Kingdom Hearts II – Chi ha ragione tra Axel e Xemnas?
La trinità dell’uomo nel mondo di Kingdom Hearts
Ah, “Kingdom Hearts“. Saga videoludica che qualcuno ama alla follia, e qualcun’altro non sopporta, spesso anche per via dell’innumerevole quantità di piattaforme su cui è stata distribuita nel corso degli anni (anche se, con l’eccezione del gioco per smartphone Kingdom Hearts Union χ, è possibile ad oggi recuperarla nella sua interezza su PS4PlayStation 4.). E per la serie quest’anno non è uno spin offUn episodio della serie non per forza essenziale per capire la trama principale. o remake, perché dopo anni di attesa è uscito “Kingdom Hearts III“: 6 anni dopo il suo annuncio ufficiale e 14 anni dopo “Kingdom Hearts II” (nel frattempo sono usciti una miriade di capitoli non numerati).

Sora, Paperino e Pippo: da 17 anni i protagonisti di questa folle serie
Sarebbe quindi l’occasione perfetta per fare un bell’articolo su “Kingdom Hearts III”. Ma in un’epoca in cui nerd is the new cool, in cui a parlare dei giochini elettronici ci sono buoni tutti, noi di Cattonerd dobbiamo dimostrare di essere nel mondo, ma non del mondo (Gv 17, 16); e quindi da bravi sfigati vi proponiamo un articolo di riflessioni scaturite dal vetusto Kingdom Hearts II! Il che vuole anche dire che non ci saranno qui spoiler sui giochi successivi ad esso, e chi fosse rimasto indietro può proseguire a leggere tranquillamente. Per la precisione i giochi di cui parlerò sono Kingdom Hearts 1 e 2, Chain of Memories, 358/2 Days e Birth by Sleep.
Kingdom Hearts science 101
Prima di parlare di alcuni eventi nel narrati nel gioco, ripassiamo come funziona il mondo di Kingdom Hearts. O meglio, come funzionano gli esseri umani nella mitologia del mondo di Kingdom Hearts.

Xehanort, il villain principale della serie, mentre è un apprendista di Ansem il Saggio
Ogni persona, nella serie di JRPGGioco di ruolo giapponese, nell'ambito del mondo dei videogiochi., è composta da tre parti: un corpo, un’anima (concetto che più che altro corrisponde a quello di mente, e che viene anche definito “mente” in alcune circostanze) e un cuore, la cui vera natura sfugge alla comprensione umana. Come dice Ansem il Saggio, tutte e tre queste componenti sono vitali affinché un essere sia completo.
Abbiamo però nella serie degli esseri “incompleti”: gli Heartless e i Nessuno. Nonostante il nome (dato loro da Xehanort per la loro apparente mancanza di emozioni), i primi sono esseri nati da cuori ceduti all’oscurità. Sono brutali, istintivi, privi di intelletto e vengono facilmente soggiogati da altri Heartless più forti. Più forte è l’oscurità presente nel cuore, più forte è l’Heartless che viene generato. Infatti quando nel primo gioco Sora, il protagonista della serie, viene costretto a separare il proprio cuore dal proprio corpo, diventa un misero Shadow (il tipo più debole di Heartless) che riesce però a mantenere un briciolo di volontà così da portarlo in salvo da Kairi.
Anche quest’ultima appartiene a una categoria del tutto particolare: le sette principesse. Queste sette fanciulle (di cui fanno parte, oltre a Kairi, varie principesse dei film Disney) sono le uniche persone a non avere alcuna oscurità nei loro cuori. Quando infatti Kairi viene privata del suo cuore non viene generato un Heartless, ma il suo cuore rimane integro (e va a rifugiarsi in Sora per tutta la durata di KH1) in quanto incapace di cedere all’oscurità. Kairi è anche capace di far tornare il cuore di Sora a una forma corporea, purificandolo dalla sua forma da Heartless.

Nel suo avere un cuore completamente privo di oscurità, Kairi può in qualche modo ricordare l’Immacolata Concezione di Maria. Cioè, l’assenza di peccato originale. Diciamo che aver un cuore puro non è da tutti!
