti e delle sitcom, vabbé nei limiti del possibile, raccontata in modo più adulto e horror. Stregoneria quale sinonimo di satanismo viene da sé, cominciando dai buchi narrativi da sempre elusi dalle saghe a base di scuola di magia. Dunque che questa serie abbia suscitato polemiche e preoccupazione tra i più credenti è comprensibile, satanisti inclusi! Le premesse – non distrutte del tutto da questa trasposizione Netflix – funzionano bene, portandoci a una valutazione alta (★★★★) della prima stagione anche se restiamo cattolicamente “suscettibili” rispetto certe tematiche. Anzi, l’idea di raccontare le ragioni psicologiche, simboliche e religiose alla base di una visione capovolta della Chiesa cattolica è un possibile valore aggiunto. Come già spiegato nella prima recensione, “Chilling Adventures of Sabrina” di Roberto Aguirre-Sacasa e Robert Hacknella tratta dell’ossessione di controllare la realtà, che si trova alla base di ogni “incantesimo” e “stregoneria”.
Continua l’incubo di Sabrina?

Le immagini del prologo della prima tavola realizzate da Robert Hacknella erano più che sufficienti a terrorizzare
“Le terrificanti avventure di Sabrina” non è certamente concepita come serie veramente horror quali “The Walking Dead” di Frank Darabont-Robert Kirkman, “Supernatural” di Eric Kripke e “The Strain” di Guillermo del Toro–Chuck Hogan. È invece uno spin-off di “Riverdale“, decisamente più adolescenziale. Tuttavia il target, avendo a che fare con una trama che tratta di satanismo, non è associabile ai più giovani tanto facilmente. Il fumetto disegnato da Hacknella, tra splatter e tragedia, è decisamente spaventoso anche solo per le immagini che per la narrazione.
L’incubo di Sabrina Spellman si costruisce sulla scoperta che il mondo degli stregoni, per lei parte del quotidiano, è una struttura di male che coinvolge i suoi affetti. La storia raggiunge il suo apice nella parte che più funziona anche nello spin-offVariante o storia secondaria rispetto l'opera originale. a fumetti: diversamente dalle altre streghe, Sabrina ha la facoltà di scegliere se vivere come una mortale o una strega a partire dal sedicesimo compleanno. Quello che le garantisce un maggior “libero arbitrio”, non condizionato dal potere del Signore Oscuro, è il battesimo cattolico che la madre le somministrò in segreto. Vuoi anche per una crisi legata al linguaggio, nemmeno tra i cattolici è al momento chiaro il significato di parole quali «sacramento», «battesimo», rendendo davvero valida l’idea di affrontare una narrazione che cerchi di spiegare un valore “ontologicoCondizione umana rispetto sue strutture immutabili, oggettive e reali.” riguardo queste cose. Paradossalmente, gli autori riescono a far capire alcune cose solo per merito della santa regola delle 5 WWho? What? When? Where? Why?, pur fortemente limitati da cliché pseudo-cristiani non proprio apprezzabili! XD
La serie Netflix riparte laddove il fumetto non si era spinto subito: Sabrina ha firmato il Libro della Bestia di sua spontanea volontà e perso l’anima. Consapevole che l’uso della magia è dare potere al Signore Oscuro sulla sua vita, diversamente dal fumetto Sabrina non pare granché spaventarsi… se non dopo ripetuti errori! Cresce una sicurezza in se stessa nonostante le manipolazioni di cui si scopre vittima che, a tratti, lascia perplessi… o confusi rispetto alla psicologia degli altri personaggi, che sono meno caratterizzati rispetto la prima stagione ma non del tutto inutili per far capire a Sabrina che l’aver ceduto l’anima al diavolo non è proprio un dettaglio.
Il personaggio più riuscito

Michelle Gomez interpreta il ruolo del personaggio meglio riuscito sia nel fumetto che nel telefilm, Madam Satan.
Una cosa che mi ha piacevolmente colpito, nonostante le mie convinzioni molto strutturate riguardo Genesi e Apocalisse, è il conflitto della vera protagonista di questa storia: Mary Wardwell/Madam Satan. Chiariamo questa scelta da parte degli sceneggiatori: nella serie fumetto è l’ex fidanzata del padre di Sabrina, finita all’inferno dopo essersi tolta la vita per aver appreso che l’amato l’ha mollata per una donna mortale. Una Friend zone letale! Evocata per un apparente errore di tre giovani streghe sprovvedute, Madam Satan architetta una vendetta che si focalizza su Sabrina. Nella serie si amplifica il confitto del personaggio dando a Madam Satan un’identità più importante rispetto a tutto il discorso religioso e apocalittico. Vuoi anche perché sdoganata dalla narrativa, gli autori scelgono la figura di Lilith, la prima moglie di Adamo e partner del primo angelo decaduto. Con Lilith e Lucifero si cerca di raccontare i conflitti Donna e Uomo. Funziona pure, perché si tratta di un’interpretazione di Genesi 3, 16 non proprio scontata. E questo la rende quasi protagonista anche nel telefilm, nel sottile gioco di chi manipola perché a sua volta manipolato. Madam Satan vuole fare la volontà dell’Oscuro Signore, ma non desidera nemmeno essere sostituita da Sabrina.
Arriva… il trash!

