L’impegno costante nelle piccole cose è una virtù grande ed eroica.

— San Bonaventura

Star Wars: la storia delle storie

E se “Star Wars” e la Bibbia parlassero della stessa storia?

Giungendo nelle sale il VII episodio della saga di George Lucas non mi posso esimere dallo scrivere la mia sul fenomeno di “Star Wars”, su cui di recente si è parlato moltissimo. Vabbè, lo sappiamo, alcuni ne sono esaltati, altri continuano a versare qualche lacrimuccia per la dissoluzione dell’universo espanso, e c’è addirittura chi si andrà a vedere per la prima volta la trilogia originale per non essere insultato dagli amici nerd e/o cinofili.
Io invece colgo l’occasione per provare ad esplicare quella che reputo la formula narrativa che sta alla base del grande successo di “Star Wars”: riconfermare il vecchio, superandolo con il nuovo.

Vecchio e nuovo… testamento?!

Tim Sale: “Ecco cos’è che fanno i veri maestri: riescono a rendere nuovo il vecchio.”
Han e J, SWVII

A quest’immagine corrisponde un misto di nostalgia e stupore che solo le generazioni anni ’70-80 possono davvero capire

Ripeto, di recente si è detto tutto e di più riguardo “Star Wars”, ma per carità cristiana vi semplificherò il discorso con un’estrema sintesi: “Star Wars” è apparentemente una saga cavalleresca o, più semplicemente, un viaggio dell’eroe che deve salvare il regno, ma con un’ambientazione “innovativa”: lo spazio stellato di una galassia lontana lontana. È, dunque, uno “space fantasy” che rispetta fedelmente precisi archetipi. Ossia, un manipolo di cavalieri e una dama (la principessa Leila), guidati da un cavaliere-sacerdote (lo Jedi Luke Skywalker), disposti a tutto per salvare il Regno (la galassia) dal mago malvagio usurpatore del trono (l’imperatore Darth Sidious) e il suo cavaliere nero (Darth Fener), per riportate così l’equilibrio nella Forza perdutosi per colpa di quest’ultimo.

Leila, Dell'Otto

Una delle illustrazioni del portfolio di Gabriele Dell’Otto dedicato a “Star Wars”

In realtà la saga di “Star Wars” non pretende minimamente di proiettare l’epica medievale nello spazio. Anzi, fa molto di più. Infatti Lucas se ne frega alla grande di rispettare delle regole fini a se stesse, quelle dell’epica cavalleresca, o di rifarsi ad una data tradizione (mitica, religiosa, letteraria, ecc…).

L’universo di “Star Wars” può apparire dapprima come “sincretista”, con nomi e riferimenti presi a piene mani da molteplici tradizioni religiose, incluse quelle pagane, o capovolgendo i ruoliOvvero, la principessa (Leila) che salva l’eroe (Han) e uccide il drago (Jabba the Hutt). delle fiabe e dei poemi cavallereschi in modo del tutto inaspettato, come quando Leila salverà la vita di Han. In pratica, la principessa che salva l’eroe o l’amatoCome nell'opera dell'Ariosto.. Ma più chiaramente Lucas ripropone in modo nuovo e brillante le strutture narrative e gli elementi insiti nei miti che da sempre accompagno l’uomo. Pertanto ridurre “Star Wars” ad una riproposizione dei miti di tradizione giudaico-cristiana, quindi biblica, e/o medievale è senz’altro una forzatura. Sostenere che Lucas si sia limitato a copiare dai miti, pagani e non, è addirittura una bestemmia!
Lucas unisce fantasy e fantascientifico, paganesimo e cristianesimo, nuovo e vecchio, superando e riconfermando entrambi.

Estrema conseguenza

Star Wars, di Hong Jacga

Il fumetto digitale di Hong Jacga è un mix di vecchio e di nuovo, sugli anni perduti di Luke Skywalker

Ovverosia, con tale espressioneL'estrema conseguenza., intendo una storia ben riuscita, tecnicamente perfetta, il cui autore ha saputo raccontare fino in fondo. Lucas, come ogni buon sceneggiatore che si rispetti, esplora profondamente la storia cominciata dal IV episodio, il film originale del ’77, portandola fino alle sue estreme conseguenze. Le storie topiche o capaci di entrare per sempre nell’immaginario collettivo, a prescindere che siano reali o di finzione, rispettano fedelmente questo principio… e lo fanno tutte, incluse quelle bibliche! Eh si, la Bibbia è soprattutto un insieme di storie paradigmatiche ed esistenziali.

