Il compleanno di Bilbo: La festa di Nicolas Gentile
Alla scoperta della Contea nella Terra di Mezzo italiana
Da Roma, passando per Rieti per poi arrivare alla Contea, alias Bucchianico (Chieti). Più di due ore di montagne, alberi, vigne, colline e colori del tramonto mentre la luna faceva capolino: l’ideale per sentirsi immersi veramente nella Terra di Mezzo. In questo suo podere abruzzese lo hobbit Nicolas della famiglia “Gentile” ha accolto più di 400 hobbit provenienti dai più disparati decumani d’Italia. E per hobbit intendo proprio hobbit: i mezz’uomini rigorosamente in camicie, bretelle e gilet, mentre le dame ondeggiavano con gonne lunghe e corsetti. Ad accogliere tutti all’entrata, capeggiava la scritta “Buon compleanno Bilbo!”. E, nella sua piccola tana hobbit, la prima di tante che devono ancora vedere la luce, Nicolas (che da ora in avanti chiameremo Bilbo), da buon padrone di casa e festeggiato, era lì pronto a ricevere gli invitati e ad assegnare ad ognuno una casata della Contea.
Lo smistamento nella propria “casa”!
Dai Poffins ai Baggins, dai Serracinta ai Bolgeri, tutti facevamo parte di una famiglia più grande, e tutti eravamo pronti a difenderne l’onore durante le gare organizzate dal caro vecchio Baggins. alla Le tavolate di cugini acquisiti erano imbandite con uva, noccioline e torte rustiche, ma soprattutto con fiumi di birra e vino, serviti in brocche inneggianti alla taverna del Drago Verde.

Il livello del vino è indicativo di quanto rapidamente si svuotasse
Fra tutte queste leccornie, in pieno stile hobbit, l’unica cosa fuori posto era l’erba pipa decisamente molto diversa da quella descritta dal buon Tolkien.
Mentre la cena volgeva al termine, tra una zucca gigante ripiena di zuppa e uno stinco di maiale con patate, si alzavano grida delle varie famiglie, pronte a scontrarsi nelle prove. Prima tra tutte, la gara di resistenza al piccante, che ha mietuto varie vittime. Record raggiunto: 19 peperoncini (non ci è dato sapere le condizioni del campione).
A seguire tra le gare, la corsa alla caciotta.
Ma la serata ha riservato spazio anche alla musica: i menestrelli ci hanno deliziato con ritmi medievaleggianti, decisamente troppo irresistibili per non abbandonare le proprie postazioni ed iniziare a saltellare o girare in cerchio con gli altri hobbit. Qualcuno forse ogni tanto si è lasciato prendere troppo dall’entusiasmo, ma pur sempre nell’atmosfera di profondo rispetto e giovialità.
Molte razze, una sola chiamata
E, come ogni compleanno di Bilbo che si rispetti, non poteva di certo mancare Gandalf! A onor del vero, abbiamo avuto il privilegio di incontrare ben due Gandalf, un Radagast e gli altri membri della Compagnia che tra la fine di Agosto ed i primi di Settembre, riuscirono nell’impresa di gettare l’anello del potere nel Monte Fato o Vesuvio, che dir si voglia.
Tutti erano presenti per omaggiare il grande Bilbo, il quale ci ha continuato a stupire anche nel suo discorso di compleanno, di fronte ad una gigante torta con tanto di candeline (proprio come nel primo film della Trilogia):
Il discorso si è interrotto con l’inizio dei magnifici fuochi d’artificio, che brillavano in un cielo accompagnato dalla bianca luna, e che ha nascosto ai nostri occhi il vecchio Bilbo, scomparso subito dopo. Tutto questo non vi nego che ha acceso i miei sensi “catto”.
Non ha arso anche il vostro cuore (citazione non a caso) ad ascoltare queste parole? Per molti, l’evento sarà stato visto come una carnevalata, organizzata da un folle fissato col Signore degli Anelli. Ma c’è differenza tra un folle ed uno che crede in qualcosa. E Nicolas (qui è necessario tornare al suo nome), è uno che crede in quello che fa, che crede in ciò che c’è di bello in questo mondo. Non stavamo lì solo per divertirci ad una festa a tema, stavamo lì soprattutto per essere parte di qualcosa di più grande di noi, di qualcosa che amiamo e che ci rendeva tutti uniti, nonostante fossimo sconosciuti. Ognuno era diverso, proprio come i componenti della Compagnia, eppure ognuno era di casa, familiare. Nicolas è davvero riuscito a trasmettere quel senso di leggerezza e allegria hobbit che tanto trapela nei capitoli delle opere di Tolkien.
La fine di un’avventura
Il mio racconto hobbit si conclude qui, ma non senza invitarvi a conoscere meglio il progetto di Nicolas Gentile: la costruzione del villaggio ispirato agli hobbit, la “Contea Gentile”, proprio per poter condividere con chi volesse l’amore per Tolkien e per intessere relazioni ed amicizie in un luogo dove la fantasia è il ponte per entrare nella realtà, quella più autentica e bella, quel buono per cui vale la pena combattere.
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