I Nessuno, invece, sono esseri composti da corpo e mente ma privi di cuore. Vengono generati quando qualcuno dal cuore forte viene separato dal suo corpo, e i più forti di essi sono i membri dell’Organizzazione XIII, villain principali di “Kingdom Hearts II”. Se un Heartless viene sconfitto, il cuore ritorna al suo legittimo proprietario, mentre se un Nessuno è stato generato assieme all’Heartless, entrambi dovranno venire sconfitti affinché la persona possa tornare ad essere sé stessa.
Praticamente l’interezza della storia di Kingdom Hearts gira attorno al malvagio Xehanort, che proseguendo gli studi di Ansem il Saggio, suo maestro, cercherà di capire la natura del cuore in modo da ottenere potere tramite il controllo di Kingdom Hearts, il “cuore di tutti i mondi“. Xehanort appare nel primo Kingdom Hearts con il suo Heartless, Ansem (chiamato così perché si finge Ansem il Saggio mentre prosegue i suoi studi), e nel secondo come Xemnas, il suo nessuno. Xehanort è l’unico ad avere un Heartless dalla forma umana in quanto capace di controllare l’oscurità.
L’amicizia tra Roxas e Axel
I membri dell’Organizzazione XIII seguono Xemnas perché, pur mantenendo le memorie di quando avevano un cuore, non ne hanno uno e si sentono incompleti. Pensano che creando un loro Kingdom Hearts (ottenuto raccogliendo i cuori degli heartless sconfitti dal Keyblade, l’arma di Sora) e fagocitandolo, potranno riottenere un cuore. Un caso particolare è Roxas, il Nessuno di Sora. Siccome Sora, grazie a Kairi, è riuscito a recuperare una forma umana senza che il suo heartless e nessuno venissero eliminati, lui continua ad esistere assieme al suo Nessuno (creato nel momento della separazione del suo corpo dal suo cuore) e Roxas non ha memorie.
Le memorie, in Kingdom Hearts, sono infatti conservate nel cuore, pur non essendo di per sé sufficienti a costituire un cuore, e sono tutto ciò che resta di esso ai Nessuno. Roxas ha però oltre a questo dentro di sé il cuore di Ventus, protagonista di Birth by Sleep il cui cuore viveva dentro Sora fin dall’inizio della serie (e con il quale condivide l’aspetto). Se pure la presenza di questo cuore non sembrerà determinante inizialmente (Roxas non sembra avere memorie di Ventus), lo sarà poi per la facilità che Roxas avrà a provare empatia e legare con Axel, Xion e successivamente Namine.
Nonostante egli non abbia praticamente personalità all’inizio della sua esistenza, si fa subito amico Axel. Si può dire che il punto focale di Kingdom Hearts 358/2 Days, prequel di KH2 sul periodo in cui Roxas fa parte dell’Organizzazione, sia proprio costruire l’amicizia tra i due. Inizialmente lo scopo di Axel è prendere il controllo dell’Organizzazione assieme al suo amico d’infanzia Saix, ma man mano che fa amicizia con Roxas sembra importargli meno di questo piano e dell’Organizzazione in generale.
Quando alla fine del gioco Roxas scappa, non condividendo i mezzi che i suoi colleghi usano per raggiungere i loro scopi, Axel fa di tutto per riportarlo indietro. E quando in KH2 Roxas perde le memorie, Axel viene mandato in missione per eliminare il suo vecchio amico, pena la morte. Dopo aver provato invano a fargli tornare i suoi ricordi, prova prima ad eliminarlo, ma decide poi di tradire l’Organizzazione e lasciarlo vivere, dicendo che si rincontreranno “nell’altra vita”.

Roxas e Axel mentre mangiano un gelato al sale marino durante uno dei loro abituali ritrovi serali sul campanile di Crepuscopoli
Questo, piccola parentesi catto, è per Axel un primo passo nel capire che una persona non sono solo le sue memorie, le sue facoltà mentali o la sua capacità di compiacerci standoci a fianco, e che non tutto deve necessariamente giungere a termine in questa vita, ma il compimento di tutto si avrà nel Regno dei Cieli. La sua amicizia per Roxas è già piuttosto sincera nel momento in cui lo rispetta al punto da rischiare la sua vita per lasciarlo andare, ma le cose si complicano quando entra in gioco Sora.