Nell’Antico Testamento si viene introdotti all’attesa messianica: l’umanità decaduta nell’oscurantismo del peccato ha nei confronti di Dio una profonda paura, contrapposta al desiderio di conoscerLo. La prima estrema conseguenza, quella che dà alla Bibbia la sua ragione di esistere, scaturisce dall’avventura di Abramo nel momento in cui si scoprirà che Dio non soltanto è creatore di tutte le cose, ma è alleato dell’umanità. (Sì, è un colpo di scena!) Quindi ci promette ciò che più di ogni altra cosa desideriamo: la salvezza.

Ha così inizio l’attesa di un salvatore (Gesù, ovvero Luke!), fatta di profezie, promesse e speranze.

Una nuova speranza

Star Wars, ep

La locandina del primo “Star Wars”, “Star Wars: Una nuova speranza”

Tutto questo lo ritroviamo in “Star Wars”, nel capostipite della saga, ovviamente non a caso ribattezzato “Star Wars: Una nuova speranza“. L’attesa di un riscatto per mezzo di un salvatore è ben resa dall’antica profezia Jedi di colui che riporterà l’equilibrio nella ForzaDa non leggersi come un sinonimo di manicheo, di bene e male come forze necessarie ed ambivalenti, ma come vittoria del bene sul male. Il concetto di equilibrio di “Star Wars” non è da intendersi secondo le dottrine orientali.. Luke Skywalker da povero sfigato o di spirito (Mt 5, 3), quello che vive nella zona più remota (Tatooine è un po’ la Nazareth della galassia… no?) e a cui non è permesso dallo zio nemmeno diventare un pilota di caccia stellare, diverrà cavaliere jedi, intraprendendo un viaggio che lo porterà a scoprire la sua vera identità: il presceltoColui che metterà fine al lato oscuro. La prima impressione è che si tratti di Anakin Skywalker, perché nato in modo prodigioso, e non Luke. Ma il finale del VI episodio dirà ben altro..

Luke Skywalker… come Gesù?

Luke, Vader e Palpatine

Piuttosto che un male esterno, Darth Sidious appare come il possibile “Io” di Anakin. Fateci caso, i discorsi tra Anakin e Palpatine sembrano quasi dei monologhi interiori…

La parte di “Star Wars” indubbiamente meglio riuscita è proprio quella più autenticamente cristiana: Luke Skywalker è, sì, il messia, ma non secondo la miope visione supereroistica che gli Jedi immaginavano in principio. È chiamato a un atto di riparazione totale: il perdono. La difficoltà è tutta lì: accettare il perdono senza alcun tentativo di rivalsa, la stessa difficoltà che portò una parte del popolo ebraico a rifiutare Gesù Cristo (Lc 23, 37). Senza togliere un’altra estrema conseguenza inaccettabile e ancora più sconvolgente per un ebreo: Dio e creatura possono davvero incontrarsi in un’unione ipostaticaDella stessa sostanza, Gv 17, 11..

Luke compie un’operazione analoga, oltrepassando gli schemi imposti dai suoi maestriObi-Wan Kenobi e Yoda. e riparando completamente al male commesso, salvando addirittura colui da cui ha avuto origine la caduta della Repubblica e l’inizio dell’oscurantismo imperiale: Anakin Skywalker. Questo ribaltamento è inizialmente anche solo impensabile, al punto tale che Obi Wan arriverà a sacrificarsi, lasciandosi volutamente uccidere da Darth Vader nel tentativo di dissipare nel giovane allievo Luke ogni minimo scrupolo. Solamente grazie alla sconvolgente scoperta delle origini del male Luke capirà qual è la sua vera missione:

Darth Vader: “Luke, i am your father.”