In questa scena Sabrina è indotta dal Signore Oscuro, in versione bafometto, a bruciare la Baxter High. Non è uno spoiler, state tranquilli!
Accidentalmente tornano in mente “Buffy l’ammazzavampiri” e “Angel“. Sopraggiunge anche il trash, tra diavoli figli di un make-up artist discutibile, lupi mannari vestiti da donna e angeli psicopatici in abiti da missionari protestanti. Oh, nemmeno il Signore Oscuro la scampa! XD Lo vediamo con il suo terrificante aspetto da bafometto cercare di convincere Sabrina a rubare un pacchetto di gomme… Si alternano alcuni effetti speciali da film di serie b fino a soluzioni visive che stupiscono piacevolmente.
No, vabbè, l’ossimero di sopra minimizza il primo omicidio efferato di Ilda in modo imbarazzante, ma è solo uno dei tanti in una sceneggiatura non lesa da traduzioni astruse perché volutamente caricaturale. Vince Faustus Blackwood, stereotipato oltre misura. Misogino per partito preso, Il Sommo sacerdote della Chiesa della notte resta ancorato alle sue idee anche se smentite dai fatti, fino alla fine, per poter aver sempre una scusa per offrirci politically correct. Faustus ci sarebbe piaciuto di più come personaggio se non fosse stato afflitto da un così esagerato narcisismo.
Occasioni mancate

In questa scena “altamente simbolica”, ci si chiede: ma se gli autori della serie non avessero colto il “frutto proibito”? Cioè, se si fossero accontentati di spiegare la storia di Sabrina senza dover tirare fuori scontri apocalittici e angeli caduti ritornati sulla terra?
“Le terrificanti avventure di Sabrina” prende con sé molte idee buone non sviluppate al massimo e tanti discorsi interessanti che rimangono approssimativi per quella che pare un evidente fretta di portare subito la serie in terreni inesplorati. Ma la fretta, gli scrittori lo sanno, non aiuta lo sviluppo di una narrazione o di un’idea. Infatti Susie, amica storica di Sabrina, ha un conflitto malamente spiegato riguardo la sua identità sessuale che sappiamo spudoratamente buttato lì per renderci meno “xenofobi”; Ilda, nonostante la sua sessuofobia, ha una love story risolta in modo davvero banale; c’è una fazione dei “buoni” che segue Gesù il Nazareno pur non imitandone l’esempio su cui non si sa praticamente niente; Sabrina ha tante rivelazioni sulle sue origini e quelle del mondo degli stregoni e ci si chiede cosa succederebbe se Dean e Sam Winchester capitassero per sbaglio a Greendale. “Supernatural” è un esempio forte rispetto questo genere: vale la pena buttare nella serie apocalissi e conflitti di entità angeliche o divine se non le si comprende a pieno? Se Castiel fosse rimasto nell’ombra, intravisto laddove necessario, come nel memorabile inizio della quarta stagione, non solo non avrebbe snaturato l’ambientazione horror stile “On The Road” di “Supernatural”, ma forse sarebbe stato egli stesso un ulteriore elemento per accrescere la tensione. Ma sappiamo che così non fu… ha vinto il trash! XD Lo stesso accade in Sabrina.