Sora di fatto è potuto tornare completo nel momento in cui Roxas smette di esistere per riunirsi a lui, ma Axel non può accettarlo, e cerca per buona parte del gioco di far diventare Sora un Heartless così che Roxas possa rinascere. Per arrivare al suo scopo giunge anche a rapire Kairi, così da turbare il cuore di Sora. Ma proprio verso la fine del gioco, Axel, stufo ormai di stare agli ordini dell’Organizzazione, si trova a combattere fianco a fianco con Sora e capisce che se anche non può più stare vicino a Roxas per come lo intendeva lui, il suo cuore vive ancora in Sora. Decide quindi di amare fino alla fine il suo amico ora che è tornato ad essere veramente sé stesso nella sua completezza, e si sacrifica mettendo tutto sé stesso in un attacco per salvarlo da un’orda di nemici.
Volevo vedere Roxas. Lui… era l’unico che mi piaceva… mi faceva sentire… come se avessi un cuore. È… piuttosto divertente. Tu mi fai sentire… allo stesso modo…. Kairi è nelle segrete del castello. Adesso vai… ~ Axel

Axel scherzoso come sempre anche nel momento della sua morte
Più avanti nella storia, a seguito di una battaglia simbolica in cui Sora e Roxas si riappacificano, si ha una conversazione tra Axel e Roxas (presumibilmente ambientata in una sorta di aldilà) in cui i due si salutano un’ultima volta, con la speranza che quando i loro umani si incontreranno sarà come stare insieme di nuovo. La loro speranza è ben riposta, in quanto si vede chiaramente che ciò avviene nel finale di Kingdom Hearts II, quando l’incontro tra Sora e Kairi viene anche mostrato come un incontro tra Roxas e Namine. E nel darsi un ultimo addio, si vede Axel in lacrime: pur essendo un Nessuno, amando era riuscito veramente a riottenere un cuore.
Roxas! Ci incontreremo di nuovo. E dopo potremo parlare di tutto. Forse io non riconoscerò te, e tu non riconoscerai me. Ma ci incontreremo di nuovo. Un giorno. Presto. Te lo prometto! ~ Naminé a Roxas
Al contrario, Xemnas e i suoi sottoposti, che tanto desideravano Kingdom Hearts, per potere o per riottenere un cuore, finiscono con un pugno di mosche: Sora sconfigge quelli rimasti uno dopo l’altro e il loro Kingdom Hearts artificiale viene distrutto da Ansem il Saggio (che ha finalmente capito che non si può arrivare alla Verità soltanto capendo cose, e che con il suo amare sinceramente chi ha vicino Sora è arrivato molto più vicino ad essa di lui), che si sacrifica per azionare il suo macchinario ed impedire al suo ex-allievo di ottenere il potere tanto agognato. L’ex maestro di Xehanort agisce qui non più per vendetta, ma per amore di chi protegge con questo suo gesto. Xemnas è così debole a sufficienza da poter essere sconfitto da Sora e Riku. Cosa mi ricorda questo?

Sora e Riku nel finale di Kingdom Hearts II, pronti a rivedere i loro amici dopo essere tornati per miracolo alla loro terra natia
Ok, tutto bello, ma che dice la Chiesa?
Dopo questa carrellata di nozioni su anime, corpi e cuori in Kingdom Hearts, molti di voi si saranno chiesti in cosa ciò differisca da ciò che pensa la Chiesa Cattolica, e la cosa incredibile è che ci sono veramente un sacco di somiglianze: nel Catechismo della Chiesa Cattolica viene distinto l’uomo in corpo, anima e spirito. L’anima può essere considerata il luogo dove perdura la natura psichica di una creatura, e l’insieme della sua realtà non corporale. Anche i sentimenti risiedono in essa, oltre che nel corpo (sappiamo infatti che a generare i nostri sentimenti sono processi biologici, e, se qualcuno ancora non l’avesse capito, noi cattolici siamo completamente aperti ad ascoltare ciò che la scienza scopre). Lo spirito è un qualcosa di più profondo, messo lì da Dio e nel quale c’è la verità di ciò che Dio ci chiama ad essere, un qualcosa di unico in ognuno di noi.