Si può presumere che Luke desideri salvare il genitore anche per salvare se stesso, recuperando le proprie origini. Entrando nell’ottica della relazione (ehi, Darth Fener è mio padre!) Luke permette, così, alla Forza di portare a compimento l’eucatastrofeTolkien coniò tale termine per indicare il rivolgimento repentino del male e del negativo in bene.. Il Figlio dell’Uomo salva l’Uomo, AdamoL'umanità, questo significa Adamo... che è anche il nome del Primo Uomo., e dà di nuovo a quest’ultimo la possibilità di redimersi. O di adempiere alla sua vocazione (Anakin mette fine ai Sith, perché anche lui parte della profezia messianica.) Questo avviene, difatti, ne “Il ritorno dello Jedi“.

Conclusione

Non essendoci più altre strade da percorrere, “Star Wars” si rivela una storia magnificamente paradigmatica. Per questo motivo è un racconto assolutamente mitico o sacro… almeno per noi nerd (e c’è addirittura chi l’ha davvero trasformata in una religione! XD ). La sua narrazione è esaustiva, completa. E se si opera un ricalco della storia di Luke e Anakin Skywalker, sovrapponendola a quella di Cristo e dell’Uomo decaduto, non soltanto il discorso da me appena esposto vi apparirà decisamente più chiaro, ma vi delineerà le stupefacenti estreme conseguenze della storia della salvezza raccontata dalla Genesi all’Apocalisse.

Luke e Anakin Skywalker

Anakin nasce per opera della Forza… E la prima impressione è che sia lui il prescelto. Tuttavia colui che salverà la galassia, riparando al peccato del genitore, sarà Luke. C’è una forte analogia con la definizione di Gesù quale “Nuovo Adamo”… non trovate? Luke è il “Nuovo Skywalker“!

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4 Commenti

  1. Gli stereotipi cavallereschi furono solo un punto di partenza già ai tempi del romanzo cavalleresco, che li alterò, ci giocò e li prese relativamente in giro creando ibridi e personaggi interessanti già ai tempi di Chretien (per non parlare di quando Ariosto la buttò in caciara o Tasso la unì all’epica storica).
    Quanto al “femminismo” di Leila (ehm, il suo costume in episodio VI non è esattamente femminista!) ci sono dei precedenti già nei poemi che a torto sono considerati rigidi e classicisti, neanche avessero personaggi piatti e omologati.
    Ad esempio
    a) In “Erec et Enide” la dama è title character, funge da motivatrice (dietro il cavallo, solo formalmente a seguito: in realtà è come il coach in bici dietro a Rocky) e arriva a dire a suo marito cavaliere una cosa tipo “Ok, ti amo, ma piantiamola di trombare, hai delle responsabilità, ti stai rammollendo e io inizio a vergognarmi. Parti, io sarò con te ma guai se ti volti”.
    (Notare come questa sia già una rilettura “da battaglia” di Orfeo)
    In questo caso non saprei dove inizia il “femminismo” (nel senso di personaggi femminili di spessore) e dove inizia il maschilismo femminile (Il proclamare ideali maschilisti applicati ai maschi dalle donne)

    b) Ovviamente loro due: Bradamante e Ruggero. Lui è un “jock” farfallone, lei è più brava di lui come guerriera, è determinata e solida.

    PS Se mai c’è un “gesù” nella saga di Star Wars è Anakin: bambino della profezia, poi tentato dal male, è una sorta di sovvertimento
    dell’archetipo del “salvatore”, nella misura in cui fallisce la prova (e viola, en passant, anche il vincolo di castità)
    Viene prima ucciso e resuscitato “male” come Darth Vader. Ad Anakin è addirittura concessa una seconda morte per mano
    di Palpatine (che evidentemente si crede Dio) e una seconda resurrezione grazie alle parole del figlio
    (nel finale rieditato lo si vede senza ferite nè deformazioni come fantasma-di-forza, segno
    che la sua anima ha trovato pace)

