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Il Destino di Frankenstein. Tra mito letterario e utopie scientifiche
7 Novembre 2015 ore 18:30
GratisSabato 7 novembre ore 18.30 al Roma Room Hotel Via Morgagni 41 Fermata metro B Policlinico.
Gli Amici del Granaio tornano vi invitano a un appuntamento tra mito, etica, letteratura e scienza. Il libro “Il DESTINO DI FRANKENSTEIN” sarà presentato con la partecipazione straordinaria dei due autori Paolo Gulisano e Annunziata Antonazzo.
“Il destino di Frankenstein. Tra mito letterario e utopie scientifiche” (Ancora Editore).
Alla scoperta di Frankenstein, il romanzo di Mary Shelley pubblicato duecento anni fa che ha influenzato la letteratura e il cinema, e continua ad interrogarci sul potere e i limiti della scienza.
Mary Godwin Shelley duecento anni fa diede alle stampe un romanzo destinato a diventare una delle opere letterarie più singolari della Modernità: Frankenstein, il cui sottotitolo, Il moderno Prometeo, ne faceva intravedere la grande portata, gli echi delle grandi opere che lo avevano influenzato, le suggestioni delle nuove scoperte nel campo della scienza e quella componente gotico-romantica che solo in un animo sensibile e appassionato poteva sintetizzare la pienezza del sublime.
Mary visse in un periodo di grandi rivolgimenti, storici, sociali e soprattutto scientifici. Un periodo dove già iniziava un dibattito etico derivato dalle nuove straordinarie scoperte che avevano suscitato molte domande sui confini tra la vita e la morte e il potere su di essi degli scienziati. Mary scelse di raccontare questi dubbi e queste angosce in un romanzo che diverrà il capostipite del genere fantastico-gotico, nonché della narrativa di fantascienza.
A duecento anni dalla pubblicazione tuttavia, le questioni di tipo scientifico ed etico sollevate da Frankenstein sembrano diventare sempre più attuali e urgenti: è possibile disporre totalmente della vita umana? Quali sono i limiti degli interventi delle tecnologie biomediche? Rileggendo il romanzo di Mary Shelley con lo sguardo rivolto agli scenari contemporanei, emerge una realtà molto inquietante: c’è qualcuno che si diverte a giocare a fare Dio.
Esplorando Frankenstein, i suoi temi, la questione del«playing God», il giocare a «fare Dio», nonché ripercorrendo la vita della sua autrice, aggirandoci tra critica letteraria e filosofia, tra narrativa dell’immaginario e bioetica, non mancheranno le sorprese.
“Ebbri delle nuove scoperte, i nuovi prometei esigono di spiegare tutto ciò che è umano con la chimica, l’anatomia, la psicologia, analizzando geni, neuroni, ormoni e coscienze. L’uomo non racchiuderà più alcun mistero. Non si tratterà più di conoscerlo, ma di ricostruirlo: ovvero di inventarlo o reinventarlo.”
Fonte: Il Granaio di Santa Prassede
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