366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio 476 – non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale: 477 essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.
367 Talvolta si dà il caso che l’anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, « spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore » (1 Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell’anima. 478 « Spirito » significa che sin dalla sua creazione l’uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, 479 e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio. 480
Catechismo della Chiesa Cattolica
Curiosamente, anche nel linguaggio biblico esiste il concetto di “Cuore”:
368 La tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di « profondità dell’essere » (« in visceribus »: Ger 31,33), dove la persona si decide o non si decide per Dio. 481
Catechismo della Chiesa Cattolica
Il cuore descritto nella Bibbia è però più assimilabile all’anima (sempre nel linguaggio biblico), in quanto descritto spesso come una parte che può tendere al bene come al male. Viene spesso citata infatti nella Bibbia la “durezza dei cuori”, un esempio:
Per evitare confusione, di qui in avanti mi riferirò al “cuore” per definire soltanto il concetto presente in Kingdom Hearts. E prima di entrare in altre riflessioni, è importante fare una precisazione: anche se esistono queste tre realtà, non è corretto considerare l’uomo come diviso in compartimenti stagni. Ogni uomo è contemporaneamente corpo, anima e spirito. E su quanto fondamentale ognuna di queste parti sia ci arriveremo più avanti.
Che lo si chiami “spirito” (nella Chiesa) o “cuore” (in Kingdom Hearts), è chiaro che un uomo non è soltanto il suo corpo, o la sua mente. Non è soltanto ciò che riesce a fare, capire o pensare, ma è anche e soprattutto una scintilla di bellezza che Dio gli ha donato, capace di amare Dio e il prossimo in un modo unico. Ovviamente nel mondo di Kingdom Hearts, tra cuori che si separano dai corpi e quant’altro sono presenti elementi di fantasia che non devono necessariamente avere corrispondenti nella realtà, ma ci sono alcune interessanti riflessioni da fare.
Così come Roxas perde i suoi ricordi, non è raro che nella realtà una persona possa perdere la memoria (un caso emblematico possono essere le persone anziane affette da Alzheimer), e può essere drammatico per chi gli sta accanto accettare che la persona che conoscevano sembra essere sparita, così come lo è per Axel. Ma la verità è che per quanto i suoi ricordi possano mancare, per quanto la sua mente possa degenerare e non ci sia più la stessa piacevolezza di stare al suo fianco, quella persona è sempre presente, in quanto mantiene il suo spirito, e può essere per noi un’occasione unica di amare in modo veramente disinteressato. Stesso discorso per qualcuno di fortemente danneggiato nel corpo.
Viene poi naturale da qui capire perché ogni vita, per noi Cattolici, è degna di rispetto: non si ragiona in funzione di quanto una persona possa esserci utile, di quanto ci possa far piacere starle accanto, o di quanta possibilità abbia di “stare bene” (un’argomentazione comune contro questi concetti è il fatto che una persona seriamente disabile non vivrà una vita piacevole o felice), ma di come quella persona, che possiede uno spirito unico datole dal Padre, abbia diritto a una sua chance di poter amare o di essere amata, svolgendo un suo ruolo nel disegno divino che può andare oltre la nostra comprensione. E chissà, magari un malato grave, con il suo corpo sofferente, potrà insegnarci molto di più di qualcuno “pienamente funzionante”.
Axel arriva alla fine della sua vita da Nessuno sposando in pieno questo ideale: Sora non è il Roxas che conosceva, ma il suo amico è adesso giunto alla pienezza di ciò che era nato per essere, e nel pieno rispetto della sua libertà Axel lascia che lui possa compiere quella che potremmo quasi definire la sua “vocazione”, arrivando addirittura a morire per supportarlo.