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    • a) Sì, lo stravolgere i ruoli, come la principessa (Leila) che salva l’eroe (Han) e uccide il drago (Jabba the Hutt), non è senz’altro una novità introdotta da George Lucas. Anzi, lo si dà per assodato che sia avvenuto da sempre in letteratura. Tuttavia ho ricordato la questione dello stravolgere i “ruoli archetipi” dei racconti per uscire dalle diatribe degli esperti di letteratura (medievale e non) riguardo la saga di “Star Wars” e, così, riportare il discorso alla realtà: come fanno tutti gli sceneggiatori da sempre, anche Lucas se ne frega degli stereotipi letterali, cioè di rifarsi o no ad un dato genere, e le uniche regole che segue sono le cosiddette “esigenze narrative”. I riferimenti religiosi e/o letterari prescindono dal racconto e non dettano mai il suo percorso. Quando questo non avviene si cade in errori grossolani che non fanno funzionare la storia.
      Il femminismo in riferimento a qualsiasi principessa guerriera o personaggio femminile capace di avere un ruolo attivo nell’avventura mi pare una ossessione ideologica, che non ho mai compreso perché ogni tanto viene tirata fuori.

      b) Si tende ad associare Gesù ad Anakin Skywalker per via della profezia dello Jedi che riporterà l’equilibrio nella Forza: premonizione che viene meglio enfatizzata negli episodi I, II e III. La prima impressione è che sia Anakin il messia atteso, oltretutto nato in modo prodigioso, e non Luke. Quest’ultimo tutt’al più ripara al peccato del genitore e permette ad Anakin di adempiere alla sua missione. Ma questa prima interpretazione risulta superficiale e non esaustiva, oltre che fuori dalla definizione di ciò che dovrebbe essere un messia-salvatore: colui che salva. Concretamente, nei fatti reali, Anakin non salva nessuno, piuttosto dà origine all’inizio dell’oscurantismo imperiale. Sì, nasce in modo prodigioso per opera della Forza (espediente che serve a ricordarci il suo legame con la Forza), ma questo non fa di lui il salvatore. Infatti è soltanto Luke a offrire il perdono. Dunque a redimere il padre Anakin. È sempre Luke che risulta il Mite Agnello che salva la galassia attraverso la resa: decidere di non combattere, cioè di non dare spazio al desiderio di controllo che corrisponde al lato oscuro. Diversamente da Luke, Anakin cede al lato oscuro per cercare di “salvare” a tutti i costi i suoi affetti. È tutta una questione di possesso, come Yoda rimarcherà nei suoi discorsi al giovane allievo. Altra cosa importante: la figura del messia più paradigmatica è quella che si contrappone sempre ad un altro che non ha perseguito la propria vocazione, dando così inizio alla caduta o alla perdita dell’armonia/equilibrio delle origini. In pratica, un “messia mancato”. Gesù è il “Nuovo Adamo” che ripara al peccato di colui che c’era stato prima. Ovvero Adamo. Adamo – figlio di Dio anche lui – era il prescelto da Dio, ma si lasciò sedurre dall’idea di generare la vita in modo autonomo. Non so se sia un caso o no, ma Palatine usa proprio questo inganno per fare cedere Anakin al lato oscuro. Oltretutto il legame tra Gesù e Adamo è di molto analogo a quello che c’è tra Luke e Anakin… ma quest’ultima affermazione andrebbe meglio argomentata.