Verso la fine di questa stagione, e questo è uno spoiler, arriva Lucifero a Greendale. Come giusto che sia, questo incontro-scontro tra Sabrina e l’Oscuro Signore porta in secondo piano tutte le altre vicende che l’hanno fino a quel momento coinvolta
Sopratutto la parte più fondamentale riguardo il mondo degli stregoni avrebbe offerto in questa stagione l’occasione per dare uno smacco alle altre saghe che hanno per protagonisti streghe e maghi. Buco narrativo da sempre ignorato in questo genere: perché gli esseri umani sono divisi in due stirpi, streghe e mortali? « Cioè, figli del mondo e figli della luce. » (Lc 16, 8). Cos’è la magia? Perché alcuni ce l’hanno innata fin dalla nascita? Intelligentemente si cerca di dare una risposta grazie ai personaggi biblici e/o religiosi, soffermandosi anche su Genesi 3, 15. Poi però non si capisce dove collocare gli Angeli, dotati per loro stessa ammissione di poteri divini né si spiega come mai i mortali siano dei poveri sfigati! Gli stregoni appaiono come delle vittime del demonio in un gioco di potere finalizzato alla perdita della loro anima, ma anche se consci dal fatto che servire il Signor Oscuro è una gran fregatura, tutti continuano fino all’ultimo a restare seguaci di Satana. Il desiderio di potere e la superbia di credersi un messia sono pretese luciferine? Eccome che lo sono! Sabrina questo lo sperimenta bene, ma alla fine, nonostante l’apocalisse, continua a fare la strega come se nulla fosse. Potere e libertà? Si possono conciliare a detta di alcuni personaggi nell’ultimo episodio, anche se il potere quale desiderio di controllo è stato demonizzato per quasi tutta la precedente narrazione. XD Un nonsense clamoroso, anche se sappiamo finalizzato a far continuare la serie per chissà quanto altro tempo.
Gli unici personaggi ben sviluppati sono la rivale di Sabrina, Prudence Night, e il cugino ex terrorista, Ambrose Spellman. I due si relazionano, crescono e acquistano importanza tanto da poter essere possibili protagonisti di future serie ambientate a Greendale.
Conclusione

La copertina del primo volume del fumetto è sufficiente a valere l’acquisto dell’intera serie, peccato che il telefilm Netflix non abbia ricreato le stesse atmosfere dei disegni di Robert Hacknella, in vista di un target più adolescenziale e meno convincente su moltissimi altri aspetti
“Le terrificanti avventure di Sabrina”, nella seconda stagione, piace e coinvolge nonostante errori, inesattezze e temi delicati affrontati male. Tecnicamente è una seria ben fatta anche se alcune trashate ne smorzano i toni nei momenti più belli. Eh, si poteva con poco centrare il bersaglio, imitare di più lo stile del fumetto, rallentando o riducendo l’incalzare degli eventi, e tenere da parte alcuni colpi di scena per l’ultima stagione. Nonostante il giudizio complessivo resti sufficiente ★★★, la serie intrattiene ma resta quell’amarezza di veder tante buone idee gettate a casaccio e alcuni messaggi positivi smentiti senza motivo alcuno. Si comprende che la storia verrà estesa per altre due stagioni almeno, ma sarà difficile offrire una « sospensione dell’incredulità » adesso depotenziata dalle incoerenze di questa seconda stagione. In ogni caso, “Le terrificanti avventure di Sabrina” ha anche un altro problema: si prefigge un teen target, rivolto ai più giovani, toccando temi davvero troppo delicati per essere offerti a un pubblico poco maturo. Se teniamo conto di questo, beh, verrebbe quasi da abbassare il voto ancora di più, ★★, ma in ogni caso “Le terrificanti avventure di Sabrina” potrebbe ancora salvare il salvabile. Consigliata come serie solo se vista senza particolari pretese, sopratutto se siete dei cattolici. Invece chi ha stomaco potrebbe provare a reperire il fumetto.
Commenti da facebook
4 Maggio 2019
Non mi aspettavo granché e ci hanno messo il trash…ora voglio più trash XD
Tra le altre cose, non mi dà fastidio che facciano propaganda LGBT visto che soldi loro- decisioni loro, ma almeno le facciano bene e si degnino di fare una sottotrama decente e non buttare un personaggio a caso dandogli spazio di cui si potrebbe benissimo fare a meno.
Cavoli, Steven Universe è palese che sia un manifesto pro LGBT ma almeno è coerente e si guarda con piacere nonostante tutto…stranamente nessuno ha fatto proteste di alcun tipo su questo…
14 Maggio 2019
Eh sì, lo abbiamo accennato che la storia di Susie, che decide di diventare Theo e addirittura di denudarsi nello spogliatoio maschile senza suscitare crisi ormonali nei suoi compagni di scuola, è una trovata per renderci meno “xenofobi”. Peccato che la scena sia così forte da fare l’effetto contrario in chi ha un po’ di sale in zucca. Questo però non è un problema de “Le terrificanti avventure di Sabrina”, ma di Netflix che ha abbracciato la propaganda ideologica da te accennata sopra. Nel fumetto, in ogni caso, temi del genere non venivano affrontati perché sarebbero risultati fuori luogo.