Da ciò che succede ad Axel sappiamo che i Nessuno di Kingdom Hearts si sentono incompleti in quanto privi del loro cuore, ma allo stesso tempo potrebbero guadagnarne uno relazionandosi con il prossimo e stringendo legami veri. Tuttavia, Xemnas continua a dire a loro che i loro sentimenti non sono veri, che solo con le loro forze potranno ottenere un cuore. La stessa Organizzazione XIII è per certi versi un lavaggio del cervello ideato per negare la loro identità: i membri hanno tutti lo stesso cappotto nero, vivono in stanze bianche e vuote senza nessun tocco personale, e i loro nomi sono modificati (anagrammati con l’aggiunta di una X) per simboleggiare un cambiamento di identità rispetto alla loro vita da umani.

In questo Xemnas agisce in un modo che ricorda molto Satana: tutti noi abbiamo uno spirito che ci viene direttamente da Dio, e che tende al bene e alla Verità, ma il principe di questo mondo (un modo alternativo per indicare il cornuto) può raccontarci un’enorme quantità di menzogne mirate a far perdere alla nostra anima il contatto con lo spirito, e quindi con Dio. Ha iniziato a farlo con Adamo ed Eva, e continua ancora oggi. E molte delle menzogne che Xemnas dice sono le stesse che possiamo finire per credere noi: dovercela fare da soli, non poter veramente amare o essere amati, non essere importanti nella nostra individualità…
Attenzione però: Tutta questa enfasi sullo spirito potrebbe farci pensare (erroneamente) che la Chiesa insegni che lo spirito è buono mentre il corpo è qualcosa di cattivo, un ostacolo. Nulla di più errato! Una delle cose che rendono unico il Cristianesimo è proprio l’importanza del corpo: è vero, la carne può peccare e cadere in tentazione, ma è anche la condizione della salvezza. Gesù si è fatto uomo per redimere tutti noi in quanto esseri dotati di un corpo: vincendo le tentazioni nel deserto e usando il suo stesso corpo come sacrificio per amore dell’umanità intera. Ha di fatto mostrato come il suo corpo, e nella Comunione con lui anche i nostri, sia il Tempio del Dio Vivente. Anche alla fine dei tempi, tutti noi risorgeremo assieme ai nostri corpi così come fatto da Gesù. Per approfondire questi argomenti più di quanto io possa fare in un misero articolo, suggerisco di fare riferimento alla bellissima Teologia del Corpo di Papa Giovanni Paolo II. Il ciclo di catechesi di per sé è enorme, quindi consiglio di leggerne un compendio e, se masticate l’inglese, posso dirvi che io personalmente ho apprezzato molto le lezioni di Christopher West sul tema.
Perché c’è poco da fare: nessuno di noi, in questa vita, può fare a meno di essere un corpo. Tutto ciò che facciamo, che pensiamo o che proviamo passa per esso. Negare il corpo, o il mondo materiale, vuol dire giungere a conclusioni deliranti, campate per aria, che non tengono conto della realtà. Ed è bello che Kingdom Hearts consideri anche questo abbastanza bene: gli unici esempi di esseri viventi formati solo dal cuore che abbiamo sono gli heartless, che sono malvagi per definizione, e l’unico di essi che mantiene una forma apparentemente umana è Ansem, che non ha però una vera forma fisica e deve possedere il corpo di Riku per esistere.

Ansem, o meglio, il finto Ansem, heartless di Xehanort
Ansem stesso mostra quanto vuoto, ingannevole e distaccato dalla realtà sia un ideale che pensa che arrivare alla Verità sia soltanto una questione di capire cose: egli tratta Sora come uno stupido perché non ha le sue stesse conoscenze, dicendogli che non sapendo ciò che lui sa non può capire nulla, ma il ragazzo portatore di Keyblade dimostra invece di stargli, nonostante la minore cultura, anni luce avanti.