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      • -Okay, commento un po’ lungo, quindi dotatevi di pazienza! XD-
        Anche io concordo nel vedere la similitudine Anakin-Gesù.
        Credo sia evidente, e credo che degli autori di fantascienza non si spingano a dire che un personaggio è stato concepito senza un padre naturale pensando che nessuno faccia il collegamento con Gesù. Si tratta pur sempre di un’opera nata in America, sul pianeta Terra, non aliena. è nata, per dirla alla Star Wars, poco tempo fa nella stessa nostra galassia. è un rimando diretto. Vedi, Alex, credo che il fraintendimento principale sia lo stesso che a volte fa “peccare” un po’ i vostri articoli: il proiettare la nostra visione del Bene e del Male su quella dell’autore di un’opera.
        Per capirci: è ovvio che, se gli autori di Star Wars non sono cristiani, ma magari neopagani, o anche solo ebrei, la loro visione storica di Gesù non potrà mai corrispondere a quella cattolica, e le loro opere seguiranno la loro visione! Se Star Wars fosse stata un’opera cattolica, ad esempio, dando per buono che Anakin fosse Gesù, egli avrebbe seguito tutt’altra strada. Ma, sempre dando per buono che Anakin sia Gesù (e la concezione miracolosa nel grembo di Shmi ci autorizza almeno un pochino a farlo!), se non si trattasse di autori cattolici, la loro visione di Gesù non sarebbe la stessa, e quindi il messaggio da trasmettere sarebbe completamente diverso. Non è questione di autori buoni e autori maligni, ma di punti di vista. Se gli autori di Star Wars fossero per lo più ebrei, per dire, è ovvio che il loro punto di vista su Gesù non potrebbe mai essere quello di un cattolico, perchè Gesù (per quanto inizialmente rispettato come Rabbì) portò lo scompiglio nella For…cioè nella vita spirituale del suo tempo. Potrebbe quasi essere visto come l’iniziatore dell’era della sventura, al punto che ancora oggi non usano il termine “dopo Cristo”, ma “Era Volgare”.
        Questo è un parametro di valutazione essenziale, perchè è chiaro che se è vero che quel personaggio rimanda a Gesù, le conclusioni raggiunte da un autore ebreo e da un autore cristiano relativamente a quel personaggio sarebbero completamente diverse. La similitudine che fai tu è comprensibile, perchè vedi in Luke il Nuovo Adamo, quindi Gesù. Ma parti dal presupposto che l’universo simbolico di riferimento da Lucas e company (in realtà dovremmo parlare degli autori della trilogia prequel, più che altro) sia lo stesso dei cattolici, o quantomeno dei cristiani appartenenti alle principali chiese. Le analogie interne, invece, lasciano più che altro supporre che Anakin sia un Gesù simbolico, concepito dalla Forza e da una donna chiamata Shmi (abbreviazione della Lakshmi indù, e voi sapete quanto amano i non-cristiani appiattire la figura di Cristo su quella degli altri miti con concezioni verginali inventate nell’ambito occultistico-cioè rientra nella teoria dei Grandi Iniziati), di cui porta il cognome, come avviene nell’ebraismo, che è molto promettente ma su cui il tempio perde il controllo, e che alla fine muore vittima della sua mania di onnipotenza, per risorgere solo come operatore di sventura per la galassia, e persecutore di quelli dell’ordine precedente.
        Potremmo rileggere l’intera storia di Star Wars ricalcandola su quella del mondo: Gesù muore, risorge nella religione dei suoi discepoli, dal punto di vista anticristiano plagiati da un falso dio, se non da una specie di Satana. l’Impero distrugge l’ordine precedente (si chiama persino “Impero”, come quello romano che poi diventerà sacro e romano!) e stabilisce una specie di medioevo galattico (in Rebels vediamo persino gli inquisitori, e sono proprio chiamati “Inquisitori”), fino all’epoca moderna, in cui con le rivoluzioni, le vestigia del Sacro Romano Impero non vengono scalzate per far posto alla Repubblica universale, in cui i popoli si liberano della “tirannia” politica e spirituale dell’Ancient Régime, e si ristabilisce la vecchia religione pagana (che nella sua versione misterica è gnostica, quindi più vicina all’oriente che all’occidente, proprio come i Jedi sono più vicini all’oriente, per quanto agli occhi dei cristiani possano sembrare cristiani solo per il fatto che sono i buoni).
        Luke è figlio di Anakin, ovvero è comunque discendente del popolo eletto, è uno Skywalker, e alla fine redime il padre. Qui, se ci limitassimo alla visione cristiana potremmo effettivamente dire che sembra Gesù che redime Adamo, ma le altre similitudini interne non consentono questo passaggio: Luke non nasce da una vergine, come Anakin, Luke ha le caratteristiche di uno che fa le cose in modo speculare ad Anakin, in questo senso è un anti-Anakin, quindi potremmo dire (accettando che Anakin sia Gesù) che la saga con protagonista Luke è ambientata nell’era dell’Anticristo. La sua apparente bontà non dovrebbe stupire nessun cristiano, perchè nell’Apocalisse si spiega che Satana riuscirà a sedurre (se possibile) anche gli eletti, e questo non può che avvenire mostrandosi apparentemente positivo, se non credendo davvero nei valori che andrà affermando.
        Al massimo Luke potrebbe essere sì un Messia, ma un Messia ebraico! Uno che porta l’equilibrio attraverso la ribellione all’Impero, in pratica uno che ha una concezione religiosa precristiana e una visione politica tipica di un ebreo che vuole liberarsi dell’Impero Romano (Impero…), o in era moderna uno che lavora per eliminare dalla storia il governo dei cristiani, ultimi eredi di quell’Impero.
        Questo corrisponde perfettamente alla concezione della storia propria dei nemici del cristianesimo cattolico (per quanto anche io condivida l’idea che l’odio deve andare verso il peccato e non verso il peccatore). Lo dice la parola “Medioevo”, criticata a suo tempo da alcuni storici: età di transizione, o età di mezzo. Che significa? Come può esistere un’età “di mezzo” se non nella concezione di chi vede questa era come una parentesi da dimenticare tra quello che c’era prima e quello che c’è dopo? infatti, alla fine del Medioevo si parla di rinascimento, come se (nell’ottica degli autori moderni) tutto quanto esistito nel Medioevo fosse una notte da dimenticare, e quello che conta nella storia è l’ordine precedente e l’ordine successivo al Medioevo. Caratteristica fondante del Medioevo (ovviamente qui parlo del Medioevo europeo): il cristianesimo cattolico governa lo spirito e lo stato. Caratteristica del prima e del dopo: il paganesimo e lo status quo tra le religioni, con conseguente relativismo morale. In pratica, SW I-II-III sono l’antichità classica e l’avvento dell’era di Cristo; SW IV-V-VI la fine del Medioevo; SW VI-VII-VIII la nuova era (nel senso proprio del New Age, che tra l’altro tra equiparazione del Bene e del Male, e alieni ed energie varie corrisponde anche nel senso religioso).
        La nuova trilogia, poi, narra il modo in cui, dopo le ribellioni, il vecchio sistema di pensiero e di governo va a ricostruirsi, e di come i sostenitori della religione e della politica che ha regnato in questa parentesi medievale si siano rintanati nella loro rabbia su un pianeta sperduto da cui lanciano i loro attacchi (in questo ci vedo l’ultima resistenza cristiana, ovviamente guardata con occhi anticristiani).
        Non siamo ingenui. Siamo puri come le colombe, si, ma scaltri come i serpenti. l’industria cinematografica non può produrre temi cristiani, e men che mai cattolici. Essa è figlia del suo tempo e della sua cultura, e i messaggi del suo tempo e della sua cultura sono quelli rivoluzionari, non quelli del medioevo cristiano. Il fatto che ci siano delle similitudini con il cristianesimo non vuol dire che ci sia il cristianesimo lì dentro. lo sappiamo sempre dall’Apocalisse, quando si parla della Bestia che ha l’aspetto di un agnello ma parla come un drago: l’apparenza è cristiana, lo spirito è diabolico.
        Mi pare, per questi e molti altri segni che ci siano più evidenze che in Star Wars si narri di eroi anticristiani, che cristiani, benchè questo ovviamente avvenga dal punto di vista di chi li ammira proprio per questo. Interessante il controllo che da sempre è stato esercitato sulla continuity canonica, perchè in quella espansa/legends si può scrivere un po’ di tutto, e non è detto che gli autori conoscano e quindi rispettino i veri intenti di chi ha creato le opere centrali. Per questo la mia analisi si basa solo sul Canone, perché è l’unico la cui ufficialità resta indiscutibile.
        La tua analisi è interessante, ma magari prendi in considerazione l’idea di rivederla un po’ in quest’altra ottica! se guardi la mia immagine profilo, vedrai dietro la scritta “Star Wars”.
        Sono un fan di vecchia data, il che significa che anche se contiene messaggi non proprio cristiani, non è detto che non possa piacerci per le avventure narrate.
        Peppe