Quando Ansem riesce ad aprire la porta per Kingdom Hearts, il “cuore di tutti i mondi” (e che condivide quindi la natura degli altri cuori), sicuro che sia pieno di oscurità, Sora lo smentisce, perché conosce la natura dei cuori e sa che per quanto possano essere offuscati dall’oscurità, sotto sotto c’è del bene che non può estinguersi. Un po’ come tutti noi abbiamo dentro lo spirito che è fondamentalmente buono, e per quanto la menzogna possa offuscarlo, ci sarà sempre una via per raggiungerlo e tornare a Dio. E nel momento in cui la porta si apre, Kingdom Hearts emana una luce enorme che travolge Ansem, mostrandogli quanto il cuore semplice e sincero del ragazzo abbia capito molto più di tutti i suoi intricati ragionamenti.

Ansem viene travolto dalla luce di Kingdom Hearts
È quindi sorprendente quanto Kingdom Hearts sappia esprimere concetti che, pur con alcune differenze derivate in parte dall’essere una storia fantasy con le sue esigenze narrative, siano assimilabili a quelli che insegna la Chiesa. Anima e cuore del gioco non coincidono pienamente ad anima e spirito come lo intende il CCCCatechismo della Chiesa cattolica., in quanto il cuore di Kingdom Hearts è corruttibile e semmai contiene al suo interno un qualcosa di puro e buono che potrebbe ricordare il concetto di spirito. Ma rimane la concezione che all’interno di ogni essere umano, in quanto creatura di Dio, ci sia una parte che tende fondamentalmente al bene.
Sono poi davvero commoventi gli accenni all’avere fede in una vita ultraterrena nella quale tutto giungerà al compimento. E c’è il sempre importante rifiuto della follia gnostica, secondo la quale un uomo è definito soltanto dal sapere che riesce a guadagnare o dalle cose che riesce a capire, pienamente rappresentata da Ansem e Xemnas.
Anche qui è importante chiarirlo: la nostra ragione è senza dubbio importantissima. Ci aiuta a discernere il bene dal male e a capire concetti utili, per giostrarci nella vita di Fede e non. Trascurarla è altamente dannoso, ed è curioso come il grande Chesterton osservasse che la scristianizzazione dell’Europa avesse portato non solo ad una perdita dei valori etici, ma anche e soprattutto a una perdita generale della razionalità. Pure “seguire il cuore”, nel senso becero di andare dove ti portano i tuoi sentimenti, senza ragionare o ascoltare chi è più saggio e ci vuole veramente bene, può portare alla rovina.
Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. ~ Tobia 4, 18

Sora è un “povero in spirito” (Mt 5, 3), termine che indica l’umiltà e la semplicità
Detto questo, guai a trasformare la ragione da mezzo a fine. Sora e Axel ci ricordano che al netto di tutto, la nostra esistenza si riduce al trovare Dio nelle cose semplici, e che amare (anche qui, nel senso più serio e profondo della parola) il nostro prossimo come noi stessi vale più di “capire” un’infinità di concetti filosofici (spesso nemmeno troppo veritieri) che non trovano applicazione nella realtà concreta dell’amore. Per capirlo basta guardare Sora, Paperino e Pippo, tre sempliciotti sempre felici anche solo nello stare insieme, ma con ben chiaro ciò che devono fare, nonostante probabilmente tutto questo gran macello della lore di Kingdom Hearts non l’abbiano capito nemmeno loro. Per essere veramente felici non serve sapere tutto: basta vivere secondo l’Amore vero, quello che Gesù Cristo ci ha insegnato. E per concludere citando nuovamente Chesterton, per la precisione il suo (consigliatissimo) scritto “Perché sono cattolico”, uno degli aspetti più belli e importanti della Chiesa Cattolica è proprio il suo non trascurare nessun aspetto dell’uomo e della realtà, ma cercare semplicemente la Verità nel suo insieme, divenendo di fatto il punto d’incontro dove tutte le verità vanno a formare un puzzle più ampio. Non si assolutizzano alcune verità negandone altre, ma si mettono insieme tutte le conclusioni a cui si arriva per camminare insieme verso il Signore, ognuno secondo la sua personale vocazione.
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