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        • L’equazione Ribelli e Repubblica = buoni ; Impero = cattivi, è sicuramente dettata dai gusti americani di un George Lucas che vede in una società multietnica e “democratica” una società ideale. Su questo non c’è alcun dubbio. Tuttavia, non credo che il suo intento fosse quello di fare del revisionismo storico, così come Tolkien non fece altrettanto ne “Il Signore degli Anelli”. Anzi nel caso di Tolken, pur dichiarandosi contro i racconti allegorici, tuttora tanti professori di sinistra continuano a credere che Mordor sia la rappresentazione dell’Unione Sovietica e/o della Germania nazista e che i popoli liberi della Terra di Mezzo quella dei popoli capitalisti dell’Occidente. Bisogna leggere un racconto sempre andando al di là delle possibili analogie ideologiche, che spesso sono solo costrutti mentali che non tengono conto delle vere esigenze narrative che muovono uno scrittore. Uno scrittore, soprattutto se sceneggiatore, fa molto uso degli archetipi, essenziali per dare uno spessore ai personaggi e alla struttura narrativa.

          Partiamo dalla premessa: l’archetipo di Luke, piaccia o no, è quello del messia, del salvatore, che si rivela tale perché adempie alla sua missione. Anzi, nonostante nessuno credi in Luke, lui ugualmente la sceglie e volutamente se ne fa carico. Questo Anakin non lo fa, e nonostante tutti avessero grandi aspettative nei suoi confronti, agirà in modo diametralmente opposto, portando alla caduta. Il mondo di “Star Wars” è caduto per colpa di Ankin. Anakin è l’archetipo del buono decaduto, diventato malvagio in seguito ad una perdita, quella della madre e poi di Padmé. Odio e potere sono solo sublimazioni del dolore. Dunque, Anakin è il perfetto archetipo del caduto: Adamo, Lucifero o come altro volete chiamarlo.

          Ora sia George Lucas che gli altri scrittori di “Star Wars” non danno importanza al fatto che Luke non sia nato da una vergine, almeno per loro non è un problema, perché c’è il legame con Anakin che conferisce a Luke la sua vocazione come messia. Ovvero, dogmi a parte, Gesù non è il Messia perché è nato da una vergine (questa è una capziosità a cui diamo importanza noi cattolici), ma perché salva l’umanità, mettendo fine al combattimento tra il bene e il male. Lo stesso fa Luke, salvando la galassia e riportando l’equilibrio nella Forza. Ovvero, distruggendo il Lato Oscuro. Infatti i fan più puristi e sfegatati della saga di “Star Wars”, quelli che amano la mitologia dell’Universo espanso, non accettano a priori l’episodio VII, perché, oltre a non seguire il vecchio “canone”, non è più “Lukecentrico” e mette in discussione tutto quello che abbiamo già visto chiudersi perfettamente, come in un cerchio, con le due precedenti trilogie. Tutto inizia da Anakin, che rifiuta la sua vocazione al Bene, e tutto si chiede con il figlio di Anakin, Luke, che porta a compimento la profezia e si rivela il vero prescelto/messia. Come nella Bibbia, una profezia è comprensibile solo dopo essersi avverata. In pratica senza la caduta di Adamo non ci sarebbe stato bisogno del Cristo e della promessa di un Redentore. Senza la caduta di Anakin non ci sarebbe stato bisogno di Luke Skywalker e della profezia degli Jedi su di una nuova speranza.

          Ma perché Anakin doveva nascere da una vergine? Altra domanda importante. La ragione sta nella cosmogonia dell’Universo espanso.

          Nella mitologia dell’Universo espanso i primi esseri viventi intelligenti creati dalla Forza erano dotati tutti di poteri simili a quelli degli Jedi, perché con un numero di midi-chlorian elevatissimo. In altre parole, erano geneticamente predisposti ad accogliere dentro di sé la Forza. Non è quindi nemmeno un tentativo di rendere “immanente” o “materialista” il concetto di Forza, ma solamente un lasciare sottinteso che la Forza o il Divino ha bisogno di noi e della nostra collaborazione, a partire dalla nostra natura. Cmq, tralasciando la questione, ai tempi in cui è ambientato “Star Wars” gli Jedi sono tutto ciò che resta di coloro che sono ancora in intimità con la Forza. Ma non hanno la stessa unione che avevano in origine tutte le specie intelligenti dell’universo. E’ necessario pertanto che nasca un individuo eccezionale, con un elevatissimo numero di midi-chlorian, in modo prodigioso. Ovvero, che nasca un “primo uomo”. Questo individuo è Anakin. Anakin è anche dotato di un’intelligenza fuori dal comune, abile a costruire e inventare macchine, cosa che Luke erediterà da lui. In sostanza, Anakin, come Adamo, è creato direttamente dalla Forza. E, come Adamo, ha su di sé la possibilità di cambiare le cose: Lato Chiaro o Lato Oscuro. Sceglierà quest’ultimo e avrà così inizio una caduta. Ora l’archetipo perfetto da mettere in gioco in questo particolare tipo di narrazione è il figlio dell’antagonista. Quando il protagonista scopre di possedere un legame diretto con l’antagonista, si innesca sempre un conflitto che porta al climax dove si cerca di salvare anche colui che agli occhi del mondo appare imperdonabile. In questo “Star Wars” è assolutamente cristiano.
          Al di là del credo religioso o ideologico, gli archetipi legati ai temi di caduta e salvezza, morte e resurrezione, presenti in ogni saga che finiamo per amare e considerare inconsciamente “sacra”, piaccia o no, sono i medesimi:

          1- Qualcuno non si fida, per superbia cede alla paura, commette un madornale errore che si ripercuote concretamente su chi verrà dopo di lui. 2- E, così, inizia un’attesa messianica o di speranza. 3- Poi arriva per davvero il Messia che puntualmente supera le aspettative di tutti, con un sacrificio di amore che offre la redenzione anche a chi si considerava irrecuperabile o imperdonabile. 4- Da quel sacrificio tutto pare perduto, ma infine avviene la resurrezione e il capovolgimento del male in bene.

          Prendendo in considerazione la tua interpretazione, cioè che Luke sia una sorta di Anticristo, perché Anakin è Gesù, si dovrebbero volutamente ignorare tutti gli archetipi narrativi più tradizionali e si dovrebbe ammettere che Luke è una sorta di “ebreo” che nel periodo di massima espansione del Cristianesimo (l’Impero) riporta Anakin sulla buona strada. In realtà “Star Wars”, religiosamente parlando, non credo sia accettabile per un ebreo per almeno due motivi: la Forza che abita e vivifica ogni creatura, a prescindere dalla stirpe a cui appartiene, è proprio quel concetto inaccettabile, ovvero l’unione ipostatica, che portò i farisei a fare crocifiggere Gesù. Inoltre dovrebbero riconoscere che Gesù, nonostante tutto, è un/il messia, anche se ha “mancato il bersaglio” perché non ha fatto la volontà dei farisei. Quindi, in ogni caso, lo dovrebbero accettare come Figlio di Dio. Ma, siamo realisti, a Lucas queste cose non credo interessino un granché, e per quanto riguarda la sua fede personale probabilmente non è né ebreo né cristiano, ma solo un nerd-sceneggiatore che ai suoi tempi fu particolarmente ispirato e fortunato.

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Author: Alex Pac-Man

Cultura cattolica: Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un lungo cammino, che mi ha portato ad amare il Libro della Genesi e tutto ciò che riguarda la protologia, fino all'esperienza del percorso dei 10 Comandamenti di don Fabio Rosini. La fede cristiana è soprattutto un'esperienza di bellezza, ben lontana dall'ideologia e dall'emozionalità di chi la riduce ad un sterile atto di cieca convinzione. Cultura nerd: Le mie prime idealizzazioni furono plasmate dai capolavori di Shigeru Miyamoto, quali "A Link to the Past" e "Ocarina of Time", che, magari sarà azzardato dirlo, racchiudono in sé un po' tutta l'essenza del mito. Il mio essere un nerdone comincia dall'amore per la narrativa, per il fumetto e tutto ciò che porta alla storia delle storie.

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